Va in archivio una stagione 2025 bella e palpitante, che ha visto addirittura un
triello finale per la conquista del titolo Piloti. Di seguito i nostri vostri al
campionato appena chiusosi ad Abu Dhabi.
10 MAX VERSTAPPEN
Il migliore, anche se non ha vinto. Come l’Olanda ai Mondiali di Calcio del
1974. Lotta contro una monoposto inizialmente in formato tronco, non si fa
intossicare dai veleni del crepuscolo dell’era Horner, si aggrappa a tutto
quello che può per limare il più possibile a un’auto dominante come la McLaren,
ribaltando nel set up dei week-end di gara la sua RB21. A volte la Red Bull è
talmente scarica a livello aerodinamico che, con un altro pilota al volante,
volerebbe via. Esce da Zandvoort a 104 punti dal leader e si presenta ad Abu
Dhabi con margine ridotto a 12, riaprendo a suon di vittorie un Mondiale
monopolizzato dalla McLaren. Finisce a -2, conquistando quasi il 94% dei punti
totalizzati dalla Red Bull, terza nel Costruttori. Fenomeno assoluto.
9 MCLAREN
La MCL39 è stata una monoposto frutto di un progetto tecnico talmente ben
pensato e integrato da risultare superiore a tutti i vuoti emersi nel team nel
corso della stagione: la discontinuità manifesta di Lando Norris (voto 8) e
Oscar Piastri (voto 7), ognuno con le proprie debolezze; le scelte strategiche
non sempre ottimali; una politica interna delle Papaya Rules talvolta ai limiti
dell’autosabotaggio. Ma il divario con le rivali, pur assottigliatosi nel finale
quando sono stati interrotti gli sviluppi per concentrarsi sul 2026, ha
garantito una rete di protezione efficace ad assorbire qualsiasi caduta.
Risultato? Secondo titolo Costruttori consecutivo, e primo titolo Pilota dal
2008. Un successo, per il rapporto pilota/macchina, dal sapore Brawn GP.
8 ANDREA KIMI ANTONELLI
Growing up in public, canterebbe Lou Reed. Il rookie più atteso non ha deluso le
aspettative, correndo veloce, commettendo errori e risorgendo dagli stessi. In
poche parole, crescendo e maturando in pista. Il primo podio in Canada è
arrivato nel mezzo del black out europeo, dal quale è riemerso con prepotenza
terminando in netto crescendo: secondo in Brasile, terzo a Las Vegas, con
prestazioni a livello del compagno di squadra George Russell (voto 8). Uno che
la Mercedes, però, la guida dal 2022.
7 MATTIA BINOTTO
Punti Kick Sauber nel Costruttori 2024: 4. Punti nel 2025: 70. Non sufficienti,
è vero, per andare oltre il nono posto, ma la classifica non rende giustizia a
un’annata piena di cose importanti. Come il podio a Silverstone, il primo per la
Sauber dal 2012, il primo per Nico Hulkenberg dopo 238 gare. Come il sesto posto
in Ungheria di Gabriel Bortoleto, debuttante a cui sono stati forniti tutti gli
strumenti per mostrare il proprio valore. Poche chiacchiere, tanto lavoro,
lucidità operativa e una sana voglia di rivincita: Binotto a Hinwil ha fatto
centro, in attesa dell’arrivo di Audi.
6 CARLOS SAINZ
Inizio faticoso, difficile, a testimonianza di come anche i migliori manici
abbiano la necessità di ambientarsi in un contesto nuovo. Ma quando si è
presentata l’occasione, è stato lui a coglierla, con classe ed esperienza: terzo
posto in Azerbaigian (podio che in Williams mancava da Baku 2017, non contando
la farsa di Spa 2021), terzo in Qatar. Il compagno Alexander Albon ha raccolto
più, ma i momenti clou per la scuderia di Grove, quinta forza nei Costruttori,
sono stati tutti firmati dal Matador.
6 ISACK HADJAR
Debutta in Australia finendo in testacoda nel giro di formazione, finisce in
lacrime e Helmut Marko (voto 2 per la sistematicità con la quale butta ogni cosa
in cagnara) lo deride. Un macigno che il pilota francese riesce trasformare in
energia positiva, andando a punti con discreta regolarità fino a centrare un
incredibile podio a Zandvoort. Dopo Antonelli, è lui il miglior rookie. Adesso,
superato a pieni voti l’apprendistato in VCARB, lo attende il sedile di Yuki
Tsunoda (voto 5) nel tritacarne Red Bull. Auguri.
