Sono stati svelati i temi o le persone che nel 2025 in Italia hanno fatto
registrare il maggiore incremento di ricerche, contenuti nella consueta analisi
“Un anno di ricerche di Google”. I risultati? L’addio a papa Francesco, i temi
legati al medio Oriente e Israele, l’exploit del cantante Lucio Corsi a Sanremo.
L’analisi evidenzia che è stato un anno di grandi addii che ha suscitato
l’interesse degli internauti. In primis la morte di papa Francesco il 21 aprile
2025 che ha provocato un’ondata di commozione e presenze internazionali a Roma
in un delicato momento geopolitico. Ma anche lo storico volto televisivo Pippo
Baudo, il re della moda Giorgio Armani, Robert Redford, l’addio delle gemelle
Kessler, unite fino alla fine, e di Eleonora Giorgi.
Un corposo spazio nelle classifiche delle tendenze 2025 di Google lo occupano
gli spettacoli. Spicca l’artista Lucio Corsi, arrivato secondo allo scorso
Festival di Sanremo: è in cima alla lista dei personaggi e delle canzoni con
‘Volevo essere un duro’. Nella stessa lista c’è anche Olly (il vincitore dello
stesso Festival), Bianca Balti, la modella che ha testimoniato sui social la sua
malattia, e i tennisti Lorenzo Musetti e Jasmine Paolini.
Il film che emerge dalle ricerche su Google nel 2025 è “Conclave” uscito pochi
mesi prima della morte di papa Francesco; la serie tv “Monster: La storia di Ed
Gein”; tra le ricette al top c’è il casatiello napoletano. Poi da evidenziare in
cima alla lista dei ‘cosa significa figura la parola parafilia’, cioè le
pulsioni sessuali che possono sconfinare in deviazioni; a seguire ‘la
separazione delle carriere’ in relazione alla riforma della giustizia su cui si
dovrebbe tenere un referendum in Italia tra pochi mesi.
I grandi temi di attualità spiccano nella lista delle domande che gli utenti
hanno rivolto a Google nel 2025. Tra questi ‘perché Israele ha attaccato l’Iran
e Gaza?’, ma anche ‘perché Leone XIV?’, il successore di papa Francesco; ‘perché
Los Angeles brucia? in riferimento ai roghi che quasi un anno fa funestato
Hollywood, ‘perché Sarkozy è in carcere’ e ‘perché Cecilia Sala è stata
arrestata?’ in merito alla detenzione della giornalista italiana a Teheran, poi
rilasciata.
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Papa Francesco, la crisi in Medio Oriente e il successo di Lucio Corsi al
Festival di Sanremo proviene da Il Fatto Quotidiano.
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Leone dopo Francesco: che papa è e che papa sarà? Alle 17 la diretta con
Francesco Antonio Grana, Pierluigi Giordano Cardone e Simone Ceriotti
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Giordano Cardone e Ceriotti proviene da Il Fatto Quotidiano.
Come sta cambiando la Curia romana dopo appena sei mesi di pontificato di Leone
XIV? La domanda, più che legittima, non alberga soltanto nelle menti degli
osservatori vaticani, molti dei quali ancora non hanno rimosso il modus operandi
bergogliano che inevitabilmente li induce in ragionamenti radicalmente errati. È
all’interno dei sacri palazzi che c’è molta curiosità, ma soprattutto tanta
ansia, nel tentativo di prevedere le mosse del matematico ed enigmatico Prevost.
Mentre, infatti, nei precedenti dodici anni di pontificato, da Casa Santa Marta,
la residenza papale, le informazioni filtravano sia in entrata che in uscita,
anche anticipando i provvedimenti più dirompenti di Francesco e così testando le
reazioni della Curia romana, costituzionalmente chiusa a catenaccio con
qualsiasi Pontefice, adesso nessuno riesce più a prevedere le mosse di Leone
XIV. Le sue prime decisioni e le sue primissime nomine, però, rivelano molto del
suo stile di governo. Un uomo che ascolta tutti, che non anticipa le sue
soluzioni ai problemi che gli vengono posti e che non spoilera le sue nomine,
come, invece, faceva Bergoglio, ma che poi decide da solo, dopo una lunghissima
meditazione, ma con una fermezza unica.
Leone XIV predilige i collaboratori che hanno un low profile, come lo aveva lui
fino all’elezione al pontificato. È, infatti, molto significativa, anche da
questo punto di vista, la scelta di monsignor Filippo Iannone come prefetto del
Dicastero per i vescovi e presidente della Pontificia Commissione per l’America
Latina, incarico ricoperto, dal 2023 al 2025, proprio da Prevost. Entrambi
religiosi, l’uno agostiniano e l’altro carmelitano, entrambi canonisti ed
entrambi molto riservati. Nella Curia romana bergogliana Iannone è stato l’unico
prefetto di un dicastero a non essere cardinale. Scontatissima ora, ovviamente,
la berretta rossa nel primo concistoro per la nomina dei nuovi porporati di
Leone XIV. Evento che, però, non è imminente. Attualmente, infatti, i cardinali
elettori sono 126, sei in più del limite fissato da san Paolo VI e confermato da
san Giovanni Paolo II. È prevedibile che Prevost attenda che il numero dei
porporati con meno di ottant’anni scenda almeno sotto il limite fissato da
Montini.
