Lo aveva annunciato la scorsa settimana a “Verissimo” e lo ha fatto davvero.
Evelina Sgarbi ha “denunciato tutti per maltrattamenti e circonvenzione
d’incapace”. Lo riferisce lei stessa in una nuova intervista concessa al
programma condotto da Silvia Toffanin in onda il 30 novembre, dove torna a
parlare della propria battaglia per aiutare il papà Vittorio, che secondo lei
sarebbe circondato da persone che non operano per il suo bene e non forniscono
informazioni sulle sue reali condizioni di salute.
Nello studio del talk di Canale 5 Evelina scende nel dettaglio a proposito dei
presunti tentativi di suicidio di Vittorio Sgarbi cui aveva accennato già 7
giorni fa: “Sono voci che mi sono arrivate tempo fa. Pare che abbia cercato due
volte di andare sul terrazzo e di buttarsi, infatti a un certo punto hanno messo
degli scatoloni di vino per impedire che lui uscisse sul terrazzo, e lo
chiudevano in camera, a volte, a chiave. Le informazioni girano e la verità
viene a galla prima o poi” spiega Evelina, che riconduce questo comportamento
del padre alla depressione che lo ha colpito nei mesi scorsi. Quanto invece alle
terapie con il litio specifica: “Non ho la certezza che lo abbia preso, ma ti
appiattisce sotto tutti i punti di vista, evidentemente appiattisce anche
l’intenzione di suicidarsi. I sintomi sono tutti riportati dal suo stato”.
A Silvia Toffanin che le chiede se abbia ancora intenzione di ostacolare il
matrimonio tra il critico d’arte e la compagna Sabrina Colle, la giovane
replica: “Mi viene quasi da ridere perché adesso pare che a Venezia non si possa
più fare, il prete non li vuole sposare, perché una persona che fino a poco
tempo fa è stata sotto farmaci pesanti per la psiche non può sposarsi
regolarmente in Chiesa. Adesso forse il matrimonio verrà spostato ad Arpino,
magari si auto-sposerà visto che lui è sindaco. Pare che l’intenzione sia di
sposarsi civilmente”.
A proposito del comune laziale Evelina rivela un altro episodio che le è stato
riferito da “persone che stanno intorno e hanno visto”: “Ho saputo che quando è
andato ad Arpino l’ultima volta l’hanno chiuso in macchina, la compagna e
l’autista. Sono andati a bersi un caffè e lo hanno lasciato lì per un’oretta.
Non mi stupisce, però sono stufa di queste persone. È tutta una farsa,
un’ipocrisia unica. È una cosa vergognosa”. La padrona di casa domanda che cosa
possa esserci dietro questa situazione: “Interessi economici” ribatte la giovane
Sgarbi, che insiste: “Ancora dopo mesi non escono dati clinici sulla sua salute,
perché? Visto che non c’è niente da nascondere, a quanto pare”.
Di recente Vittorio Sgarbi ha presentato il suo ultimo libro anche al Tg5.
Un’ospitata che la figlia commenta con queste parole: “Guarda in che stato di
sofferenza è. È uno schifo. Si offenderanno persone, ma è sporco, non sta bene,
fa fatica. Ma perché? Per pubblicizzare un libro? Dice sempre le stesse cose in
uno stato di prostrazione, io non so dove si può arrivare. Anche basta. È una
persona che non sta bene, ed è evidente la sofferenza. Sta male, va curato in un
altro modo e non va esposto in questo modo per pubblicizzare un libro”. E
ancora, a proposito di come agirebbero le persone intorno al padre: “È una
manipolazione di informazioni, occultare cose che evidentemente hanno fatto
sbagliate per cui non vogliono che si mettano le mani sia sulla sua cartella
clinica sia sulla gestione delle sue cose”.
Sul finire dell’intervista Evelina Sgarbi racconta che papà Vittorio ha iniziato
a pagare il mantenimento alla madre “dai miei 8 o 9 anni. Per un anno non li ha
più pagati, nel 2023. A riprova
che gli incassi non li prende lui sui suoi conti ma li incassa la compagna e
l’addetto stampa, noi dopo un anno che non prendevamo il mantenimento abbiamo
anche provato a fare un pignoramento, sui conti suoi non c’era niente… Loro
occultano tutto, incassano tutto con le loro società”. E si domanda: “Perché non
includere anche noi? Come se avessero timore che i figli vogliano rubargli
qualcosa. Siamo i suoi figli, mi sembra solo normale”. Malgrado tutto, Evelina
non ha intenzione di mollare, soprattutto ora che sa di poter contare anche sul
sostegno del fratello Carlo, che ultimamente si è esposto schierandosi dalla sua
parte.
