Non è questione da libri di storia: il baratto è in perfetta salute e vale
centinaia di milioni di euro l’anno. È quanto si può leggere in XMUTARE, la
prima opera sistematica sul bartering pubblicitario, scritta da Mario Piarulli
(CEO di MBS Media Communication) e che sarà presentata il 24 Novembre
all’università Iulm. A supporto del libro, anche il documentario-film omonimo,
per un percorso informativo dedicato alla figura professionale del barter,
l’esperto nella gestione di scambi merce pubblicitari.
Il saggio (il titolo intero è XMUTARE – The Barter. Storia, evoluzione e
tecniche di scambio merce pubblicitario ed edito da Anima Edizioni), parla del
ruolo di leva strategica che questo comparto ha assunto anche per la capacità di
sostenere le aziende in crisi di liquidità e spesso di eccedenze produttive. Il
settore, in fortissima crescita, nel 2o24 ha prodotto un volume d’affari da 400
milioni di euro. La pratica, che consiste nello scambio di spazi mediatici per
beni e servizi, genera secondo dati MBS un effetto moltiplicativo sull’economia
nazionale di 9 euro in più sul PIL per ogni euro investito.
Piarulli ha ricostruito l’evoluzione storica del baratto dalle sue origini alle
applicazioni moderne e ne ha illustrato l’impatto economico, le leggi che lo
regolano e la rilevanza che ha assunto nel mercato italiano ed europeo. Ha anche
sottolineato il ruolo pionieristico che l’Italia ha avuto, e la sua affermazione
come miglior modello internazionale grazie anche alle esperienze di Publitalia
’80 di Mediaset, Rai, Sky e Cairo Editori. Oltre a questo, è da evidenziare la
mano che il settore riesce a dare a questioni cruciali del nostro tempo. Il
bartering, oltre ad aiutare la sostenibilità ambientale evitando gli sprechi,
agisce come strumento di contrasto alle crisi sistemiche consentendo alle
imprese di proseguire la propria attività anche con basse disponibilità
finanziarie in un settore come quello pubblicitario che coinvolge quasi 6
milioni di posti di lavoro.
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all’università Iulm la presentazione del libro XMutare di Mario Piarulli
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Tag - Crisi Economica
“Ci è crollato il mondo addosso, non eravamo in crisi, ma siamo stati licenziati
a causa dei dazi di Trump”. Adriano e Giuseppe sono due dei 42 lavoratori della
Freudenberg di Rho, multinazionale specializzata nella produzione e vendita di
filtri industriali, che rischiano di essere licenziati. Dopo l’annuncio degli
scorsi giorni, l’azienda ha confermato la volontà di chiusura del sito
produttivo di Rho nel corso di un incontro odierno in Assolombarda. “E stata una
doccia fredda” racconta al Fatto.it Giuseppe che lavora da 16 anni. Anzi, quasi
sedici anni, perché sarà lasciato a casa un mese prima dell’anniversario. Il
motivo? “L’azienda ha avviato questa procedura giustificando che devono
aumentare i profitti per sfuggire ai dazi di Trump” spiega Giuseppe. Per il
segretario della Fillea Cgil di Milano Riccardo Piacentini “si tratta della
prima azienda che decide di chiudere e spostare la sede all’estero motivandola
con l’introduzione dei dazi e la riduzione dei margini di profitto Il governo ci
aveva spiegato che i dazi non avrebbero avuto conseguenze sull’economia
italiana, ma qualcosa non ha funzionato perché siamo di fronte al primo
licenziamento collettivo in questo senso”.
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