Crollano fatturato e utili della società di Checco Zalone. A pochi giorni
dall’uscita del nuovo film “Buen Camino”, nei cinema dal 25 dicembre, arriva la
notizia che la Mlz srl, società cinematografica dell’attore, non godrebbe di
ottima salute. A fare i conti in tasca a Zalone è la testata Open, che parla di
“ricavi decimati nel giro di un anno, scendendo da 4.328.494 euro ad appena
327.296 euro” e guadagni ridottisi di 44 volte, da 1.402.200 euro a 31.435 euro.
Il motivo sarebbe da ricercare nel cambio al vertice, ovvero nella fuoriuscita
della ex compagna Mariangela Eboli, che era amministratrice unica di Mlz srl.
Dopo che, lo scorso anno, la loro storia era arrivata al capolinea, Checco
Zalone aveva deciso di interrompere anche i rapporti professionali con lei.
Fuori Eboli, con 30mila euro di buonuscita per l’interruzione anticipata del
rapporto, il suo posto è stato preso dallo stesso attore, divenuto manager di se
stesso nella società di cui è azionista per il 95% (il resto è in mano ad
Antonietta Capobianco, sua madre). Una mossa che per ora non si sarebbe rivelata
fortunata.
La testata diretta da Franco Bechis sottolinea pure la riduzione dei depositi
bancari e postali di Mlz srl, scesi in un anno da 3,481 milioni a 940mila euro.
Di fronte a uno scenario del genere, Zalone si sarebbe ridotto lo stipendio da
amministratore: 86.887 euro lordi contro i 108.739 euro lordi che annualmente
percepiva la ex compagna per ricoprire il medesimo ruolo.
Sebbene il quadro non sia dei più felici, l’attore non avrebbe di che temere.
“La sua società ha accantonato fra le riserve statutarie molti guadagni degli
anni precedenti, per un totale di 7,299 milioni di euro” scrive la fonte. A
risollevare ulteriormente le sorti della società sarà con ogni probabilità la
pellicola con cui Checco Zalone si ripresenta nelle sale italiane. “Buen Camino”
uscirà a Natale e si candida a essere uno dei titoli più visti della stagione,
se non addirittura il più visto.
Il film, che segna il ritorno al lavoro di Zalone con il regista e sceneggiatore
dei suoi primi lavori, Gennaro Nunziante, è incentrato su un padre ereditiere
che si ritrova per la prima volta ad affrontare le responsabilità della sua
paternità provando a cercare la figlia Cristal, che ha deciso di percorrere da
pellegrina il cammino di Santiago di Compostela.
L'articolo “Checco Zalone guadagna 44 volte di meno dopo il licenziamento della
sua ex compagna. Incassi a picco e lui si è tagliato lo stipendio” proviene da
Il Fatto Quotidiano.
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È una lunga intervista quella che il produttore Pietro Valsecchi ha rilasciato
al Corriere della Sera. Una chiacchierata nella quale parla di sui genitori
(“Mio padre aveva nove fratelli, tre morti in guerra, lui deportato a
Mauthausen. Si salvò cucinando. Mi ha trasmesso l’amore per la cucina. Quando
finì la guerra tornò come tanti a piedi. Mia madre invece la persi quando avevo
appena 9 anni”) e del cinema “come rifugio”: “Mi infilavo in sala e vedevo tre
film di fila. Si girava col cappotto consumato e si stava in coda davanti alla
cassa, pigiati l’uno contro l’altro, il primo che spingeva entrava per primo. Io
ero sempre davanti a tutti”.
La breve parentesi da attore, l’amicizia con Michele Placido (“Col tempo le
nostre strade si sono separate”) e poi i set con Maria Schneider: “Era instabile
e imprevedibile, spesso ubriaca, soprattutto quando la raggiungeva Tina Aumont,
con hashish e altre sostanze. Maria arrivava tardi, faceva scenate, si spogliava
in pubblico. E il film non finiva mai”. L’amore per la moglie Camilla Nesbitt
(“il motore della mia vita”) e il successo “vero” con Checco Zalone, conosciuto
grazie al figlio che guardava Zelig. “Mi raggiungono, dalla Puglia a Cortina,
lui e Gennaro Nunziante, il suo amico e regista. Loro portarono la mozzarella,
io li accolsi col tartufo”. Il primo film Cado dalle Nubi, Valsecchi lo fa
“contro tutti” e, spiega, “incassò 18 milioni. Poi le cose si complicarono.