5 LEWIS HAMILTON
I fatti, nudi e crudi: l’unica volta che la Ferrari ha chiuso una gara
stagionale davanti a tutti, nella Sprint race in Cina, al volante c’era lui; il
suo compagno Charles Leclerc (voto 7) lo ha regolarmente bastonato in qualifica
e in gara. I fuochi d’artificio del Castello Sforzesco sono svaniti tra le
pieghe malinconiche di un rapporto con il team mai decollato, sommando una serie
di errori individuali e collettivi tra i quali è difficile districarsi. Mai a
podio, vanta anche il peggior rapporto tra investimento e risultato: stipendio
alla mano, ogni suo punto è costato alla Ferrari 450mila dollari, contro i
180mila di Verstappen, i 150mila di Leclerc, gli 80mila di Norris, i 70mila di
Russell, i 50mila di Piastri e i 30mila di Antonelli.
4 ALPINE
Declino triste, suggellato dall’ultimo posto nei Costruttori e dall’addio della
Renault alla produzione di power unit. Ma le brutte annate capitano a chiunque.
Però, proprio nell’anno in cui Felipe Massa ha ottenuto il via libera per agire
in giudizio contro la FIA per il crashgate del 2008, continuare a vedere al
muretto il principale artefice di quella truffa, Flavio Briatore, rimane un
fastidio per chiunque conservi una certa etica sportiva. Dove non arriva la
giustizia (per un cavillo legale, non per innocenza dell’imputato – è bene
ricordarlo), dovrebbe farlo il buon senso.
3 COMUNICAZIONE FERRARI
Non è la prima annata sotto le aspettative vissuta a Maranello, anche se il
lungo digiuno da titoli non giova alla serenità ambientale. In Ferrari però il
vero disastro, quest’anno, è stato a livello comunicativo, tra le sparate di
John Elkann e le analisi proposte da Fred Vasseur (la chicca? Il vento che ha
mandato Leclerc nel muro a Baku). Un’autentica coppia di maestri del tua culpa:
i piloti che parlano troppo, i giornalisti che speculano, Cardile – ora in Aston
Martin – che ha progettato la macchina (chissà come mai, però, i meriti del bel
finale Ferrari del 2024 se li era presi Vasseur). Supponenza a mille,
autocritica a zero.
0 STEFANO DOMENICALI E MOHAMMED BEN SULAYEM
Il primo si rimangia la promessa fatta di recuperare il GP di Imola saltato per
l’alluvione mediante l’estensione di un anno del contratto con il circuito Enzo
e Dino Ferrari, tolto invece dal calendario 2026. Il secondo si inventa un
regolamento su misura per impedire altre candidature alle elezioni presidenziali
FIFA in programma venerdì prossimo. Il peggio del Circus, per distacco.
POSTILLA
Non un voto ma un grande augurio a Carlo Vanzini. Può non piacere per i toni e
la faziosità (specialmente per chi non tifa Ferrari), ma di fronte a una
battaglia per la salute tutto scompare. La speranza è quella di continuare ad
ascoltarlo ancora per lunghissimo tempo. Su i motori, Carlo.
L'articolo Formula 1, le pagelle della stagione: Verstappen come l’Olanda al
Mondiale ’74, la Ferrari disastrosa (anche a parole) proviene da Il Fatto
Quotidiano.
Tag - Max Verstappen
Lando Norris è il nuovo campione del mondo della Formula 1. Il britannico riesce
nell’impresa di riportare alla McLaren il titolo Piloti, al termine di una
stagione dominata dalle vetture Papaya, se non fosse per gli inciampi degli
ultimi mesi che avevano permesso la rimonta di Max Verstappen. L’olandese ha
vinto anche l’ultima gara ad Abu Dhabi, ma dopo quattro stagioni deve abdicare:
a Norris bastava il podio, è arrivato terzo al traguardo e ora è lui il nuovo
campione iridato. Secondo al traguardo il suo compagno di squadra Oscar Piastri,
che chiude terzo nella classifica Mondiale.
A breve l’articolo completo
L'articolo Lando Norris è campione del mondo di Formula 1: McLaren in estasi,
Verstappen vince ad Abu Dhabi ma non basta proviene da Il Fatto Quotidiano.
L’ultima pole position della stagione se la prende Max Verstappen. Il campione
olandese vuole ancora provare l’impresa e farà di tutto per completare una
storica rimonta nel Gp di Abu Dhabi, atto finale del campionato di Formula 1. Il
Mondiale però è nelle mani di Lando Norris, secondo nelle qualifiche con la sua
McLaren davanti al compagno di squadra Oscar Piastri. Al britannico basta non
rischiare al via e chiudere sul podio per vincere il titolo. Verstappen scatta
dalla pole e deve solo pensare a vincere. Teoricamente in lotta c’è anche
Piastri, che a questo punto però deve sperare in una rocambolesca vittoria che
metta fuori gioco gli altri due rivali (qui tutte le combinazioni).
