di Francesca Carone
In questi giorni il dibattito intorno alla scuola ha assunto toni polemici che
continuano a disorientare l’opinione pubblica. L’intervento del ministro
Valditara alla Camera ha acuito ancora di più il clima già acceso, favorendo una
narrazione a volte disgregante su temi di grande importanza come l’Educazione
all’Affettività e la normativa disciplinare. Temi che generano opinioni
convergenti e divergenti favorendo un dibattito sempre più fitto e serrato.
Sul tema dell’affettività il ministro ha presentato un disegno di legge dal
titolo “Disposizioni in materia di consenso informato in ambito scolastico” che
cambia in modo radicale le disposizioni in materia di affettività nella scuola.
Non vi è dubbio che l’orientamento legislativo sull’affettività, all’indomani
della normativa disciplinare n.134, pone interrogativi seri e prioritari e la
necessità di un confronto costruttivo con gli addetti ai lavori che non hanno
tardato a far sentire la loro voce.
I presidenti degli Ordini degli psicologi di Abruzzo, Basilicata, Campania,
Emilia-Romagna, Lazio, Marche, Puglia, Sicilia e Veneto, in una nota, hanno
chiesto il loro intervento nelle sedi parlamentari di competenza per esprimere
la loro perplessità sul disegno di legge presentato dal ministro Valditara.
Partendo dall’assunto che (si legge nella nota) “L’educazione sessuale e
affettiva è una risorsa, non un rischio”, che “limitare o escludere la
possibilità di promuovere, da parte dei professionisti della salute, attività
educative significa privare bambini e adolescenti di strumenti fondamentali per
comprendere e gestire i cambiamenti fisici ed emotivi legati alla crescita”.
Sempre nella nota i presidenti degli Ordini territoriali evidenziano come
“un’educazione sessuo-affettiva adeguata all’età contribuisca a promuovere
comportamenti relazionali sani, a prevenire fenomeni di bullismo, violenza di
genere e uso distorto dei media digitali, nonché a rafforzare le competenze
emotive e sociali di bambini e adolescenti permettendo di agire in modo
preventivo ed efficace sull’insorgenza di nuclei relazionali disfunzionali”
evidenziando “l’importanza di un’educazione affettiva e sessuale tempestiva,
continuativa e scientificamente fondata”.
In attesa di capire le decisioni future in materia di affettività è fondamentale
evidenziare come la scuola rappresenti il “faro” per lo sviluppo umano, sociale
e formativo dell’essere umano che si esprime attraverso processi educativi e
formativi “allargati”, democratici, accessibili, moderni e attivi.
Una scuola “in cammino” all’altezza del terzo millennio, alleata della famiglia.
Una scuola capace di ascoltare i vuoti di una generazione che ha guardato in
faccia il flagello del Covid e le morti di Gaza. Una scuola che “fa ombra” sul
deserto della famiglia, sempre più sola e sempre più povera. Una scuola “social”
in grado tradurre e recepire il linguaggio dei giovani, sempre più nascosti
dietro tastiere e telefonini nella speranza di qualche sussulto amico
dell’etere.
Una scuola al passo con i tempi che sappia dialogare nell’alveo della sua
tradizione vestendo i panni della modernità e del progresso, attraverso un
linguaggio empatico e universale.
E’ la “mission” di tutte le istituzioni scolastiche che fronteggiano ogni giorno
situazioni al limite, spesso irreversibili, combattendo contro l’abbandono,
addomesticando nel contempo “azione e prevenzione” per sopperire a carenze
strutturali riconducibili alla mancanza di personale e a spazi materiali per le
azioni educative collaterali di supporto. Il peso su dirigenti e insegnanti
diventa sempre più importante nella misura in cui sono chiamati a vestire i
panni di risolutori oltre che di educatori per fronteggiare le mille
problematiche della quotidianità scolastica.
Gli attori della scuola diventano sempre più mediatori socio-educativi in cerca
di soluzioni sul campo, sottendendo, a volte, l’azione formativa. Un lavoro
sommerso, ma necessario, che implica ricadute deleterie sul carico di lavoro con
il rischio di burnout elevato. Il dirigente risolutore assolve sempre di più a
compiti extraeducativi ed extrascolastici trovando il naturale sostegno nel
lavoro multitasking degli insegnanti spesso intrappolati in una sorta di imbuto.
In questo scenario si fa sempre più pressante l’esigenza di superare il divario
tra una scuola moderna, accessibile e sostenibile e una scuola ferma ai
paradigmi del passato. Una scuola bisognosa di ossigeno e di traguardi
strutturali che punti sulla qualità dell’insegnamento, al passo con il
cambiamento generazionale, determinando così il passaggio tra vecchio e nuovo,
tra un sistema statico e un sistema in divenire prendendo a cuore il futuro
degli studenti.
L’omogeneità di un sistema scolastico svecchiato e moderno deve essere
attualizzato in tutte le sue sfaccettature: dall’arruolamento di insegnanti e
figure specializzate, alle infrastrutture (purtroppo ancora carenti) dagli
arredi, alle aule aumentate, dagli strumenti tecnologici fino alle singole
necessità materiali della carta e del sapone!
Perché prendere in considerazione le esigenze e le necessità di una scuola
significa prendere in mano il futuro del mondo.
L'articolo Educazione affettiva, serve una scuola all’altezza del terzo
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