“Donald Trump per ragioni affaristiche e non etiche sta cercando di uscire dalla
guerra in Ucraina. Ma più si avvicina il momento del negoziato e di una
possibile conclusione del conflitto, più determinati politici europei si
comportano da guerrafondai assoluti, cercando di sabotare l’unica speranza che
abbiamo”. Ad attaccare la strategia Ue è Alessandro Di Battista, a margine della
presentazione a Roma, alla fiera di Più Libri, Più Liberi, del libro “Democrazia
deviata: tra astensionismo e potere invisibile”, insieme ad Alessandro Orsini.
“Sento il capo di stato maggiore dell’esercito francese dire che bisogna
‘abituare’ la società a perdere figli in guerra. Vedo, nella settimana di
importanti colloqui, Ursula von der Leyen insistere sugli asset russi, esponendo
l’Ue a possibili ricorsi miliardari, Kaja Kallas ribadire la necessità di
continuare ad armare Kiev, Guido Crosetto e Emmanuel Macron parlare di ‘leva
volontaria’, che poi non significa nulla. Stanno alimentando una guerra persa,
per non perdere poltrone e credibilità, mentre Vladimir Putin va avanti perché
ha il coltello dalla parte del manico. Meglio sarebbe accettare una sconfitta
oggi, che affrontare una disfatta domani. Ma forse sono consci che il prossimo
step sarà inviare soldati e poi una guerra nucleare, contro la potenza con il
più alto numero di testate al mondo”, continua l’ex parlamentare.
Parole condivise anche da Orsini: “L’Ue vuole boicottare la pace perché ha
bisogno di prendere tempo per riarmarsi. Poi perché i suoi leader vogliono
salvare la poltrona. Ma la guerra in Ucraina è anche lo strumento che usano per
rilanciare l’economia europea come economia di guerra. Per loro questo conflitto
non deve sparire dall’orizzonte umano come pericolo potenziale. E, nel caso
finisse, devono lasciare irrisolte le cause della guerra. Perché così potranno
dire ‘la guerra è finita, ma dobbiamo dissanguare i cittadini europei perché
potrebbe scoppiare di nuovo”. E questo discorso si può fare soltanto se lasci le
porte della Nato aperte a Kiev”.
L'articolo Più Libri, Più Liberi, Di Battista presenta “Democrazia deviata” con
Orsini: “Ue boicotta pace in Ucraina per paura di perdere poltrone e
credibilità” proviene da Il Fatto Quotidiano.
Tag - Alessandro Di Battista
Paper First lancia gli “Smartbook” una nuova collana di libri digitali agili,
accessibili e immediati, dedicati all’attualità, alla politica, alla storia,
alla scienza e allo sport. Tutto in un formato snello e con lo stile
inconfondibile dei nostri autori.
Gli Smartbook sono approfondimenti originali pensati per chi vuole capire il
mondo in modo rapido ma accurato: scenari internazionali, politica italiana,
cambiamento climatico, analisi sportive, fisica contemporanea. Disponibili
esclusivamente in digitale, gli Smartbook sono acquistabili sugli store online a
solo 3,99€.
SCOPRI LA PRIMA USCITA
“La Russia non è il mio nemico” di Alessandro Di Battista
La diffusione della “russofobia”, un sentimento anti-russo spesso del tutto
irrazionale, ha uno scopo ben preciso: la costruzione del nemico. Lo spauracchio
di Mosca serve alle classi dirigenti europee per far “accettare” ai cittadini
del Vecchio continente, e in particolare a quelli italiani, la più grande
operazione di speculazione finanziaria degli ultimi decenni: il piano di riarmo
europeo, che non farà altro che arricchire le fabbriche di armi statunitensi e i
fondi finanziari USA che ne sono i principali azionisti.
Scopri dove acquistarlo:
https://www.paperfirst.it/libri/la-russia-non-e-il-mio-nemico/
L'articolo Alessandro Di Battista presenta la collana Smartbook di Paper First e
il suo ‘La Russia non è il mio nemico’ proviene da Il Fatto Quotidiano.
