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Formula 1, le pagelle della stagione: Verstappen come l’Olanda al Mondiale ’74, la Ferrari disastrosa (anche a parole)
Va in archivio una stagione 2025 bella e palpitante, che ha visto addirittura un triello finale per la conquista del titolo Piloti. Di seguito i nostri vostri al campionato appena chiusosi ad Abu Dhabi. 10 MAX VERSTAPPEN Il migliore, anche se non ha vinto. Come l’Olanda ai Mondiali di Calcio del 1974. Lotta contro una monoposto inizialmente in formato tronco, non si fa intossicare dai veleni del crepuscolo dell’era Horner, si aggrappa a tutto quello che può per limare il più possibile a un’auto dominante come la McLaren, ribaltando nel set up dei week-end di gara la sua RB21. A volte la Red Bull è talmente scarica a livello aerodinamico che, con un altro pilota al volante, volerebbe via. Esce da Zandvoort a 104 punti dal leader e si presenta ad Abu Dhabi con margine ridotto a 12, riaprendo a suon di vittorie un Mondiale monopolizzato dalla McLaren. Finisce a -2, conquistando quasi il 94% dei punti totalizzati dalla Red Bull, terza nel Costruttori. Fenomeno assoluto. 9 MCLAREN La MCL39 è stata una monoposto frutto di un progetto tecnico talmente ben pensato e integrato da risultare superiore a tutti i vuoti emersi nel team nel corso della stagione: la discontinuità manifesta di Lando Norris (voto 8) e Oscar Piastri (voto 7), ognuno con le proprie debolezze; le scelte strategiche non sempre ottimali; una politica interna delle Papaya Rules talvolta ai limiti dell’autosabotaggio. Ma il divario con le rivali, pur assottigliatosi nel finale quando sono stati interrotti gli sviluppi per concentrarsi sul 2026, ha garantito una rete di protezione efficace ad assorbire qualsiasi caduta. Risultato? Secondo titolo Costruttori consecutivo, e primo titolo Pilota dal 2008. Un successo, per il rapporto pilota/macchina, dal sapore Brawn GP. 8 ANDREA KIMI ANTONELLI Growing up in public, canterebbe Lou Reed. Il rookie più atteso non ha deluso le aspettative, correndo veloce, commettendo errori e risorgendo dagli stessi. In poche parole, crescendo e maturando in pista. Il primo podio in Canada è arrivato nel mezzo del black out europeo, dal quale è riemerso con prepotenza terminando in netto crescendo: secondo in Brasile, terzo a Las Vegas, con prestazioni a livello del compagno di squadra George Russell (voto 8). Uno che la Mercedes, però, la guida dal 2022. 7 MATTIA BINOTTO Punti Kick Sauber nel Costruttori 2024: 4. Punti nel 2025: 70. Non sufficienti, è vero, per andare oltre il nono posto, ma la classifica non rende giustizia a un’annata piena di cose importanti. Come il podio a Silverstone, il primo per la Sauber dal 2012, il primo per Nico Hulkenberg dopo 238 gare. Come il sesto posto in Ungheria di Gabriel Bortoleto, debuttante a cui sono stati forniti tutti gli strumenti per mostrare il proprio valore. Poche chiacchiere, tanto lavoro, lucidità operativa e una sana voglia di rivincita: Binotto a Hinwil ha fatto centro, in attesa dell’arrivo di Audi. 6 CARLOS SAINZ Inizio faticoso, difficile, a testimonianza di come anche i migliori manici abbiano la necessità di ambientarsi in un contesto nuovo. Ma quando si è presentata l’occasione, è stato lui a coglierla, con classe ed esperienza: terzo posto in Azerbaigian (podio che in Williams mancava da Baku 2017, non contando la farsa di Spa 2021), terzo in Qatar. Il compagno Alexander Albon ha raccolto più, ma i momenti clou per la scuderia di Grove, quinta forza nei Costruttori, sono stati tutti firmati dal Matador. 6 ISACK HADJAR Debutta in Australia finendo in testacoda nel giro di formazione, finisce in lacrime e Helmut Marko (voto 2 per la sistematicità con la quale butta ogni cosa in cagnara) lo deride. Un macigno che il pilota francese riesce trasformare in energia positiva, andando a punti con discreta regolarità fino a centrare un incredibile podio a Zandvoort. Dopo Antonelli, è lui il miglior rookie. Adesso, superato a pieni voti l’apprendistato in VCARB, lo attende il sedile di Yuki Tsunoda (voto 5) nel tritacarne Red Bull. Auguri. 