Tag - Agenzia delle Entrate

L’incredibile corto circuito sugli straordinari degli infermieri: ora gli ospedali devono restituire le trattenute di novembre
Le trattenute sulle buste paga di novembre degli infermieri che lavorano per il Servizio sanitario nazionale erano illegittime e dovranno essere restituite ai professionisti con il prossimo stipendio di dicembre. Dopo la denuncia dei lavoratori, l’Agenzia delle Entrate è stata costretta a rettificare la sua interpretazione sulla detassazione degli straordinari infermieristici, dando ragione ai sindacati: gli importi – in alcuni casi diverse centinaia di euro – sono stati sottratti ai dipendenti indebitamente. E ora le aziende sanitarie dovranno rimborsarli. Il passo indietro del Fisco è arrivato il 9 dicembre, attraverso la risposta n. 308/2025, un documento di sette pagine che corregge ufficialmente quanto affermato dalla stessa Agenzia nella prima risposta di fine ottobre: contrariamente a quanto dichiarato in precedenza, le ore di pronta disponibilità degli infermieri (la reperibilità svolta oltre l’orario ordinario per poter rientrare rapidamente in struttura in caso di urgenza) sono a tutti gli effetti ore di straordinario. Di conseguenza, come sostenuto dai sindacati, sono assoggettate alla flat tax del 5% introdotta dalla legge di Bilancio 2025. Le Asl, invece, cogliendo al balzo l’errore interpretativo dell’Agenzia, hanno predisposto frettolosamente il recupero dell’Irpef non trattenuta nei mesi scorsi, ridimensionando le buste paga di novembre di migliaia di lavoratori. Ora dovranno restituire tutto. “Monitoreremo che i soldi vengano restituiti ai professionisti già con le buste paga di dicembre”, commenta a ilfattoquotidiano.it Andrea Bottega, segretario nazionale di Nursind, che ha portato alla luce la vicenda. “C’è soddisfazione per il risultato finale, ma allo stesso tempo dispiace perché questa confusione poteva essere evitata”. Il danno, oltreché per i lavoratori, è stato anche per i cittadini. L’agitazione sindacale che è seguita all’errore di interpretazione dell’Agenzia delle Entrate, infatti, ha portato in molte aziende alla cancellazione di interventi chirurgici programmati, o di altri servizi per i pazienti. “L’amarezza degli infermieri è stata difficile da contenere – prosegue Bottega -. Si è andati a colpire una professione che già è sotto carichi di lavoro eccessivi e poco remunerata. Vedersi annullare anche la detassazione degli straordinari, senza motivo, ha fatto crescere molto il nervosismo. Di fatto, è l’unica misura introdotta in favore della categoria nella scorsa legge di Bilancio”. A innescare la marcia indietro dell’Agenzia delle Entrate sono stati due pareri del governo. Il primo, del 20 novembre, da parte dell’Ufficio legislativo del ministro per la Pubblica Amministrazione. Il secondo, del 5 dicembre, del ministero della Salute. Entrambi affermano che il Ccnl Sanità non distingue tra tipologie di straordinario: ogni ora lavorata oltre l’orario contrattuale, se effettivamente prestata, è straordinario e come tale va trattata, anche quando deriva dalla pronta disponibilità. In più, i ministeri ricordano che la relazione tecnica alla Manovra 2025 ha già calcolato le coperture considerando l’intero monte ore di straordinario infermieristico, senza separare lo straordinario ordinario da quello legato alla reperibilità. Alla luce di questo, l’Agenzia non ha potuto far altro che correggersi. Contattata da ilfattoquotidiano.it per un commento sulla vicenda, l’Agenzia delle Entrate non ha chiarito nel merito come sia stata formulata la prima risposta (errata) all’interpello né se, prima di pubblicarla, siano stati coinvolti gli uffici competenti in materia normativa. Alla domanda se avesse considerato l’impatto nazionale del parere – che ha finito per coinvolgere decine di Asl in tutta Italia, e non solo l’azienda piemontese che ha presentato l’istanza – il Fisco si è limitato a ricordare che la risposta agli interpelli “rientra tra le attività di consulenza svolte dall’Agenzia” e che si tratta di strumenti attraverso cui un contribuente chiede chiarimenti su un caso “concreto e personale”. Una risposta che non scioglie i dubbi sulla gestione iniziale di un caso che ha prodotto ulteriore sfiducia negli infermieri, categoria già allo stremo. Al di là dell’errore dell’Agenzia, la rapidità con cui molte aziende sanitarie hanno agito per recuperare risorse dalle tasche dei professionisti – senza attendere un chiarimento istituzionale definitivo – alimenta interrogativi profondi sulla gestione del personale e sulla capacità del sistema di tutelare chi contribuisce a tenere in piedi il Servizio sanitario nazionale. L'articolo L’incredibile corto circuito sugli straordinari degli infermieri: ora gli ospedali devono restituire le trattenute di novembre proviene da Il Fatto Quotidiano.