“Prima di essere un reporter, sono stato e sono un lettore del Fatto Quotidiano,
e non mi sono mai pentito di esserlo. Il Fatto mi ha sempre permesso di
raccontare la realtà così come la vedevo: mai hanno cambiato una virgola di
quello che ho scritto. Come reporter ho seguito eventi internazionali e missioni
sul campo in contesti complessi, documentando ciò che vedevo e ciò che pensavo,
con libertà e indipendenza. Oggi più che mai, chi ha un pensiero diverso dal
pensiero dominante sulla guerra in Ucraina subirà attacchi ancora più forti. In
questo momento è fondamentale sostenere un giornale davvero libero. Abbonatevi
(qui l’offerta vantaggiosa di questi giorni) e supportate il Fatto Quotidiano.
Viva l’informazione davvero libera”.
L'articolo “Chi ha un pensiero diverso da quello dominante è sotto attacco, per
questo dovete sostenere Il Fatto Quotidiano con l’abbonamento digitale”:
l’appello di Di Battista proviene da Il Fatto Quotidiano.
“Come è in atto una strategia politico-mediatica di rimozione del genocidio a
Gaza come se tutto fosse dimenticato, è in atto da parte del governo soprattutto
da parte di Giorgia Meloni, un tentativo di rimuovere le sue stesse
responsabilità anche dal disastro ucraino”. Così Alessandro Di Battista, ospite
di Accordi&Disaccordi, il talk condotto da Luca Sommi con la partecipazione di
Marco Travaglio e Andrea Scanzi, in onda il sabato su Nove. “Perché a
scommettere sulla vittoria ucraina non era soltanto Ursula Von der Leyen. Credo
che Giorgia Meloni abbia ripetuto la frase ‘scommetto sulla vittoria
dell’Ucraina’ dieci volte, almeno dieci volte, quando si accontentava del bacino
sulla fronte di Biden, quando obbediva alla Casa Bianca durante tutto quel
periodo, sia lei che tutto il governo. – ha proseguito l’ex deputato M5S –
Dunque lei è politicamente corresponsabile del disastro europeo in Ucraina. In
un Paese normale la Meloni dovrebbe innanzitutto parlare, quando invece sta
zitta, s’inabissa. No, questo è il tentativo mediatico. Non c’è un numero
sufficiente di giornalisti capaci di ricordare alla Meloni quel che ha detto,
anche di farle le giuste domande. Poi lei evita il confronto. Un po’ come la
storia dei gasdotti russi che sappiamo essere stati sabotati con un atto
terroristico dagli ucraini. Quando la Von der Leyen diceva ‘risponderemo con la
forza’, c’è mai stato un un giornalista capace di andare sotto e dire: ‘Scusi ma
ora che sappiamo che sono stati gli ucraini, che cosa fate?’, ‘scusi Giorgia
Meloni ma lei che ha scommesso sulla vittoria Ucraina, adesso che fa? Sceglie la
strada del silenzio? Fa l’equilibrista tra l’Unione europea e Trump quando ha
già scelto Trump e per questo resta in silenzio?”, ha detto ancora il reporter.
“Però il ministro Crosetto ha detto che alcuni punti di questo patto sono
inaccettabili”, ha ribattuto il conduttore. “Secondo me questa è la solita
strategia di mandare avanti uno mentre lei nel frattempo sta zitta, prova un po’
a proteggersi perché il fallimento è colossale. Giorgia Meloni è in totale
continuità rispetto al governo Draghi perché è stato Draghi il primo a far
approvare, durante il suo governo, da tutti i partiti, tutti quanti, il primo
decreto di invio di armi in Ucraina, accettando anche la politica delle
sanzioni. – ha spiegato Di Battista – Ci dissero che le sanzioni avrebbero
buttato giù Mosca in pochi giorni. Questo lo disse Enrico Letta da segretario
del Partito democratico. Quando io sono andato a Mosca a raccontare quello che
succedeva e leggevo che secondo i giornali italiani mancavano le patatine
fritte, non c’era la benzina: io leggevo questa roba e dicevo: ‘guardate che non
è vero’. Scrivevano che non c’erano più armi e io andavo nella zona di
Ekaterinburg dove le fabbriche ex sovietiche, spostate durante la Seconda guerra
mondiale nella zona degli Urali per mettere in sicurezza dei nazisti, facevano
turni h24. Io raccontavo un’altra storia”.
