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Forza Italia, Tajani replica a Pier Silvio Berlusconi: “Il rinnovamento è in corso, siamo un partito con le porte aperte”
Le parole di Pier Silvio Berlusconi sono “sollecitazioni positive“. Mentre si trova a Mumbai per il Forum imprenditoriale Italia-India, Antonio Tajani cerca di spegnere le agitazioni interne a Forza Italia dopo i concetti pronunciati dal secondogenito di Silvio Berlusconi in occasione degli auguri di Natale negli studi di Mediaset. “Tutti i consigli sono preziosi, utili e li ascolto, sono in perfetta sintonia sulla necessità del rinnovamento e di guardare al futuro”, afferma il ministro degli Esteri e leader degli azzurri. Secondo Adnkronos, agenzia di stampa notoriamente vicina al mondo del centrodestra, il partito è in fibrillazione: per molti, infatti, le parole dell’ad di Mfe, che avrebbe informato della sua uscita la sorella Marina Berlusconi, risuonano come l’ennesimo monito-avviso al segretario nazionale. Pier Silvio Berlusconi infatti ha sì confermato tutta la sua stima per Antonio Tajani: “Ho gratitudine vera per Tajani e per tutta la squadra di Fi, hanno tenuto in piedi il partito dopo la scomparsa di mio padre, cosa tutt’altro che facile“. Ma ha ribadito la necessità di rinnovamento dentro Forza Italia: “Ritengo che siano inevitabilmente necessarie facce nuove, idee nuove e un programma rinnovato…”. Un “pressing” che va avanti da tempo: la famiglia Berlusconi chiede un cambio di rotta con qualche innesto esterno e un ricambio generazionale. E all’interno di Forza Italia ci sarebbero interpretazioni differenti, tra chi lo vede come un attacco all’attuale leader e chi invece lo vede solo come uno stimolo a proseguire con il rinnovamento. Raffaele Nevi, portavoce nazionale di Fi, dice sempre all’Adnkronos: “Basta strumentalizzare le parole di Pier Silvio, che fa riflessioni serie e condivisibili”. Anche Tajani, rispondendo appunto da Mumbai, vuole mostrarsi sereno e fiducioso, ma rivendica anche il suo operato: “Io sono assolutamente a favore del rinnovamento costante di Forza Italia. Quello che stiamo facendo è far emergere anche i giovani, penso al Segretario Nazionale dei Giovani, penso ai nuovi eletti alle ultime regionali, abbiamo eletto ragazzi di 24, 25 anni. Penso ai nostri vice segretari che stanno lavorando, i congressi che abbiamo fatto e che faremo, quindi questo è un modo di allargare”. Poi il segretario nazionale di Forza Italia aggiunge: “Troveremo, senza mai offendere nessuno, una nuova classe dirigente che rappresenti il futuro, sempre di più”. E ancora: “Faremo sempre più emergere volti nuovi, un partito aperto, allargato e con una classe dirigente eletta. I congressi provinciali, comunali, ed i prossimi che faremo regionali, sono serviti ad allargare il numero delle persone che partecipano. Quindi siamo un partito con le porte aperte”, vuole ribadire Tajani. Sullo sfondo, c’è l’appuntamento a palazzo Grazioli del prossimo 17 dicembre: Roberto Occhiuto sarà l’ospite principale del convegno dal titolo ‘In libertà‘. L’iniziativa potrebbe lanciare definitivamente il governatore della Calabria, che viene indicato sempre da Adnkronos come una delle possibili “facce nuove” evocate da Pier Silvio Berlusconi, insieme al presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio. L'articolo Forza Italia, Tajani replica a Pier Silvio Berlusconi: “Il rinnovamento è in corso, siamo un partito con le porte aperte” proviene da Il Fatto Quotidiano.
