Sanzionate per oltre mezzo milione di euro dall’Antitrust sei società di call
center con l’accusa di aver concluso contratti di energia e telefonia dopo aver
fornito informazioni ingannevoli. Le prime tre aziende, attive nel settore
energetico, sono Titanium, Fire – condannate in solido a pagare 160mila euro – e
J.Wolf Consulting, multata di 120mila euro. Ci sono poi Nova Group, Communicate
e Entiende, attive nel settore delle telecomunicazioni, multate rispettivamente
per 80mila, 40mila e 120mila euro.
Le società avrebbero contattato i consumatori proponendo l’attivazione di
contratti energetici dopo aver fornito delle formazioni false o ingannevoli
sulla propria identità, sul motivo della telefonata e sulla convenienza
dell’offerta. Come spiega l’AGCM in un comunicato stampa: “Nel settore
dell’energia è stato accertato che gli operatori dei call center si presentavano
come dipendenti di Autorità di regolazione e controllo o di un “centro
assistenza bollette” e informavano i consumatori di asseriti aumenti imposti
dalla regolazione o di presunte anomalie (doppia attivazione di forniture su
un’unica utenza o difficoltà nello switching), per indurli a stipulare un nuovo
contratto di fornitura”.
Per quanto riguarda le telecomunicazioni – spiega la nota – i telefonisti
prospettavano (fingendosi impiegati dell’ufficio tecnico o amministrativo del
fornitore attuale) imminenti scadenze o disservizi sulla tariffa relativa al
contratto in essere e nuovi rincari ai danni dell’utente chiamato. “Gli addetti
ai call center” – spiega AGCM – “indicavano altresì che questi eventi potevano
essere evitati attivando una nuova offerta con un diverso operatore a condizioni
contrattuali particolarmente favorevoli, che poi si rivelavano false”.
“Tale condotta” – conclude l’Antitrust – “è risultata idonea a incidere sulla
libertà dei consumatori di scegliere in modo consapevole e informato il proprio
fornitore, alterando le facoltà di valutare la convenienza delle offerte
attraverso la prospettazione di informazioni non rispondenti a realtà, in
violazione degli articoli 20, 21 e 22 del Codice del consumo”.
L'articolo Multe da 520mila euro a sei società di call center. L’Antitrust:
“Informazioni ingannevoli, lesa libertà dei consumatori” proviene da Il Fatto
Quotidiano.
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Trasferiti a centinaia di chilometri da casa, anche fuori regione, oppure
licenziati. È questa la scelta di fronte alla quale si trovano 400 lavoratori
del customer care del mondo Enel, che dà in appalto il servizio a diverse
società. Il tentativo di trasferimento forzoso è stato denunciato dai sindacati
Slc Cgil, Fistel Cisl, Uilcom Uil e riguarda gli assunti da una delle società,
Accenture Outsourcing, la più importante tra coloro che erogano il customer care
per il colosso dell’energia che si è presentata in cordata con Datacontact. In
un giro di cambio di appalti nel settore “back office e quality”, la società –
che fa parte del gruppo del colosso della consulenza – sostituirà Smartpaper e
ha prospettato l’esigenza di cambiare la sede di lavoro alle persone dedicate al
servizio, attualmente impiegate tra Castelfranco Veneto e due paesi alle porte
di Potenza, Tito e Sant’Angelo Le Fratte. Le società subentranti vorrebbero
trasferire tutti tra Bari, Matera e Padova.
Nonostante, denunciano i sindacati, il mantenimento del luogo di lavoro
all’interno del proprio territorio è un elemento cardine delle normative del
contratto collettivo del comparto Telecomunicazioni. Ed era anche prevista anche
una clausola di salvaguardia occupazionale nella gara bandita da Enel. Slc Cgil,
Fistel Cisl e Uilcom Uil temono inoltre che se l’operazione messa in campo da
Accenture-Datacontact dovesse andare a buon fine, anche altre società coinvolte
nell’erogazione del servizio per Enel – come Sdc, Gruppo Distribuzione e Synt –
possano seguirla nel prossimo futuro: “Se il principio fosse esteso alle
prossime gare in scadenza sul front-end, potrebbe riguardare oltre 6mila addetti
che da anni svolgono attività di assistenza alla clientela per le varie attività
legate all’ex monopolista energetico”.
Da qui la decisione di proclamare uno sciopero per il 9 gennaio e la richiesta
di un incontro al ministero delle Imprese e del Made in Italy, nonché un alert
nei confronti del ministero dell’Economia che è l’azionista di riferimento di
Enel. “Le gare prevedevano, a fronte di una previsione di esuberi pari al 35%
dei 1.500 addetti, un meccanismo ‘premiale’ per le aziende che si fossero
impegnate a reimpiegare in altre attività fuori da Enel i lavoratori in esubero.
Ma fin da subito si è visto che le aziende aggiudicatarie, con la complicità di
Enel, avrebbero eluso la clausola sociale superando il principio di
territorialità”, sostengono i sindacati.
Insomma, ad avviso dei rappresentanti dei lavoratori, il trasferimento chiesto
da Accenture-Datacontact, il primo degli aggiudicatari per bacino di lavoratori,
sarebbe un modo per superare una delle clausole previste dalla gara impostata da
Enel e arrivare a licenziamenti “mascherati”. Le assunzioni proposte infatti
sono a centinaia di chilometri di distanza dalle sedi attuali, sostengono ancora
i sindacati, e in alcuni casi anche in regioni diverse da quelle di residenza e
neanche limitrofe. “È una deroga inaccettabile ai principi cardine della stessa
clausola sociale e un chiaro tentativo di eluderla, scaricando sulle persone il
prezzo dei processi di automazione dovuti anche all’introduzione
dell’intelligenza artificiale”, dicono ancora.
Un “atteggiamento irresponsabile”, aggiungono. E mettono nel mirino anche Enel:
“È immorale per qualsiasi azienda, a maggior ragione per una azienda a controllo
pubblico, con utili milionari frutto di extraprofitti, aumentare i propri ricavi
scaricando il peso sui lavoratori degli appalti del settore dei call center –
concludono i sindacati – Se questo è anche l’approccio del governo italiano
nell’affrontare gli effetti della digitalizzazione e della automazione sul
mercato del lavoro, la crisi occupazionale del settore customer care non sarà
altro che la punta dell’iceberg che si abbatterà sull’intero sistema”. Riccardo
Saccone, numero uno della Slc Cgil, è netto: “Se dicessimo sì a questo modus
operandi, vuol dire che daremmo il via libera a far pagare ai lavoratori
l’obsolescenza del modello. È indubbio che gli operatori vadano
riprofessionalizzati, ma non è questo il metodo”.
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Accenture vuole gestire il customer care di Enel proviene da Il Fatto
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