5 LEWIS HAMILTON I fatti, nudi e crudi: l’unica volta che la Ferrari ha chiuso una gara stagionale davanti a tutti, nella Sprint race in Cina, al volante c’era lui; il suo compagno Charles Leclerc (voto 7) lo ha regolarmente bastonato in qualifica e in gara. I fuochi d’artificio del Castello Sforzesco sono svaniti tra le pieghe malinconiche di un rapporto con il team mai decollato, sommando una serie di errori individuali e collettivi tra i quali è difficile districarsi. Mai a podio, vanta anche il peggior rapporto tra investimento e risultato: stipendio alla mano, ogni suo punto è costato alla Ferrari 450mila dollari, contro i 180mila di Verstappen, i 150mila di Leclerc, gli 80mila di Norris, i 70mila di Russell, i 50mila di Piastri e i 30mila di Antonelli. 4 ALPINE Declino triste, suggellato dall’ultimo posto nei Costruttori e dall’addio della Renault alla produzione di power unit. Ma le brutte annate capitano a chiunque. Però, proprio nell’anno in cui Felipe Massa ha ottenuto il via libera per agire in giudizio contro la FIA per il crashgate del 2008, continuare a vedere al muretto il principale artefice di quella truffa, Flavio Briatore, rimane un fastidio per chiunque conservi una certa etica sportiva. Dove non arriva la giustizia (per un cavillo legale, non per innocenza dell’imputato – è bene ricordarlo), dovrebbe farlo il buon senso. 3 COMUNICAZIONE FERRARI Non è la prima annata sotto le aspettative vissuta a Maranello, anche se il lungo digiuno da titoli non giova alla serenità ambientale. In Ferrari però il vero disastro, quest’anno, è stato a livello comunicativo, tra le sparate di John Elkann e le analisi proposte da Fred Vasseur (la chicca? Il vento che ha mandato Leclerc nel muro a Baku). Un’autentica coppia di maestri del tua culpa: i piloti che parlano troppo, i giornalisti che speculano, Cardile – ora in Aston Martin – che ha progettato la macchina (chissà come mai, però, i meriti del bel finale Ferrari del 2024 se li era presi Vasseur). Supponenza a mille, autocritica a zero. 0 STEFANO DOMENICALI E MOHAMMED BEN SULAYEM Il primo si rimangia la promessa fatta di recuperare il GP di Imola saltato per l’alluvione mediante l’estensione di un anno del contratto con il circuito Enzo e Dino Ferrari, tolto invece dal calendario 2026. Il secondo si inventa un regolamento su misura per impedire altre candidature alle elezioni presidenziali FIFA in programma venerdì prossimo. Il peggio del Circus, per distacco. POSTILLA Non un voto ma un grande augurio a Carlo Vanzini. Può non piacere per i toni e la faziosità (specialmente per chi non tifa Ferrari), ma di fronte a una battaglia per la salute tutto scompare. La speranza è quella di continuare ad ascoltarlo ancora per lunghissimo tempo. Su i motori, Carlo. L'articolo Formula 1, le pagelle della stagione: Verstappen come l’Olanda al Mondiale ’74, la Ferrari disastrosa (anche a parole) proviene da Il Fatto Quotidiano.
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Lando Norris è campione del mondo di Formula 1: McLaren in estasi, Verstappen vince ad Abu Dhabi ma non basta
Lando Norris è il nuovo campione del mondo della Formula 1. Il britannico riesce nell’impresa di riportare alla McLaren il titolo Piloti, al termine di una stagione dominata dalle vetture Papaya, se non fosse per gli inciampi degli ultimi mesi che avevano permesso la rimonta di Max Verstappen. L’olandese ha vinto anche l’ultima gara ad Abu Dhabi, ma dopo quattro stagioni deve abdicare: a Norris bastava il podio, è arrivato terzo al traguardo e ora è lui il nuovo campione iridato. Secondo al traguardo il suo compagno di squadra Oscar Piastri, che chiude terzo nella classifica Mondiale. A breve l’articolo completo L'articolo Lando Norris è campione del mondo di Formula 1: McLaren in estasi, Verstappen vince ad Abu Dhabi ma non basta proviene da Il Fatto Quotidiano.
