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Cani blu a Chernobyl colpa delle contaminazioni radioattive? Gli scienziati fanno chiarezza sul colore del pelo (e la motivazione è disgustosa)
A Chernobyl, nel nord dell’Ucraina, a ottobre sono stati avvistati tre cani con il pelo blu. Le immagini sono diventate virali sui social e molti utenti hanno ricondotto il colore del pelo agli effetti delle radiazioni nucleari che ancora pervadono la zona dopo il disastro del 1986. Gli scienziati del programma Dogs of Chernobyl hanno fatto chiarezza in merito. Come riporta La Repubblica, gli esperti del posto hanno accertato che i cani non sono blu a causa delle scorie di uranio, bensì per una tintura proveniente da un bagno chimico rovesciato. I tre cani, come sono soliti fare, si rotolavano tra gli escrementi e, di conseguenza, nel liquido blu. DOGS OF CHERNOBYL La spiegazione, dunque, è meno scientifica e più disgustosa. Ad accertare i fatti è stata l’associazione Dogs of Chernobyl che, dal 2017, assiste circa 700 cani provenienti dall’area circostante all’impianto nucleare. Negli scorsi mesi la pagina aveva dichiarato sui social di aver scoperto i tre esemplari blu durante la ricerca di cani da sterilizzare sul territorio. Dogs of Chernobyl ha reso nota l’informazione senza fornire una risposta immediata. La pubblicazione del post ha dunque suscitato scalpore e le teorie più differenti che, alla fine, riconducevano tutte alla contaminazione da scorie radioattive. A fare chiarezza ci ha pensato il biologo Timothy A. Mousseau, dell’Università della South Carolina e consulente scientifico di Dogs of Chernobyl. Lo scienziato ha dichiarato che: “La tintura blu proveniva da un bagno chimico rovesciato, dove i cani si rotolavano negli escrementi, come sono soliti fare”. E ancora: “La colorazione blu era semplicemente un segno del comportamento poco igienico del cane“. LE CONSEGUENZE DEL DISASTRO Nell’area di Chernobyl, circa 46 chilometri quadrati, vivono circa 700 cani. Questi sono “figli” della generazione di animali abbandonati in maniera improvvisa il 26 aprile 1986, quando esplose il reattore 4 della centrale atomica. Circa 120 mila persone abbandonarono in fretta le loro abitazioni per scappare dalla nube tossica. Nel 2023 Science advances ha pubblicato uno studio basato sull’analisi del Dna di 302 cani del sito. Gli scienziati hanno scoperto differenze genetiche tra i cani che vagabondano attorno alla centrale e quelli che vivono a 10 miglia di distanza. Quasi due anni dopo, su Plos one un gruppo della North Carolina State University e della Columbia University ha pubblicato su una ricerca che ha smentito i risultati di Science advances, escludendo dunque mutazioni legate alla radioattività. L'articolo Cani blu a Chernobyl colpa delle contaminazioni radioattive? Gli scienziati fanno chiarezza sul colore del pelo (e la motivazione è disgustosa) proviene da Il Fatto Quotidiano.
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Chernobyl, l’Aiea: “Involucro della centrale nucleare danneggiato dai droni. No danni permanenti, ma serve un ripristino completo”
A quasi quattro decenni dall’incidente del 1986 la centrale nucleare di Chernobyl torna a far parlare di sé. L’Agenzia atomica internazionale, riferisce Reuters, ha confermato che il New Safe Confinement (NSC), lo scudo metallico che avvolge il reattore esploso, ha perso le sue funzioni principali di sicurezza, pur senza riportare danni strutturali permanenti. Un’ispezione effettuata la scorsa settimana ha rivelato che la struttura di confinamento in acciaio, costruita con un costo di 1,5 miliardi di euro accanto al reattore distrutto, “aveva perso le sue principali funzioni di sicurezza, compresa la capacità di confinamento”, ha detto il direttore generale dell’Aiea, Rafael Grossi. Tuttavia, ha aggiunto, “non sono stati riscontrati danni permanenti alle strutture portanti o ai sistemi di monitoraggio”. Le riparazioni sono già state effettuate, ha aggiunto Grossi, “ma un ripristino completo resta essenziale per prevenire un ulteriore degrado e garantire la sicurezza nucleare a lungo termine”. Il 14 febbraio le autorità ucraine avevano affermato che un drone con una testata ad alto potenziale esplosivo ha colpito l’impianto, provocando un incendio e danneggiando il rivestimento protettivo attorno al reattore numero quattro, distrutto nel disastro del 1986. Le autorità ucraine hanno affermato che il drone era russo. Mosca ha negato che abbia attaccato l’impianto. I livelli di radiazioni sono rimasti normali e stabili e non sono state segnalate perdite di radiazioni, ha affermato l’Onu a febbraio. Il New Safe Confinement, completato nel 2016, è un’enorme struttura metallica progettata per contenere le radiazioni residue e proteggere l’ambiente circostante dal rilascio di materiali radioattivi. La sua costruzione ha rappresentato uno degli interventi di ingegneria nucleare più complessi degli ultimi decenni, con l’obiettivo di sostituire il vecchio “sarcofago” costruito frettolosamente subito dopo l’incidente. La perdita delle funzioni principali di sicurezza, spiegano gli esperti, significa che lo scudo non garantisce più pienamente il confinamento delle radiazioni in caso di eventi imprevisti, pur continuando a proteggere l’area dai rischi immediati. L’Aiea ha già avviato interventi di riparazione e ha sottolineato la necessità di una restaurazione complessiva per assicurare la sicurezza a lungo termine della struttura. La notizia arriva in un contesto geopolitico complesso: la centrale si trova in una regione dell’Ucraina che ha vissuto instabilità negli ultimi anni, e la gestione della sicurezza nucleare è diventata una priorità internazionale. L’agenzia Onu ribadisce che la protezione delle centrali nucleari in contesti di conflitto rimane una questione cruciale, richiedendo monitoraggi continui e interventi tempestivi. L'articolo Chernobyl, l’Aiea: “Involucro della centrale nucleare danneggiato dai droni. No danni permanenti, ma serve un ripristino completo” proviene da Il Fatto Quotidiano.
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