Silvio, un genio – la mia vignetta per Il Fatto Quotidiano in edicola oggi
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L'articolo Silvio, un genio proviene da Il Fatto Quotidiano.
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Le parole di Pier Silvio Berlusconi sono “sollecitazioni positive“. Mentre si
trova a Mumbai per il Forum imprenditoriale Italia-India, Antonio Tajani cerca
di spegnere le agitazioni interne a Forza Italia dopo i concetti pronunciati dal
secondogenito di Silvio Berlusconi in occasione degli auguri di Natale negli
studi di Mediaset. “Tutti i consigli sono preziosi, utili e li ascolto, sono in
perfetta sintonia sulla necessità del rinnovamento e di guardare al futuro”,
afferma il ministro degli Esteri e leader degli azzurri. Secondo Adnkronos,
agenzia di stampa notoriamente vicina al mondo del centrodestra, il partito è in
fibrillazione: per molti, infatti, le parole dell’ad di Mfe, che avrebbe
informato della sua uscita la sorella Marina Berlusconi, risuonano come
l’ennesimo monito-avviso al segretario nazionale.
Pier Silvio Berlusconi infatti ha sì confermato tutta la sua stima per Antonio
Tajani: “Ho gratitudine vera per Tajani e per tutta la squadra di Fi, hanno
tenuto in piedi il partito dopo la scomparsa di mio padre, cosa tutt’altro che
facile“. Ma ha ribadito la necessità di rinnovamento dentro Forza Italia:
“Ritengo che siano inevitabilmente necessarie facce nuove, idee nuove e un
programma rinnovato…”. Un “pressing” che va avanti da tempo: la famiglia
Berlusconi chiede un cambio di rotta con qualche innesto esterno e un ricambio
generazionale. E all’interno di Forza Italia ci sarebbero interpretazioni
differenti, tra chi lo vede come un attacco all’attuale leader e chi invece lo
vede solo come uno stimolo a proseguire con il rinnovamento. Raffaele Nevi,
portavoce nazionale di Fi, dice sempre all’Adnkronos: “Basta strumentalizzare le
parole di Pier Silvio, che fa riflessioni serie e condivisibili”.
Anche Tajani, rispondendo appunto da Mumbai, vuole mostrarsi sereno e fiducioso,
ma rivendica anche il suo operato: “Io sono assolutamente a favore del
rinnovamento costante di Forza Italia. Quello che stiamo facendo è far emergere
anche i giovani, penso al Segretario Nazionale dei Giovani, penso ai nuovi
eletti alle ultime regionali, abbiamo eletto ragazzi di 24, 25 anni. Penso ai
nostri vice segretari che stanno lavorando, i congressi che abbiamo fatto e che
faremo, quindi questo è un modo di allargare”. Poi il segretario nazionale di
Forza Italia aggiunge: “Troveremo, senza mai offendere nessuno, una nuova classe
dirigente che rappresenti il futuro, sempre di più”. E ancora: “Faremo sempre
più emergere volti nuovi, un partito aperto, allargato e con una classe
dirigente eletta. I congressi provinciali, comunali, ed i prossimi che faremo
regionali, sono serviti ad allargare il numero delle persone che partecipano.
Quindi siamo un partito con le porte aperte”, vuole ribadire Tajani.
Sullo sfondo, c’è l’appuntamento a palazzo Grazioli del prossimo 17 dicembre:
Roberto Occhiuto sarà l’ospite principale del convegno dal titolo ‘In libertà‘.
L’iniziativa potrebbe lanciare definitivamente il governatore della Calabria,
che viene indicato sempre da Adnkronos come una delle possibili “facce nuove”
evocate da Pier Silvio Berlusconi, insieme al presidente della Regione Piemonte,
Alberto Cirio.
L'articolo Forza Italia, Tajani replica a Pier Silvio Berlusconi: “Il
rinnovamento è in corso, siamo un partito con le porte aperte” proviene da Il
Fatto Quotidiano.
Pier Silvio Berlusconi ieri sera, 10 dicembre, ha incontrato la stampa durante
una conferenza stampa pre natalizia nello studio 10 di Cologno Monzese. Tra i
temi “caldi” televisivi, politici e privati, l’amministratore delegato Mediaset
ha anche tracciato un quadro sul partito fondato dal padre, Silvio Berlusconi,
Forza Italia.
