Avevano dichiarato lo stato di agitazione permanente come i loro colleghi de La
Stampa (che oggi hanno scioperato). E venerdì saranno i giornalisti de la
Repubblica a incrociare le braccia contro la conferma da parte dei vertici del
gruppo Gedi dell’intenzione di vendere la testata così come La Stampa,
Huffington Post e Sentinella del Canavese. Il sito di Repubblica venerdì non
verrà aggiornato dalle 7 di venerdì fino alle 7 di sabato mentre l’edizione
cartacea non sarà in edicola sabato. “Siamo pronti a una stagione di lotta dura
a tutela del perimetro delle lavoratrici e dei lavoratori e dell’identità del
nostro giornale a fronte della cessione ad un gruppo straniero, senza alcuna
esperienza nel già difficile panorama editoriale italiano e il cui progetto
industriale è al momento sconosciuto”, dichiara la nota dell’assemblea.
“Riteniamo intanto indispensabile – si legge ancora – che i vertici di Gedi
mettano immediatamente sul tavolo delle trattative con l’acquirente garanzie sul
mantenimento dei livelli occupazionali e sulla salvaguardia dell’identità
politico-culturale“. “Ci impegniamo fin da oggi – scrivono le giornaliste e i
giornalisti – a combattere con ogni strumento a nostra disposizione per la
difesa di queste garanzie democratiche fondamentali per l’intero Paese”.
Il probabile acquirente è il gruppo greco Antenna1 della famiglia Kyriakou, che
però è interessato solo a Repubblica e alle radio per cui si appresterebbe
subito dopo a fare a uno “spezzatino” vendendo parte del pacchetto. Il prezzo
della vendita sarebbe di poco superiore ai 140 milioni di euro. Sempre venerdì
il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, con delega all’informazione e
all’editoria, Alberto Barachini, incontrerà i vertici di Gedi e i cdr de La
Stampa e de la Repubblica. Il sottosegretario giovedì aveva annunciato di averli
convocati in relazione alla vicenda della ventilata cessione del gruppo.
“L’esito è stato sconcertante, sconfortante e umiliante per la redazione”, è
stato il commento della rappresentanza sindacale dei giornalisti de La Stampa a
quanto emerso da un incontro con i vertici del gruppo Gedi. “L’obiettivo sarebbe
di chiudere in parallelo le due operazioni di vendita nel giro di due mesi.
Rispetto alle nostre richieste non è stata data alcuna garanzia sul futuro della
testata, sui livelli occupazionali, sulla solidità del potenziale compratore,
sui destini delle attività messe in comune a livello di gruppo, dalle
infrastrutture digitali alla produzione dei video, e quindi senza nessuna
garanzia di poter continuare a svolgere il nostro lavoro così come abbiamo fatto
fino a oggi”, hanno aggiunto. Giovedì anche l’assemblea dei giornalisti de La
repubblica ha decretato lo stato di agitazione permanente con “la sospensione
immediata della partecipazione a tutte le iniziative editoriali speciali”. E
adesso la proclamazione dello sciopero.
L'articolo Sciopero dei giornalisti de la Repubblica contro la vendita della
testata: sabato non sarà in edicola e venerdì stop al sito proviene da Il Fatto
Quotidiano.
Tag - GEDI
I comitati di redazione del Fatto Quotidiano e del fattoquotidiano.it esprimono
piena solidarietà ai colleghi del gruppo Gedi, a cui l’editore dopo settimane di
indiscrezioni e reticenze ha confermato la cessione dei loro giornali. Dopo aver
smantellato il gruppo pezzo dopo pezzo, disfandosi dell’Espresso e di tutti i
quotidiani locali, la holding Exor della famiglia Elkann s i appresta a
completare l’opera svendendo Repubblica e Stampa. Senza fornire alcuna garanzia
su livelli occupazionali e salvaguardia dell’identità delle due storiche
testate. Siamo al fianco di chi sta lottando per difendere la dignità del lavoro
giornalistico e continuare a informare le cittadine e i cittadini.
L'articolo La solidarietà dei cdr del Fatto quotidiano ai colleghi del gruppo
Gedi proviene da Il Fatto Quotidiano.