L'articolo “Papà Vittorio Sgarbi ha provato 2 volte a buttarsi dal terrazzo. Lo
hanno chiuso a chiave in camera. Ho denunciato tutti per maltrattamenti”: la
figlia Evelina a “Verissimo” proviene da Il Fatto Quotidiano.
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“Sono arrabbiata, trovo sia stato penoso, schifoso. Sfruttamento totale di una
persona, maltrattamento”. Evelina Sgarbi è furibonda nel salotto di “Verissimo”
mentre fa riferimento all’intervista che il papà Vittorio ha concesso a
“Domenica In” lo scorso 16 novembre per presentare il suo ultimo libro. “Se
prima era preoccupazione ora è rabbia. Temo per la sua vita, neanche più per la
salute. Non si può mandare in televisione una persona in quello stato a parlare
con dei tagli evidenti al programma stesso. Incredibile”. Evelina confidandosi
con Silvia Toffanin mette l’accento sulle condizioni in cui il critico d’arte è
apparso davanti alle telecamere di Rai1: “Lui impassibile a tutto, domande fatte
a trabocchetto in modo che dicesse qualcosa di brutto su di me. Vedere
l’intervista mi ha fatto un misto di disgusto, pena…”.
IL PRESUNTO RETROSCENA DELL’OSPITATA A “DOMENICA IN”
Nella puntata del talk show di Canale 5 in onda il 23 novembre Evelina Sgarbi
rivela quella che sarà la sua prossima mossa: “Sono pronta a denunciare tutti,
io voglio arrivare a sapere cosa stanno facendo a mio padre e cercare di tirarlo
via dalle persone con cui è adesso. Per me qui è circonvenzione d’incapace e
maltrattamento. Una persona che sta così la mandi in televisione?”. Quindi
rivela i retroscena dell’ospitata a “Domenica In” per come li ha appresi da
terzi: “Ho saputo anche da persone che erano lì che ha avuto una specie di
mancamento, ha accasciato la testa e hanno avuto paura tutti. Parla da sola
l’intervista, penosa è il termine giusto. Non mi stupisce più di tanto ma si
alza sempre più l’asticella dello schifo che possono raggiungere queste
persone”. A Toffanin che le chiede esattamente che cos’abbia Vittorio Sgarbi, la
figlia replica con nuove dichiarazioni choc: “Ho sentito che sta facendo una
terapia al litio, che gli appiattisce totalmente l’umore sia in un senso che
nell’altro. In più pare che abbia tentato di suicidarsi prima dei vari
ricoveri”.
LE PAROLE CONTRO SABRINA COLLE
Nel corso dell’intervista Evelina Sgarbi non risparmia parole dure anche nei
confronti di Sabrina Colle, la donna che il critico d’arte ha fatto sapere di
voler sposare a Venezia: “Viste le persone con cui è farò di tutto perché questo
matrimonio non avvenga”. La definisce “la santarellina di turno”, e spiega:
“Quando io ero piccola lei non c’era mai, c’è stata forse negli ultimi anni, e
in più lui aveva anche un’altra che si portava sempre dietro con cui stava
sicuramente molto meglio, lei era la compagna ufficiale che gli occupava casa,
ogni tanto si faceva vedere, e adesso improvvisamente sembra la complicità 27
anni di amore, ma per favore […] È un’approfittatrice fatta e finita”. La
conclusione del suo intervento è altrettanto pesante: “Se questi riescono a
sposarsi, e dopodiché lei in qualche modo lascia che lui passi a miglior vita,
per lei evidentemente va solo meglio visto l’insieme. Non è una favoletta
d’amore come vogliono far credere”.
L'articolo “Mio padre ha tentato il suicidio e ora lo stanno curando con il
litio. Sono pronta a denunciare tutti, l’asticella dello schifo si alza sempre
di più”: la figlia di Vittorio Sgarbi a “Verissimo” proviene da Il Fatto
Quotidiano.
Al Corriere della Sera, Elisabetta Sgarbi racconta dei 10 anni de La nave di
Teseo e di come, quando ha deciso di fondare questa casa editrice, suo fratello
Vittorio fosse “piuttosto spaventato e non so quanto d’accordo. Ma disse che
sarebbe stato con me. E che tra i nostri autori ci sia anche lui mi rende
particolarmente orgogliosa, perché ritengo la sua prosa un prodigio”.
