“Stavo guardando il corpo scuoiato e mutilato di mio figlio. Sapevo che era lui,
era straziante. Le mie parole non possono descrivere come questo abbia scosso me
e la mia famiglia fin nel profondo”. È la dichiarazione di Kim Erick, una 54enne
texana, convinta di aver riconosciuto il corpo del figlio, Christopher Todd
Erick, all’interno della controversa mostra “Real Bodies” di Las Vegas.
L’ossessione della donna, alimentata dal lutto e dal sospetto sulla morte del
figlio, si scontra però con una realtà cronologica e fattuale che smonta punto
per punto la sua accusa. Ma andiamo con ordine.
Il trauma per Kim Erick è iniziato nel novembre 2012, quando suo figlio Chris fu
trovato morto nella casa della nonna per avvelenamento da cianuro. L’autopsia
rilevò tossicità da cianuro, con complicazioni cardiache pregresse e il corpo
venne cremato, rendendo impossibile qualsiasi confronto successivo. Sebbene
l’ufficio del coroner della contea avesse classificato la causa di morte come
“indeterminata” (potenzialmente suicidio), lei, che ricevette solo una collana
contenente presunte ceneri, non ha mai creduto alla versione delle autorità,
spingendo la polizia a riaprire l’indagine. Non avendo trovato prove sufficienti
per un’incriminazione, il caso fu poi archiviato. Oggi, Kim Erick è tornata a
farsi sentire, chiedendo pubblicamente il test del Dna sul corpo esposto nel
museo. Le sue convinzioni sono rafforzate dal fatto che, a suo dire, le foto
scattate all’epoca mostravano “segni di contenimento” sui polsi e sul corpo del
figlio.
Peccato però che la mostra “Real Bodies” di Las Vegas sia permanente: ricerche
intensive sui database fotografici hanno dimostrato che l’esemplare a cui la
donna fa riferimento, un corpo seduto con la parte superiore del cranio rimossa,
era già esposto e fotografato in pubblico nel 2006, ben sei anni prima della
morte di Christopher Todd Erick, avvenuta nel 2012. Imagine Exhibitions, Inc.,
la società proprietaria della mostra, ha risposto in modo netto alle accuse, pur
esprimendo solidarietà alla famiglia: “Estendiamo le nostre condoglianze alla
famiglia, ma non c’è alcuna base fattuale per queste accuse”, ha dichiarato la
società. “Lo specimen in questione è in mostra continua a Las Vegas dal 2004 e
non può essere associato all’individuo nominato in queste affermazioni”. La
società ha inoltre ribadito che tutti gli esemplari plastinati sono “eticamente
e legalmente conformi” e provengono da corpi non reclamati donati a università
mediche in Cina.
Non solo, anche la redazione di Lead Stories ha condotto un’analisi delle
immagini: “La figura seduta a cui si riferisce Kim compare in una foto Getty del
22 giugno 2006, scattata durante l’inaugurazione di Bodies… The Exhibition al
Tropicana di Las Vegas; ulteriori tracce dello stesso esemplare sono presenti su
un sito archivio del 2014 relativo a un’esposizione ad Atlanta. Questo dimostra
che il corpo era già visibile almeno sei anni prima della morte del ragazzo”.
Una parte cruciale del caso riguarda il modo in cui Kim Erick vide per la prima
volta il corpo in mostra: in un post del 2025, la donna ammette che non lo vide
dal vivo, ma in un video allegato a un articolo del 2018 sull’origine dei corpi
plastinati pubblicato da news.com.au. Solo più tardi associò quell’immagine al
figlio. Ma i fatti mostrano che quel corpo era stato plastinato almeno dieci
anni prima.
L'articolo “Sono andata a vedere la mostra Real Bodies e ho riconosciuto il
corpo di mio figlio. E’ straziante, voglio il test del Dna”. La replica del
museo proviene da Il Fatto Quotidiano.
Tag - Las Vegas
“Una conclusione frustrante per oggi. Abbiamo dovuto gestire la situazione verso
la fine della gara e ora sappiamo che è stato a causa di alcuni problemi alla
nostra vettura, che purtroppo ci hanno portato alla squalifica”. Così Lando
Norris dopo la squalifica delle due vetture McLaren al termine della gara a Las
Vegas. Il pilota britannico aveva conquistato 18 punti, mettendo un’ipoteca sul
mondiale, ma alla fine si ritrova con zero punti ottenuti e una classifica
piloti apertissima.
“Stiamo indagando sulle cause di questo comportamento della vettura, compreso
l’effetto dei danni accidentali subiti da entrambe le vetture, che abbiamo
riscontrato dopo la gara e che hanno portato a un aumento del movimento del
fondo”. Ha replicato Andrea Stella, team principal della McLaren. “Come ha
osservato la FIA, la violazione non era intenzionale, non c’è stato alcun
tentativo deliberato di aggirare il regolamento e sussistevano anche circostanze
attenuanti”.