Verstappen si è preso la pole grazie a un grande giro e a un ottimo lavoro di
squadra in casa Red Bull, con il compagno Yuki Tsunoda che gli ha concesso la
scia con un tempismo perfetto. Le due McLaren però non hanno sbagliato e sono lì
alle spalle. Dietro di loro l’unica insidia potrebbe essere George Russell, che
ha messo la sua Mercedes in quarta posizione. Charles Leclerc è quinto e salva
una Ferrari che però anche sul circuito di Yas Marina non pare all’altezza
nemmeno del podio. Lo dimostra la prestazione di Lewis Hamilton, eliminato già
in Q1: prestazione simbolo di un’annata da dimenticare in fretta. Esce deluso
dalle qualifiche anche Kimi Antonelli, solo 14esimo. Meritano una menzione
invece il veterano Alonso e il giovane Bortoleto, rispettivamente sesto e
settimo con l’Aston Martin e la Sauber.
LA GRIGLIA DI PARTENZA DEL GP DI ABU DHABI 2025
1. Max Verstappen (Red Bull)
2. Lando Norris (McLaren)
3. Oscar Piastri (McLaren)
4. George Russell (Mercedes)
5. Charles Leclerc (Ferrari)
6. Fernando Alonso (Aston Martin)
7. Gabriel Bortoleto (Suaber)
8. Esteban Ocon (Haas)
9. Isack Hadjar (Racing Bulls)
10. Yuki Tsunoda (Red Bull)
11. Oliver Bearman (Haas)
12. Carlos Sainz (Williams)
13. Liam Lawson (Racing Bulls)
14. Andrea Kimi Antonelli (Mercedes)
15. Lance Stroll (Aston Martin)
16. Lewis Hamilton (Ferrari)
17. Alexander Albon (Williams)
18. Nico Hülkenberg (Sauber)
19. Pierre Gasly (Alpine)
20. Franco Colapinto (Alpine)
L'articolo F1, Gp Abu Dhabi: Verstappen si prende l’ultima pole e sogna ancora
il Mondiale | La griglia di partenza proviene da Il Fatto Quotidiano.
È ancora venerdì, ma il weekend (l’ultimo) di Formula 1 ad Abu Dhabi decisivo
per il titolo di campione è già infuocato. Perché a giocarselo saranno in tre:
Lando Norris, Max Verstappen e Oscar Piastri. E tra i primi due c’è già stato
qualche screzio durante le seconde prove libere del venerdì. In entrambe le
sessioni – sia quella mattutina che la seconda pomeridiana – il più veloce è
stato il pilota britannico della McLaren, seguito dall’olandese su Red Bull.
Ma i due hanno avuto una breve lite via radio all’inizio delle seconde prove
libere a Marina Bay. La polemica è nata dopo che mentre Norris e Verstappen
giravano in pista, sono arrivati quasi a contatto. A quel punto il britannico –
via radio – ha urlato: “Rischiamo l’incidente” proprio al rivale olandese. Non è
però stata aperta nessuna investigazione nei confronti di Max Verstappen.
Dinamiche normali di pista, ma che testimoniano quanto il clima sia teso in
quella che è la gara decisiva per il titolo.
Il favorito è Lando Norris. Il pilota della McLaren ha 408 punti in classifica,
inseguono Max Verstappen su Red Bull a 396 (12 in meno) e Oscar Piastri a 392
punti (16 in meno). Sarà decisiva quindi l’ultima gara a Marina Bay. Al momento
sembra più veloce la McLaren di Norris, che ha chiuso al primo posto entrambe le
sessioni di prove libere, mentre Piastri (undicesimo) è più in difficoltà. Ma
Verstappen è dietro, a pochi decimi e tra sabato e domenica ha dimostrato di
saper e poter fare miracoli. È ciò che temono in casa McLaren. Ancora male la
Ferrari: ottavo Leclerc, quattordicesimo Hamilton.