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F1, Gp Abu Dhabi: Verstappen si prende l’ultima pole e sogna ancora il Mondiale | La griglia di partenza
L’ultima pole position della stagione se la prende Max Verstappen. Il campione olandese vuole ancora provare l’impresa e farà di tutto per completare una storica rimonta nel Gp di Abu Dhabi, atto finale del campionato di Formula 1. Il Mondiale però è nelle mani di Lando Norris, secondo nelle qualifiche con la sua McLaren davanti al compagno di squadra Oscar Piastri. Al britannico basta non rischiare al via e chiudere sul podio per vincere il titolo. Verstappen scatta dalla pole e deve solo pensare a vincere. Teoricamente in lotta c’è anche Piastri, che a questo punto però deve sperare in una rocambolesca vittoria che metta fuori gioco gli altri due rivali (qui tutte le combinazioni). Verstappen si è preso la pole grazie a un grande giro e a un ottimo lavoro di squadra in casa Red Bull, con il compagno Yuki Tsunoda che gli ha concesso la scia con un tempismo perfetto. Le due McLaren però non hanno sbagliato e sono lì alle spalle. Dietro di loro l’unica insidia potrebbe essere George Russell, che ha messo la sua Mercedes in quarta posizione. Charles Leclerc è quinto e salva una Ferrari che però anche sul circuito di Yas Marina non pare all’altezza nemmeno del podio. Lo dimostra la prestazione di Lewis Hamilton, eliminato già in Q1: prestazione simbolo di un’annata da dimenticare in fretta. Esce deluso dalle qualifiche anche Kimi Antonelli, solo 14esimo. Meritano una menzione invece il veterano Alonso e il giovane Bortoleto, rispettivamente sesto e settimo con l’Aston Martin e la Sauber. LA GRIGLIA DI PARTENZA DEL GP DI ABU DHABI 2025 1. Max Verstappen (Red Bull) 2. Lando Norris (McLaren) 3. Oscar Piastri (McLaren) 4. George Russell (Mercedes) 5. Charles Leclerc (Ferrari) 6. Fernando Alonso (Aston Martin) 7. Gabriel Bortoleto (Suaber) 8. Esteban Ocon (Haas) 9. Isack Hadjar (Racing Bulls) 10. Yuki Tsunoda (Red Bull) 11. Oliver Bearman (Haas) 12. Carlos Sainz (Williams) 13. Liam Lawson (Racing Bulls) 14. Andrea Kimi Antonelli (Mercedes) 15. Lance Stroll (Aston Martin) 16. Lewis Hamilton (Ferrari) 17. Alexander Albon (Williams) 18. Nico Hülkenberg (Sauber) 19. Pierre Gasly (Alpine) 20. Franco Colapinto (Alpine) L'articolo F1, Gp Abu Dhabi: Verstappen si prende l’ultima pole e sogna ancora il Mondiale | La griglia di partenza proviene da Il Fatto Quotidiano.
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F1, il weekend decisivo è già infuocato. Lite tra Norris e Verstappen nelle seconde libere: “Rischiamo l’incidente”
È ancora venerdì, ma il weekend (l’ultimo) di Formula 1 ad Abu Dhabi decisivo per il titolo di campione è già infuocato. Perché a giocarselo saranno in tre: Lando Norris, Max Verstappen e Oscar Piastri. E tra i primi due c’è già stato qualche screzio durante le seconde prove libere del venerdì. In entrambe le sessioni – sia quella mattutina che la seconda pomeridiana – il più veloce è stato il pilota britannico della McLaren, seguito dall’olandese su Red Bull. Ma i due hanno avuto una breve lite via radio all’inizio delle seconde prove libere a Marina Bay. La polemica è nata dopo che mentre Norris e Verstappen giravano in pista, sono arrivati quasi a contatto. A quel punto il britannico – via radio – ha urlato: “Rischiamo l’incidente” proprio al rivale olandese. Non è però stata aperta nessuna investigazione nei confronti di Max Verstappen. Dinamiche normali di pista, ma che testimoniano quanto il clima sia teso in quella che è la gara decisiva per il titolo. Il favorito è Lando Norris. Il pilota della McLaren ha 408 punti in classifica, inseguono Max Verstappen su Red Bull a 396 (12 in meno) e Oscar Piastri a 392 punti (16 in meno). Sarà decisiva quindi l’ultima gara a Marina Bay. Al momento sembra più veloce la McLaren di Norris, che ha chiuso al primo posto entrambe le sessioni di prove libere, mentre Piastri (undicesimo) è più in difficoltà. Ma Verstappen è dietro, a pochi decimi e tra sabato e domenica ha dimostrato di saper e poter fare miracoli. È ciò che temono in casa McLaren. Ancora male la Ferrari: ottavo Leclerc, quattordicesimo Hamilton. FORMULA 1, I TEMPI DELLE PROVE LIBERE 2 1. Lando Norris McLaren 1:23.083 2. Max Verstappen Red Bull Racing +0.363 3. George Russell Mercedes +0.379 4. Oliver Bearman Haas F1 Team +0.418 5. Nico Hulkenberg Kick Sauber +0.467 6. Gabriel Bortoleto Kick Sauber +0.487 7. Isack Hadjar Racing Bulls +0.574 8. Charles Leclerc Ferrari +0.575 9. Fernando Alonso Aston Martin +0.625 10. Kimi Antonelli Mercedes +0.667 11. Oscar Piastri McLaren +0.680 12. Lance Stroll Aston Martin +0.749 13. Carlos Sainz Williams +0.789 14. Lewis Hamilton Ferrari +0.856 15. Alexander Albon Williams +0.867 16. Esteban Ocon Haas F1 Team +0.875 17. Yuki Tsunoda Red Bull Racing +1.220 18. Liam Lawson Racing Bulls +1.391 19. Franco Colapinto Alpine +1.688 20. Pierre Gasly Alpine +1.880 L'articolo F1, il weekend decisivo è già infuocato. Lite tra Norris e Verstappen nelle seconde libere: “Rischiamo l’incidente” proviene da Il Fatto Quotidiano.
