La due giorni di Champions League era terminata con il classico bicchiere mezzo
vuoto, perché alle due vittorie di Atalanta e Juventus avevano fatto da
contraltare le sconfitte di Inter e Napoli. Il giovedì europeo invece ha portato
bottino pieno: vittorie di Roma e Bologna in Europa League, successo anche per
la Fiorentina in Conference. Punti fondamentali per i tre club, ma anche per
l’Italia nel ranking Uefa stagionale, la classifica che stabilirà a fine
stagione le due federazioni che potranno avere uno slot extra nella prossima
Champions. Nel caso della Serie A, quindi, mandare anche una quinta squadra.
L’Italia era rimasta un po’ indietro, ma ora è in grande recupero: grazie ai
risultati di questa settimana si è portata al terzo posto, superando anche la
Spagna, e molto vicina alla Germania, attualmente seconda.
LE VITTORIE DI ROMA, BOLOGNA E FIORENTINA
La Roma trova la vittoria più imponente nella sesta giornata di Europa League.
La formazione di Gasperini travolge in trasferta il Celtic 3-0 e vede
avvicinarsi la qualificazione diretta agli ottavi. A sbloccare il risultato
un’autorete di Scales (6′), poi si scatena Ferguson con una doppietta (36′ e
46′). Prima dell’intervallo Engels fallisce un rigore. Giallorossi a quota 12 in
classifica. Un punto dietro si trova invece il Bologna, che vince in rimonta in
trasferta a Celta Vigo (1-2). Padroni di casa avanti al 17′ con Zaragoza, nella
ripresa la risposta della squadra di Italiano con la doppietta di Bernardeschi
(rigore al 65′ e rete al 75′, su assist di Cambiaghi).
Boccata d’ossigeno per la Fiorentina, almeno in Conference League: i viola si
sono imposti per 2-1 in casa sulla Dinamo Kiev. Vantaggio con Kean al 18′ su
assist di Dodo. Il pari degli ucraini arriva al 55′ con Mykhaylenko. Al 74′ il
raddoppio della Fiorentina con Gudmundsson che decide la partita. Si tratta
della terza vittoria in cinque partite europee, la prima di Vanoli in panchina:
viola ora al settimo posto in classifica, in piena corsa per un posto agli
ottavi.
LA NUOVA CLASSIFICA AGGIORNATA DEL RANKING UEFA
1. Inghilterra – Club: 9/9 – 12.500
2. Germania – Club: 7/7 – 11.142
3. Italia – Club: 7/7 – 11.000
4. Portogallo – Club: 4/5 – 10.600
5. Spagna – Club: 8/8 – 10.375
6. Polonia – Club: 4/4 – 10.125
7. Cipro – Club: 3/4 – 10.000
8. Francia – Club: 7/7 – 9.500
9. Danimarca – Club: 2/4 – 9.125
10. Grecia – Club: 4/5 – 8.300
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caccia al quinto slot | La nuova classifica del ranking Uefa proviene da Il
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Non tutti i club sono uguali, né soprattutto vogliono essere percepiti come
tali. Per alcuni, affiancare allo sport una certa consapevolezza sociale
rappresenta un marchio distintivo sviluppato e consolidato lungo tutta la loro
storia. Ad esempio il Celtic, che sin dalla sua fondazione nel 1888 come
sostegno a una comunità cattolica di Glasgow ai limiti dell’indigenza, ha sempre
sostenuto un certo tipo di ideali. Come accade ancora oggi con il supporto alla
causa palestinese, e in questa sede poco importa conoscere quali siano le reali
motivazioni della scelta. Da società con un certo tipo di attenzione ci si
aspetta sempre qualcosa in più rispetto al resto. Pertanto la partnership – che
dura dal 2016 – con Dafabet, azienda di scommesse on-line con un elenco di
crimini e violazioni di legge lungo un chilometro, fa logicamente storcere il
naso a molti, nonostante Dafabet non sia sponsor solo del Celtic ma anche di
altre società della Premier League inglese. Solo che chi fa la morale, poi non
dovrebbe utilizzarne un’altra per i propri fini, né tanto meno nascondersi
dietro un atteggiamento ignavo.