Il tema del rinnovamento di Forza Italia resta centrale: “Premesso che io non mi
occupo di politica, il mio pensiero non cambia. Che io e Marina ci si appassioni
al destino di Forza Italia, siamo onesti, è naturale. Tra i lasciti di mio padre
tra i più grandi, se non il più grande, c’è Forza Italia. Siamo due persone che
lavorano, appassionate e impegnate nel proprio lavoro ma chi fa l’imprenditore
non può essere distante dalla politica”.
Ringrazia il ministro degli Esteri ma guarda al futuro: “Io ho gratitudine vera
per Tajani e tutta la squadra che ha mantenuto in piedi il partito dopo la
scomparsa di mio padre, cosa per nulla facile. Ritengo – continua Berlusconi –
che guardando al futuro siano inevitabilmente necessarie facce e idee nuove. Con
un programma rinnovato senza mettere in discussione i valori fondanti di Forza
Italia e dell’agire politico di Silvio Berlusconi ma con valori che devono
essere portati a ciò che oggi è la realtà e all’anno 2025. Sulle facce nuove
quello che vale per Forza Italia, vale per la politica in generale e per
moltissimi settori”.
L'articolo “Gratitudine per Tajani. A Forza Italia serviranno volti nuovi, idee
nuove e un programma rinnovato”: Pier Silvio Berlusconi sul futuro del partito
proviene da Il Fatto Quotidiano.
Un faccia a faccia, durato a lungo. Per provare a chiarirsi, ma senza riuscire a
fugare i sospetti reciproci. Venerdì mattina, al termine della segreteria di
Forza Italia, Antonio Tajani e Roberto Occhiuto si sono incontrati per provare a
mettere un freno alle voci che vedrebbero il governatore della Calabria come
nuovo leader della minoranza interna pronto a fondare una corrente il prossimo
17 dicembre, con un convegno dal titolo “In Libertà” a Palazzo Grazioli con la
benedizione della famiglia Berlusconi.
L’incontro è avvenuto a margine della segreteria di Forza Italia convocata per
discutere della legge di Bilancio, della campagna referendaria e dell’analisi
delle elezioni regionali. La maggior parte del dibattito si è concentrato
soprattutto sulla campagna sulla riforma della separazione delle carriere con
Forza Italia che vuole mettere il cappello sulla riforma: punterà su 3 comitati
per ogni comune, un grande evento in 110 province e un weekend di manifestazioni
a fine gennaio, a 32 anni dalla discesa in campo di Silvio Berlusconi. Il
portavoce del comitato del “Sì” dei partiti di maggioranza dovrebbe essere l’ex
direttore del Giornale Alessandro Sallusti, ha detto Tajani durante la riunione.
Le relazioni sono state svolte dai responsabili dei comitati azzurri Enrico
Costa, Pierantonio Zanettin e Giorgio Mulè.
Occhiuto ha preso la parola durante il dibattito per dare suggerimenti sulla
campagna referendaria spiegando che la comunicazione del partito dovrà puntare
sui casi di “malagiustizia”, sulle storie personali di chi ha avuto problemi nei
Tribunali e sulle vicende di ingiusta detenzione. Ma il governatore della
Calabria ha anche ampliato il suo ragionamento facendo insospettire diversi
dirigenti azzurri che hanno visto nel suo discorso una sorta di “candidatura”
interna: Occhiuto, infatti, ha aggiunto che il referendum sarà inevitabilmente
“politicizzato” e, anzi, a differenza del governo ha auspicato che “sia così”.
Inoltre il governatore, che a inizio novembre aveva incontrato a Milano Marina
Berlusconi, ha spiegato che Forza Italia deve avere “più bandiere economiche” da
portare avanti da qui ai prossimi mesi.
Alla fine della riunione, poi, Occhiuto e Tajani si sono fermati per un
confronto riservato. Seppur con toni sereni, il governatore avrebbe spiegato al
segretario che non vuole formare una corrente autonoma con il suo evento il 17
dicembre e che avere un maggiore ruolo nazionale non significa essere contro il
segretario ma solo di voler portare il suo contributo nel partito. Insomma, per
il momento nessuna volontà di correre per sostituirlo.
L'articolo Forza Italia, faccia a faccia Occhiuto-Tajani (tra i sospetti). Il
governatore: “Non voglio fare una corrente” proviene da Il Fatto Quotidiano.
