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Uccise un 16enne intervenuto per aiutare un amico: minorenne condannato a 11 anni e 6 mesi a Bologna
Condanna a una pena di 11 anni e 6 mesi per il ragazzino, all’epoca dei fatti minorenne, che era accusato dell’omicidio di Fallou Sall (nella foto), il 16enne ucciso a coltellate il 4 settembre del 2024, in via Piave, dopo che era intervenuto in difesa di un amico. È la sentenza emessa dal collegio di giudici, presieduto dalla presidente del Tribunale per i minori di Bologna, Gabriella Tomai. La vittima voleva aiutare un amico, un 17enne bengalese che aveva avuto alcuni screzi con l’imputato. Il minore rispondeva anche del tentato omicidio dell’amico di Fallou, reato derubricato in lesioni gravi e del porto abusivo di un coltello. La Procura aveva chiesto una pena totale di 21 anni. Il processo, che era cominciato il 21 maggio, si è svolto con rito ordinario. I giudici hanno emesso il verdetto dopo tre ore di camera di consiglio. Il legale del minore imputato, avvocato Pietro Gabriele, aveva chiesto l’assoluzione perché il fatto non costituisce reato, invocando la legittima difesa. All’uscita dall’udienza ha detto che valuterà l’appello dopo le motivazioni, che saranno disponibili entro 90 giorni. L'articolo Uccise un 16enne intervenuto per aiutare un amico: minorenne condannato a 11 anni e 6 mesi a Bologna proviene da Il Fatto Quotidiano.
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Il Marconi Express per l’aeroporto di Bologna ha successo, ma il biglietto costa 12.8 euro: suggerisco di lasciarlo ai turisti
12.80 euro. È questo il prezzo che un turista, e anche purtroppo un residente, deve pagare per salire sul Marconi Express di Bologna. Per chi non lo sapesse, il Marconi Express è un People Mover – una monorotaia sopraelevata senza conducente costruita per collegare la stazione centrale del capoluogo felsineo con l’aeroporto Guglielmo Marconi, inaugurata nel 2020. Quando si iniziò a parlarne, una decina d’anni fa, il sentiment cittadino era in buona parte avverso. Perché – ci si chiedeva – costruire questo serpentello di cemento quando è possibile arrivare in aeroporto con un bus di linea che dal centro impiega venti minuti? Le cassandre, se così le si vuole definire, sono state smentite: oggi il Marconi Express – fatta eccezione per un inquietante tremolio della navetta all’altezza del Lazzaretto, la fermata intermedia, e per l’assurda necessità di manutenzione costante che tiene ferma l’infrastruttura anche per 3 settimane di fila – funziona alla grande. Nel 2024 sono stati quasi 1.8 milioni i passeggeri che l’hanno utilizzato: numeri ben al di là delle più rosee aspettative degli investitori. Torniamo a noi. Dicevamo: per percorrere in 7 minuti 5 chilometri – ovvero la distanza che separa Carracci, l’ingresso posteriore della stazione, e il Blq – i clienti devono sborsare 12,80 euro (erano 11 euro nel 2023, 8,70 euro nel 2020), che diventano 23,30 in caso di tratta A/R. Si tratta della bellezza di 2,56 euro a chilometro. La domanda che mi pongo è: sono io a considerare questa tariffa esagerata oppure siamo di fronte a un prezzo davvero alto? Facciamo dei paragoni con altre città. Roma, tragitto Termini-Fiumicino: il Leonardo Express percorre 32 chilometri in 32 minuti. Prezzo biglietto: 14 euro. Prezzo al chilometro: 44 centesimi. Milano, tragitto Centrale-Malpensa: il Malpensa Express percorre 49 chilometri in 55 minuti. Prezzo biglietto: 15 euro. Prezzo al chilometro: 31 centesimi. Amsterdam, tragitto Centraal-Schiphol: il treno delle ferrovie olandesi percorre 12 chilometri in 20 minuti. Prezzo biglietto: 5,20 euro. Prezzo al chilometro: 43 centesimi. Il problema, dunque, non è la mia percezione. Certo, stiamo mettendo a confronto due tipologie di vettori che svolgono la stessa funzione partendo da modelli di business diversi. I binari tradizionali sono infrastrutture già in buona parte (o interamente) ammortizzate; il Marconi Express è un’infrastruttura relativamente nuova, realizzata con un partenariato pubblico-privato. Il concessionario (Marconi Express S.p.A.) ha sostenuto i costi di costruzione e gestione e ha sottoscritto un contratto che prevede che i ricavi dei biglietti servano a ripagare sia l’investimento privato nel corso degli anni di concessione sia a remunerare il “supporto” (27,5 milioni sui 125 totali necessari per costruire l’opera) da parte