FORMULA 1, I TEMPI DELLE PROVE LIBERE 2
1. Lando Norris McLaren 1:23.083
2. Max Verstappen Red Bull Racing +0.363
3. George Russell Mercedes +0.379
4. Oliver Bearman Haas F1 Team +0.418
5. Nico Hulkenberg Kick Sauber +0.467
6. Gabriel Bortoleto Kick Sauber +0.487
7. Isack Hadjar Racing Bulls +0.574
8. Charles Leclerc Ferrari +0.575
9. Fernando Alonso Aston Martin +0.625
10. Kimi Antonelli Mercedes +0.667
11. Oscar Piastri McLaren +0.680
12. Lance Stroll Aston Martin +0.749
13. Carlos Sainz Williams +0.789
14. Lewis Hamilton Ferrari +0.856
15. Alexander Albon Williams +0.867
16. Esteban Ocon Haas F1 Team +0.875
17. Yuki Tsunoda Red Bull Racing +1.220
18. Liam Lawson Racing Bulls +1.391
19. Franco Colapinto Alpine +1.688
20. Pierre Gasly Alpine +1.880
L'articolo F1, il weekend decisivo è già infuocato. Lite tra Norris e Verstappen
nelle seconde libere: “Rischiamo l’incidente” proviene da Il Fatto Quotidiano.
Fuori Yuki Tsunoda, dentro Isack Hadjar. Sarà lui ad affiancare Max Verstappen
su Red Bull nella prossima stagione di Formula 1. A comunicarlo è stato lo
stesso team. Hadjar, che ha compiuto 21 anni a settembre, ha ben figurato nella
sua prima stagione in Formula 1 con la Racing Bulls, con cui ha anche ottenuto
un terzo posto nel Gran Premio d’Olanda. L’arrivo di Hadjar presuppone così
l’addio di Yuki Tsunoda, che fa parte della famiglia Red Bull dal 2019, con cui
ha corso oltre cento gare. Tsunoda rimarrà con il ruolo di Test e Reserve Driver
Red Bull per il 2026.
“Yuki corre con i colori Red Bull da sette anni e ho avuto il piacere di
lavorare con lui in entrambi i team Red Bull. Durante le sue cinque stagioni
finora in Formula 1, è maturato diventando un pilota completo. Tutti nel paddock
concordano sul fatto che è impossibile non voler bene a Yuki: la sua personalità
è contagiosa e lui è diventato una parte speciale della famiglia Red Bull”, ha
spiegato Laurent Mekies, CEO e Team Principal di Oracle Red Bull Racing.
“Per quanto riguarda Isack, nella sua prima stagione in F1 ha dimostrato grande
maturità e un’eccellente capacità di apprendimento. Soprattutto, ha mostrato la
velocità pura che è il requisito numero uno in questo sport. Crediamo che Isack
possa crescere accanto a Max”, ha concluso il Ceo di Red Bull Racing.
“Sono molto grato a Oracle Red Bull Racing per avermi dato l’opportunità e la
fiducia di correre al massimo livello della Formula 1. Dopo tutto il lavoro
svolto da quando sono entrato nel Junior Team, è una soddisfazione enorme. Ho
vissuto molti alti e bassi nella mia carriera, e loro hanno continuato a credere
in me e a spingermi. È un’opportunità straordinaria: non vedo l’ora di lavorare
con i migliori e imparare da Max“, ha invece dichiarato Isack Hadjar.
Hadjar è arrivato a punti in dieci gare su ventidue disputate su Racing Bulls,
mentre Yuki Tsunoda ha conquistato punti in sette gare su 23 disputate, senza
mai andare a podio.
L'articolo Formula 1, la Red Bull fa fuori anche Tsunoda: il prossimo anno sarà
Hadjar ad affiancare Verstappen proviene da Il Fatto Quotidiano.
Settimo giro del Gp di Formula 1 del Qatar. Incidente tra Nico Hulkenberg e
Pierre Gasly e safety car. È il momento in cui Max Verstappen ha vinto il gran
premio di Losail. Lo ha fatto grazie a una strategia vincente, scelta da Hannah
Schmitz, ingegnera RedBull che ha deciso di richiamare immediatamente ai box sia
Verstappen che Yuki Tsunoda grazie a un piano studiato prima della gara.
Il piano era chiaro: con due stint (sequenza di giri effettuati in gara tra la
partenza e un pit-stop) da 25 giri da gestire e una gara che richiedeva ritmo
alto, fermarsi subito era l’unica strada per arrivare alla vittoria. E fermarsi
subito durante la safety car era lo scenario ideale: “Era ovvio che dovessimo
farlo. Ho capito subito che fosse la cosa giusta“. Una determinazione e
sicurezza che il team ha premiato anche sul podio, scegliendo lei per affiancare
Verstappen e ritirare il trofeo che spetta al team.