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“Gratitudine per Tajani. A Forza Italia serviranno volti nuovi, idee nuove e un programma rinnovato”: Pier Silvio Berlusconi sul futuro del partito
Pier Silvio Berlusconi ieri sera, 10 dicembre, ha incontrato la stampa durante una conferenza stampa pre natalizia nello studio 10 di Cologno Monzese. Tra i temi “caldi” televisivi, politici e privati, l’amministratore delegato Mediaset ha anche tracciato un quadro sul partito fondato dal padre, Silvio Berlusconi, Forza Italia. Il tema del rinnovamento di Forza Italia resta centrale: “Premesso che io non mi occupo di politica, il mio pensiero non cambia. Che io e Marina ci si appassioni al destino di Forza Italia, siamo onesti, è naturale. Tra i lasciti di mio padre tra i più grandi, se non il più grande, c’è Forza Italia. Siamo due persone che lavorano, appassionate e impegnate nel proprio lavoro ma chi fa l’imprenditore non può essere distante dalla politica”. Ringrazia il ministro degli Esteri ma guarda al futuro: “Io ho gratitudine vera per Tajani e tutta la squadra che ha mantenuto in piedi il partito dopo la scomparsa di mio padre, cosa per nulla facile. Ritengo – continua Berlusconi – che guardando al futuro siano inevitabilmente necessarie facce e idee nuove. Con un programma rinnovato senza mettere in discussione i valori fondanti di Forza Italia e dell’agire politico di Silvio Berlusconi ma con valori che devono essere portati a ciò che oggi è la realtà e all’anno 2025. Sulle facce nuove quello che vale per Forza Italia, vale per la politica in generale e per moltissimi settori”. L'articolo “Gratitudine per Tajani. A Forza Italia serviranno volti nuovi, idee nuove e un programma rinnovato”: Pier Silvio Berlusconi sul futuro del partito proviene da Il Fatto Quotidiano.
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Forza Italia, faccia a faccia Occhiuto-Tajani (tra i sospetti). Il governatore: “Non voglio fare una corrente”
Un faccia a faccia, durato a lungo. Per provare a chiarirsi, ma senza riuscire a fugare i sospetti reciproci. Venerdì mattina, al termine della segreteria di Forza Italia, Antonio Tajani e Roberto Occhiuto si sono incontrati per provare a mettere un freno alle voci che vedrebbero il governatore della Calabria come nuovo leader della minoranza interna pronto a fondare una corrente il prossimo 17 dicembre, con un convegno dal titolo “In Libertà” a Palazzo Grazioli con la benedizione della famiglia Berlusconi. L’incontro è avvenuto a margine della segreteria di Forza Italia convocata per discutere della legge di Bilancio, della campagna referendaria e dell’analisi delle elezioni regionali. La maggior parte del dibattito si è concentrato soprattutto sulla campagna sulla riforma della separazione delle carriere con Forza Italia che vuole mettere il cappello sulla riforma: punterà su 3 comitati per ogni comune, un grande evento in 110 province e un weekend di manifestazioni a fine gennaio, a 32 anni dalla discesa in campo di Silvio Berlusconi. Il portavoce del comitato del “Sì” dei partiti di maggioranza dovrebbe essere l’ex direttore del Giornale Alessandro Sallusti, ha detto Tajani durante la riunione. Le relazioni sono state svolte dai responsabili dei comitati azzurri Enrico Costa, Pierantonio Zanettin e Giorgio Mulè. Occhiuto ha preso la parola durante il dibattito per dare suggerimenti sulla campagna referendaria spiegando che la comunicazione del partito dovrà puntare sui casi di “malagiustizia”, sulle storie personali di chi ha avuto problemi nei Tribunali e sulle vicende di ingiusta detenzione. Ma il governatore della Calabria ha anche ampliato il suo ragionamento facendo insospettire diversi dirigenti azzurri che hanno visto nel suo discorso una sorta di “candidatura” interna: Occhiuto, infatti, ha aggiunto che il referendum sarà inevitabilmente “politicizzato” e, anzi, a differenza del governo ha auspicato che “sia così”. Inoltre il governatore, che a inizio novembre aveva incontrato a Milano Marina Berlusconi, ha spiegato che Forza Italia deve avere “più bandiere economiche” da portare avanti da qui ai prossimi mesi. Alla fine della riunione, poi, Occhiuto e Tajani si sono fermati per un confronto riservato. Seppur con toni sereni, il governatore avrebbe spiegato al segretario che non vuole formare una corrente autonoma con il suo evento il 17 dicembre e che avere un maggiore ruolo nazionale non significa essere contro il segretario ma solo di voler portare il suo contributo nel partito. Insomma, per il momento nessuna volontà di correre per sostituirlo. L'articolo Forza Italia, faccia a faccia Occhiuto-Tajani (tra i sospetti). Il governatore: “Non voglio fare una corrente” proviene da Il Fatto Quotidiano.