Una delega al governo per modificare entro sei mesi il codice di procedura
penale, prevedendo che per accedere al contenuto di uno smartphone o di
qualsiasi altro dispositivo informatico, in primis mail e chat, i pm debbano
chiedere l’autorizzazione al giudice. La prevede l’articolo 6 della legge di
delegazione europea, il provvedimento con cui ogni anno il Parlamento detta
all’esecutivo i criteri per attuare le direttive Ue. Nella versione 2025,
approvata mercoledì alla Camera, il deputato di Forza Italia Enrico Costa ha
fatto inserire uno dei suoi emendamenti “garantisti”, diventati ormai un genere:
col pretesto di adeguare l’Italia a una sentenza della Corte di giustizia Ue, la
norma stabilisce che le Procure possano accedere ai dati contenuti nei device
solo con il “controllo preventivo di un giudice o di un organo amministrativo
indipendente“, esclusi i “casi di urgenza debitamente giustificati” e le
indagini per una serie di gravi reati. Non solo: la futura legge dovrà “definire
in modo sufficientemente preciso” i reati per cui è possibile acquisire i dati,
garantendo “il rispetto del principio di proporzionalità”.
In realtà una proposta di legge con questo contenuto è già stata approvata
l’anno scorso al Senato: si tratta del testo a prima firma del forzista
Pierantonio Zanettin, che per poter leggere il contenuto di uno smartphone
prevede una complessa procedura con due successive autorizzazioni del gip – una
per il sequestro e un’altra per l’estrazione – e nel mezzo una sorta di udienza
per la duplicazione dei contenuti, con la partecipazione di una pletora di
avvocati e consulenti di parte. In sostanza, quindi, una procedura che adesso
può completarsi in un solo giorno o in poche ore domani richiederà almeno una
settimana. Il governo, su input di Fratelli d’Italia, ha congelato la legge alla
Camera dopo l’allarme lanciato dal procuratore nazionale Antimafia Giovanni
Melillo, che ha previsto “effetti disastrosi” della nuova normativa sulle
indagini. Una volta portato a casa il referendum sulla separazione delle
carriere, però, l’iter potrebbe ripartire. La delega voluta da Costa, quindi, è
in sostanza un pungolo al governo a non lasciare nei cassetti il provvedimento:
se nei prossimi mesi non arriverà l’ok definitivo, il “falco” azzurro è pronto a
farsi sentire.
L'articolo Per accedere agli smartphone servirà l’ok del giudice: passa la
delega anti-pm voluta dal berlusconiano Enrico Costa proviene da Il Fatto
Quotidiano.
Uno sfogo. Più con il suo capogruppo che con il governo: “Mi hanno tagliato
tutti gli emendamenti, ma sono di buon senso, non è giusto”. La protesta è di
mercoledì pomeriggio al Senato e il protagonista è Claudio Lotito,
vicepresidente della Commissione Bilancio, istrionico senatore di Forza Italia,
presidente della Lazio. Lotito ce l’aveva con il capogruppo del suo partito al
Senato Maurizio Gasparri che, a suo dire, avrebbe “tagliato” tutti i suoi
emendamenti dalla lista dei segnalati, cioè quelli considerati prioritari.
Una faida dentro Forza Italia che va avanti da qualche giorno con Lotito che già
lunedì scorso si era sfogato con il relatore della manovra di Forza Italia Dario
Damiani, davanti a diversi colleghi della commissione Bilancio. Mercoledì, poi,
lo stesso Lotito ha protestato con il ministro dei Rapporti col Parlamento Luca
Ciriani per la decisione di tagliare gli emendamenti: “Sono tutti di buon senso
e hanno tutte le coperture”, ha detto il senatore azzurro rivolgendosi al
ministro di Fratelli d’Italia alla fine di una riunione di maggioranza a Palazzo
Madama convocata proprio per decidere quali saranno gli emendamenti che potranno
passare al Senato.
Insistenza che ha imbarazzato il ministro per i Rapporti con il Parlamento Luca
Ciriani che non poteva prendere posizione: “È una questione che riguarda il tuo
partito, io non ci posso fare niente”, sarebbe stata la reazione del ministro
meloniano. Come ha raccontato Il Fatto nei giorni scorsi, Lotito ha presentato
diversi emendamenti sul calcio come il ritorno della pubblicità sulle scommesse.