Lavoro
Agenzia delle Entrate
Amazon si accorda con l’Agenzia delle Entrate e versa 723 milioni. Per la Procura avrebbe dovuto pagare 3 miliardi
Per la Procura di Milano, a causa di alcune condotte illecite tra il 2019 e il 2020, il gruppo Amazon ha commesso una frode fiscale da 1,2 miliardi di euro. E per questo, tra sanzioni e interessi, avrebbe dovuto versare al fisco italiano un cifra intorno ai 3 miliardi. Adesso però il colosso statunitense di Jeff Bezos ha raggiunto un accordo con l’Agenzia delle Entrate per versare 511 milioni di euro a cui si aggiungono 212 milioni definiti da Amazon logistica e Amazon Italia transport, già versati nei giorni scorsi. Amazon verserà quindi all’Agenzia delle Entrate un importo complessivo di 723 milioni di euro, usufruendo anche di meccanismi rateali. Nel mirino degli inquirenti milanesi, in particolare, c’era l’algoritmo predittivo di Amazon che, secondo le accuse, non terrebbe in considerazione gli obblighi tributari in capo a chi mette in vendita sul proprio market-place in Italia merce di venditori extraeuropei, in questo caso prevalentemente cinesi, senza però dichiararne l’identità e i relativi dati all’Agenzia delle Entrate ai fini del pagamento del 22% di Iva da parte dei venditori extraeuropei. L'articolo Amazon si accorda con l’Agenzia delle Entrate e versa 723 milioni. Per la Procura avrebbe dovuto pagare 3 miliardi proviene da Il Fatto Quotidiano.
Economia
Agenzia delle Entrate
Amazon
Fisco
Dal 2026 le Entrate controlleranno i dati sulle spese sanitarie inserite nella dichiarazione dei redditi
Dal prossimo anno l’Agenzia delle Entrate potrà accedere direttamente alle spese sanitarie e veterinarie dei contribuenti durante i controlli formali sulle dichiarazioni dei redditi. La novità è stata introdotta dal decreto Mef del 29 ottobre 2025, pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 10 novembre, che ridisegna le regole di trasmissione e gestione dei dati del Sistema Tessera sanitaria. La modifica riguarda la fase di controllo, quella in cui l’Agenzia verifica la correttezza delle detrazioni indicate nel 730 o nel modello Redditi. Dal 2026, per le dichiarazioni selezionate centralmente ai sensi dell’articolo 36-ter del Dpr 600/73, i funzionari degli uffici territoriali potranno consultare online il dettaglio delle spese sostenute dal contribuente e dai familiari fiscalmente a carico: visite, analisi, prestazioni specialistiche, fatture veterinarie. Tutto ciò che è stato trasmesso dagli operatori sanitari al Sistema TS diventerà direttamente visionabile ai fini del controllo. Il decreto interviene anche sulle scadenze: l’invio dei dati al Sistema TS diventa annuale, con trasmissione entro il 31 gennaio dell’anno successivo. Una semplificazione che sostituisce i precedenti flussi semestrali. Per i dati relativi al 2025, la scadenza è fissata al 31 gennaio 2026. La possibilità di consultare il dettaglio delle spese è un cambio di passo nei controlli formali. Finora Caf e professionisti potevano basare il visto di conformità sul prospetto scaricato dal Sistema TS, autocertificato dal contribuente, senza dover verificare uno per uno scontrini e fatture. Una modalità ammessa dall’Agenzia con una Faq del 17 luglio, utile in una fase di progressivo ampliamento della dichiarazione precompilata. In sede di verifica, però, le risultanze del TS non erano sempre sufficienti: alcune spese, pur correttamente trasmesse, venivano escluse dalla precompilata dal software, costringendo i contribuenti a recuperare la documentazione cartacea. Con il nuovo sistema, il funzionario potrà invece vedere direttamente online ogni fattura caricata su TS e confermare (o contestare) la detrazione senza richiedere documenti aggiuntivi. Il controllo diventa così più rapido e più approfondito. Resta però l’obbligo di conservare le prove per alcune tipologie di spesa: quelle per cui il contribuente ha esercitato l’opposizione all’invio e quelle che non transitano nel Sistema TS – come cure effettuate all’estero, acquisti online o prestazioni pagate in supermercati e parafarmacie non abilitate. L'articolo Dal 2026 le Entrate controlleranno i dati sulle spese sanitarie inserite nella dichiarazione dei redditi proviene da Il Fatto Quotidiano.
Usi & Consumi
Agenzia delle Entrate
Tessera Sanitaria