della regione Emilia-Romagna. Questa remunerazione avviene solo nel caso in cui il volume di traffico passeggeri superi una certa soglia, al di sopra della quale il concessionario deve versare all’amministrazione pubblica una quota pari al 25% dei ricavi eccedenti gli obiettivi definiti nella gara di affidamento. Ebbene: nel 2024 il comune di Bologna ha incassato circa 821mila euro da Marconi Express, come percentuale, tra le altre voci, degli utili di gestione relativi all’esercizio chiuso nel 2023, segno che il sistema lavora in attivo. Ora, guadagnare da un investimento è giusto. Il problema è che in questo caso stiamo parlando di un servizio essenziale, parte integrante della mobilità pubblica urbana, il cui prezzo dovrebbe essere contingentato, quantomeno per i residenti. Guardiamo, di nuovo, cosa succede in giro per il mondo, prendendo come riferimento questa volta non treni ma infrastrutture molto più simili al Marconi Express, così da avere dei termini di paragone più coerenti. New York: il biglietto per l’AirTrain, la monorotaia elettrica che collega 24 ore su 24 l’aeroporto JFK a Jamaica Station, costa 8.50 dollari (costo al chilometro: 1,60 dollari). Da Jamaica Station si prende poi la linea A o E per raggiungere Manhattan, pagando ulteriori 2.90 dollari. A Los Angeles è in fase di costruzione un Automated People Mover, infrastruttura che collegherà il principale aeroporto cittadino con la rete ferroviaria e degli autobus della zona metropolitana, distante 3,6 chilometri dal LAX. Opererà tutto il giorno e, a meno di improbabili cambi di strategia, sarà gratis per tutti. Torniamo in Europa. Una monorotaia speculare al Marconi Express – l’Orlyval – collega l’aeroporto parigino di Orly con la stazione Antony, da cui si prendono poi i treni della RER B per giungere a ridosso della Torre Eiffel. La tratta coperta dall’Orlyval è lunga 7 chilometri e il biglietto costa 13 euro, ovvero 1,85 euro per chilometro: un prezzo non economico, ma comunque meno caro del Marconi Express. Alternative più a buon mercato non mancano: chi vuole risparmiare può salire da Orly su tram e bus che, a fronte di qualche attesa e coincidenza, permettono di arrivare nella zona metropolitana di Parigi. A Bologna il Marconi Express ha fatto invece piazza pulita del Blq, l’autobus che al costo di pochi euro conduceva dalla stazione in aeroporto. È stata invece creata – quasi come contentino – la linea Q, che dalla stazione parte solo la notte, quando il Marconi Express è fermo, e che di giorno ha nell’Ospedale Maggiore – fuori le mura – la sua fermata più prossima al centro. In una città sovraffollata da centinaia di autobus, molti dei quali superflui, non si capisce perché non si sia deciso di permettere alla linea Q di approssimarsi alla stazione anche di giorno, in modo da fornire a più persone possibili un mezzo più economico del Marconi Express per raggiungere l’aeroporto. Persino a Milano chi non vuole spendere 15 euro per il Malpensa Express con 10 euro può salire a bordo di bus dedicati che in 50 minuti conducono all’aeroporto. A Bologna, tra l’altro, un taxi dal centro verso l’aeroporto costa sui 16 euro, solo pochi euro in più del People Mover. Per una famiglia potrebbe avere addirittura più senso prendere un taxi A/R che pagare 48,90 euro (42 euro nel 2023: sette euro in più in poco più di un anno è un aumento monstre) di tariffa dedicata. Alla fine della fiera, a Bologna chi non ha la macchina è (quasi) obbligato a prendere il People Mover. Non ho né voglia né spazio per buttarla sul tema dell’overtourism, altrimenti non ne usciremmo più. Io non sono contrario a una turistificazione intelligente dei centri urbani. “Intelligente” significa che tu amministratore – lavorando anche sulla segmentazione delle tariffe – devi impedire che questo processo influisca troppo sulla quotidianità dei residenti, altrimenti rischi di trasformare la tua città in un luogo invivibile per loro e in un giocattolo nelle mani dei turisti. Ma tant’è. Se, come credo, il prezzo del People Mover resterà invariato (o peggio: aumenterà ancora!) per i residenti, il mio suggerimento è di lasciarlo ai turisti, raggiungendo l’aeroporto in altro modo. Scrivetemi le vostre considerazioni: anto.leggieri@gmail.com L'articolo Il Marconi Express per l’aeroporto di Bologna ha successo, ma il biglietto costa 12.8 euro: suggerisco di lasciarlo ai turisti proviene da Il Fatto Quotidiano.