Gli emendamenti segnalati alla manovra sono 400 in proporzione ai gruppi: a
Forza Italia ne spettano 39 ma originariamente Lotito avrebbe voluto allargare
le maglie fino a 100, quanti quelli di Fratelli d’Italia.
L'articolo La faida in Forza Italia sulla manovra. Lotito sconsolato chiede
aiuto al ministro Fdi: “Mi hanno tagliato gli emendamenti” proviene da Il Fatto
Quotidiano.
Chi ha deciso che tra le città beneficiarie dei fondi europei distribuiti dal
ministero degli Esteri ci sarebbero state Brindisi, Ginosa e Santa Cesarea
Terme? C’è un grande interrogativo ancora da sciogliere nel pasticcio, svelato
dal Fatto Quotidiano, dei finanziamenti per il “Turismo delle Radici”. Perché la
Farnesina ha sempre negato un qualsiasi nesso tra la scelta e le scadenze
elettorali. Eppure la decisione di assegnare 70 dei 200 milioni di euro dei
Fondi di Sviluppo e Coesione a tre città pugliesi, a ridosso delle Regionali,
per realizzare o ristrutturare impianti sportivi continua a non avere una
“padre”. Anzi, Sport e Salute, cioè chi più di ogni altro dovrebbe avere bene in
mente la genesi dei progetti – perché, secondo la Farnesina, li ha proposti –
sembra brancolare nel buio e, soprattutto, fonti interne negano quanto spiegato
dal ministero, sostenendo che a idearli non è stata la struttura guidata da
Marco Mezzaroma.
I SOLDI NELLE AREE DEGLI AMICI DI TAJANI
Andiamo con ordine. Otto giorni fa, Il Fatto ha raccontato come la Farnesina
guidata da Antonio Tajani abbia deciso di foraggiare una serie di interventi
all’interno del progetto “Turismo delle radici”, rifinanziato grazie all’accordo
con la Presidenza del Consiglio con 200 milioni e la cui finalità sarebbe la
rivitalizzazione dei borghi per spingere gli italo-discendenti a visitare i loro
luoghi d’origine. Tutti i soldi, eccezion fatta per 20 milioni, finiranno in
“aree elettorali” care a uomini di Forza Italia. Venti andranno al Parco
regionale dei Monti Ausoni e del Lago di Fondi, ente il cui presidente è
Giuseppe Incocciati, segretario di Forza Italia a Fiuggi e consulente di Tajani.
Altrettanti milioni aiuteranno il Comune di Fiumicino, guidato dall’ex ministro
berlusconiano Mario Baccini, a migliorare il proprio lungomare e ulteriori 20
serviranno a cofinanziare la ristrutturazione del Centrale del Foro Italico da
parte di Sport e Salute. I restanti 140 sono andati tutti in Campania e Puglia.
IL MAXI-PROGETTO A CASA DEL SUO CONSULENTE
Nel primo caso sono destinati a 5 progetti in Irpinia, soggetto attuatore la
Provincia di Avellino guidata dal dem Rizieri Buonopane. Si tratta di un
territorio molto caro a Carmine De Angelis, sindaco di Chiusano di San Domenico,
che è anche uno dei maggiorenti regionali di Forza Italia e consulente di
Tajani. Sabato scorso lui, il ministro reduce dal “chi non salta comunista è” a
Napoli e l’altro consulente-beneficiario Incocciati sedevano l’uno accanto
all’altro in prefettura ad Avellino per presentare gli interventi previsti con i
69,5 milioni di euro destinati alla provincia. Una grossa fetta (27,5) servirà
per valorizzare il Cammino di Guglielmo, itinerario storico-religioso che passa
proprio dal paese di De Angelis, al quale andranno anche 2 milioni per
efficientare il centro storico.