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Formula 1, la Red Bull fa fuori anche Tsunoda: il prossimo anno sarà Hadjar ad affiancare Verstappen
Fuori Yuki Tsunoda, dentro Isack Hadjar. Sarà lui ad affiancare Max Verstappen su Red Bull nella prossima stagione di Formula 1. A comunicarlo è stato lo stesso team. Hadjar, che ha compiuto 21 anni a settembre, ha ben figurato nella sua prima stagione in Formula 1 con la Racing Bulls, con cui ha anche ottenuto un terzo posto nel Gran Premio d’Olanda. L’arrivo di Hadjar presuppone così l’addio di Yuki Tsunoda, che fa parte della famiglia Red Bull dal 2019, con cui ha corso oltre cento gare. Tsunoda rimarrà con il ruolo di Test e Reserve Driver Red Bull per il 2026. “Yuki corre con i colori Red Bull da sette anni e ho avuto il piacere di lavorare con lui in entrambi i team Red Bull. Durante le sue cinque stagioni finora in Formula 1, è maturato diventando un pilota completo. Tutti nel paddock concordano sul fatto che è impossibile non voler bene a Yuki: la sua personalità è contagiosa e lui è diventato una parte speciale della famiglia Red Bull”, ha spiegato Laurent Mekies, CEO e Team Principal di Oracle Red Bull Racing. “Per quanto riguarda Isack, nella sua prima stagione in F1 ha dimostrato grande maturità e un’eccellente capacità di apprendimento. Soprattutto, ha mostrato la velocità pura che è il requisito numero uno in questo sport. Crediamo che Isack possa crescere accanto a Max”, ha concluso il Ceo di Red Bull Racing. “Sono molto grato a Oracle Red Bull Racing per avermi dato l’opportunità e la fiducia di correre al massimo livello della Formula 1. Dopo tutto il lavoro svolto da quando sono entrato nel Junior Team, è una soddisfazione enorme. Ho vissuto molti alti e bassi nella mia carriera, e loro hanno continuato a credere in me e a spingermi. È un’opportunità straordinaria: non vedo l’ora di lavorare con i migliori e imparare da Max“, ha invece dichiarato Isack Hadjar. Hadjar è arrivato a punti in dieci gare su ventidue disputate su Racing Bulls, mentre Yuki Tsunoda ha conquistato punti in sette gare su 23 disputate, senza mai andare a podio. L'articolo Formula 1, la Red Bull fa fuori anche Tsunoda: il prossimo anno sarà Hadjar ad affiancare Verstappen proviene da Il Fatto Quotidiano.