Una mossa risultata vincente perché la McLaren, con entrambe le vetture davanti,
ha deciso erroneamente di rimanere fuori. Una scelta inspiegabile per quasi
tutto il paddock e che ha permesso a Verstappen di ottenere un pit stop di
vantaggio senza perder praticamente nulla, lanciandolo verso una vittoria che ha
rimesso in discussione la testa della classifica piloti.
Schmitz ha poi spiegato come ha superato lo scetticismo nel box: “Prima della
gara avevamo stabilito che quella era la nostra finestra. C’è un tale vantaggio
nel fare i pit stop sotto Safety Car… tutti dicevano: ‘Siete sicuri?’. E io
rispondevo: ‘Sì, credo proprio di sì!’“. Una decisione che ha garantito un
vantaggio di tempo impossibile da recuperare per chiunque.
Una strategia non adottata anche dalla McLaren, che così ha avvantaggiato
Verstappen, come riconosciuto dalla stessa Schmitz: “Forse volevano trattare i
piloti allo stesso modo… e noi eravamo nella posizione di trarne vantaggio”. Il
riferimento è alla volontà del team di garantire equità totale tra Norris e
Piastri anche nei momenti più critici, visto che entrambi sono ancora in lotta
per il titolo mondiale.
Con il successo di Losail, l’olandese si porta a 396 punti, a -12 dalla vetta
occupata da Lando Norris, con Piastri terzo a quota 392. A Yas Marina –
nell’ultima gara dell’anno – tutto è ancora aperto e saranno in tre a giocarsi
il titolo: Norris deve solo finire sul podio per essere campione, mentre
Verstappen deve vincere sperando che il britannico resti fuori dai primi tre.
Una lotta resa possibile dalla strategia di Schmitz.
L'articolo “Ho capito subito che fosse la cosa giusta”: la mossa decisiva di
Hannah Schmitz, la stratega Red Bull che è salita sul podio con Verstappen
proviene da Il Fatto Quotidiano.
Anche per un’icona come Adrian Newey c’è sempre una prima volta. E quella prima
volta coinciderà con il 2026, quando il genio dell’aerodinamica – inseguito
dalla Ferrari per mesi prima di scegliere la via di Silverstone – assumerà il
ruolo di team principal dell’Aston Martin. Una svolta epocale per un tecnico che
in oltre quarant’anni non aveva mai assunto un ruolo manageriale così ampio.
Newey raccoglierà il testimone di Andy Cowell, figura chiave dell’era ibrida
Mercedes, che dopo un anno da Ceo e team principal passerà a un incarico
altrettanto strategico — ma più defilato — come quello di responsabile della
strategia (Chief Strategy Officer), continuando a riportare direttamente al
proprietario della scuderia di Silverstone, Lawrence Stroll.
La rivoluzione verde non nasce dal caso. Il 2026 porterà “i cambiamenti più
radicali in una generazione”, come si legge nella nota del team, con nuove power
unit, aerodinamica attiva e una griglia più affollata. Da qui la necessità di
riorganizzare la leadership. Cowell — che negli ultimi 14 mesi ha ridisegnato
l’organizzazione interna — avrà ora la missione di guidare l’integrazione
tecnica tra il nuovo motore Honda, i carburanti Aramco, i lubrificanti Valvoline
e il futuro telaio. “È il momento opportuno per assumere un ruolo diverso e
ottimizzare la partnership con Honda, Aramco e Valvoline, garantendo la perfetta
integrazione tra power unit, carburante e telaio”, ha dichiarato l’ex tecnico
delle Frecce d’Argento.
Newey, invece, guiderà l’intero settore tecnico e le operazioni in pista. Un
passaggio che Stroll definisce naturale: “Adrian potrà sfruttare appieno la sua
creatività e competenza tecnica”, è il pensiero del canadese, papà del pilota
Lance. Il britannico ex Red Bull ha già osservato da vicino il potenziale della
struttura: “Negli ultimi nove mesi ho visto un talento straordinario nel team —
ha spiegato — Questo nuovo ruolo ci metterà nella posizione migliore per
affrontare le sfide del 2026”.
COME CAMBIA IL TEAM CON IL SUO ARRIVO
Con l’annuncio di Newey come team principal, l’Aston Martin cambia pelle.
Finisce l’epoca della crescita frammentata, fatta di investimenti e innesti, e
inizia quella della visione unificata: un’unica mente che immagina la vettura,
la guida nello sviluppo e ne coordina l’evoluzione in pista. È un cambio
culturale prima ancora che organizzativo: Newey porta un metodo basato su
decisioni rapide, libertà creativa e una filosofia progettuale che parte da un
foglio bianco, ideale in vista delle nuove regole 2026 e dell’aerodinamica
attiva. Per la prima volta, il concept aerodinamico e meccanico della monoposto
sarà modellato fin dall’origine sulla sua impostazione, senza compromessi
ereditati.
