Il governo britannico ha destinato fino a 21,7 miliardi di sterline per la
realizzazione di due mega progetti per la cattura e lo stoccaggio di Co2 .
Quello in fase più avanzata è HyNet North West, che quindi beneficerà di ingenti
sussidi per la realizzazione delle infrastrutture del gasdotto che dovranno
raccogliere l’anidride carbonica catturata da su una ventina di siti industriali
della Baia di Liverpool. Una volta catturata e trasformata per il trasporto, la
Co2 arriverà al terminal di Point of Ayr, sulla costa del Nord del Galles, per
poi andare sotto il mare e raggiungere tre dei giacimenti di gas quasi esauriti
operati da Eni, giacimenti che saranno riempiti con il gas killer del clima.
Un’inchiesta dell’associazione ReCommon fa luce sul progetto HyNet North West
ascoltando chi si oppone alla sua costruzione e dando voce alle tante
preoccupazioni di chi vive nell’area sui possibili rischi.
Nuovi tubi per la Co2 saranno posati per 35 chilometri, mentre altri 149
chilometri di gasdotti esistenti saranno riadattati. L’obiettivo di Eni è
arrivare a stoccare 4,5 milioni di tonnellate di anidride carbonica l’anno in
una prima fase del progetto, per poi raggiungere fino a 10 milioni a pieno
regime. Ma i dubbi, dice Recommon, sull’efficacia di questa tipologia di
progetti rimangono, sia sul versante della sicurezza che su quello
dell’efficacia. Nel 2023, un carbonodotto è esploso a Satartia in Mississipi con
decine di feriti e negli ultimi 15 anni sono state documentate ben 76
fuoriuscite della Co2 negli Usa. Uno studio dell’Imperial College di Londra,
pubblicato a inizio settembre sul sito della rivista Nature, evidenzia come il
rischio di terremoti, problemi tecnici o dispute territoriali renda possibile
immagazzinare in modo sicuro e su scala globale solo 1.500 gigatonnellate di
Co2, un numero ben inferiore alle 40mila gigatonnellate precedentemente stimate.
Uno rapporto di ReCommon e Greenpeace Italia ha rilevato come, dal 2009, i
governi di tutto il mondo abbiano stanziato 8,5 miliardi di dollari per progetti
di CCS, ma solo il 30% di questi finanziamenti sia stato speso. Questo perché
alcuni progetti non sono riusciti a partire, mentre molti altri sono in ritardo
o hanno ottenuto risultati così deludenti da essere già stati abbandonati per
insostenibilità economica o problemi tecnici.
video e testo di ReCommon
L'articolo “Continueranno a bruciare combustibili fossili con la scusa del
green”: l’inchiesta di ReCommon sul progetto Hynet di Eni proviene da Il Fatto
Quotidiano.