70 MILIONI NEI TERRITORI DI TRE DEPUTATI DI FI
In ogni caso, va detto, al di là delle tempistiche della presentazione, il
progetto irpino è quello più aderente alla finalità originaria del “Turismo
delle Radici”. Il mistero più grande resta la Puglia, dove pioveranno 70 milioni
nelle città di origine o molto care ai deputati azzurri Mauro D’Attis, Andrea
Caroppo e Vito De Palma. La quota maggiore arriverà a Brindisi, dove è nato
D’Attis che è anche segretario regionale di FI: 37 milioni per rimettere a nuovo
una piscina e costruire uno stadio da 10-12mila posti, nonostante sia in
ristrutturazione quello esistente e la squadra cittadina militi attualmente in
Eccellenza. Altri 18 milioni serviranno per sistemare il polo termale-turistico
di Santa Cesarea Terme, il paese accanto a quello natale di Caroppo, e gli
ultimi 15 sono stati destinati a Ginosa, comune d’origine di De Palma che ne è
anche stato sindaco, per realizzare interventi di ristrutturazione dello stadio,
costruire un nuovo palasport, un campo da padel, una piscina e un campo di
calcio a 5.
COME SONO STATE SCELTE LE CITTÀ PUGLIESI?
Il ministero, al quale ha chiesto spiegazioni ufficiali anche il Pd, ha negato
qualsiasi legame spiegando la scorsa settimana al Fatto che “gli interventi
relativi ai tre comuni pugliesi sono stati proposti da Sport e Salute”. Eppure
fonti di Sport e Salute spiegano al Fatto di non aver proposto loro i progetti,
eccezion fatta per la ristrutturazione del Centrale del tennis al Foro Italico.
Di più: sostengono che sarebbe stato proprio il ministero degli Esteri a fornire
l’elenco già stilato delle opere durante una riunione tenutasi una quindicina di
giorni fa al ministero e con Tajani presente. Inoltre, non esistono ancora studi
di fattibilità – solo delle vaghe schede di progetto, a quanto pare nemmeno
render – e quindi non si capisce come siano state stabilite le somme da
stanziare a ogni singolo progetto. Vale la pena ricordare che, a supporto di
questa ricostruzione, c’è il racconto del sindaco M5s di Ginosa, Vito Parisi,
che ha spiegato di aver appreso dai social del deputato De Palma dei 15 milioni
che avrebbe dovuto gestire: “Non so neanche su quali terreni realizzarli”, aveva
detto.
E TAJANI FA LO SHOW ALLA VIGILIA DEL VOTO
L’area destinata alla realizzazione, invece, è l’unica cosa che ha in mano il
Comune di Brindisi: gli interventi si faranno in contrada Masseriola, visto che
il piano di governo del territorio aveva già immaginato una destinazione
dedicata a servizi sportivi in quell’area. Dopo le spiegazioni arrivate da fonti
di Sport e Salute, Il Fatto Quotidiano è tornato dal ministero guidato da Tajani
chiedendo ulteriori chiarimenti, senza ottenere alcuna risposta. Intanto oggi il
ministro presenta i progetti con tutti i soggetti attuatori e alla presenza dei
sindaci beneficiari in un evento a favor di telecamere a Villa Madama. Non ci
saranno nemmeno delle firme per il trasferimento dei fondi e mancano anche le
convenzioni tra Comuni e Sport e Salute. Insomma, zero concretezza. Ma intanto
si va avanti con la presentazione, proprio nell’ultimo giorno di campagna
elettorale.
L'articolo La riunione alla Farnesina, i progetti in alto mare: il “mistero” dei
fondi Ue che Tajani ha dato alle città di 3 deputati FI proviene da Il Fatto
Quotidiano.
Non si trattò di un errore nel conteggio dei voti, poi corretto, a portare
l’esponente Vito De Palma in Parlamento al posto del collega di partito Marcello
Lanotte. Ma una vera e propria “alternazione del voto popolare”. Perché i
componenti di un seggio di Taranto scambiarono di proposito i voti assegnati a
Fratelli d’Italia con quelli di Forza Italia e così, il seggio che doveva essere
assegnato ai berlusconiani nel collegio di Foggia/Bat, scattò a
Taranto/Altamura.
Risultato: Lanotte fuori dalla Camera, De Palma eletto a Montecitorio e
Massimiliano Di Cuia, anche lui berlusconiano, ripescato in Consiglio regionale
per coprire lo scranno lasciato libero da De Palma con la sua elezione. C’è una
guerra intestina dentro Forza Italia, giocata grazie al supporto dei componenti
di un collegio di Taranto e a discapito anche di Fratelli d’Italia, dietro
l’elezione dell’onorevole De Palma, ex sindaco di Ginosa ed ex consigliere
regionale, alla Camera: una sorta di scippo, sostiene la procura di Taranto
nell’avviso di conclusione indagini notificato a 7 persone, tra cui De Palma e
Di Cuia.