Il nuovo corso prende forma anche nell’integrazione tra chassis e power unit,
temi cruciali del nuovo regolamento tecnico. Sarà proprio lui a stabilire
priorità, geometrie, equilibrio strutturale e aerodinamico. Una logica che
richiama quella della Red Bull dominante, dove ogni elemento — dal motore alle
ali — faceva parte dello stesso disegno, anche se doveva vedere l’approvazione
di Christian Horner. Accanto a lui, figure come Andy Cowell avranno un ruolo
strategico, ma la direzione sarà chiara: tutto deve parlare la lingua della
performance.
NEWEY RIACCENDE L’IPOTESI VERSTAPPEN IN ASTON MARTIN?
La scelta di Newey in Aston Martin può anche riaccendere con forza l’ipotesi di
Max Verstappen nel team di Silverstone dal 2027. L’olandese non ha ancora deciso
il suo futuro, aspetterà di capire cosa ne sarà della Red Bull con il nuovo
regolamento — capendo la bontà (o meno) della nuova power unit Ford l’anno
prossimo — e ha sempre stimato il suo ex direttore tecnico, arrivando più volte
a criticare Horner, anche dopo la vicenda che ha visto il britannico al centro
del caso sexgate con una dipendente di Milton Keynes. Newey, in pista, non sarà
un manager politico, ma un comandante tecnico, raro nella F1 moderna. Questo
nuovo assetto potrà rendere Aston Martin più snella e più coraggiosa nello
sperimentare, con un ambiente interno destinato a trasformarsi sotto la sua
impronta.
NEWEY, LA CARRIERA IN BREVE
Quel che è certo è che Newey — nato a Stratford-upon-Avon come William
Shakespeare — vivrà una nuova fase stimolante della sua carriera. Un altro
tassello dopo gli esordi in Fittipaldi e March, l’Imsa, la 500 Miglia di
Indianapolis e il titolo Cart. Il suo rientro in F1 con March/Leyton House ha
portato alla celebre CG901, la vettura capace di far sognare la vittoria a Ivan
Capelli nel GP di Francia 1990. Ma è con la Williams che il suo genio è esploso:
FW14, FW14B e FW15C hanno fatto la storia, con nel mezzo il neo della vettura
1994 che portò alla morte di Ayrton Senna a Imola.
Alla McLaren, dal 1997, ha firmato le vetture che riportano i titoli con Mika
Häkkinen nel 1998 e 1999. Ma il capitolo più duraturo è quello con la Red Bull,
iniziato nel 2006: dal 2010 al 2013 sono arrivati otto titoli iridati, poi un
nuovo ciclo vincente con Verstappen dal 2021 al 2023. In parallelo, Newey ha
disegnato la hypercar Aston Martin Valkyrie, lavorato alla America’s Cup e corso
persino in Endurance, per capire il motorsport anche dal sedile del pilota.
Annunciato nel settembre 2024 dalla Aston Martin, ha iniziato a lavorare a marzo
per il team di Silverstone dopo aver scontato il “gardening”: il periodo di
riposo forzato dopo l’uscita dalla Red Bull.
L'articolo Adrian Newey nuovo team principal della Aston Martin, come cambia la
F1: gli scenari per il 2026 e il futuro di Verstappen proviene da Il Fatto
Quotidiano.
I sospetti di qualche ora fa alla fine si sono materializzati: le due McLaren di
Lando Norris e Oscar Piastri sono state squalificate nel Gran Premio di Las
Vegas. A vincere è stato Max Verstappen, che torna a -24 da Lando Norris e
riapre definitivamente il mondiale per le ultime due gare. Zero punti per Norris
(secondo in gara) e Piastri (quarto). Le vetture sono state squalificate a causa
dell’eccessivo consumo del plank del fondo delle loro vetture. Il plank, o
pattino, è una tavola di legno posizionata sul fondo piatto delle monoposto, il
cui ruolo principale è far mantenere al veicolo una distanza minima da terra per
questioni legate alla sicurezza. Questa tavola ha uno spessore di 10 millimetri
e secondo il regolamento non può usurarsi di oltre un millimetro (quindi non può
essere inferiore a 9 mm).
Una giornata positiva per Lando Norris, che con il secondo posto si era
assicurato una buona possibilità per vincere il mondiale, adesso invece
decisamente riaperto. Il pilota britannico rimane in prima posizione, ma a +24
sia su Oscar Piastri che su Max Verstappen, che aggancia l’altra McLaren in
seconda posizione e riapre definitivamente il Mondiale a due giornate dal
termine e con ancora diversi punti in palio.