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“Ho capito subito che fosse la cosa giusta”: la mossa decisiva di Hannah Schmitz, la stratega Red Bull che è salita sul podio con Verstappen
Settimo giro del Gp di Formula 1 del Qatar. Incidente tra Nico Hulkenberg e Pierre Gasly e safety car. È il momento in cui Max Verstappen ha vinto il gran premio di Losail. Lo ha fatto grazie a una strategia vincente, scelta da Hannah Schmitz, ingegnera RedBull che ha deciso di richiamare immediatamente ai box sia Verstappen che Yuki Tsunoda grazie a un piano studiato prima della gara. Il piano era chiaro: con due stint (sequenza di giri effettuati in gara tra la partenza e un pit-stop) da 25 giri da gestire e una gara che richiedeva ritmo alto, fermarsi subito era l’unica strada per arrivare alla vittoria. E fermarsi subito durante la safety car era lo scenario ideale: “Era ovvio che dovessimo farlo. Ho capito subito che fosse la cosa giusta“. Una determinazione e sicurezza che il team ha premiato anche sul podio, scegliendo lei per affiancare Verstappen e ritirare il trofeo che spetta al team. Una mossa risultata vincente perché la McLaren, con entrambe le vetture davanti, ha deciso erroneamente di rimanere fuori. Una scelta inspiegabile per quasi tutto il paddock e che ha permesso a Verstappen di ottenere un pit stop di vantaggio senza perder praticamente nulla, lanciandolo verso una vittoria che ha rimesso in discussione la testa della classifica piloti. Schmitz ha poi spiegato come ha superato lo scetticismo nel box: “Prima della gara avevamo stabilito che quella era la nostra finestra. C’è un tale vantaggio nel fare i pit stop sotto Safety Car… tutti dicevano: ‘Siete sicuri?’. E io rispondevo: ‘Sì, credo proprio di sì!’“. Una decisione che ha garantito un vantaggio di tempo impossibile da recuperare per chiunque. Una strategia non adottata anche dalla McLaren, che così ha avvantaggiato Verstappen, come riconosciuto dalla stessa Schmitz: “Forse volevano trattare i piloti allo stesso modo… e noi eravamo nella posizione di trarne vantaggio”. Il riferimento è alla volontà del team di garantire equità totale tra Norris e Piastri anche nei momenti più critici, visto che entrambi sono ancora in lotta per il titolo mondiale. Con il successo di Losail, l’olandese si porta a 396 punti, a -12 dalla vetta occupata da Lando Norris, con Piastri terzo a quota 392. A Yas Marina – nell’ultima gara dell’anno – tutto è ancora aperto e saranno in tre a giocarsi il titolo: Norris deve solo finire sul podio per essere campione, mentre Verstappen deve vincere sperando che il britannico resti fuori dai primi tre. Una lotta resa possibile dalla strategia di Schmitz. L'articolo “Ho capito subito che fosse la cosa giusta”: la mossa decisiva di Hannah Schmitz, la stratega Red Bull che è salita sul podio con Verstappen proviene da Il Fatto Quotidiano.
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Adrian Newey nuovo team principal della Aston Martin, come cambia la F1: gli scenari per il 2026 e il futuro di Verstappen
Anche per un’icona come Adrian Newey c’è sempre una prima volta. E quella prima volta coinciderà con il 2026, quando il genio dell’aerodinamica – inseguito dalla Ferrari per mesi prima di scegliere la via di Silverstone – assumerà il ruolo di team principal dell’Aston Martin. Una svolta epocale per un tecnico che in oltre quarant’anni non aveva mai assunto un ruolo manageriale così ampio. Newey raccoglierà il testimone di Andy Cowell, figura chiave dell’era ibrida Mercedes, che dopo un anno da Ceo e team principal passerà a un incarico altrettanto strategico — ma più defilato — come quello di responsabile della strategia (Chief Strategy Officer), continuando a riportare direttamente al proprietario della scuderia di Silverstone, Lawrence Stroll. La rivoluzione verde non nasce dal caso. Il 2026 porterà “i cambiamenti più radicali in una generazione”, come si legge nella nota del team, con nuove power unit, aerodinamica attiva e una griglia più affollata. Da qui la necessità di riorganizzare la leadership. Cowell — che negli ultimi 14 mesi ha ridisegnato l’organizzazione interna — avrà ora la missione di guidare l’integrazione tecnica tra il nuovo motore Honda, i carburanti Aramco, i lubrificanti Valvoline e il futuro telaio. “È il momento