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Yoox ritira il licenziamento collettivo, raggiunto l’accordo al ministero: 70 esuberi in meno e incentivi all’esodo
Salvi, quasi tutti, e chi comunque non continuerà a lavorare avrà un cuscinetto di tempo e di denaro per provare a trovare una nuova collocazione. È in buona parte rientrata la vertenza Yoox, il colosso dell’e-commerce che aveva annunciato il licenziamento di 211 persone. Al termine del tavolo al ministero delle Imprese e del Made in Italy, è stato raggiunto un accordo che prevede una riduzione degli esuberi strutturali, con 70 dipendenti che lasceranno l’azienda, l’uso di ammortizzatori sociali e la possibilità di incentivazioni all’esodo su base volontaria. A settembre scorso, l’azienda aveva comunicato 211 licenziamenti, tra Bologna e Milano, giustificandoli con la crisi del settore. A ottobre, il licenziamento collettivo era stato sospeso in seguito all’incontro tra sindacati, azienda e istituzioni locali al Mimit. Ora, al termine del confronto, la vertenza è stata chiusa con un accordo che fa esultare il ministro Adolfo Urso (“Un successo frutto di un lavoro di squadra”) e il presidente della Regione Emilia-Romagna Michele De Pascale: “Si sono centrati i tre obiettivi che ci eravamo dati fin dall’inizio della crisi: la continuità dell’attività aziendale sul territorio di Bologna, l’attivazione di ammortizzatori sociali e la massima salvaguardia dei livelli occupazionali nonché l’individuazione di percorsi che garantissero le migliori condizioni di uscita volontaria per le lavoratrici e i lavoratori che intendessero farne uso”. L’accordo sarà ora votato dalle lavoratrici e dai lavoratori di Yoox. Nata nel 2000 dalla mente dell’imprenditore emiliano-romagnolo Federico Marchetti, l’azienda fu la start up “unicorno” emiliana, in grado di raggiungere, non quotata in Borsa, una valutazione di mercato di almeno 1 miliardo di dollari. Nel 2015 si è fusa con la la britannica Net-à-Porter e nel 2018 è passata di mano: Ynap fu comprata dal colosso svizzero Richemont, proprietario tra l’altro degli orologi Cartier e delle penne Montblanc. A ottobre 2024 Richemont ha sottoscritto un accordo per la vendita alla tedesca Mytheresa, completato in primavera. La nuova proprietà, che fa capo Luxesperience, ha dichiarato una riduzione di ricavi 191 milioni nell’ultimo esercizio e perdite complessive superiori a 2 miliardi negli ultimi due anni e lanciato una riorganizzazione, che prevede un accentramento delle funzioni attualmente svolte da Yoox a livello di gruppo. L'articolo Yoox ritira il licenziamento collettivo, raggiunto l’accordo al ministero: 70 esuberi in meno e incentivi all’esodo proviene da Il Fatto Quotidiano.
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Francesca Albanese cittadina onoraria, anzi no: il Pd e la sinistra si spaccano sull’onorificenza per la relatrice Onu
“Purché mi sia risparmiato l’esilio perpetuo….”, scrive Francesca Albanese sulla piattaforma X, in calce al posto della sindaca di Firenze Sara Funaro. Anche lei esprime forti dubbi sul riconoscimento della cittadinanza onoraria alla relatrice Onu per la questione palestinese, colpita duramente dalle sanzioni americane. Un’onorificenza “inopportuna”, ha scritto sul social la prima cittadina dem. E non è l’unica a pensarla così, dopo il commento di Albanese al raid pro-pal nella sede del quotidiano La Stampa a Torino: “un monito” ai giornalisti per “tornare a fare il proprio lavoro”, aveva dichiarato l’esperta, condannando fermamente la violenza dell’atto vandalico. Parole che hanno alimentato polemiche e rimostranze su l’onorificenza in diversi Comuni, soprattutto in casa Pd. BOLOGNA, GUERRA NEL PD SU ALBANESE: L’ONOREVOLE E L’EX SINDACO CONTRO IL PRIMO CITTADINO MATTEO LEPORE A Bologna, dopo il clamore, nessuna revoca della cittadinanza per Albanese. “Abbiamo cose più importanti di cui occuparci”, ha tagliato corto il sindaco dem Matteo Lepore. Era stato il collega di partito e deputato Andrea De Maria, ad accendere la miccia invocando il passo indietro in unaìintervista a Repubblica: “Le parole di Francesca Albanese sono inaccettabili, incompatibili con la cittadinanza onoraria conferitale a Bologna, alternative all’idea di libertà e ai valori costituzionali. Erano le squadracce fasciste a distruggere le sedi dei giornali”, ha accusato l’onorevole del Pd, già sindaco di Marzabotto. Poi è giunta la rimostranza di un altro dem, l’ex sindaco Virginio Merola. Le opposizioni hanno cavalcato la polemica presentando ordini del giorno per la revoca dell’onorificenza. Ma ieri il Consiglio comunale li ha congelati: la maggioranza ha votato l’ammissibilità, ma non l’urgenza degli ordini del giorno, scatenando la reazione leghista. Una scelta “vergognosa della sinistra che non riesce a prendere le distanze da Albanese”, ha tuonato il capogruppo del Carroccio Matteo Di Benedetto. A FIRENZE LA SINDACA E ITALIA VIVA CHIUDONO SU ALBANESE. INSORGE AVS: “PARTITO FINANZIATO DA BIN SALMAN” Firenze invece discuterà domani sulla possibile cittadinanza onoraria per Albanese, presso la commissione pace di Palazzo Vecchio. Ma la sindaca del Pd oggi ha ribadito la sua ferma contrarietà: “Non solo con le ultime dichiarazioni, ma anche con tante altre, le posizioni che porta Francesca Albanese sono più divisive che unitarie e questo non è rappresentativo della città di Firenze”. In