Si moltiplicano da Nord a Sud le prese di posizione istituzionali contro il
disegno di legge (a prima firma Lucio Malan) che intende stravolgere la 157/92,
liberalizzando l’attività venatoria e riducendo le tutele della fauna selvatica
(e dei cittadini). Mentre il provvedimento giace in commissione al Senato – è lì
dovrebbe stare almeno fino a gennaio – prima il Comune di Roma e poi quello di
Bologna hanno approvato due diversi atti – una mozione, nel primo caso, e un
ordine del giorno nel secondo – per chiedere che il ddl voluto da Francesco
Lollobrigida venga fermato.
Nella Capitale l’iniziativa è stata presa dal consigliere Rocco Ferraro (lista
civica Gualtieri sindaco) e la mozione è stata approvata coi voti del Pd,
Alleanza Verdi-Sinistra, Movimento 5 stelle e con quello della consigliera di
Forza Italia, Rachele Mussolini. “La norma va in sfregio a qualunque logica ed
etica per quanto riguarda il rispetto degli animali, oltre al fatto che presenta
un rischio per l’incolumità pubblica” ha detto Ferrero, puntando sul pericolo
per “turisti, escursionisti, ciclisti e cittadini” che frequentano boschi,
campagne, aree demaniali e – se venissero approvati alcuni emendamenti proposti
da Lega e Fratelli d’Italia, come denunciato da ilFattoQuotidiano.it – spiagge.
Nel capoluogo emiliano è stata invece la consigliera dem Mary De Martino a
presentare l’ordine del giorno contro il ddl Malan, poi approvato. “Raccogliamo
con grande entusiasmo questa espressione di una volontà che accomuna la
stragrande maggioranza di cittadini italiani, da sempre contrari alla caccia –
dichiara Massimo Vitturi, responsabile Area Animali Selvatici della Lav– La
netta posizione di contrarietà ribadisce ancora una volta e con ancora più forza
quanto emerso dai recenti sondaggi che confermano che quasi l’80% degli italiani
vorrebbe che la caccia fosse dichiarata finalmente illegale”. Lav che, insieme
ad altre associazioni animaliste, ha presentato in Parlamento una legge di
iniziativa popolare per chiedere l’abolizione della caccia; mentre il Wwf ha
promosso una petizione, che ha superato le 100mila firme, proprio per fermare il
disegno di legge voluto dal ministro dell’Agricoltura.
Oltre a Roma e Bologna, in questi mesi altri Comuni hanno fatto sentire la
propria voce, come nel caso di Avigliano, in provincia di Torino. Il sindaco
Andrea Archinà, intervistato dalla Lav, ha spiegato che “il nostro territorio è
ad alta attrazione turistica: i troviamo lungo il percorso della via Francigena,
perciò abbiamo tantissimi camminatori, escursionisti e appassionati di outdoor,
amanti della bicicletta. Se il ddl venisse approvato, il rischio di incidenti
diventerebbe ancora più elevato. Abbiamo ricevuto molte segnalazioni da parte
dei cittadini, soprattutto abitanti delle borgate e delle zone periferiche, che
hanno mostrato preoccupazione per gli spari vicino casa a qualsiasi ora del
giorno”. Per la cronaca, anche a Pescara c’è stato un tentativo, col consigliere
Paolo Sola (M5s). L’assemblea a trazione centrodestra però ha bocciato l’ordine
del giorno.
Gli occhi, ora, sono puntati sulla legge di Bilancio. Col ddl fermo in Senato,
infatti, c’è il timore che pezzi del provvedimento entrino nella manovra (e
vengano approvati) come successo nel 2022 con il noto “emendamento Foti”, che
aveva dato avvio alla caccia selvaggia in parchi e aree urbane.
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Lollobrigida: “Rischio per l’incolumità pubblica” proviene da Il Fatto
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