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Cessione Telecontact, una prima vittoria l’abbiamo ottenuta ma il problema più grande non è risolto
di Enzo Ravanelli Mi sto dirigendo a via Flavia a Roma, una delle sedi del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, dove, insieme ai miei colleghi, saremo di presidio, autorizzato dalle autorità competenti, durante la prosecuzione dell’incontro che si svolge in modalità ibrida tra i rappresentanti dei Ministeri competenti, Tim, Distribuzione Italia/DNA ed Organizzazioni Sindacali nel quale verrà discussa oltre alla cessione di ramo d’azienda a DNA S.r.l., la concessione degli incentivi statali previsti per questo tipo di operazione. Ciò che speriamo è che durante questo incontro le OO.SS. ribadiranno il loro no all’operazione non apponendo le loro firme sui documenti e così, come primo risultato, non verranno erogati i fondi, ottenendo come conseguenza l’annullamento della cessione di Telecontact a DNA. Sono le 12:45 e si è appena concluso l’incontro ed i rappresentanti sindacali presenti sono usciti dal Ministero e ci hanno comunicato che non c’è stato l’accordo per gli incentivi e che in ogni caso Tim è intenzionata a continuare con la procedura ex articolo 47 e, nel frattempo, ad effettuare una ristrutturazione di TCC in quanto, oltre alla perdita degli incentivi per la cessione di ramo d’azienda, termineranno anche quelli della Solidarietà, così come riportato nel Verbale di mancato accordo. Ciò che auspicavamo è effettivamente successo anche se il problema più grande non è stato risolto ma, ripensandoci meglio a mente fredda, si tratta di una vittoria questa (cioè il no della firma delle OO.SS. per gli incentivi statali sulle fusioni societarie) praticamente scontata in partenza in quanto, con una eventuale loro firma sull’accordo, tutti i loro iscritti, fra i dipendenti di Telecontact, avrebbero strappato la propria tessera. IL BLOG SOSTENITORE OSPITA I POST SCRITTI DAI LETTORI CHE HANNO DECISO DI CONTRIBUIRE ALLA CRESCITA DE ILFATTOQUOTIDIANO.IT, SOTTOSCRIVENDO L’OFFERTA SOSTENITORE E DIVENTANDO COSÌ PARTE ATTIVA DELLA NOSTRA COMMUNITY. TRA I POST INVIATI, PETER GOMEZ E LA REDAZIONE SELEZIONERANNO E PUBBLICHERANNO QUELLI PIÙ INTERESSANTI. QUESTO BLOG NASCE DA UN’IDEA DEI LETTORI, CONTINUATE A RENDERLO IL VOSTRO SPAZIO. DIVENTARE SOSTENITORE SIGNIFICA ANCHE METTERCI LA FACCIA, LA FIRMA O L’IMPEGNO: ADERISCI ALLE NOSTRE CAMPAGNE, PENSATE PERCHÉ TU ABBIA UN RUOLO ATTIVO! SE VUOI PARTECIPARE, AL PREZZO DI “UN CAPPUCCINO ALLA SETTIMANA” POTRAI ANCHE SEGUIRE IN DIRETTA STREAMING LA RIUNIONE DI REDAZIONE DEL GIOVEDÌ – MANDANDOCI IN TEMPO REALE SUGGERIMENTI, NOTIZIE E IDEE – E ACCEDERE AL FORUM RISERVATO DOVE DISCUTERE E INTERAGIRE CON LA REDAZIONE. SCOPRI TUTTI I VANTAGGI! L'articolo Cessione Telecontact, una prima vittoria l’abbiamo ottenuta ma il problema più grande non è risolto proviene da Il Fatto Quotidiano.
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Noi dipendenti di Telecontact chiediamo che Tim annulli questa esternalizzazione
di Enzo Ravanelli È sempre più evidente il disegno dietro al quale si cela la cessione di Telecontact a DNA, ovvero il licenziamento dei dipendenti del contact center di Tim. A tale proposito, ciò che noi dipendenti chiediamo con forza anche attraverso le nostre azioni presenti e future alla Casa Madre, ai Sindacati e alle Istituzioni non è il mancato riconoscimento degli incentivi previsti in questi casi dalla legge, ma l’annullamento di tutta questa operazione messa in piedi mesi or sono. Non è difficile provare che non si tratta “solamente” di un’esternalizzazione, ma di un licenziamento mascherato. E, come si suol dire, tre indizi fanno una prova. Primo indizio: la “prospettata” possibilità di avere nuove committenze anche nell’ambito della digitalizzazione, facendo fare corsi appositi ai dipendenti della newco. Purtroppo, però, sfugge il piccolo particolare che in questi casi, come prevede la legge, vadano vinte delle gare d’appalto e che non c’è mai, a prescindere, la certezza di vincerle e di vincere tutte quelle a cui si partecipa. Secondo indizio: la recente creazione di DNA, creata appositamente a questo scopo e che si tratta di una Società a responsabilità limitata con capitale versato di soli 10.000 euro, nella quale confluiscono anche 1.591 lavoratori provenienti da una Società per Azioni. Terzo e ultimo indizio: le solite voci di esuberi che girano da anni nel gruppo Tim e che hanno portato, tra le altre, alla cessione della rete (con il benestare di un governo che si definisce sovranista) e dei dipendenti ad essa collegati al fondo americano Kkr. Pertanto, tutti noi 1.591 dipendenti di Telecontact ribadiamo ad alta voce il nostro no a questo matrimonio. IL BLOG SOSTENITORE OSPITA I POST SCRITTI DAI LETTORI CHE HANNO DECISO DI CONTRIBUIRE ALLA CRESCITA DE ILFATTOQUOTIDIANO.IT, SOTTOSCRIVENDO L’OFFERTA SOSTENITORE E DIVENTANDO COSÌ PARTE ATTIVA DELLA NOSTRA COMMUNITY. TRA I POST INVIATI, PETER GOMEZ E LA REDAZIONE SELEZIONERANNO E PUBBLICHERANNO QUELLI PIÙ INTERESSANTI. QUESTO BLOG NASCE DA UN’IDEA DEI LETTORI, CONTINUATE A RENDERLO IL VOSTRO SPAZIO. DIVENTARE SOSTENITORE SIGNIFICA ANCHE METTERCI LA FACCIA, LA FIRMA O L’IMPEGNO: ADERISCI ALLE NOSTRE CAMPAGNE, PENSATE PERCHÉ TU ABBIA UN RUOLO ATTIVO! SE VUOI PARTECIPARE, AL PREZZO DI “UN CAPPUCCINO ALLA SETTIMANA” POTRAI ANCHE SEGUIRE IN DIRETTA STREAMING LA RIUNIONE DI REDAZIONE DEL GIOVEDÌ – MANDANDOCI IN TEMPO REALE SUGGERIMENTI, NOTIZIE E IDEE – E ACCEDERE AL FORUM RISERVATO DOVE DISCUTERE E INTERAGIRE CON LA REDAZIONE. SCOPRI TUTTI I VANTAGGI! L'articolo Noi dipendenti di Telecontact chiediamo che Tim annulli questa esternalizzazione proviene da Il Fatto Quotidiano.
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