“L’esito è stato sconcertante, sconfortante e umiliante per la redazione”. Così
la rappresentanza sindacale (cdr) dei giornalisti della Stampa ha definito
quello che è emerso da un incontro con i vertici del gruppo Gedi, che hanno
confermato l’intenzione di vendere la testata piemontese così come La
Repubblica, Huffington Post e Sentinella del Canavese. Probabile acquirente il
gruppo greco Antenna1 della famiglia Kyriakou, che però è interessato solo a
Repubblica e alle radio per cui si appresterebbe subito dopo a fare a uno
“spezzatino” vendendo parte del pacchetto. Giovedì pomeriggio, dopo che le
opposizioni hanno chiesto al governo di riferire in Aula sulla “fuga dell’amico
Elkann” – numero uno di Exor attraverso cui la famiglia controlla Gedi – e il
presidente del Senato Ignazio La Russa ha definito “giustificate” le
preoccupazioni della redazione, il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio
con delega all’informazione e all’editoria Alberto Barachini ha convocato i
vertici di Gedi e i cdr di Stampa e Repubblica.
IL COMUNICATO DEI GIORNALISTI: “CI DIFENDEREMO CON OGNI MEZZO”
“La nostra è una decisione sofferta, presa al termine di una lunga giornata
drammatica per la storia della nostra testata”, scrive il cdr in un comunicato,
spiegando che per la protesta dei giornalisti oggi il giornale non è in edicola
e il sito non è stato aggiornato fino alle 7 di giovedì mattina. “L’esito
(dell’incontro, ndr) è stato sconcertante, sconfortante e umiliante per la
redazione. Con nostro grande sconcerto è stato confermato che tutte le attività
editoriali che fanno capo a Exor tramite Gedi sono in vendita. È in corso da
tempo una trattativa con il gruppo greco AntennaUno e in parallelo si sta
cercando un compratore per La Stampa a fronte del dichiarato disinteresse degli
investitori greci per la nostra testata”.
“L’obiettivo sarebbe di chiudere in parallelo le due operazioni di vendita nel
giro di due mesi. Rispetto alle nostre richieste non è stata data alcuna
garanzia sul futuro della testata, sui livelli occupazionali, sulla solidità del
potenziale compratore, sui destini delle attività messe in comune a livello di
gruppo, dalle infrastrutture digitali alla produzione dei video, e quindi senza
nessuna garanzia di poter continuare a svolgere il nostro lavoro così come
abbiamo fatto fino a oggi”.
In gioco, ricordano i giornalisti, “c’è una testata che ha scritto la storia del
giornalismo con un forte radicamento territoriale e una proiezione
internazionale che non può essere né svenduta né scaricata a un qualsiasi
compratore. La redazione metterà in campo tutte le sue forze per difendersi con
ogni mezzo da quello che considera un attacco senza precedenti alla sua dignità
e a 150 anni di storia”. Il documento si chiude con un appello “a tutti coloro
che conoscono e apprezzano il modo in cui La Stampa fa giornalismo, e anche a
tutti coloro che hanno provato a colpire questo giornale”: La Stampa, si legge,
“continuerà a informare i suoi lettori come ha sempre fatto con rigore, serietà
e indipendenza, diceva John Elkann meno di due settimane fa. Al contrario
dell’editore, noi crediamo ancora in queste parole”.
LE OPPOSIZIONI: “ALLARMANTE, IL GOVERNO RIFERISCA”
“Le informazioni che circolano sulla vendita del gruppo Gedi sono allarmanti”, è
stato il commento della segretaria del Pd Elly Schlein. “Le preoccupazioni
espresse dai Comitati di Redazione sono anche nostre. Dopo anni di scelte
finanziarie che hanno progressivamente indebolito l’azienda, si arriva oggi alla
cessione a un soggetto straniero che non offre garanzie su occupazione,
prospettive future, qualità e pluralismo dell’informazione. Siamo estremamente
preoccupati dai rischi di indebolimento o addirittura di smantellamento di un
presidio fondamentale della democrazia, fondato su testate che hanno segnato la
storia del giornalismo italiano e che rappresentano un patrimonio unico anche
per il radicamento territoriale. Per questo siamo al fianco dei giornalisti e
sosterremo ogni iniziativa volta a mantenere alta l’attenzione e ottenere
chiarimenti su una vicenda che tocca direttamente la salute del sistema
democratico”. Anche Chiara Appendino del M5s e il vicepresidente di Alleanza
Verdi Sinistra alla Camera Marco Grimaldi hanno chiesto all’esecutivo di
riferire. “I giornalisti sono stati colpiti e umiliati. Trattati come merce. Usa
e getta. Siamo di fronte all’ennesimo piano di svendita italiana scelto da un
imprenditore che sa fare bene una cosa: prendersi i dividendi e fuggire”,
l’attacco di Grimaldi.
L'articolo I giornalisti della Stampa dopo la notizia della vendita: “Attacco
umiliante senza precedenti alla nostra dignità”. Il governo convoca Gedi
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