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Per accedere agli smartphone servirà l’ok del giudice: passa la delega anti-pm voluta dal berlusconiano Enrico Costa
Una delega al governo per modificare entro sei mesi il codice di procedura penale, prevedendo che per accedere al contenuto di uno smartphone o di qualsiasi altro dispositivo informatico, in primis mail e chat, i pm debbano chiedere l’autorizzazione al giudice. La prevede l’articolo 6 della legge di delegazione europea, il provvedimento con cui ogni anno il Parlamento detta all’esecutivo i criteri per attuare le direttive Ue. Nella versione 2025, approvata mercoledì alla Camera, il deputato di Forza Italia Enrico Costa ha fatto inserire uno dei suoi emendamenti “garantisti”, diventati ormai un genere: col pretesto di adeguare l’Italia a una sentenza della Corte di giustizia Ue, la norma stabilisce che le Procure possano accedere ai dati contenuti nei device solo con il “controllo preventivo di un giudice o di un organo amministrativo indipendente“, esclusi i “casi di urgenza debitamente giustificati” e le indagini per una serie di gravi reati. Non solo: la futura legge dovrà “definire in modo sufficientemente preciso” i reati per cui è possibile acquisire i dati, garantendo “il rispetto del principio di proporzionalità”. In realtà una proposta di legge con questo contenuto è già stata approvata l’anno scorso al Senato: si tratta del testo a prima firma del forzista Pierantonio Zanettin, che per poter leggere il contenuto di uno smartphone prevede una complessa procedura con due successive autorizzazioni del gip – una per il sequestro e un’altra per l’estrazione – e nel mezzo una sorta di udienza per la duplicazione dei contenuti, con la partecipazione di una pletora di avvocati e consulenti di parte. In sostanza, quindi, una procedura che adesso può completarsi in un solo giorno o in poche ore domani richiederà almeno una settimana. Il governo, su input di Fratelli d’Italia, ha congelato la legge alla Camera dopo l’allarme lanciato dal procuratore nazionale Antimafia Giovanni Melillo, che ha previsto “effetti disastrosi” della nuova normativa sulle indagini. Una volta portato a casa il referendum sulla separazione delle carriere, però, l’iter potrebbe ripartire. La delega voluta da Costa, quindi, è in sostanza un pungolo al governo a non lasciare nei cassetti il provvedimento: se nei prossimi mesi non arriverà l’ok definitivo, il “falco” azzurro è pronto a farsi sentire. L'articolo Per accedere agli smartphone servirà l’ok del giudice: passa la delega anti-pm voluta dal berlusconiano Enrico Costa proviene da Il Fatto Quotidiano.
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La faida in Forza Italia sulla manovra. Lotito sconsolato chiede aiuto al ministro Fdi: “Mi hanno tagliato gli emendamenti”
Uno sfogo. Più con il suo capogruppo che con il governo: “Mi hanno tagliato tutti gli emendamenti, ma sono di buon senso, non è giusto”. La protesta è di mercoledì pomeriggio al Senato e il protagonista è Claudio Lotito, vicepresidente della Commissione Bilancio, istrionico senatore di Forza Italia, presidente della Lazio. Lotito ce l’aveva con il capogruppo del suo partito al Senato Maurizio Gasparri che, a suo dire, avrebbe “tagliato” tutti i suoi emendamenti dalla lista dei segnalati, cioè quelli considerati prioritari. Una faida dentro Forza Italia che va avanti da qualche giorno con Lotito che già lunedì scorso si era sfogato con il relatore della manovra di Forza Italia Dario Damiani, davanti a diversi colleghi della commissione Bilancio. Mercoledì, poi, lo stesso Lotito ha protestato con il ministro dei Rapporti col Parlamento Luca Ciriani per la decisione di tagliare gli emendamenti: “Sono tutti di buon senso e hanno tutte le coperture”, ha detto il senatore azzurro rivolgendosi al ministro di Fratelli d’Italia alla fine di una riunione di maggioranza a Palazzo Madama convocata proprio per decidere quali saranno gli emendamenti che potranno passare al Senato. Insistenza che ha imbarazzato il ministro per i Rapporti con il Parlamento Luca Ciriani che non poteva prendere posizione: “È una questione che riguarda il tuo partito, io non ci posso fare niente”, sarebbe stata la reazione del ministro meloniano. Come ha raccontato Il Fatto nei giorni scorsi, Lotito ha presentato diversi emendamenti sul calcio come il ritorno della pubblicità sulle scommesse. Gli emendamenti segnalati alla manovra sono 400 in proporzione ai gruppi: a Forza Italia ne spettano 39 ma originariamente Lotito avrebbe voluto allargare le maglie fino a 100, quanti quelli di Fratelli d’Italia. L'articolo La faida in Forza Italia sulla manovra. Lotito sconsolato chiede aiuto al ministro Fdi: “Mi hanno tagliato gli emendamenti” proviene da Il Fatto Quotidiano.