ogni caso, sarà il Consiglio comunale a valutare riconoscimenti. La proposta dell’onorificenza è stata sollevata da Dmitrij Palagi di Sinistra progetto comune. Ma Fratelli d’Italia è scesa subito in trincea: Alessandro Draghi, vicepresidente del Consiglio comunale, domani in commissione pace presenterà una questione pregiudiziale per fermare l’iniziativa. Secondo l’esponente fiorentino del partito della premier, la proposta di cittadinanza onoraria “può essere avanzata dal sindaco o da almeno un quinto dei consiglieri comunali. Palagi non ha i numeri per presentare l’atto”. Neppure Italia Viva sostiene Francesca Albanese a Firenze, con Matteo Renzi che chiude la porta: “Non vedo un solo motivo per cui la dottoressa Albanese riceva una onorificenza così prestigiosa”. Il veto ha suscitato l’ira del gruppo consiliare di Alleanza verdi e sinistra: “I primi ad essere contraddittori siano proprio i consiglieri di Italia Viva, che ritengono normale che il leader del loro partito sia finanziato da Bin Salman, mandante dell’uccisione del giornalista Jamal Khashoggi”. Dunque continua la guerra su Albanese, nella città del Giglio. NAPOLI, MANFREDI BLOCCA LA DELIBERA E FERMA LA CITTADINANZA A Napoli, già ad agosto il Consiglio comunale aveva approvato la mozione per la cittadinanza onoraria di Francesca Albanese. Tuttavia mancherebbe la delibera di giunta, con il sindaco riottoso a firmarla. “La proposta è stata votata dal Consiglio comunale, ma ritengo doverose una ulteriore valutazione e una riflessione condivisa”, ha dichiarato il primo cittadino Gaetano Manfredi, presidente Pd dell’Associazione nazionale dei Comuni (Anci). TORINO, LA SINISTRA SI DIVIDE: NIENTE ONORIFICENZA A Torino, con il sindaco Stefano Lorusso (area moderata del Partito democratico), il cambio di rotta su Albanese era già avvenuto. La proposta di conferire la cittadinanza onoraria era giunta dal Movimento 5 stelle il 15 settembre. In principio Dem e Sinistra ecologista hanno accettato, poi hanno dubitato, così il 31 ottobre (ben prima del commento sui vandali pro pal nella redazione de La Stampa) la mozione si è arenata. Neppure al sindaco di Torino non sono piaciute le parole di Albanese: “Grave che di fronte a un atto violento del genere qualcuno arrivi a suggerire che la responsabilità sia anche solo in parte della stampa”. REGGIO EMILIA, IL SINDACO “SGRIDATO” DA ALBANESE NON TORNA INDIETRO: “GIUSTO IL RICONOSCIMENTO PER L’ATTIVITÀ DI RELATRICE ONU SULLA PALESTINA” A Reggio Emilia invece nessun dubbio su l’onorificenza per Albanese. Il sindaco Marco Massari fu il primo a conferirle il tricolore e già alla cerimonia non mancarono le polemiche. Il primo cittadino sul palco aveva ricordato come “la fine del genocidio e la liberazione degli ostaggi sono condizioni necessarie per avviare per quanto possibile un processo di pace”. Dopo i fischi del pubblico arrivò la ramanzina du Albanese: “Il sindaco si è sbagliato ha detto una cosa non vera, la pace non ha bisogno di condizioni (…) Io il sindaco non lo giudico, lo perdono, però mi deve promettere che questa cosa non la dice più”. Malgrado le polemiche e la “ramanzina” sul palco, Massari conferma l’onorificenza del tricolore: “Le è stato dato per la sua meritoria attività di relatrice speciale delle Nazioni Unite sui territori palestinesi occupati e non per altre sue iniziative o prese di posizione”. L'articolo Francesca Albanese cittadina onoraria, anzi no: il Pd e la sinistra si spaccano sull’onorificenza per la relatrice Onu proviene da Il Fatto Quotidiano.
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La Perla salvata: firmati i contratti per 210 dipendenti dopo l’acquisizione di Kern
Tutte riassunte, nero su bianco. Si chiude con la firma degli ultimi contratti la vertenza de La Perla, l’azienda di intimo di lusso che ha rischiato di scomparire per sempre. Due anni di incertezze sui quali viene messo un punto dando seguito alla svolta della scorsa estate, quando l’azienda era stata acquisita dal miliardario statunitense Peter Kern, ex ceo di Expedia, che aveva investito circa 25 milioni di euro nell’azienda bolognese di lingerie. Il salvataggio – orchestrato dal ministero delle Imprese e del Made in Italy – ha riguardato il posto di lavoro di circa 210 persone, quasi tutte donne. “È il passaggio che chiude più di due anni di incertezze, un periodo segnato da sacrifici e paura, ma anche da una determinazione che non è mai venuta meno – commentano i sindacati Filctem Cgil e Uiltec – Le maestranze, abituate a cucire vere e proprie opere d’arte per il lusso, apprezzate a livello internazionale, hanno tenuto insieme ciò che la speculazione finanziaria stava smontando pezzo per pezzo”. Mentre la filiera della moda è attraversata da casi di sfruttamento e lavoro irregolare, secondo le due sigle, La Perla diventa l’esempio opposto: “Dimostra che si può fare qualità rispettando persone, diritti e salari. Le artigiane della storica azienda bolognese rappresentano il punto più alto di un sapere che il mercato globale non riesce a duplicare. Questa giornata racconta che il lavoro corretto, retribuito in modo giusto e fondato sulla qualità, non è un miraggio. È un obiettivo raggiungibile quando una comunità decide di proteggere ciò che conta davvero”. L'articolo La Perla salvata: firmati i contratti per 210 dipendenti dopo l’acquisizione di Kern proviene da Il Fatto Quotidiano.