Tutti volevano rubarmi Zalone. Abbiamo fatto cinque film insieme. Gli abbiamo
trasmesso l’amore per l’arte e per il collezionismo, e affinato il gusto per il
vino. Abbiamo condiviso serate di musica, risate e leggerezza: momenti preziosi
che porterò con me. Fino a quando qualcosa si ruppe”. Cosa? Che Zalone “è
diventato ossessivo, vinto dall’ansia del primo posto. Ma nel cinema è normale,
l’invidia è ovunque, tutti vogliono essere unici. E Luca lo era davvero. Il
secondo film ha fatto 45 milioni, il terzo 52, quello che è andato ‘male’, Tolo
Tolo, ne ha incassati 48. Il film più difficile. Luca e Nunziante non riuscivano
a venire a capo della storia. Lo vedevo spaesato. ‘Non mettermi ansia, Pietro’
mi diceva. D’accordo, ma un’idea va trovata. Intanto Gennaro mi chiese una cifra
assurda. ‘Stai scherzando?’. ‘No, sono serio’. ‘Ma tu non sei Zalone, tu sei il
regista di Zalone’. La discussione degenerò. Lo cacciai dal mio ufficio in malo
modo, urlandogli dietro fino in strada. Non l’ho più visto. A quel punto, ho
lasciato Luca libero di fare il suo film”.
Parla di Tolo Tolo, Pietro Valsecchi, è fa una riflessione: “Luca non voleva più
far ridere, ogni volta che gli mandavo un autore nuovo per affiancarlo lo
snobbava. Aveva bisogno di essere accettato dall’intellighenzia di sinistra, che
non l’aveva capito. È un democristiano fino al midollo, voleva il riconoscimento
di quel mondo e quando l’ha avuto l’ha snobbato. Solo che a me questo suo
riconoscimento è costato 24 milioni di euro. Mi disse, con tutti i soldi che ti
ho fatto guadagnare, ora te li faccio spendere. Una sorta di vendetta poetica.
Ma ero d’accordo con lui, dopo tutti i successi, aveva il diritto di prendersi
la sua libertà”. Quando il giornalista Valerio Cappelli gli chiede cosa abbia
inventato Checco Zalone, risponde: “Un nuovo linguaggio, restando sempre molto
attento ai soldi. Mi diceva ridendo: ‘Se canto la terza canzone nel film voglio
un cachet a parte’. Non scherzava. Ma abbiamo fatto un lungo viaggio insieme ed
è stato indimenticabile”.
L'articolo “Con Zalone qualcosa si è rotto. È diventato ossessivo, molto attento
ai soldi. Poi ha avuto bisogno del riconoscimento dell’intellighenzia di
sinistra…”: parla Pietro Valsecchi proviene da Il Fatto Quotidiano.
Checco Zalone tornerà al cinema il 25 dicembre con il suo nuovo film “Buen
Camino” assieme a Beatriz Arjona e Letizia Arnò. Tutto ruota attorno alla figura
di Checco che ha una vita agiata e comodissima e non potrebbe essere altrimenti
visto che è il figlio unico di Eugenio Zalone, un ricchissimo produttore di
divani.
Spiaggiato in piscina nelle sue ville lussuose, un numero imprecisato di
filippini a servizio, una giovanissima modella messicana come fidanzata, vacanze
sul suo yacht in compagnia di amici con i quali condivide la passione del non
voler lavorare; si direbbe una vita davvero invidiabile visto che non gli manca
niente ma proprio niente. Anzi no. Qualcosa gli manca. È la figlia minorenne
Cristal, chiamata così in onore delle famose bollicine francesi, scomparsa
all’improvviso senza lasciare traccia.
Chiamato d’urgenza a Roma dalla ex moglie Linda si ritrova per la prima volta ad
affrontare le responsabilità della sua paternità provando a cercare la
ragazzina, compito parecchio complicato visto che di Cristal e della sua vita
non sa assolutamente niente. In suo soccorso giunge però Corina, la migliore
amica di Cristal, che Checco riesce a corrompere e farle confessare che la
figlia è partita per la Spagna.
Per fare cosa? Scoprirà raggiungendola che Cristal ha deciso di percorrere da
pellegrina il cammino di Santiago di Compostela, 800 chilometri da camminare a
piedi alla ricerca di un senso per la sua vita, una distanza immensa da
percorrere che Checco giudica folle ma che suo malgrado sarà costretto ad
intraprendere.
Per sentieri assolati, montagne fredde e piovose, passando per piccoli paesi
sperduti, mangiando quel che capita e dormendo in ostelli fatiscenti e carichi
di pellegrini, Checco proverà a ricomporre la sua relazione con Cristal.
L’impresa ha dell’impossibile ma un viaggio si sa può cambiare la vita e
renderla ricca per davvero
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ecco il trailer del nuovo film proviene da Il Fatto Quotidiano.