Le vetture sono state squalificate a causa dell’eccessivo consumo del plank del
fondo delle loro vetture. Il plank, o pattino, è una tavola di legno posizionata
sul fondo piatto delle monoposto, il cui ruolo principale è far mantenere al
veicolo una distanza minima da terra per questioni legate alla sicurezza. Questa
tavola ha uno spessore di 10 millimetri e secondo il regolamento non può
usurarsi di oltre un millimetro (quindi non può essere inferiore a 9 mm). Cosa
che invece è accaduta.
Stella ha poi riservato un pensiero anche i per piloti Lando Norris e Oscar
Piastri, partner e sostenitori: “Ci scusiamo con Lando e Oscar per la perdita di
punti odierna, in un momento critico della loro campagna di campionato dopo due
ottime prestazioni da parte loro durante tutto il weekend. Come squadra, ci
scusiamo anche con i nostri partner e i nostri tifosi, il cui sostegno è molto
importante per noi. Sebbene questo risultato sia estremamente deludente,
rimaniamo pienamente concentrati sulle ultime due gare della stagione”.
LE PAROLE DI NORRIS
Sul tema è appunto intervenuto anche Lando Norris, che con i 18 punti ottenuti
grazie al secondo posto aveva avvicinato notevolmente il titolo: “È frustrante
perdere così tanti punti. Come squadra, cerchiamo sempre di ottenere il massimo
delle prestazioni e oggi chiaramente non siamo riusciti a trovare il giusto
equilibrio. Ormai non posso fare nulla per cambiare la situazione, quindi mi
concentrerò completamente sul Qatar, dove punteremo a dare il meglio in ogni
sessione.”
L'articolo “È frustrante perdere così tanti punti”: la rabbia di Norris dopo la
squalifica. E il team ammette: “Scusateci” proviene da Il Fatto Quotidiano.
I sospetti di qualche ora fa alla fine si sono materializzati: le due McLaren di
Lando Norris e Oscar Piastri sono state squalificate nel Gran Premio di Las
Vegas. A vincere è stato Max Verstappen, che torna a -24 da Lando Norris e
riapre definitivamente il mondiale per le ultime due gare. Zero punti per Norris
(secondo in gara) e Piastri (quarto). Le vetture sono state squalificate a causa
dell’eccessivo consumo del plank del fondo delle loro vetture. Il plank, o
pattino, è una tavola di legno posizionata sul fondo piatto delle monoposto, il
cui ruolo principale è far mantenere al veicolo una distanza minima da terra per
questioni legate alla sicurezza. Questa tavola ha uno spessore di 10 millimetri
e secondo il regolamento non può usurarsi di oltre un millimetro (quindi non può
essere inferiore a 9 mm).
Una giornata positiva per Lando Norris, che con il secondo posto si era
assicurato una buona possibilità per vincere il mondiale, adesso invece
decisamente riaperto. Il pilota britannico rimane in prima posizione, ma a +24
sia su Oscar Piastri che su Max Verstappen, che aggancia l’altra McLaren in
seconda posizione e riapre definitivamente il Mondiale a due giornate dal
termine e con ancora diversi punti in palio.
LE MOTIVAZIONI DELLA FIA
A ufficializzare la squalifica è stata la Fia, con una nota ufficiale: “Lo
spessore del pattino del fondo della monoposto numero 4 (Lando Norris) – dice il
comunicato ufficiale – è stato state misurato e risultava al di sotto dello
spessore minimo di 9 mm previsto dall’Articolo 3.5.9 del Regolamento Tecnico. Le
misurazioni pertinenti erano: lato destro anteriore 8,88 mm, lato destro
posteriore 8,93 mm. Lo strumento di misura utilizzato era un micrometro Mitutoyo
acquistato nel maggio 2025 e, secondo le specifiche del produttore, ha una
precisione fino a 0,001 mm”, comincia la nota.
Poi la precisazione e la seconda misurazione: “Lo spessore del pattino del fondo
è stato nuovamente misurato alla presenza dei Commissari e dei tre
rappresentanti McLaren, e tali misurazioni hanno confermato che lo spessore non
erano conforme al regolamento. Le misurazioni pertinenti risultavano persino
inferiori a quelle rilevate inizialmente dal Delegato Tecnico”.
Il team papaya ha sostenuto che esistessero delle attenuanti, perché in questo
evento il porpoising è stato maggiore del previsto e le opportunità di testare
le condizioni erano state limitate a causa delle condizioni meteorologiche di
venerdì (giorno 1) e delle sessioni di prove libere che erano state accorciate.
Inoltre, la McLaren ha affermato che il livello della violazione fosse inferiore
rispetto a precedenti infrazioni dello stesso regolamento nel 2025. La Fia ha
sostenuto che, purtroppo, non era prevista alcuna disposizione nel regolamento o
nei precedenti che consentisse una penalità diversa da quella abituale (cioè la
squalifica). La Fia ha precisato fermamente che la violazione fosse involontaria
e che non vi fosse stato alcun tentativo deliberato di aggirare il regolamento.
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Piastri e Norris, si riapre il Mondiale proviene da Il Fatto Quotidiano.