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La riunione alla Farnesina, i progetti in alto mare: il “mistero” dei fondi Ue che Tajani ha dato alle città di 3 deputati FI
Chi ha deciso che tra le città beneficiarie dei fondi europei distribuiti dal ministero degli Esteri ci sarebbero state Brindisi, Ginosa e Santa Cesarea Terme? C’è un grande interrogativo ancora da sciogliere nel pasticcio, svelato dal Fatto Quotidiano, dei finanziamenti per il “Turismo delle Radici”. Perché la Farnesina ha sempre negato un qualsiasi nesso tra la scelta e le scadenze elettorali. Eppure la decisione di assegnare 70 dei 200 milioni di euro dei Fondi di Sviluppo e Coesione a tre città pugliesi, a ridosso delle Regionali, per realizzare o ristrutturare impianti sportivi continua a non avere una “padre”. Anzi, Sport e Salute, cioè chi più di ogni altro dovrebbe avere bene in mente la genesi dei progetti – perché, secondo la Farnesina, li ha proposti – sembra brancolare nel buio e, soprattutto, fonti interne negano quanto spiegato dal ministero, sostenendo che a idearli non è stata la struttura guidata da Marco Mezzaroma. I SOLDI NELLE AREE DEGLI AMICI DI TAJANI Andiamo con ordine. Otto giorni fa, Il Fatto ha raccontato come la Farnesina guidata da Antonio Tajani abbia deciso di foraggiare una serie di interventi all’interno del progetto “Turismo delle radici”, rifinanziato grazie all’accordo con la Presidenza del Consiglio con 200 milioni e la cui finalità sarebbe la rivitalizzazione dei borghi per spingere gli italo-discendenti a visitare i loro luoghi d’origine. Tutti i soldi, eccezion fatta per 20 milioni, finiranno in “aree elettorali” care a uomini di Forza Italia. Venti andranno al Parco regionale dei Monti Ausoni e del Lago di Fondi, ente il cui presidente è Giuseppe Incocciati, segretario di Forza Italia a Fiuggi e consulente di Tajani. Altrettanti milioni aiuteranno il Comune di Fiumicino, guidato dall’ex ministro berlusconiano Mario Baccini, a migliorare il proprio lungomare e ulteriori 20 serviranno a cofinanziare la ristrutturazione del Centrale del Foro Italico da parte di Sport e Salute. I restanti 140 sono andati tutti in Campania e Puglia. IL MAXI-PROGETTO A CASA DEL SUO CONSULENTE Nel primo caso sono destinati a 5 progetti in Irpinia, soggetto attuatore la Provincia di Avellino guidata dal dem Rizieri Buonopane. Si tratta di un territorio molto caro a Carmine De Angelis, sindaco di Chiusano di San Domenico, che è anche uno dei maggiorenti regionali di Forza Italia e consulente di Tajani. Sabato scorso lui, il ministro reduce dal “chi non salta comunista è” a Napoli e l’altro consulente-beneficiario Incocciati sedevano l’uno accanto all’altro in prefettura ad Avellino per presentare gli interventi previsti con i 69,5 milioni di euro destinati alla provincia. Una grossa fetta (27,5) servirà per valorizzare il Cammino di Guglielmo, itinerario storico-religioso che passa proprio dal paese di De Angelis, al quale andranno anche 2 milioni per efficientare il centro storico. 70 MILIONI NEI TERRITORI DI TRE DEPUTATI DI FI In ogni caso, va detto, al di là delle tempistiche della presentazione, il progetto irpino è quello più aderente alla finalità originaria del “Turismo delle Radici”. Il mistero più grande resta la Puglia, dove pioveranno 70 milioni nelle città di origine o molto care ai deputati azzurri Mauro D’Attis, Andrea Caroppo e Vito De Palma. La quota maggiore arriverà a Brindisi, dove è nato D’Attis che è anche segretario regionale di FI: 37 milioni per rimettere a nuovo una piscina e costruire uno stadio da 10-12mila posti, nonostante sia in ristrutturazione quello esistente e la squadra cittadina militi attualmente in Eccellenza. Altri 18 milioni serviranno per sistemare il polo