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Lazio-Milan, Milinkovic-Savic esulta tra i tifosi e Sarri ammette: “Lui e Luis Alberto ci farebbero comodo, ma ormai sono abituati ad altre cifre”
La Lazio batte il Milan agli ottavi di Coppa Italia per 1-0 grazie al gol di Mattia Zaccagni, lo elimina dalla Coppa Italia e riscatta la sconfitta di domenica scorsa proprio contro i rossoneri. Una partita che i biancocelesti hanno vinto sotto gli occhi di Sergej Milinkovic-Savic, calciatore che ha giocato con la Lazio tra il 2015 e il 2023, lasciando un gran ricordo tra i tifosi. Motivo per cui la curva della Lazio lo ha accolto con uno striscione emblematico: “In mezzo a noi perché uno di noi. Bentornato Sergej!”. Milinkovic-Savic – oggi in forza all’Al Hilal di Simone Inzaghi – è stato accolto dai tifosi tra cori e striscioni, ma soprattutto ha seguito la partita proprio insieme a loro come testimoniano i tantissimi video apparsi sui social. Tra questi anche un video negli attimi immediatamente dopo il gol di Zaccagni, con l’Olimpico che è esploso di gioia e Milinkovic-Savic si è lasciato andare a un’esultanza sfrenata per la sua ex squadra. Una serata magica per la Lazio e per il centrocampista, che è rimasto nel cuore dei tifosi biancocelesti. Sabato a San Siro c’era Luis Alberto, dopo qualche giorno è arrivato anche Sergej Milinkovic-Savic. E Sarri ha commentato così in conferenza stampa: “Milinkovic e Luis Alberto? Penso si stiano abituando a stipendi che qui non prendono, felice che sono rimasti legati a questi colori. Ho visto l’esultanza di Sergio al gol, sembra che faccia ancora parte del gruppo. Hanno situazioni economiche difficilmente proponibili”. Ma se dovesse fare un pensierino a riprenderli, Sarri non saprebbe chi scegliere: “Uno ha qualità tecnica e numero di assist, l’altro negli ultimi anni ha sempre fatto doppia cifra. Ci farebbero comodo entrambi”, ha dichiarato il tecnico biancoceleste. L'articolo Lazio-Milan, Milinkovic-Savic esulta tra i tifosi e Sarri ammette: “Lui e Luis Alberto ci farebbero comodo, ma ormai sono abituati ad altre cifre” proviene da Il Fatto Quotidiano.
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“Spostiamo le postazioni var lontane dalle panchine, così l’arbitro decide in tranquillità”: la proposta di Maurizio Sarri
“Mi viene in mente un suggerimento: mettiamo le postazioni Var dalla parte opposta delle panchine. L’arbitro deve prendere delle decisioni in una tranquillità diversa da quella che ho visto”. La proposta arriva da Maurizio Sarri – allenatore della Lazio – a Sport Mediaset. Il riferimento è ovviamente al rigore richiesto dalla squadra biancoceleste nel finale della gara di campionato con il Milan. L’allenatore della Lazio però non vuole sentire parlare di vendette. “Rivalsa? Noi dobbiamo giocare per i nostri obiettivi, di tutto abbiamo bisogno meno che di una partita nervosa”. In una delle ultime azioni della sfida tra Milan e Lazio – con i rossoneri in vantaggio per 1-0 per il gol di Rafael Leao – su un cross in area, infatti, il difensore della Lazio Alessio Romagnoli calcia al volo con il piattone di sinistro, ma Pavlovic – di spalle – devia con il gomito. L’arbitro Collu assegna un calcio d’angolo, ma viene richiamato dal var Di Bello (che adesso sarà fermato per un turno prima di ripartire dalla Serie B) dopo un check da Lissone. Una situazione che – tra on field review e dialogo tra var e arbitro – dura tantissimo, oltre sei minuti (con anche pressioni dietro da parte dei membri delle due panchine), e che poi porta Collu all’annuncio a centrocampo: Pavlovic commette fallo di mano, ma prima subisce fallo da Marusic. Quindi si riparte con un calcio di punizione in favore del club rossonero. Decisione non condivisa dal designatore arbitrale Gianluca Rocchi, che ha sentenziato: la decisione corretta sarebbe stata ripartire con un calcio d’angolo. Adesso la Lazio riaffronterà il Milan in Coppa Italia giovedì, ma Maurizio Sarri non ha dubbi. “Se facciamo per 90 minuti quello che abbiamo fatto nel primo tempo va benissimo, non possiamo pensare di azzerare la pericolosità del Milan, un avversario che può farti gol in tanti modi. La Coppa Italia? Come sapete è una formula che non mi piace, giocheremo turno per turno senza fare progetti a lungo periodo”, ha proseguito Sarri che ha poi parlato del mercato. “Bisognerà vedere se a gennaio sarà a zero, se sarà libero, se proprio ci sarà un mercato. Per noi sarà decisivo quello di giugno. Ho detto quello che secondo me può mancare a livello di ruoli e di qualità, poi individuare i nomi è compito della società”, ha concluso Sarri. L'articolo “Spostiamo le postazioni var lontane dalle panchine, così l’arbitro decide in tranquillità”: la proposta di Maurizio Sarri proviene da Il Fatto Quotidiano.