Con loro risultano coinvolti anche i quattro componenti del seggio 54 di Taranto
– presidente, segretaria e due scrutatrici – e un rappresentante di lista, come
anticipato da Nuovo Quotidiano di Puglia e Gazzetta del Mezzogiorno. A vario
titolo, il pubblico ministero Mariano Buccoliero contesta i reati di falso
ideologico, alterazione del voto, induzione in errore di pubblici ufficiali e
violazioni della normativa elettorale.
I quattro membri del seggio 54 avrebbero concorso a modificare l’esito dello
scrutinio alla Camera, omettendo il controllo voto per voto e attribuendo a
Forza Italia preferenze che sarebbero state espresse per Fratelli d’Italia. Con
i dati falsi avrebbero compilato verbali e tabelle inserendo la cifra 52 accanto
alla lista FdI, così da far apparire ribaltato il risultato reale: quel numero
di preferenze era infatti per Forza Italia, che formalmente ricevette invece i
213 voti espressi a favore di FdI. Un “dato completamente falso”, si legge
nell’avviso di conclusione delle indagini firmato dal pubblico ministero.
Una vicenda tutta interna al centrodestra, insomma, ma cruciale per il futuro
dei due politici di Forza Italia indagati. Ad avviso della procura di Taranto,
Di Cuia e De Palma avrebbero infatti utilizzato quei risultati, pur conoscendone
la presunta falsità, per chiedere la rettifica all’Ufficio centrale
circoscrizionale di Bari, inducendo l’autorità a certificare come veri i dati
alterati. In un primo momento, infatti, la ripartizione dei seggi aveva portato
all’elezione di Lanotte, anche lui forzista che era candidato nel collegio
plurinominale di Foggia/Bat.
Ma fu proprio quella modifica decisa “a tavolino” che, secondo i magistrati,
fece invece scattare il seggio alla Camera per Forza Italia nel collegio
Taranto/Altamura, dove era candidato De Palma a danno del collega di partito,
ora presidente del Consiglio comunale di Barletta. In questo modo, sostiene la
procura, De Palma veniva in promosso in Parlamento e “lasciava il posto di
consigliere regionale proprio allo stesso Dicuia (primo dei non eletti)”.
In concreto, De Palma – scrive il Buccoliero – “diffidava l’Ufficio centrale
circoscrizionale” di Bari a “rettificare il precedente giudizio di attribuzione
di voti” del 26 settembre e, “inducendolo in errore”, ad “attestare falsamente
nel successivo provvedimento” del 5 ottobre di tre anni fa che i voti per Forza
Italia erano 213, facendo “illecitamente scattare in suo favore l’attribuzione
del seggio”.
Sia De Palma che Di Cuia, ora ricandidato alle Regionali in Puglia del 22 e 23
novembre, hanno respinto le accuse. “Nessun atto ricevuto, totale estraneità ai
fatti. Ribadisco che sono stato io a presentare un esposto affinché fossero
acquisiti gli atti della sezione che mi venivano negati”, ha sostenuto De Palma.
Mentre Di Cuia afferma: “Intendo precisare che nella sezione oggetto di indagine
non sono mai stato presente. Ed ancora, la notifica dell’avviso di conclusioni
delle indagini preliminari proprio alla vigilia delle elezioni regionali appare
piuttosto singolare”.
Lanotte – ascoltato nelle scorse settimane dalla Digos di Taranto – era
risultato subito eletto, ma nel giro di qualche giorno sulla base del ricorso –
figlio di quei numeri ritenuti falsi dalla procura – a volare a Roma fu De
Palma. Lanotte aveva anche presentato un ricorso alla Giunta per le elezioni.
Ora a far luce arriva l’inchiesta della procura di Taranto, che Lanotte commenta
con amarezza sui suoi social parlando di “soprusi e ingiustizie” e di una
“ferita che pensavo quasi rimarginata” e che invece l’indagine riapre.
L'articolo Indagato il deputato De Palma (FI): “Scrutinio truccato alle
Politiche. A lui i voti di Fdi, così fu eletto al posto di un collega di
partito” proviene da Il Fatto Quotidiano.