Il sì all’ampliamento dello stabilimento della fabbrica di bombe nelle campagne
del Sulcis, a pochi chilometri dal mare, “esplode” all’interno della giunta
regionale sarda. “Non posso fare altro”, aveva provato a spiegare la presidente
Alessandra Todde (del Movimento 5 stelle) ufficializzato il via libera
all’autorizzazione. Adesso, però, un partito della maggioranza prendere le
distanze: Alleanza Verdi Sinistra annuncia, infatti, il voto contrario alla
delibera e chiede di ritirarla: “Chiediamo una fase di confronto con la
presidente Todde e il centrosinistra anche sul tema della transizione ecologica
ed energetica”, dichiarano l’assessore ai Lavori pubblici Antonio Piu e i
consiglieri regionali Maria Laura Orrù, Diego Loi e Giuseppe Dessena. Posizione
sostenuta anche dai due leader nazionali del partito.
Una bella grana per Todde che – dopo aveva rallentato l’iter e dato l’illusione
di volerlo contrastare – è pronta a dare l’ok all’ampliamento dello stabilimento
Rwm Italia di Domusnovas, controllata dai tedeschi di Rheinmetall. Una fabbrica
che ha prodotto bombe per l’Arabia Saudita, droni per Israele, armi per Ucraina
e Paesi Nato, con soli 102 dipendenti fissi e molti interinali precari. I lavori
di ampliamento erano già stati completati ma senza autorizzazione definitiva e
l’annuncio della presidente è arrivato dopo un lungo iter che ha visto il
coinvolgimento di più assessorati e una serie di valutazioni tecniche: “Potrei
strappare qualche applauso se dicessi no alla Valutazione di impatto Ambientale
per Rwm, negando una nuova autorizzazione per i manufatti già realizzati. E il
giorno dopo mi ritroverei i tribunali e gli uffici dello Stato che commissariano
la Regione e ottengono lo stesso risultato a cui ora voi vi opponete. La Regione
ha un ruolo che va oltre i desideri della sua persona, ha un incarico
istituzionale che deve svolgere rispettando le leggi”, aveva detto Todde.
Non la pensano come lei gli alleati. “La Sardegna sostiene già un carico
militare sproporzionato e aggiungere un’industria di armi vuol dire condannarla
a essere retrovia di un’economia di guerra, riproponendo il vecchio ricatto del
lavoro in cambio di attività invasive che consumano territorio, dividono le
comunità e non lasciano futuro, solo capannoni vuoti e giovani costretti ad
andare via. Rivendichiamo invece uno sviluppo fondato sulle risorse dell’isola,
sulla pace, sulla qualità dell’ambiente e sulla dignità del lavoro, non
sull’ennesima fabbrica di armi”, scrivono assessore e consiglieri di Avs.
“Condivido in pieno la loro iniziativa”, commenta il leader di Sinistra italiana
Nicola Fratoianni: “Bisogna votare no all’ampliamento della fabbrica di armi ed
è utile quindi aprire un confronto con la presidente Todde per trovare soluzioni
alternative”, aggiunge. Sulla stessa linea Angelo Bonelli che invita la giunta
regionale a “votare no all’ampliamento perchè non solo dobbiamo essere coerenti
con quello che diciamo, ma la Sardegna è e deve restare una Regione di pace. Non
possiamo permetterci -avverte il leader di Europa verde – che una delle più
grandi industrie europee di armi come la tedesca Rheinmetall – produttrice di
droni, munizioni, che vende a Israele e sono state utilizzate a Gaza– ampli la
sua fabbrica”. “Questa delibera va bocciata e siamo pronti a sostenere tutte le
azioni giuridiche a sostegno dell’iniziativa di Avs”, conclude Bonelli. La
giunta regionale potrebbe comunque approvare la delibera anche senza il voto
dell’assessore di Avs. Ma rappresenterebbe un fatto politico che potrebbe avere
conseguenze sulla maggioranza che sostiene Todde.
L'articolo Sardegna, tensioni in giunta. Avs contro Todde: “No all’ampliamento
della fabbrica di bombe. Ritirate la delibera” proviene da Il Fatto Quotidiano.