Dalla mancata acquisizione di Bompiani (“Offrimmo, con uno sforzo enorme, 15
milioni e mezzo di euro. Ma se non ricordo male fu venduta a 16. Ero accecata
dalla “furia amorosa”, era evidente che fosse un’impresa troppo complicata”) al
chiarimento su una presunta incompatibilità con Marina Berlusconi: “Non ho mai
parlato io di “incompatibilità”, ci chiarimmo quasi subito. Ci scriviamo con una
certa frequenza, anche nei momenti brutti. Ci stimiamo molto. E sta facendo un
lavoro importante in Mondadori. Prima del Covid avevamo anche parlato di
progetti per la scolastica”. Il momento più brutto di questi dieci anni, spiega
Elisabetta Sgarbi, “la morte di Eco. Mi sentii smarrita. Ma reagimmo. E poi la
morte di Sergio Perroni”, e poi le conquiste letterarie di cui è più orgogliosa:
“Sfogliare il catalogo che ogni anno prepariamo per Francoforte, che non è in
ordine alfabetico di autore, ma di nazione. Tradurre la letteratura, portarla
dentro il perimetro della nostra lingua, vedere insieme tutti quei Paesi, dalle
Filippine all’Australia, dalla Tanzania alla Norvegia, dalla Nigeria alla
Palestina alla Slovenia, mi commuove”. Non manca qualche parola sul momento ‘di
grande fragilità’ del fratello Vittorio che lei ha vissuto, dice, “soffrendo
molto. Di fronte alle fragilità di una persona amata si soffre, ma si ama un po’
di più”.
L'articolo “Come ho vissuto il momento di grande fragilità di mio fratello
Vittorio? Soffrendo molto. Di fronte alla fragilità di chi si ama si soffre, ma
si ama un po’ di più”: parla Elisabetta Sgarbi proviene da Il Fatto Quotidiano.
Vittorio Sgarbi è tornato a far parlare di sé per le vicende private – la
salute, le pretese della figlia – mentre delle inchieste a suo carico si erano
perse le tracce. Da Reggio Emilia arriva però la svolta: la Procura ha chiesto
il rinvio a giudizio sulla madre di tutte le inchieste, quella sul dipinto di
Rutilio Manetti “La cattura di San Pietro”, rubato nel 2013 dal castello di
Buriasco e ricomparso anni dopo in una mostra a Lucca come proprietà di Sgarbi.
Fu una rocambolesca inchiesta del Fatto e di Report a ricostruire la storia:
dalla scomparsa dell’opera alla sua alterazione con la famosa candela spuntata
sulla tela. Ieri si è celebrata l’udienza a porte chiuse. L’indagine, nata a
Macerata per competenza territoriale, è stata trasferita a Reggio Emilia perché
lì avvenne l’alterazione del quadro, opera del pittore Lino Frongia, non
indagato.
Del fascicolo – spiega la Gazzetta di Reggio – si è occupato personalmente il
procuratore capo Calogero Gaetano Paci insieme al sostituto Maria Rita Pantani,
ieri presente in aula. Scontata la richiesta di rinvio a giudizio con la mole di
indizi portati dai giornalisti e dal Nucleo Tutela Patrimonio di Roma. Sgarbi
rischia una condanna fino a 12 anni.
Davanti al giudice Luca Ramponi la Procura, che si è riservato di decidere, si è
anche discusso del dissequestro dell’opera avanzato dalla proprietaria, la
signora Margherita Buzio, la stessa che nel 2013 indicò ai carabinieri i nomi di
chi si era proposto come acquirente visitando il Castello in provincia di :
nella denuncia compariva anche quello di Paolo Bocedi, storico collaboratore di
Sgarbi.
Dopo la sparizione, il dipinto finì dal restauratore di fiducia di Sgarbi, il
bresciano Gianfranco Mingardi, che lo tenne per un lungo periodo prima di
restituirlo, ancora senza la candela. Il quadro riemerse poi alla Cavallerizza
di Lucca nel 2021, presentato come originale che – disse Sgarbi – sarebbe stato
ritrovato nella soffitta della sua villa Maidalchina, in provincia di Viterbo.
Una versione smentita punto per punto: prima dalle contraddizioni dello stesso
Sgarbi, che sostenne che la sua tela fosse diversa da quella rubata; poi dalla
perizia dell’Istituto del Restauro firmata dalla consulente della Procura,
Barbara Lavorini, che attribuì senza dubbi il dipinto alla proprietaria e
ricostruì l’intervento posticcio della candela, realizzato con pigmenti
industriali moderni.
In quella stessa fase Sgarbi fece anche riprodurre l’opera nel laboratorio G-Lab
di Correggio, portando in mostra la copia anziché l’originale e ingannando così
visitatori e critici. Celebri le sue intemerate contro i giornalisti che avevano
ricostruito la vicenda.
Dopo le rivelazioni del Fatto e di Report, Sgarbi non ha mai ammesso
responsabilità né chiesto scusa per la storia del Manetti o per altre
contestazioni: ha tentato di fermare le puntate di Report, ha querelato i due
cronisti e, annunciando le dimissioni da sottosegretario, ha rivendicato di «non
doversi scusare con nessuno».
L'articolo Sgarbi a giudizio sul Manetti rubato: il giudice si riserva di
restituirlo alla proprietaria proviene da Il Fatto Quotidiano.