Oltre a Iannone, tra i promossi curiali c’è il cardinale Ángel Fernández Artime,
pro prefetto del Dicastero per gli istituti di vita consacrata e le società di
vita apostolica, nominato da Leone XIV legato pontificio per le Basiliche di San
Francesco e di Santa Maria degli Angeli ad Assisi e giudice applicato della
Corte di Cassazione dello Stato della Città del Vaticano. Una scelta altamente
eloquente è stata quella del vicereggente della Prefettura della Casa
Pontificia, incarico creato ad hoc da Prevost per il suo confratello padre
Edward Daniang Daleng, già consigliere generale e procuratore generale
dell’Ordine di Sant’Agostino. I due sono legatissimi da molto tempo e hanno una
totale sintonia. Leone XIV, quindi, ha scelto un uomo di sua massima fiducia
perché lo affianchi nelle udienze quotidiane, coordinandosi con la sua
segreteria particolare e con la Segreteria di Stato per organizzare l’agenda
papale. Al vicereggente Prevost ha chiesto anche di informatizzare la Prefettura
della Casa Pontificia.
Ma, ovviamente, ci sono anche i bocciati dei primi mesi di pontificato. Non sono
passate inosservate le defenestrazioni illustri di monsignor Roberto Campisi,
che da assessore per gli affari generali della Segreteria di Stato è stato
nominato osservatore permanente della Santa Sede presso l’Unesco, con l’incarico
di seguire anche l’attività delle organizzazioni internazionali cattoliche. Una
nomina non accompagnata dall’episcopato, come è tradizionalmente avvenuto per
chi ha ricoperto il ruolo di assessore della prima sezione della Segreteria di
Stato. Sembra, tra l’altro, che Campisi sia destinato, in breve tempo, a
lasciare il servizio diplomatico della Santa Sede e a rientrare nella sua
arcidiocesi di Siracusa. L’altro defenestrato curiale è l’arcivescovo Andrés
Gabriel Ferrada Moreira, da segretario del Dicastero per il clero spedito a fare
il vescovo di San Bartolomé de Chillán, in Cile. Il presule aveva ricevuto
l’ordinazione episcopale da Francesco, nel 2021, ed era considerato un suo
fedelissimo.
Oltre alle primissime nomine, ci sono poi le prime riforme. Leone XIV ha
collocato il Pontificio Comitato per la Giornata mondiale dei bambini,
presieduto da padre Enzo Fortunato, all’interno del Dicastero per i laici, la
famiglia e la vita, il cui prefetto è il cardinale Kevin Joseph Farrell.
Successivamente, Prevost ha stabilito che “nel determinare le attività di
investimento finanziario della Santa Sede, l’Amministrazione del patrimonio
della Sede Apostolica generalmente fa effettivo uso della struttura
organizzativa interna dell’Istituto per le opere di religione, a meno che gli
organi competenti, come stabilito dagli statuti del Comitato per gli
investimenti, non ritengano più efficiente o conveniente il ricorso a
intermediari finanziari stabiliti in altri Stati”. Inoltre, ha istituito
l’Apostolato del mare, quale organo di coordinamento dell’Opera dell’apostolato
del mare, in persona giuridica canonica pubblica, approvandone
contemporaneamente lo Statuto. Infine, azzerando completamente le norme
finanziarie di Bergoglio per la Fabbrica di San Pietro e il capitolo della
Basilica Papale di Santa Maria Maggiore, Leone XIV ha stabilito che entrambi gli
organismi saranno d’ora in poi soggetti “al controllo e alla vigilanza stabilita
per gli enti indicati nell’elenco allegato allo Statuto del Consiglio per
l’economia, nonché alle norme e alle leggi in materia di atti di straordinaria
amministrazione”.
Non bisogna nemmeno dimenticare lo stile di governo di Prevost. Il Papa ha
criticato la mancanza di sinergia tra i dicasteri della Curia romana. Non è un
caso, quindi, che Leone XIV sta intensificando le riunioni dei capidicastero per
un lavoro maggiormente collegiale del suo governo. Inoltre, Prevost ha già
avvisato i cardinali di tutto il mondo che il 7 e l’8 gennaio 2026, all’indomani
della chiusura del Giubileo della speranza, terrà un concistoro straordinario
per ascoltare il parere dei porporati. Un’esigenza, quella del governo
collegiale, emersa chiaramente durante le congregazioni generali dei cardinali
che hanno preceduto il conclave che ha eletto Leone XIV. Prevost sta
sottolineando molto anche il suo ruolo di primate d’Italia. Il Papa sarà ad
Assisi, il 20 novembre 2025, per concludere l’assemblea generale della Cei. Una
visita lampo nella città del poverello, dove è esposto anche il corpo di san
Carlo Acutis, canonizzato proprio da Leone XIV. Il primo viaggio apostolico di
Prevost, invece, sarà in Turchia e Libano, dal 27 novembre al 2 dicembre 2025,
essenzialmente per realizzare il desiderio di Bergoglio di commemorare i 1700
anni dal Concilio di Nicea. Un viaggio chiaramente ecumenico destinato a
proseguire la strada del dialogo all’interno del cristianesimo. Chiusa la Porta
Santa della Basilica di San Pietro, si attendono ulteriori e importanti
decisioni di Leone XIV. Ma, giorno dopo giorno, Prevost sta già disegnando
quello che sarà il suo pontificato. A tratti simile a quello del suo diretto
predecessore e a tratti molto diverso.
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i bergogliani bocciati e le prime riforme (in discontinuità con Francesco)
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