Una legge per contrastare gli “episodi di vera e propria apologia della
criminalità organizzata, in particolare di stampo mafioso”, che da anni si
susseguono “sotto varie forme”. Come, ad esempio, “gli ‘inchini’ dinanzi alle
residenze di personaggi legati alla malavita nel corso di processioni religiose”
o “la costruzione di altarini e monumenti in memoria di persone legate alla
malavita organizzata o mafiosa”. O, ancora, “serie televisive che mitizzano
personaggi reali o immaginari delle varie associazioni criminali di stampo
mafioso”. È sulla base di questi presupposti che la deputata di Fratelli
d’Italia Maria Carolina Varchi ha presentato una proposta per introdurre una
norma che prevede fino a tre anni di carcere e una multa da 10mila euro.
Il disegno di legge, che è stato depositato alla Camera lo scorso 14 ottobre e
assegnato alla Commissione II Giustizia di cui Varchi è capogruppo FdI, prevede
l’estensione dell’articolo 416 del codice penale e introduce il reato di
“apologia e istigazione” dei comportamenti mafiosi. La norma, se approvata, non
punirebbe soltanto chi “pubblicamente esalta fatti, metodi, princìpi o
comportamenti propri delle associazioni criminali di tipo mafioso”. Ma anche chi
“ne ripropone atti o comportamenti con inequivocabile intento apologetico ovvero
istiga taluno a commettere i medesimi delitti”.
È quest’ultimo passaggio, in particolare, a sollevare qualche dubbio. Formulata
in questo modo, la legge sembrerebbe esporre al rischio di sanzioni penali anche
opere artistiche, testi di canzoni e post sui social. È la stessa Varchi a
indirizzare la sua proposta di legge verso un’interpretazione di questo tipo. In
particolare quando, nella relazione introduttiva, inserisce le “serie televisive
che mitizzano personaggi reali o immaginari delle varie associazioni criminali
di stampo mafioso” e “i testi delle canzoni, che contengono messaggi espliciti
di esaltazione della malavita e della criminalità organizzata, attraverso la
glorificazione di figure o di episodi ad esse collegate” tra gli esempi di
“episodi di vera e propria apologia della criminalità organizzata”.
Secondo la deputata, infatti, queste condotte ad oggi “non configurano nel
nostro ordinamento alcun fatto penalmente rilevante” e necessitano quindi di una
norma ad hoc, dal momento che “l’indignazione, la condanna mediatica, la
stigmatizzazione e l’allarme sociale rimangono le uniche concrete risposte che
si registrano”. E chi commette il reato verrebbe punito con “la reclusione da
sei mesi a tre anni” e una multa che va dai mille ai 10mila euro. La pena può
aumentare di un terzo o della metà se il fatto è commesso attraverso stampa,
televisione, Internet o social.
A mettere in luce i possibili rischi interpretativi del disegno di legge è
Roberto Saviano, autore di Gomorra, che sul “Corriere della Sera” ha definito la
norma “legge Omertà”, perché, a suo avviso, “trasforma il racconto del crimine
in un sospetto penale senza intaccare il potere criminale, colpendo invece chi
lo osserva, chi lo racconta, chi lo rende intelligibile”.
Secondo l’analisi di Saviano, se questa legge passasse così com’è formulata
“solo i tribunali, solo le sentenze, solo i giudici e magari qualche politico”
potrebbero trattare pubblicamente il tema della criminalità organizzata. Mentre
qualsiasi altro prodotto culturale, come arte, letteratura, musica e cinema,
“diventa una zona grigia, potenzialmente criminale”, aggiunge. Per lo scrittore,
dunque, si tratta di una “gravissima censura mascherata da tutela morale”.
Insomma, la proposta di legge presentata da Fratelli d’Italia, conclude Saviano,
“trasforma la cultura in una zona sorvegliata, la narrazione in un rischio
penale, il pensiero critico in un sospetto”.
L'articolo “Gomorra” e “Suburra” a rischio sanzione? Fratelli d’Italia presenta
un ddl contro chi “esalta” la mafia. Roberto Saviano tuona: “Censura mascherata
da tutela morale” proviene da Il Fatto Quotidiano.
Tag - Roberto Saviano
Insulti contro Roberto Saviano, definito “parassita“. E un duro attacco ad
Aurelio De Laurentiis. Alla vigilia della sfida di Champions League contro il
Qarabag, per le strade di Napoli sono apparsi diversi manifesti contro il
presidente del club e contro il giornalista e scrittore. Sono firmati dagli
ultras delle due curve dello stadio Maradona: i gruppi Curva A e B. Il motivo?
Sarebbe l’atteggiamento avuto da De Laurentiis e Saviano in occasione
dell’espulsione dall’Olanda dei tifosi azzurri che erano ad Eindhoven per
l’incontro di Champions contro il Psv.
Su questo punto viene attaccato il presidente del Napoli: “Hai provato a
comprarci fin dal primo giorno ma non siamo mai stati sul mercato e questo tu
non l’hai mai accettato. In Olanda hai dimostrato il tuo modo di essere
presidente, tacere sugli abusi subiti dalla tua gente”, si legge nel manifesto.
L’attacco a Saviano invece è più generico: “Sulle problematiche della nostra
città hai costruito la tua notorietà – scrivono – ora miri agli ultras per il
tuo prossimo racconto“.
L'articolo Gli ultras del Napoli attaccano Saviano e De Laurentiis: il video dei
manifesti appesi in città proviene da Il Fatto Quotidiano.
C’era anche Roberto Saviano, ieri 23 novembre, a “Che Tempo che Fa” per
ricordare con Fabio Fazio Ornella Vanoni. “Dietro questa maschera che lei
indossava con sapienza di leggerezza, anche di costante sarcasmo, c’era la
voglia di poter affrontare i temi fondamentali della vita – ha affermato – e
questo l’aveva resa così amata anche dai più giovani. Cioè, la possibilità di
vedere tramite le sue parole come Ornella Vanoni avesse in qualche modo permesso
alle persone che l’ascoltavano di perdonarsi, vivere la vita nella possibilità
di trovare la sua versione migliore“.
E ancora: “In quell’intervista con Daria Bignardi lei dice che c’è differenza
tra l’amore intellettuale e l’amore leggero. L’amore intellettuale è un amore
che ti scava dentro, pesante, profondo, che crea senso e poi c’è l’amore che
puoi intrattenere e magari non ha profondità, ma che in fondo ti può concedere
lo stesso felicità. Ascoltandola cerco di capire da che parte stare. La forza
della Vanoni in fondo è stata questa: non negare l’ombra dell’esistenza, ma
provare a illuminarla, affrontarla e nessuno si sentiva né giudicato né in
difficoltà al suo cospetto. Accogliere la vita è stato il suo manifesto”.
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Ornella Vanoni. Accogliere la vita è stato il suo manifesto”: il ricordo di
Roberto Saviano (VIDEO) proviene da Il Fatto Quotidiano.