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Milan-Lazio: il (forse) rigore, la giacca di Allegri e le polemiche. E la squadra di Sarri va in silenzio stampa
A San Siro è il minuto 95′ di un combattuto Milan-Lazio. Il biancoceleste Alessio Romagnoli sfrutta, al volo, l’utile pallone messo in mezzo da Nuno Tavares e colpisce il gomito del difensore di casa Strahinja Pavlovic. Rigore? L’arbitro Collu concede calcio d’angolo prima di essere sommerso dalla rivendicazioni laziali e di venir richiamato all’on-field review dal Var Di Paolo. Il direttore di gara a rivedere l’azione ci arriverà diversi minuti dopo. Intanto sul campo inizia la tipica sceneggiata passionale delle panchine, guidata dai più disparati collaboratori e assistenti e, ovviamente, da Massimiliano Allegri. Il livornese inizia a sentir stretta la giacca, improvvisa l’ormai iconico gesto e si rivolge prima al quarto uomo e poi allo stesso Collu. All’arbitro dice così: “ogni volta che ci sei te è un casino”. Parole che probabilmente gli costano l’espulsione. A fare il giro di internet sarà l’espressione del tecnico colta dalla body-cam. Prima di abbandonare il terreno di gioco l’allenatore, figura oltre il carismatico del nostro calcio, ha il tempo per un’altra uscita ad effetto. Litiga con Marco Ianni, il secondo di Sarri, che lo prende per un braccio. In quei sette minuti e mezzo che passano tra il contatto fisico palla-gomito e la ripresa del gioco, Milan-Lazio è una nave ingovernabile. Il direttore fa letteralmente fatica a raggiungere il monitor e una volta raggiunto fa fatica a utilizzarlo. Alla fine, dopo aver rivisto l’azione, Collu riconosce il braccio largo del serbo ma punisce una trattenuta del terzino Marusic ai suoi danni, prima dell’infrazione. Punizione per il Milan battuta nel boato di San Siro. In casa Lazio, ovviamente, c’è incredulità per la decisione durante e dopo la gara. I più accesi negli ultimi minuti sono Guendouzi e Zaccagni, la partita si conclude al minuto 103 con un pratico 1 a 0 per il diavolo, il terzo nelle ultime quattro gare che porta Allegri primo in attesa della Roma. E se nel post partita il tecnico rossonero conferma la sua frase rivolta verso il direttore di gara a farsi sentire è il silenzio della Lazio. La squadra capitolina chiama il silenzio stampa e pubblica su Instagram il video del galeotto fallo di mano. Accompagnato dalla descrizione: “Ci dispiace non andare in sala stampa, questa sera le immagini parlano per noi”. Ciò che si lamenta sempre più spesso nel nostro calcio non è però tanto la chiarezza degli avvenimenti, quanto l’interpretazione che le immagini possono avere. Fotogrammi che sembrano poter dire tutto e il contrario di tutto, guardate a fondo e a ritroso come accade, possono sempre riscontrare irregolarità pregresse. Ad ogni modo, già ad inizio mese il tecnico Maurizio Sarri aveva lamentato un certo disagio verso la classe arbitrale, chiedendo che venissero noleggiati arbitri dall’estero per sopperire al basso livello dei direttori italiani. In quel contesto la società di Lotito si dissociò immediatamente, ma le polemiche arbitrali (sebbene rimangano ataviche nel nostro calcio) da un paio d’anni non accennano a fermarsi. L’ospite inquietante nei soliti discorsi non è più però tanto il potere o lo strapotere “politico” dei grandi club, quanto una presa d’atto di un basso livello qualitativo all’interno della scuderia dei dirigenti di gara. L'articolo Milan-Lazio: il (forse) rigore, la giacca di Allegri e le polemiche. E la squadra di Sarri va in silenzio stampa proviene da Il Fatto Quotidiano.
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