opportuno per assumere un ruolo diverso e ottimizzare la partnership con Honda, Aramco e Valvoline, garantendo la perfetta integrazione tra power unit, carburante e telaio”, ha dichiarato l’ex tecnico delle Frecce d’Argento. Newey, invece, guiderà l’intero settore tecnico e le operazioni in pista. Un passaggio che Stroll definisce naturale: “Adrian potrà sfruttare appieno la sua creatività e competenza tecnica”, è il pensiero del canadese, papà del pilota Lance. Il britannico ex Red Bull ha già osservato da vicino il potenziale della struttura: “Negli ultimi nove mesi ho visto un talento straordinario nel team — ha spiegato — Questo nuovo ruolo ci metterà nella posizione migliore per affrontare le sfide del 2026”. COME CAMBIA IL TEAM CON IL SUO ARRIVO Con l’annuncio di Newey come team principal, l’Aston Martin cambia pelle. Finisce l’epoca della crescita frammentata, fatta di investimenti e innesti, e inizia quella della visione unificata: un’unica mente che immagina la vettura, la guida nello sviluppo e ne coordina l’evoluzione in pista. È un cambio culturale prima ancora che organizzativo: Newey porta un metodo basato su decisioni rapide, libertà creativa e una filosofia progettuale che parte da un foglio bianco, ideale in vista delle nuove regole 2026 e dell’aerodinamica attiva. Per la prima volta, il concept aerodinamico e meccanico della monoposto sarà modellato fin dall’origine sulla sua impostazione, senza compromessi ereditati. Il nuovo corso prende forma anche nell’integrazione tra chassis e power unit, temi cruciali del nuovo regolamento tecnico. Sarà proprio lui a stabilire priorità, geometrie, equilibrio strutturale e aerodinamico. Una logica che richiama quella della Red Bull dominante, dove ogni elemento — dal motore alle ali — faceva parte dello stesso disegno, anche se doveva vedere l’approvazione di Christian Horner. Accanto a lui, figure come Andy Cowell avranno un ruolo strategico, ma la direzione sarà chiara: tutto deve parlare la lingua della performance. NEWEY RIACCENDE L’IPOTESI VERSTAPPEN IN ASTON MARTIN? La scelta di Newey in Aston Martin può anche riaccendere con forza l’ipotesi di Max Verstappen nel team di Silverstone dal 2027. L’olandese non ha ancora deciso il suo futuro, aspetterà di capire cosa ne sarà della Red Bull con il nuovo regolamento — capendo la bontà (o meno) della nuova power unit Ford l’anno prossimo — e ha sempre stimato il suo ex direttore tecnico, arrivando più volte a criticare Horner, anche dopo la vicenda che ha visto il britannico al centro del caso sexgate con una dipendente di Milton Keynes. Newey, in pista, non sarà un manager politico, ma un comandante tecnico, raro nella F1 moderna. Questo nuovo assetto potrà rendere Aston Martin più snella e più coraggiosa nello sperimentare, con un ambiente interno destinato a trasformarsi sotto la sua impronta. NEWEY, LA CARRIERA IN BREVE Quel che è certo è che Newey — nato a Stratford-upon-Avon come William Shakespeare — vivrà una nuova fase stimolante della sua carriera. Un altro tassello dopo gli esordi in Fittipaldi e March, l’Imsa, la 500 Miglia di Indianapolis e il titolo Cart. Il suo rientro in F1 con March/Leyton House ha portato alla celebre CG901, la vettura capace di far sognare la vittoria a Ivan Capelli nel GP di Francia 1990. Ma è con la Williams che il suo genio è esploso: FW14, FW14B e FW15C hanno fatto la storia, con nel mezzo il neo della vettura 1994 che portò alla morte di Ayrton Senna a Imola. Alla McLaren, dal 1997, ha firmato le vetture che riportano i titoli con Mika Häkkinen nel 1998 e 1999. Ma il capitolo più duraturo è quello con la Red Bull, iniziato nel 2006: dal 2010 al 2013 sono arrivati otto titoli iridati, poi un nuovo ciclo vincente con Verstappen dal 2021 al 2023. In parallelo, Newey ha disegnato la hypercar Aston Martin Valkyrie, lavorato alla America’s Cup e corso persino in Endurance, per capire il motorsport anche dal sedile del pilota. Annunciato nel settembre 2024 dalla Aston Martin, ha iniziato a lavorare a marzo per il team di Silverstone dopo aver scontato il “gardening”: il periodo di riposo forzato dopo l’uscita dalla Red Bull. L'articolo Adrian Newey nuovo team principal della Aston Martin, come cambia la F1: gli scenari per il 2026 e il futuro di Verstappen proviene da Il Fatto Quotidiano.