Dafabet è illegale in numerosi paesi asiatici, è stata condannata per frode, ha
mandato sul lastrico decine di persone e, recentemente, una delle sue ultime
reincarnazioni, attraverso un sito visibile nel Regno Unito, appartiene a un
gruppo che convoglia denaro verso la Russia, addirittura mediante banche
sanzionate per il loro finanziamento alla guerra in Ucraina. Dafabet è un misto
tra una matrioska e il videogioco Whac-A-Mole, quello nel quale si doveva
colpire la talpa che sbucava da uno dei buchi sullo schermo. Scompare e riappare
nel web senza soluzione di continuità, nascosta dietro a una coltre di fumo in
una sala di specchi. Basti pensare che il marchio era detenuto da diverse
società, ciascuna dotata di una licenza per operare in determinati paesi: una
con sede nell’Isola di Man con licenza di gioco offshore nelle Filippine;
un’altra a Curacao con mercato nel Regno Unito, Australia e Unione Europea; una
terza a Malta e operante in Spagna e Brasile. Si tratta di un ginepraio per il
quale servirebbe un articolo solo per elencare tutte le diramazioni. Il concetto
però è semplice: Dafabet è una società di gioco d’azzardo online, pratica
vietata o fortemente limitata (ad esempio con il divieto di pubblicità) in
diversi paesi, che attraverso la sponsorizzazione di uno sport di ampio
richiamo, aggira leggi e divieti pubblicitari piazzando il proprio nome su
magliette, materiale promozionale e cartelloni pubblicitari negli stadi.
Creata da AsianLogic, una società fondata nel 2002 da tre cittadini di Hong Kong
che rivestono posizioni chiave nel mondo dei casinò e del gioco d’azzardo (uno
di questi, Tom Hall della Playtech, è stato condannato per profitti illeciti
nell’ambito di una vendita di azioni di Betfair), Dafabet ha visto
progressivamente crollare la propria reputazione (sul sito di recensioni
TrustPilot oggi ha una media punti di 1.2 su 5) tra gli scommettitori. Conti
chiusi subito dopo una vittoria dell’utente, somme congelate, richieste di
prelievo cadute nel vuoto. Le vite di numerose persone rovinate con pochi clic.
Senza contare i siti mirror e le scappatoie normative per eludere i blocchi,
come accaduto in India quando, dopo essere stato classificato come sito
fraudolento, ha continuato a operare attraverso un portale chiamato Dafanews che
addirittura sponsorizzava squadre della Super League indiana. Oggi non è chiaro
dove Dafabet.com possa operare legalmente, tra licenze scadute e un servizio
clienti che rimanda a una non ben precisata società affiliata della Malesia,
paese dove oltretutto il gioco d’azzardo online è illegale.
Come un virus, Dafabet viene bloccato da una parte e riappare in un altro punto.
In tempi recenti AsianLogic, assieme a AsianBGE, ha cambiato nome, confluendo in
un collettivo di aziende chiamato SportServe con sede a Malta. Dafabet è uno dei
marchi inclusi nel pacchetto, e per il Regno Unito possiede una licenza con il
nome commerciale VBet, marchio sanzionato in passato per riciclaggio di denaro e
violazioni plurime delle leggi maltesi (fu condannato a pagare la più alta multa
mai comminata dalla Financial Intelligence Analysis Unit di Malta, ovvero
733.160 euro). VBet appartiene al network dei fratelli armeni Vigen e Vahe
Badalyan, titolari di una serie di società che spaziano dai casinò online ai
cybersport, dalle criptovalute ai gioielli. Un impero che comprende una
piattaforma di pagamento online linkato con, tra gli altri, la banca statale
russa VTB Bank, soggetta a sanzioni finanziarie internazionali per aver
contribuito a finanziare l’invasione dell’Ucraina; e a vari portali di gioco
d’azzardo russi, tra cui quelli di proprietà del VK Group, azienda che fa capo a
Gazprom, il cui CEO è il figlio del vice capo di gabinetto di Putin, Sergei
Keriyenko, subentrato al padre dopo le sanzioni dell’Unione Europea. Lo scorso
aprile VBet, sito gemello di Dafabet, si è visto congelare dalle autorità
ucraine conti per 11 milioni di euro per evitare che il denaro prendesse la via
della Russia.
L’insipienza delle società calcistiche, che non sono tenute a verificare la
presenza del denaro proveniente dagli sponsor (e nemmeno sono stimolate a farlo,
vista l’insaziabile fame di introiti sostanziosi), unita alla mancanza di
controlli normativi per gli accordi di sponsorizzazione, creano un terreno
fertile per la criminalità organizzata, fornendole una platea immensa, da
sfruttare agganciandosi a marchi storici di portata globale. In Inghilterra si
sta discutendo l’introduzione di un regolatore indipendente per gli accordi di
sponsorizzazione. Nel frattempo, si continuerà con la doppia morale, o con
nessuna morale.
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ha mandato sul lastrico decine di persone proviene da Il Fatto Quotidiano.