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La Torre della Garisenda e l’ipotesi dell’esplosione controllata, nel 2023 si pensò all’esperto impiegato per il Ponte Morandi
Buttar giù con una esplosione la Garisenda per “salvare” quella degli Asinelli ed evitare rischi per la basilica di San Bartolomeo. Nell’autunno 2023, quando iniziò l’allerta per la Torre Garisenda, la minore delle Due Torri di Bologna, e il Comune creò il primo pool di esperti incaricati di gestire l’emergenza, ci fu anche un momento in cui si ipotizzò l’abbattimento controllato del monumento. Secondo quanto riporta l’Ansa si pensò anche all’utilizzo di esplosivi e fu chiamato Danilo Coppe, l’esperto parmigiano autore della demolizione con dinamite di ciò che restava del Ponte Morandi di Genova. Nel frattemp, l’allarme è in parte rientrato. Ma all’epoca, fine settembre di due anni fa, lo stesso Coppe realizzò un progetto che prevedeva di intervenire in poche ore se la situazione lo avesse richiesto, cioè se gli strumenti di controllo avessero segnalato un imminente rischio di crollo. L’obiettivo principale di questo ipotetico intervento era limitare i rischi di danno per la Torre degli Asinelli e per la basilica di San Bartolomeo, che si trovano nelle immediate vicinanze. Il piano prevedeva microcariche e una serie di indicazioni sulle misure e le precauzioni da adottare, un’area di sicurezza a 200 metri dalla base della torre, e un brillamento calibrato. A inizio novembre era stato annunciato che il progetto di restauro è stato ultimato. L’ingegnera Raffaella Bruni, responsabile del team tecnico incaricato, aveva parlato dell’intervento messo a punto insieme a Stefano Podestà (Università di Genova), Filippo Forlani (Università di San Marino), Massimo Majowiecki (Università di Bologna) e Nunziante Squeglia (Università di Pisa), e basato sul metodo osservazionale, previsto dalle Norme Tecniche per le Costruzioni del 2018, che consente di adattare il progetto in base alle reazioni reali della struttura durante il cantiere. “Utilizziamo questo metodo perché permette di variare passo passo il progetto a seguito del monitoraggio della reazione della torre alle attività svolte – aveva spiegato Bruni – La Garisenda è un oggetto unico al mondo, costruito con materiali su cui non esiste ampia letteratura. Abbiamo un progetto che definisce obiettivi e finalità, ma la modalità esatta con cui raggiungerli la valuteremo sul campo”. Il professor Massimo Majowiecki, già coinvolto negli interventi sulla Torre di Pisa, aveva ribadito l’eccezionalità del caso: “La torre è un oggetto unico, non esiste un altro ‘paziente’ da cui prendere esperienza”. Quanto alla fase operativa, aveva precisato: “Lavoreremo applicando tiri molto leggeri a circa dieci metri di altezza: questo consente di alleggerire la torre e permetterci di intervenire. Se c’è una deviazione rispetto a quanto atteso, abbiamo macchine progettate per correggere le operazioni”. I tralicci, già impiegati a Pisa, sono stati riprogettati per Bologna e, dopo i test in corso, potrebbero essere installati in primavera. Il sindaco Matteo Lepore ha collegato l’approccio graduale alla decisione di rinunciare ai fondi Pnrr: “Le scadenze rigide del Pnrr non sono compatibili con un intervento che richiede prudenza. Rinunciamo a quel finanziamento perché non ci rassicura sul fatto di poter completare l’opera in sicurezza”. Quanto allo stato della torre, Bruni aveva spiegato che i dati raccolti negli ultimi tre anni non mostrano anomalie improvvise: “La torre continua a muoversi secondo un trend coerente. Questo ci ha rasserenato rispetto al 2023”. L'articolo La Torre della Garisenda e l’ipotesi dell’esplosione controllata, nel 2023 si pensò all’esperto impiegato per il Ponte Morandi proviene da Il Fatto Quotidiano.
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Spray al peperoncino al concerto di Anna: l’artista ferma lo show. Malori tra il pubblico – IL VIDEO
Attimi di spavento ieri, mercoledì 26 novembre, al concerto di Anna all’Unipol Arena di Casalecchio di Reno, a Bologna. Anna ad un tratto ha dovuto fermare lo show perché qualcuno in platea aveva spruzzato spray al peperoncino. Numerose persone presenti hanno tentato di allontanarsi rapidamente dopo aver inalato o toccato la sostanza urticante, creando una situazione di confusione generalizzata che, fortunatamente, non ha provocato gravi conseguenze. Alcuni individui hanno manifestato leggeri malesseri o sintomi di intossicazione, mentre altri sono stati trasportati all’esterno su barelle e hanno ricevuto assistenza medica immediata sul posto. Poi il concerto è ripreso. C’è chi ha puntato il dito, sul Web, contro le misure di sicurezza alle porte del palazzetto. (Video TikTok @_chantiiibassiii_) L'articolo Spray al peperoncino al concerto di Anna: l’artista ferma lo show. Malori tra il pubblico – IL VIDEO proviene da Il Fatto Quotidiano.
