Non si trattò di un errore nel conteggio dei voti, poi corretto, a portare
l’esponente Vito De Palma in Parlamento al posto del collega di partito Marcello
Lanotte. Ma una vera e propria “alternazione del voto popolare”. Perché i
componenti di un seggio di Taranto scambiarono di proposito i voti assegnati a
Fratelli d’Italia con quelli di Forza Italia e così, il seggio che doveva essere
assegnato ai berlusconiani nel collegio di Foggia/Bat, scattò a
Taranto/Altamura.
Risultato: Lanotte fuori dalla Camera, De Palma eletto a Montecitorio e
Massimiliano Di Cuia, anche lui berlusconiano, ripescato in Consiglio regionale
per coprire lo scranno lasciato libero da De Palma con la sua elezione. C’è una
guerra intestina dentro Forza Italia, giocata grazie al supporto dei componenti
di un collegio di Taranto e a discapito anche di Fratelli d’Italia, dietro
l’elezione dell’onorevole De Palma, ex sindaco di Ginosa ed ex consigliere
regionale, alla Camera: una sorta di scippo, sostiene la procura di Taranto
nell’avviso di conclusione indagini notificato a 7 persone, tra cui De Palma e
Di Cuia.
Con loro risultano coinvolti anche i quattro componenti del seggio 54 di Taranto
– presidente, segretaria e due scrutatrici – e un rappresentante di lista, come
anticipato da Nuovo Quotidiano di Puglia e Gazzetta del Mezzogiorno. A vario
titolo, il pubblico ministero Mariano Buccoliero contesta i reati di falso
ideologico, alterazione del voto, induzione in errore di pubblici ufficiali e
violazioni della normativa elettorale.
I quattro membri del seggio 54 avrebbero concorso a modificare l’esito dello
scrutinio alla Camera, omettendo il controllo voto per voto e attribuendo a
Forza Italia preferenze che sarebbero state espresse per Fratelli d’Italia. Con
i dati falsi avrebbero compilato verbali e tabelle inserendo la cifra 52 accanto
alla lista FdI, così da far apparire ribaltato il risultato reale: quel numero
di preferenze era infatti per Forza Italia, che formalmente ricevette invece i
213 voti espressi a favore di FdI. Un “dato completamente falso”, si legge
nell’avviso di conclusione delle indagini firmato dal pubblico ministero.
Una vicenda tutta interna al centrodestra, insomma, ma cruciale per il futuro
dei due politici di Forza Italia indagati. Ad avviso della procura di Taranto,
Di Cuia e De Palma avrebbero infatti utilizzato quei risultati, pur conoscendone
la presunta falsità, per chiedere la rettifica all’Ufficio centrale
circoscrizionale di Bari, inducendo l’autorità a certificare come veri i dati
alterati. In un primo momento, infatti, la ripartizione dei seggi aveva portato
all’elezione di Lanotte, anche lui forzista che era candidato nel collegio
plurinominale di Foggia/Bat.
Ma fu proprio quella modifica decisa “a tavolino” che, secondo i magistrati,
fece invece scattare il seggio alla Camera per Forza Italia nel collegio
Taranto/Altamura, dove era candidato De Palma a danno del collega di partito,
ora presidente del Consiglio comunale di Barletta. In questo modo, sostiene la
procura, De Palma veniva in promosso in Parlamento e “lasciava il posto di
consigliere regionale proprio allo stesso Dicuia (primo dei non eletti)”.
In concreto, De Palma – scrive il Buccoliero – “diffidava l’Ufficio centrale
circoscrizionale” di Bari a “rettificare il precedente giudizio di attribuzione
di voti” del 26 settembre e, “inducendolo in errore”, ad “attestare falsamente
nel successivo provvedimento” del 5 ottobre di tre anni fa che i voti per Forza
Italia erano 213, facendo “illecitamente scattare in suo favore l’attribuzione
del seggio”.
Sia De Palma che Di Cuia, ora ricandidato alle Regionali in Puglia del 22 e 23
novembre, hanno respinto le accuse. “Nessun atto ricevuto, totale estraneità ai
fatti. Ribadisco che sono stato io a presentare un esposto affinché fossero
acquisiti gli atti della sezione che mi venivano negati”, ha sostenuto De Palma.
Mentre Di Cuia afferma: “Intendo precisare che nella sezione oggetto di indagine
non sono mai stato presente. Ed ancora, la notifica dell’avviso di conclusioni
delle indagini preliminari proprio alla vigilia delle elezioni regionali appare
piuttosto singolare”.
Lanotte – ascoltato nelle scorse settimane dalla Digos di Taranto – era
risultato subito eletto, ma nel giro di qualche giorno sulla base del ricorso –
figlio di quei numeri ritenuti falsi dalla procura – a volare a Roma fu De
Palma. Lanotte aveva anche presentato un ricorso alla Giunta per le elezioni.
Ora a far luce arriva l’inchiesta della procura di Taranto, che Lanotte commenta
con amarezza sui suoi social parlando di “soprusi e ingiustizie” e di una
“ferita che pensavo quasi rimarginata” e che invece l’indagine riapre.
L'articolo Indagato il deputato De Palma (FI): “Scrutinio truccato alle
Politiche. A lui i voti di Fdi, così fu eletto al posto di un collega di
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