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Formula 1, incredibile a Las Vegas: squalificate le McLaren di Piastri e Norris, si riapre il Mondiale
I sospetti di qualche ora fa alla fine si sono materializzati: le due McLaren di Lando Norris e Oscar Piastri sono state squalificate nel Gran Premio di Las Vegas. A vincere è stato Max Verstappen, che torna a -24 da Lando Norris e riapre definitivamente il mondiale per le ultime due gare. Zero punti per Norris (secondo in gara) e Piastri (quarto). Le vetture sono state squalificate a causa dell’eccessivo consumo del plank del fondo delle loro vetture. Il plank, o pattino, è una tavola di legno posizionata sul fondo piatto delle monoposto, il cui ruolo principale è far mantenere al veicolo una distanza minima da terra per questioni legate alla sicurezza. Questa tavola ha uno spessore di 10 millimetri e secondo il regolamento non può usurarsi di oltre un millimetro (quindi non può essere inferiore a 9 mm). Una giornata positiva per Lando Norris, che con il secondo posto si era assicurato una buona possibilità per vincere il mondiale, adesso invece decisamente riaperto. Il pilota britannico rimane in prima posizione, ma a +24 sia su Oscar Piastri che su Max Verstappen, che aggancia l’altra McLaren in seconda posizione e riapre definitivamente il Mondiale a due giornate dal termine e con ancora diversi punti in palio. LE MOTIVAZIONI DELLA FIA A ufficializzare la squalifica è stata la Fia, con una nota ufficiale: “Lo spessore del pattino del fondo della monoposto numero 4 (Lando Norris) – dice il comunicato ufficiale – è stato state misurato e risultava al di sotto dello spessore minimo di 9 mm previsto dall’Articolo 3.5.9 del Regolamento Tecnico. Le misurazioni pertinenti erano: lato destro anteriore 8,88 mm, lato destro posteriore 8,93 mm. Lo strumento di misura utilizzato era un micrometro Mitutoyo acquistato nel maggio 2025 e, secondo le specifiche del produttore, ha una precisione fino a 0,001 mm”, comincia la nota. Poi la precisazione e la seconda misurazione: “Lo spessore del pattino del fondo è stato nuovamente misurato alla presenza dei Commissari e dei tre rappresentanti McLaren, e tali misurazioni hanno confermato che lo spessore non erano conforme al regolamento. Le misurazioni pertinenti risultavano persino inferiori a quelle rilevate inizialmente dal Delegato Tecnico”. Il team papaya ha sostenuto che esistessero delle attenuanti, perché in questo evento il porpoising è stato maggiore del previsto e le opportunità di testare le condizioni erano state limitate a causa delle condizioni meteorologiche di venerdì (giorno 1) e delle sessioni di prove libere che erano state accorciate. Inoltre, la McLaren ha affermato che il livello della violazione fosse inferiore rispetto a precedenti infrazioni dello stesso regolamento nel 2025. La Fia ha sostenuto che, purtroppo, non era prevista alcuna disposizione nel regolamento o nei precedenti che consentisse una penalità diversa da quella abituale (cioè la squalifica). La Fia ha precisato fermamente che la violazione fosse involontaria e che non vi fosse stato alcun tentativo deliberato di aggirare il regolamento. L'articolo Formula 1, incredibile a Las Vegas: squalificate le McLaren di Piastri e Norris, si riapre il Mondiale proviene da Il Fatto Quotidiano.
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“Sto correndo come un animale”, il carattere di Leclerc non basta alle Ferrari. Verstappen domina Las Vegas e Norris festeggerà ad Abu Dhabi
Chiudere con onore un Mondiale sempre più diretto verso Lando Norris. Max Verstappen lo sta facendo e si è preso indiscutibilmente il GP di Las Vegas, chiudendo di oltre 20 secondi (20”7 per la precisione) davanti alla McLaren dell’inglese (2°), poi la Mercedes di George Russell (3°). Quarto uno spento Oscar Piastri, sempre più lontano dal compagno di box nel duello per il campionato Piloti — che recita 408 Norris, 378 l’australiano e 366 Verstappen — quindi un super Andrea Kimi Antonelli (5°, scattava 17°), di rimonta nonostante una penalità per falsa partenza (5 secondi) ma davanti nel finale a Charles Leclerc (6°) nonostante le gomme usate da 47 giri. Dietro al monegasco della Ferrari hanno chiuso a punti Carlos Sainz (7°), Isack Hadjar (8°), Nico Hulkenberg (9°) e Lewis Hamilton (10°). Domenica prossima si corre in Qatar, quando ci sarà anche l’ultima Sprint di stagione, proprio dove Norris può piazzare l’allungo Mondiale decisivo. Quindi il gran finale di campionato ad Abu Dhabi, fra due settimane. IL COMMENTO DI GARA In un Mondiale che sembra aver preso una direzione precisa, la gara di Las Vegas ha offerto un’immagine quasi paradossale: un Verstappen perfetto che continua a vincere, pur sapendo che la matematica non è dalla sua parte, e due McLaren che, pur essendo più veloci, non riescono a scrollarsi di dosso la pressione