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Diritto alla verità sulle stragi, il convegno delle Agende rosse con Azzariti, Oliva, Ranucci, Scarpinato e Tescaroli
Giuristi, politici, storici e giornalisti radunati attorno a un tavolo per discutere di diritto alla verità. Ed è proprio questo il titolo scelto dal movimento delle Agende rosse di Salvatore Borsellino per il congresso nazionale organizzato a Bologna il 29 e 30 novembre. “La ricerca della verità ha rappresentato in questi anni la ragione fondamentale dell’impegno pubblico di Salvatore Borsellino e delle Agende Rosse, insieme ad associazioni e a decine di familiari di vittime, per rendere giustizia alle vittime di stragi e attentati. È arrivato il momento di valutare la necessità di un esplicito riconoscimento del diritto alla verità nel nostro ordinamento giuridico”, si legge nella nota di presentazione del congresso “Il Diritto alla Verità”. Ospitato dall’auditorium Biagi della Sala Borsa, l’evento è organizzato dal movimento fondato da Salvatore Borsellino con il patrocinio del Comune di Bologna e con la collaborazione della testata AntimafiaDuemila, che trasmetterà i lavori in diretta streaming. Saranno visibili anche sul sito del Fatto Quotidiano. “Nel corso del congresso, docenti universitari, magistrati, avvocati, storici, intellettuali, giornalisti, politici e familiari delle vittime di stragi e attentati si confronteranno in distinti tavoli di lavoro. Al termine dei lavori congressuali e sulla scorta di essi, potrà essere formulata una proposta normativa che sarà consegnata al Parlamento per il riconoscimento del diritto alla verità nel nostro ordinamento”, si legge ancora nel comunicato, diffuso dall’associazione fondata dal fratello del giudice ucciso nella strage di via d’Amelio. Il programma prevede otto tavoli tematici con giuristi come Gaetano Azzariti, storici come Angelo Ventrone, politici come i senatori Ilaria Cucchi (Avs), Enza Rando (Pd), Roberto Scarpinato (M5s) e l’ex sindaco di Napoli Luigi De Magistris, giornalisti come la vicedirettrice del Fatto Quotidiano Maddalena Oliva, Fabrizio Gatti di Today, Sigfrido Ranucci di Report, magistrati come Luca Tescaroli, penalisti come Fabio Repici, Ettore Zanoni e Fabio Anselmo. E poi alcuni familiari di vittime di mafia e terrorismo come Sergio Amato, figlio del giudice Mario Amato, ucciso da Gilberto Cavallini dei Nuclei armati rivoluzionari, Daniele Gabbrielli, vice presidente dell’Associazione tra i familiari delle vittime della strage di via dei Georgofili, Sonia Zanotti, sopravvissuta alla bomba del 2 agosto 1980. Qui il programma completo. SABATO 29 NOVEMBRE 2025 ore 9.00: Matteo Lepore (Sindaco della Città di Bologna) – Saluto di benvenuto Salvatore Borsellino (Fondatore del Movimento Agende Rosse) – Filosofia del congresso ed impegno di Salvatore per la istituzionalizzazione del diritto alla verità Fabio Repici (Avvocato) – Obiettivo tecnico specifico del congresso all’esito dei lavori ore 9.30 – Giuristi – Coordinatore Alessandro Francescangeli (Assegnista di ricerca in diritto pubblico comparato presso l’Università di Firenze): * Gaetano Azzariti – Professore ordinario di Diritto costituzionale presso l’Università di Roma “La Sapienza”; * Francesco Caprioli – Professore ordinario di Diritto processuale penale presso l’Università di Roma “La Sapienza”; * Renzo Orlandi – Professore ordinario di Diritto processuale penale presso l’Università di Bologna; * Laura Ronchetti – Professoressa associata di Diritto costituzionale presso l’Università degli Studi del Molise. ore 11.30 – Parlamentari – Coordinatrice Giulia Sarti (Delegata alla legalità democratica e lotta alle mafie e agli Affari Istituzionali per Bologna e Città metropolitana): * Ilaria Cucchi – Senatrice della Repubblica (Alleanza Verdi e Sinistra); * Luigi de Magistris – ex Sindaco della Città di Napoli; * Enza Rando – Senatrice della Repubblica (Partito Democratico); * Roberto Scarpinato – Senatore della Repubblica (Movimento Cinque Stelle). ore 13.30 – pausa pranzo ore 15.30 – Storici delle idee – Coordinatore Ernesto De Cristofaro (Professore di Storia del diritto medievale e moderno presso l’Università di Catania): * Franca D’Agostini – Professoressa ordinaria di Filosofia teoretica, ha insegnato Filosofia della Scienza presso il Politecnico di Torino e Logica e argomentazione presso l’Università Statale di Milano; * Marco Fioravanti – Professore ordinario di Storia del diritto medievale e moderno presso l’Università di Roma-Tor Vergata; * Luigi Perissinotto – Professore emerito di Filosofia del linguaggio presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia; * Maurizio Viroli – Professore emerito di Politics presso la Princeton University, insegna Government presso l’Università di Austin e Comunicazione politica presso l’Università della Svizzera italiana di