LE MOTIVAZIONI DELLA FIA
A ufficializzare la squalifica è stata la Fia, con una nota ufficiale: “Lo
spessore del pattino del fondo della monoposto numero 4 (Lando Norris) – dice il
comunicato ufficiale – è stato state misurato e risultava al di sotto dello
spessore minimo di 9 mm previsto dall’Articolo 3.5.9 del Regolamento Tecnico. Le
misurazioni pertinenti erano: lato destro anteriore 8,88 mm, lato destro
posteriore 8,93 mm. Lo strumento di misura utilizzato era un micrometro Mitutoyo
acquistato nel maggio 2025 e, secondo le specifiche del produttore, ha una
precisione fino a 0,001 mm”, comincia la nota.
Poi la precisazione e la seconda misurazione: “Lo spessore del pattino del fondo
è stato nuovamente misurato alla presenza dei Commissari e dei tre
rappresentanti McLaren, e tali misurazioni hanno confermato che lo spessore non
erano conforme al regolamento. Le misurazioni pertinenti risultavano persino
inferiori a quelle rilevate inizialmente dal Delegato Tecnico”.
Il team papaya ha sostenuto che esistessero delle attenuanti, perché in questo
evento il porpoising è stato maggiore del previsto e le opportunità di testare
le condizioni erano state limitate a causa delle condizioni meteorologiche di
venerdì (giorno 1) e delle sessioni di prove libere che erano state accorciate.
Inoltre, la McLaren ha affermato che il livello della violazione fosse inferiore
rispetto a precedenti infrazioni dello stesso regolamento nel 2025. La Fia ha
sostenuto che, purtroppo, non era prevista alcuna disposizione nel regolamento o
nei precedenti che consentisse una penalità diversa da quella abituale (cioè la
squalifica). La Fia ha precisato fermamente che la violazione fosse involontaria
e che non vi fosse stato alcun tentativo deliberato di aggirare il regolamento.
L'articolo Formula 1, incredibile a Las Vegas: squalificate le McLaren di
Piastri e Norris, si riapre il Mondiale proviene da Il Fatto Quotidiano.
Chiudere con onore un Mondiale sempre più diretto verso Lando Norris. Max
Verstappen lo sta facendo e si è preso indiscutibilmente il GP di Las Vegas,
chiudendo di oltre 20 secondi (20”7 per la precisione) davanti alla McLaren
dell’inglese (2°), poi la Mercedes di George Russell (3°). Quarto uno spento
Oscar Piastri, sempre più lontano dal compagno di box nel duello per il
campionato Piloti — che recita 408 Norris, 378 l’australiano e 366 Verstappen —
quindi un super Andrea Kimi Antonelli (5°, scattava 17°), di rimonta nonostante
una penalità per falsa partenza (5 secondi) ma davanti nel finale a Charles
Leclerc (6°) nonostante le gomme usate da 47 giri. Dietro al monegasco della
Ferrari hanno chiuso a punti Carlos Sainz (7°), Isack Hadjar (8°), Nico
Hulkenberg (9°) e Lewis Hamilton (10°). Domenica prossima si corre in Qatar,
quando ci sarà anche l’ultima Sprint di stagione, proprio dove Norris può
piazzare l’allungo Mondiale decisivo. Quindi il gran finale di campionato ad Abu
Dhabi, fra due settimane.
IL COMMENTO DI GARA
In un Mondiale che sembra aver preso una direzione precisa, la gara di Las Vegas
ha offerto un’immagine quasi paradossale: un Verstappen perfetto che continua a
vincere, pur sapendo che la matematica non è dalla sua parte, e due McLaren che,
pur essendo più veloci, non riescono a scrollarsi di dosso la pressione
dell’olandese. L’equilibrio delle ultime settimane si è riproposto anche nel
deserto del Nevada, dove Max ha imposto ancora una volta il proprio ritmo fin
dal via, sfruttando l’ennesima incertezza in partenza di Norris, superato anche
da Russell e poi alla fine terzo.