dell’olandese. L’equilibrio delle ultime settimane si è riproposto anche nel deserto del Nevada, dove Max ha imposto ancora una volta il proprio ritmo fin dal via, sfruttando l’ennesima incertezza in partenza di Norris, superato anche da Russell e poi alla fine terzo. Una gara gestita da leader consumato, quella di Max, al contrario di Oscar Piastri, uscito ancora una volta sottotono: il suo 4° posto (5° in pista dietro ad Antonelli) racconta la difficoltà di un pilota che dalla trasferta di Baku sembra aver smarrito lucidità e incisività, come confermato anche dal lungo in curva 14 che lo ha esposto al sorpasso di Charles Leclerc (6°) nel primo stint di gara. Dall’altra parte del box Norris ha invece dimostrato che, nonostante l’errore, la sua crescita mentale dopo l’Olanda c’è stata eccome: non un lampo, ma un lavoro progressivo, costruito giro dopo giro. Lando sapeva di non avere il passo per aggredire Verstappen, capace di un controllo gomme impeccabile e di un finale addirittura in accelerazione, ma ha evitato rischi inutili e consolidato il 2° posto, prendendoselo senza rischi su un Russell che per buona parte di gara ha pagato anche un problema idraulico al volante e nel finale ha patito il graining all’anteriore destra. “Non è stata la mia gara migliore, ma mi sono divertito. Al via ho cercato più rischi di Verstappen”, ha ammesso l’inglese, che non appassiona in pista come l’olandese ma che, a meno di sfracelli dell’ultima ora, a una Sprint e due GP dal termine, sa che il primo Mondiale Piloti è dalla sua e che a Losail può piazzare l’allungo decisivo. A suo favore gioca anche il fatto che Qatar e Abu Dhabi sono sulla carta favorevoli alla McLaren. LE ASPETTATIVE Le aspettative della vigilia avevano acceso speranze in casa Mercedes, dove però la realtà si è rivelata più complessa: Russell ha illuso nelle prime fasi, poi un problema idraulico al volante e un ritmo meno incisivo lo hanno costretto a difendersi, subendo nel finale il sorpasso di Norris. In compenso, Andrea Kimi Antonelli ha mostrato con quanta velocità stia crescendo. Dopo un sabato da dimenticare (scattava 17°) e la penalità di cinque secondi per falsa partenza — stesso errore commesso da Alexander Albon, poi ritirato — il bolognese ha sfruttato la Virtual Safety Car al via, montato le Hard subito e costruito una rimonta di spessore, coprendo 47 giri con lo stesso set e chiudendo virtualmente davanti a Piastri e Leclerc. La penalità lo ha fatto retrocedere dietro all’australiano, ma ha comunque salvato il piazzamento davanti al monegasco per un decimo. Le basse temperature dell’asfalto di Las Vegas, tradizionalmente poco aggressivo, gli hanno dato una mano, ma la consistenza è tutta sua. Non a caso Verstappen lo ha elogiato a fine corsa. L’OCCASIONE PERSA Per la Ferrari, Las Vegas ha rappresentato un’occasione parzialmente colta: la pista, con poche curve e lunghi rettilinei, era più adatta della media alla SF-25, ma ancora una volta le qualifiche e un’auto con troppi difetti hanno frenato le ambizioni. Rivedibile anche la strategia di Maranello di richiamare in ritardo Leclerc ai box, dopo averlo tenuto per diversi giri dietro a Sainz, costata punti nel finale di gara nei confronti di Antonelli. Lewis Hamilton, partito 19° dopo una qualifica disastrosa (per la prima volta in carriera ultimo per sbagli umani e non errori tecnici dell’auto), ha recuperato fino al 10° posto, mostrando un passo più solido con le Hard rispetto alle Medie, ma troppo inferiore per l’ennesima volta in stagione a Leclerc, in grado di viaggiare un secondo più veloce sul giro per buona parte della gara. LECLERC Leclerc, invece, ha messo in scena la sua ennesima gara di carattere. “Sto correndo come un animale”, ha comunicato via radio al muretto, e lo si è visto: nonostante un contatto al via con Fernando Alonso (13° finale lo spagnolo), è risalito fino alla quinta posizione nella prima fase, approfittando dell’errore di Piastri e superando Hadjar. Nella seconda parte ha dovuto risparmiare benzina, facendo lift and coast per evitare una possibile squalifica, e questo gli è costato la posizione su Antonelli. Il monegasco ha perso la forza per arrabbiarsi su queste cose, e come Lewis, insomma, non vede l’ora che la stagione finisca. Capitolo a parte: rivedibile la Fia per le decisioni in alcuni momenti della corsa, vedasi i marshall in curva 1 a raccogliere detriti mentre passavano le vetture, e finale di stagione difficile per Gabriel Bortoleto, che dopo i botti di Interlagos ha centrato allo start Lance Stroll e si è beccato cinque posizioni di penalità da scontare al via della gara normale in Qatar. L'articolo “Sto correndo come un animale”, il carattere di Leclerc non basta alle Ferrari. Verstappen domina Las Vegas e Norris festeggerà ad Abu Dhabi proviene da Il Fatto Quotidiano.
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