termale-turistico di Santa Cesarea Terme, il paese accanto a quello natale di Caroppo, e gli ultimi 15 sono stati destinati a Ginosa, comune d’origine di De Palma che ne è anche stato sindaco, per realizzare interventi di ristrutturazione dello stadio, costruire un nuovo palasport, un campo da padel, una piscina e un campo di calcio a 5. COME SONO STATE SCELTE LE CITTÀ PUGLIESI? Il ministero, al quale ha chiesto spiegazioni ufficiali anche il Pd, ha negato qualsiasi legame spiegando la scorsa settimana al Fatto che “gli interventi relativi ai tre comuni pugliesi sono stati proposti da Sport e Salute”. Eppure fonti di Sport e Salute spiegano al Fatto di non aver proposto loro i progetti, eccezion fatta per la ristrutturazione del Centrale del tennis al Foro Italico. Di più: sostengono che sarebbe stato proprio il ministero degli Esteri a fornire l’elenco già stilato delle opere durante una riunione tenutasi una quindicina di giorni fa al ministero e con Tajani presente. Inoltre, non esistono ancora studi di fattibilità – solo delle vaghe schede di progetto, a quanto pare nemmeno render – e quindi non si capisce come siano state stabilite le somme da stanziare a ogni singolo progetto. Vale la pena ricordare che, a supporto di questa ricostruzione, c’è il racconto del sindaco M5s di Ginosa, Vito Parisi, che ha spiegato di aver appreso dai social del deputato De Palma dei 15 milioni che avrebbe dovuto gestire: “Non so neanche su quali terreni realizzarli”, aveva detto. E TAJANI FA LO SHOW ALLA VIGILIA DEL VOTO L’area destinata alla realizzazione, invece, è l’unica cosa che ha in mano il Comune di Brindisi: gli interventi si faranno in contrada Masseriola, visto che il piano di governo del territorio aveva già immaginato una destinazione dedicata a servizi sportivi in quell’area. Dopo le spiegazioni arrivate da fonti di Sport e Salute, Il Fatto Quotidiano è tornato dal ministero guidato da Tajani chiedendo ulteriori chiarimenti, senza ottenere alcuna risposta. Intanto oggi il ministro presenta i progetti con tutti i soggetti attuatori e alla presenza dei sindaci beneficiari in un evento a favor di telecamere a Villa Madama. Non ci saranno nemmeno delle firme per il trasferimento dei fondi e mancano anche le convenzioni tra Comuni e Sport e Salute. Insomma, zero concretezza. Ma intanto si va avanti con la presentazione, proprio nell’ultimo giorno di campagna elettorale. 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Indagato il deputato De Palma (FI): “Scrutinio truccato alle Politiche. A lui i voti di Fdi, così fu eletto al posto di un collega di partito”
Non si trattò di un errore nel conteggio dei voti, poi corretto, a portare l’esponente Vito De Palma in Parlamento al posto del collega di partito Marcello Lanotte. Ma una vera e propria “alternazione del voto popolare”. Perché i componenti di un seggio di Taranto scambiarono di proposito i voti assegnati a Fratelli d’Italia con quelli di Forza Italia e così, il seggio che doveva essere assegnato ai berlusconiani nel collegio di Foggia/Bat, scattò a Taranto/Altamura. Risultato: Lanotte fuori dalla Camera, De Palma eletto a Montecitorio e Massimiliano Di Cuia, anche lui berlusconiano, ripescato in Consiglio regionale per coprire lo scranno lasciato libero da De Palma con la sua elezione. C’è una guerra intestina dentro Forza Italia, giocata grazie al supporto dei componenti di un collegio di Taranto e a discapito anche di Fratelli d’Italia, dietro l’elezione dell’onorevole De Palma, ex sindaco di Ginosa ed ex consigliere regionale, alla Camera: una sorta di scippo, sostiene la procura di Taranto nell’avviso di conclusione indagini notificato a 7 persone, tra cui De Palma e Di Cuia. Con loro risultano coinvolti anche i quattro componenti del seggio 54 