Una gara gestita da leader consumato, quella di Max, al contrario di Oscar
Piastri, uscito ancora una volta sottotono: il suo 4° posto (5° in pista dietro
ad Antonelli) racconta la difficoltà di un pilota che dalla trasferta di Baku
sembra aver smarrito lucidità e incisività, come confermato anche dal lungo in
curva 14 che lo ha esposto al sorpasso di Charles Leclerc (6°) nel primo stint
di gara. Dall’altra parte del box Norris ha invece dimostrato che, nonostante
l’errore, la sua crescita mentale dopo l’Olanda c’è stata eccome: non un lampo,
ma un lavoro progressivo, costruito giro dopo giro. Lando sapeva di non avere il
passo per aggredire Verstappen, capace di un controllo gomme impeccabile e di un
finale addirittura in accelerazione, ma ha evitato rischi inutili e consolidato
il 2° posto, prendendoselo senza rischi su un Russell che per buona parte di
gara ha pagato anche un problema idraulico al volante e nel finale ha patito il
graining all’anteriore destra. “Non è stata la mia gara migliore, ma mi sono
divertito. Al via ho cercato più rischi di Verstappen”, ha ammesso l’inglese,
che non appassiona in pista come l’olandese ma che, a meno di sfracelli
dell’ultima ora, a una Sprint e due GP dal termine, sa che il primo Mondiale
Piloti è dalla sua e che a Losail può piazzare l’allungo decisivo. A suo favore
gioca anche il fatto che Qatar e Abu Dhabi sono sulla carta favorevoli alla
McLaren.
LE ASPETTATIVE
Le aspettative della vigilia avevano acceso speranze in casa Mercedes, dove però
la realtà si è rivelata più complessa: Russell ha illuso nelle prime fasi, poi
un problema idraulico al volante e un ritmo meno incisivo lo hanno costretto a
difendersi, subendo nel finale il sorpasso di Norris. In compenso, Andrea Kimi
Antonelli ha mostrato con quanta velocità stia crescendo. Dopo un sabato da
dimenticare (scattava 17°) e la penalità di cinque secondi per falsa partenza —
stesso errore commesso da Alexander Albon, poi ritirato — il bolognese ha
sfruttato la Virtual Safety Car al via, montato le Hard subito e costruito una
rimonta di spessore, coprendo 47 giri con lo stesso set e chiudendo virtualmente
davanti a Piastri e Leclerc. La penalità lo ha fatto retrocedere dietro
all’australiano, ma ha comunque salvato il piazzamento davanti al monegasco per
un decimo. Le basse temperature dell’asfalto di Las Vegas, tradizionalmente poco
aggressivo, gli hanno dato una mano, ma la consistenza è tutta sua. Non a caso
Verstappen lo ha elogiato a fine corsa.
L’OCCASIONE PERSA
Per la Ferrari, Las Vegas ha rappresentato un’occasione parzialmente colta: la
pista, con poche curve e lunghi rettilinei, era più adatta della media alla
SF-25, ma ancora una volta le qualifiche e un’auto con troppi difetti hanno
frenato le ambizioni. Rivedibile anche la strategia di Maranello di richiamare
in ritardo Leclerc ai box, dopo averlo tenuto per diversi giri dietro a Sainz,
costata punti nel finale di gara nei confronti di Antonelli. Lewis Hamilton,
partito 19° dopo una qualifica disastrosa (per la prima volta in carriera ultimo
per sbagli umani e non errori tecnici dell’auto), ha recuperato fino al 10°
posto, mostrando un passo più solido con le Hard rispetto alle Medie, ma troppo
inferiore per l’ennesima volta in stagione a Leclerc, in grado di viaggiare un
secondo più veloce sul giro per buona parte della gara.
LECLERC
Leclerc, invece, ha messo in scena la sua ennesima gara di carattere. “Sto
correndo come un animale”, ha comunicato via radio al muretto, e lo si è visto:
nonostante un contatto al via con Fernando Alonso (13° finale lo spagnolo), è
risalito fino alla quinta posizione nella prima fase, approfittando dell’errore
di Piastri e superando Hadjar. Nella seconda parte ha dovuto risparmiare
benzina, facendo lift and coast per evitare una possibile squalifica, e questo
gli è costato la posizione su Antonelli. Il monegasco ha perso la forza per
arrabbiarsi su queste cose, e come Lewis, insomma, non vede l’ora che la
stagione finisca. Capitolo a parte: rivedibile la Fia per le decisioni in alcuni
momenti della corsa, vedasi i marshall in curva 1 a raccogliere detriti mentre
passavano le vetture, e finale di stagione difficile per Gabriel Bortoleto, che
dopo i botti di Interlagos ha centrato allo start Lance Stroll e si è beccato
cinque posizioni di penalità da scontare al via della gara normale in Qatar.
L'articolo “Sto correndo come un animale”, il carattere di Leclerc non basta
alle Ferrari. Verstappen domina Las Vegas e Norris festeggerà ad Abu Dhabi
proviene da Il Fatto Quotidiano.