Lugano. ore 17.30 – Giornalisti – Coordinatore Paolo Borrometi (Presidente della Scuola di formazione politica Piersanti Mattarella): * Fabrizio Gatti – Direttore editoriale per gli approfondimenti del quotidiano online today.it; * Stefania Limiti – Giornalista free-lance e Scrittrice; * Maddalena Oliva – Vicedirettrice della testata giornalistica “Il Fatto Quotidiano”; * Sigfrido Ranucci – Conduttore della trasmissione televisiva ‘Report’ (RAI3). DOMENICA 30 NOVEMBRE 2025 ore 9.30 – Avvocati – Coordinatore Fabio Repici (Avvocato): * Fabio Anselmo – Avvocato; * Giancarlo Maniga – Avvocato; * Ettore Zanoni – Avvocato. ore 11.30 – Magistrati – Coordinatrice Elena Marchili (Magistrato Ordinario in Tirocinio): * Roberto Giovanni Conti – Consigliere presso la Corte di Cassazione; * Giuseppe Gennari – Giudice presso il Tribunale di Milano; * Raffaello Magi – Consigliere presso la Corte di Cassazione; * Luca Tescaroli – Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Prato. ore 13.30 – pausa pranzo ore 15.30 – Storici – Coordinatrice Antonella Beccaria (Giornalista e Storica): * Davide Conti – Storico e consulente della procura di Bologna e di Brescia; * Antonella Salomoni – Professoressa ordinaria di Storia della Shoah e dei genocidi presso l’Università di Bologna; * Angelo Ventrone – Professore ordinario di Storia contemporanea presso l’Università di Macerata; * Cinzia Venturoli – Professoressa a contratto di Storia contemporanea presso l’Università di Bologna. ore 17.30: intervento di Daniela Marcone – Vicepresidente di Libera ore 17.40 – Familiari delle vittime – Coordinatore Nino Morana (nipote di Nino Agostino): * Sergio Amato – Figlio del Magistrato Mario Amato; * Salvatore Borsellino – Fratello del Giudice Paolo Borsellino e Fondatore del Movimento Agende Rosse; * Daniele Gabbrielli – Vice-presidente dell’Associazione tra i familiari delle vittime della strage di via dei Georgofili; * Sonia Zanotti – Sopravvissuta alla strage di Bologna. Fabio Repici – Proposte conclusive e progetto normativo all’esito del confronto e delle idee raccolte Salvatore Borsellino – Conclusioni del convegno e messaggio alla società e alle istituzioni L'articolo Diritto alla verità sulle stragi, il convegno delle Agende rosse con Azzariti, Oliva, Ranucci, Scarpinato e Tescaroli proviene da Il Fatto Quotidiano.
Salvatore Borsellino
Bologna
Mafie
“Gestione dell’ordine pubblico sconsiderata”, Lepore contro Piantedosi. A Bologna 100mila euro di danni e 14 agenti feriti
Bologna si risveglia dopo una notte di tensione, danni e polemiche politiche per gli scontri avvenuti ieri sera in centro durante la manifestazione contro la partita di Eurolega Virtus–Maccabi. Il giorno dopo le violenze, il sindaco Matteo Lepore – che aveva chiesto e insistito perché il match fosse spostato – punta il dito contro il Ministero dell’Interno e parla di “gestione dell’ordine pubblico sconsiderata”. In un punto stampa a Palazzo d’Accursio, il primo cittadino ha denunciato quella che definisce “una scelta imposta dal ministro Piantedosi”, in contrasto con l’orientamento del Comitato per l’ordine pubblico di Bologna: “Scene di guerriglia che si potevano evitare. Avevo chiesto di usare la testa e non i muscoli, e questo purtroppo è il risultato”. Secondo Lepore, la città sarebbe stata “usata” per una prova di forza politica: “Piantedosi mi sembra abbastanza in difficoltà. Quando un ministro ha bisogno di mostrare i muscoli significa che non riesce, con le sue politiche, a raggiungere i suoi risultati. Tutti i cittadini italiani sono scontenti della gestione del governo sulla sicurezza”. Lepore parla apertamente di “strumentalizzazione indegna” e di “scontro muscolare, testosteronico fra un gruppo di estremisti e il ministro degli Interni”, ribadendo che la partita “si doveva giocare, ma non in centro città”. Il sindaco ricorda come il Paladozza sia considerato da sempre un luogo delicato dal punto di vista dell’ordine pubblico: “Le Questure hanno sempre chiesto di non ospitare tifoserie esterne, perché la gestione degli ultras è molto difficile. Invece il ministro ha portato migliaia di manifestanti proprio sotto il Paladozza. Questa è una grande responsabilità”. x DANNI PER 100MILA EURO E 14 AGENTI FERITI La prima stima dei danni parla di circa 100mila euro solo per la parte pubblica, a cui si aggiungeranno nelle prossime ore i danni ai veicoli privati. Lepore esprime solidarietà ai cittadini che “hanno vissuto un vero e proprio coprifuoco”, alle forze dell’ordine “mandate in un contesto non facile” e agli agenti feriti, saliti a 14 secondo la Questura. Quindici le persone identificate, mentre sono ancora in corso verifiche su numerosi filmati. Per quanto riguarda i danni il primo cittadino a una domanda su un eventuale invio della fattura dei conti per i danni al ministro ha risposto: “Sì, perché il ministro credo