di Taranto – presidente, segretaria e due scrutatrici – e un rappresentante di lista, come anticipato da Nuovo Quotidiano di Puglia e Gazzetta del Mezzogiorno. A vario titolo, il pubblico ministero Mariano Buccoliero contesta i reati di falso ideologico, alterazione del voto, induzione in errore di pubblici ufficiali e violazioni della normativa elettorale. I quattro membri del seggio 54 avrebbero concorso a modificare l’esito dello scrutinio alla Camera, omettendo il controllo voto per voto e attribuendo a Forza Italia preferenze che sarebbero state espresse per Fratelli d’Italia. Con i dati falsi avrebbero compilato verbali e tabelle inserendo la cifra 52 accanto alla lista FdI, così da far apparire ribaltato il risultato reale: quel numero di preferenze era infatti per Forza Italia, che formalmente ricevette invece i 213 voti espressi a favore di FdI. Un “dato completamente falso”, si legge nell’avviso di conclusione delle indagini firmato dal pubblico ministero. Una vicenda tutta interna al centrodestra, insomma, ma cruciale per il futuro dei due politici di Forza Italia indagati. Ad avviso della procura di Taranto, Di Cuia e De Palma avrebbero infatti utilizzato quei risultati, pur conoscendone la presunta falsità, per chiedere la rettifica all’Ufficio centrale circoscrizionale di Bari, inducendo l’autorità a certificare come veri i dati alterati. In un primo momento, infatti, la ripartizione dei seggi aveva portato all’elezione di Lanotte, anche lui forzista che era candidato nel collegio plurinominale di Foggia/Bat. Ma fu proprio quella modifica decisa “a tavolino” che, secondo i magistrati, fece invece scattare il seggio alla Camera per Forza Italia nel collegio Taranto/Altamura, dove era candidato De Palma a danno del collega di partito, ora presidente del Consiglio comunale di Barletta. In questo modo, sostiene la procura, De Palma veniva in promosso in Parlamento e “lasciava il posto di consigliere regionale proprio allo stesso Dicuia (primo dei non eletti)”. In concreto, De Palma – scrive il Buccoliero – “diffidava l’Ufficio centrale circoscrizionale” di Bari a “rettificare il precedente giudizio di attribuzione di voti” del 26 settembre e, “inducendolo in errore”, ad “attestare falsamente nel successivo provvedimento” del 5 ottobre di tre anni fa che i voti per Forza Italia erano 213, facendo “illecitamente scattare in suo favore l’attribuzione del seggio”. Sia De Palma che Di Cuia, ora ricandidato alle Regionali in Puglia del 22 e 23 novembre, hanno respinto le accuse. “Nessun atto ricevuto, totale estraneità ai fatti. Ribadisco che sono stato io a presentare un esposto affinché fossero acquisiti gli atti della sezione che mi venivano negati”, ha sostenuto De Palma. Mentre Di Cuia afferma: “Intendo precisare che nella sezione oggetto di indagine non sono mai stato presente. Ed ancora, la notifica dell’avviso di conclusioni delle indagini preliminari proprio alla vigilia delle elezioni regionali appare piuttosto singolare”. Lanotte – ascoltato nelle scorse settimane dalla Digos di Taranto – era risultato subito eletto, ma nel giro di qualche giorno sulla base del ricorso – figlio di quei numeri ritenuti falsi dalla procura – a volare a Roma fu De Palma. Lanotte aveva anche presentato un ricorso alla Giunta per le elezioni. Ora a far luce arriva l’inchiesta della procura di Taranto, che Lanotte commenta con amarezza sui suoi social parlando di “soprusi e ingiustizie” e di una “ferita che pensavo quasi rimarginata” e che invece l’indagine riapre. L'articolo Indagato il deputato De Palma (FI): “Scrutinio truccato alle Politiche. A lui i voti di Fdi, così fu eletto al posto di un collega di partito” proviene da Il Fatto Quotidiano.
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