“Quindi le armi non dovevano essere mandate dall’inizio in Ucraina?”, ha
domandato ancora Sommi. “Intanto mandare armi all’interno di un teatro di guerra
è una violazione della Costituzione perché fino a prova contraria per la
Repubblica italiana la guerra non è mai un modo di risolvere i conflitti, le
questioni internazionali. – ha risposto il fondatore di Schierarsi – Poi ho
sempre detto, dal primo giorno, che l’Unione europea si doveva sbrigare ad
individuare in Angela Merkel, che era la persona più autorevole – conosce Putin,
parla il russo, aveva fatto accordi su accordi sul gas, era andata da XI Jinping
non so quante volte – l’inviato speciale dell’Unione, dando questo messaggio a
Putin: siamo favorevoli al riconoscimento della Crimea russa in cambio di un
cessate il fuoco e di un percorso negoziale sul Donbass. Questo era quello che
l’Unione Europea avrebbe dovuto fare. – ha continuato l’attivista – Invece
l’Unione Europea non ha ancora nominato un inviato speciale per la negoziazione
con la Russia e mai lo nominerà. L’hanno fatto gli americani che stanno al di là
dell’Atlantico e ci stanno guadagnando grazie a questa guerra e non l’ha fatto
l’Europa, che si è auto sanzionata. Ricordate quando Draghi, l’Altissimo il
Messia diceva: ‘volete la pace o il condizionatore acceso?’ Ricordate Draghi
dire: ‘in quattro e quattr’otto le sanzioni, con quella spocchia, le sanzioni
alla Russia hanno distrutto la macchina bellica di Mosca’. Ma ve lo ricordate?
Lo disse davanti alla all’Assemblea generale delle Nazioni unite da Presidente
Consiglio dei Ministri, quello spocchioso, tenuto in vita politicamente da un
sistema mediatico altamente corrotto. Adesso i nodi vengono al pettine. Per
questo Giorgia Meloni, che è corresponsabile del fallimento, ha scelto la via
del silenzio. Ma dobbiamo ricordare le sue responsabilità”, ha concluso Di
Battista.
L'articolo Di Battista (Nove): “Meloni cerca di far dimenticare le sue
responsabilità su Gaza e Ucraina: per questo non prende una posizione netta sul
piano Trump” proviene da Il Fatto Quotidiano.
Scontro rovente a Dimartedì (La7) tra Alessandro Di Battista e Francesco Storace
sulla situazione dell’economia italiana dopo tre anni di governo Meloni.
Il dibattito è incentrato sulla crescita economica al ribasso nel 2025, con
previsioni che indicano un’espansione del Pil molto moderata e revisioni al
negativo rispetto alle stime precedenti: mentre Spagna, Portogallo, Germania e
Francia crescono, l’Italia scende e si prevede che nel 2027 resterà sotto l’1%
di crescita. Saremo cioè il fanalino di coda assoluto dell’Eurozona e verremo
superati anche da economie più piccole come l’Irlanda o il Portogallo.
Insorge Storace che difende l’operato del governo Meloni: “Quella Europa che voi
citate è la stessa Europa che ci dice che a aprile prossimo noi siamo sotto il
rapporto deficit-Pil del 3%. Cioè finisce la procedura di infrazione d’Italia. È
o no un successo del governo?“.
“Sì, pagato dai cittadini più deboli”, commenta la deputata di Avs Elisabetta
Piccolotti.
Le fa eco Di Battista che, rivolgendosi a Storace, chiede con sconcerto, tra le
risate degli ospiti: “Non siete più i fascisti di una volta, siete diventati
tutti bocconiani. Non vi vantate di manovre sociali, ma della procedura
d’infrazione e dello spread. Ma cosa siete diventati? Dove stanno le scuole
pubbliche? Dove stanno gli asili pubblici? Dove sta la natalità? Che fine avete
fatto?”.
“Sei il signor ‘Cambio discorso’!”, urla Storace.
“Dite che la Meloni ha il 28% dei gradimenti – rilancia l’ex deputato del M5s –
ma parliamo di quelli che vanno a votare, ormai un’esigua minoranza. La gente
sente che il governo annuncia l’abbassamento delle tasse, però poi va a fare la
spesa. Il latte che compravo io cinque anni fa stava a 0,89 euro, oggi lo paghi
1,59”.
Lapidario e ironico il commento della filosofa Donatella Di Cesare: “È
bellissimo che Di Battista dia lezioni di fascismo a Storace“.
L'articolo Di Battista contro Storace: “Ma cosa siete diventati? Non siete più
fascisti ma bocconiani”. Su La7 proviene da Il Fatto Quotidiano.