debba sapere che ci sono molti danni ed è giusto che qualcuno paghi”. La replica di Piantedosi: “Professionisti della violenza fermati grazie alla polizia” Il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha risposto con una nota nella quale elogia l’operato delle forze dell’ordine e condanna i manifestanti responsabili degli scontri: “Abbiamo assistito all’ennesima situazione in cui da una parte c’erano persone che cercavano un volgare pretesto per mettere in scena l’inaccettabile violenza; dall’altra, le forze di polizia, baluardo dei valori di autentica democrazia”. Il responsabile del Viminale esprime solidarietà ai quattordici agenti e assicura che “gli accertamenti in corso individueranno i responsabili”, ricordando che quindici persone sono già state identificate. “Ancora una volta è stato impedito a una minoranza rumorosa di condizionare la libertà di tutti. Il nostro Governo non lo consentirà mai”. Il ministro rivolge infine “apprezzamento e pieno sostegno” al prefetto, al questore e a tutto il personale impegnato sul campo, ringraziandoli “per la fermezza e l’equilibrio dimostrati”. La polemica politica, però, è solo all’inizio. Bologna, nel frattempo, conta i danni e chiede che quanto accaduto “non debba più ripetersi”. L'articolo “Gestione dell’ordine pubblico sconsiderata”, Lepore contro Piantedosi. A Bologna 100mila euro di danni e 14 agenti feriti proviene da Il Fatto Quotidiano.
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Guerriglia urbana a Bologna: idranti, bombe carta e barricate dei manifestanti pro Palestina durante la partita Virtus-Maccabi
Come temuto dal sindaco, Matteo Lepore, si è scatenata propria guerriglia urbana nel centro di Bologna, durante il corteo pro Palestina organizzato per contestare la partita di Eurolega Virtus Bologna – Maccabi Tel Aviv, in programma al PalaDozza. Dopo i primi momenti di tensione, l’escalation è stata rapida: l’uso degli idranti, il lancio di bombe carta, i fumogeni e le barricate improvvisate hanno trasformato le vie tra via Lame, via Marconi, Ugo Bassi e piazza Malpighi in un fronte di scontro diffuso. DALLE BARRICATE AI LANCI DI FUMOGENI: LA DINAMICA DEGLI SCONTRI La situazione è degenerata quando, all’altezza della baracchina Tper di via Lame, alcuni manifestanti hanno smontato parti del cantiere del tram, trascinando in strada cassonetti, transenne, mazze di legno e altri materiali per costruire barricate. Da lì sono partiti i primi fumogeni e i lanci di oggetti, tra cui bottiglie di vetro e persino fuochi d’artificio indirizzati ad altezza uomo contro le forze dell’ordine. La polizia ha risposto con l’uso degli idranti, tentando di disperdere la folla che nel frattempo si stava frammentando in piccoli gruppi, difficile da contenere e da seguire nelle vie del centro. DALLE 19 ALLA FRAMMENTAZIONE DEL CORTEO Secondo la ricostruzione della Questura, il corteo è partito alle 19 da piazza Maggiore, con una partecipazione du circa 5.000 persone. Lo striscione di apertura recitava “Show Israel the Red Card” e molti manifestanti esponevano cartellini rossi, sventolando centinaia di bandiere palestinesi. Alcuni avevano portato anche palloni da basket “insanguinati”, simbolo della protesta contro la presenza del Maccabi Tel Aviv in città. Giunti in via Lame intorno alle 19.40, i manifestanti si sono fermati per alcuni minuti. È in questa fase che un gruppo ha iniziato a coprirsi il volto e a prelevare materiali dal cantiere. Verso le 20, è partita la prima ondata di lanci: numerosi fumogeni, bottiglie, oggetti contundenti, seguiti dai fuochi d’artificio sparati contro la polizia. La risposta è stata immediata: attivazione degli idranti e formazione dei cordoni per contenere il fronte più caldo della protesta. IL CORTEO SI FRANTUMA: GRUPPI DIRETTI VERSO MARCONI, UGO BASSI E MALPIGHI Con la pressione degli idranti e l’avanzata delle forze dell’ordine, il corteo ha iniziato a frazionarsi. Alcuni gruppi si sono mossi verso via Malpighi, altri hanno imboccato via Ugo Bassi e altri ancora si sono diretti verso via Marconi, dove sono proseguiti i lanci di fumogeni e materiale recuperato dai cantieri. La situazione è rimasta tesa a lungo anche dopo la dispersione del blocco principale, con piccoli nuclei in movimento, difficili da circoscrivere. La manifestazione, sotto una pioggia intermittente, era stata aperta da cori contro il premier israeliano Benjamin Netanyahu e contro il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi. Una presenza imponente delle forze dell’ordine ha accompagnato l’intero corteo sin dalla partenza da piazza Maggiore, nel timore — poi confermato — di incidenti. L'articolo Guerriglia urbana a Bologna: idranti, bombe carta e barricate dei manifestanti pro Palestina durante la partita Virtus-Maccabi proviene da Il Fatto Quotidiano.
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