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Davanti ai mille casi di chirurgia estetica oltre il limite, io penso a Fiona di Shrek: l’esempio più educativo
C’era una volta, in un regno non troppo lontano, una giovane principessa — chiamiamola Bella. Viveva serena, finché la solita strega invidiosa, quella degli specchi magici e delle stories filtrate, non le sussurrò: “Specchio, specchio delle mie brame, chi è la più bella del reame?”. Da quel momento cominciò la trasformazione. Prima un filler innocente, poi un botox “preventivo”, poi un ritocchino per “armonizzare” il profilo, uno per “illuminare” lo sguardo, uno per “bilanciare” il terzo medio. E a forza di perfezionare, aggiustare, lisciare, gonfiare e ritoccare, Bella iniziò a perdere ciò che aveva sin dall’inizio: la sua unicità. Il risultato? Non più principessa, ma una versione sempre più simile alla strega stessa — non per cattiveria, ma per abuso di incantesimi estetici. Finché lo specchio — quello vero, non quello dei filtri — non riuscì più a capire chi avesse davanti. La realtà, negli ultimi mesi, ha offerto esempi fin troppo calzanti. Il caso più clamoroso è stato quello di Meg Ryan, attrice amatissima, icona romantica degli anni ’90, che ai CFDA Awards è apparsa con un volto così trasformato da generare un vero terremoto mediatico. Non uno di quei “ritocchini” di cui si mormora sottovoce, ma un cambiamento così radicale da far domandare al pubblico se la persona sul palco fosse davvero lei. I social sono esplosi: “non la riconosco”, “cosa le è successo?”, “perché rovinare un volto così bello?”. Lungi dall’essere semplice gossip, la reazione globale ha mostrato un fatto evidente: persino le donne abituate a vivere sotto i riflettori, circondate dai migliori consulenti e professionisti, possono cadere nel sortilegio della giovinezza a tutti i costi. Meg Ryan non è una colpevole: è un simbolo involontario di una cultura che non perdona il tempo e non tollera un volto che mostri esperienza. E accanto a lei, un’altra storia ancora più drammatica: quella di Linda Evangelista, una delle supermodelle più celebrate della storia, il volto che poteva “non alzarsi dal letto per meno di 10.000 dollari”. Linda non è caduta nel tradizionale “troppo botox”, ma in un incantesimo tecnologico promesso come miracoloso: un trattamento di criolipolisi che avrebbe dovuto “rimodellare” e ringiovanire alcune aree del corpo. Il risultato, invece, è stato una rara ma devastante complicanza che ha provocato deformità permanenti, gonfiori duri, asimmetrie e un’ombra di tristezza che le ha tolto per anni la voglia di mostrarsi in pubblico. Lei stessa ha raccontato di essersi nascosta, di aver vissuto nella vergogna, di non riconoscere più il proprio corpo. Una strega moderna non per scelta, ma per destino estetico sfuggito di mano. La sua testimonianza è più potente di qualsiasi fiaba: se è successo a lei, simbolo planetario di bellezza controllata e professionale, allora nessuno è immune dall’incantesimo sbagliato. È proprio dopo queste storie, così forti e così umane, che entra in scena la protagonista più inattesa del nostro racconto: Fiona, la moglie di Shrek. La sua storia sembra comica, ma in realtà è la fiaba più educativa del repertorio. Anche lei avrebbe potuto scegliere di restare una principessa impeccabile, elegante, patinata, “da copertina”. Sarebbe bastato un bacio del vero amore per riportarla al volto perfetto. Invece il bacio rompe la maledizione e lei rimane orchessa per sempre. E la cosa straordinaria è che Fiona non la vive come una tragedia, ma come una liberazione. Mentre nel nostro mondo reale c’è chi si trasforma per allontanarsi da sé, Fiona abbraccia la sua natura e trova proprio lì la felicità. In un universo dominato da filtri e aspirazioni impossibili, sarebbe la prima a postare: “Io così. Per sempre. E sto benissimo.” La morale è inevitabile: la medicina e la chirurgia estetica non devono creare nuove principesse di plastica o streghe intrappolate nei propri specchi. Devono preservare, valorizzare e mantenere l’armonia naturale. Per riuscirci servono misura, competenza e un professionista capace di dire “stop” quando l’incantesimo sta per convertire la fiaba in una maledizione. Perché alla fine — ed è bene ricordarlo — quella che vive davvero felice e contenta… è Fiona. E non ha mai avuto bisogno di un filtro. L'articolo Davanti ai mille casi di chirurgia estetica oltre il limite, io penso a Fiona di Shrek: l’esempio più educativo proviene da Il Fatto Quotidiano.
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“La chirurgia plastica a Hollywood è devastante. Tante persone assumono farmaci per perdere peso ed è un caos fot**to là fuori”: Kate Winslet si sfoga
Kate Winslet non ci sta e si è sfogata al Sunday Times. L’attrice ha puntato il dito contro l’eccessiva dipendenza delle attrici dalla chirurgia plastica a Hollywood. Il problema è che i giovani attori sono “ossessionati dall’inseguire un’idea di perfezione per ottenere più like su Instagram. Questa cosai sconvolge moltissimo”. “È devastante – ha continuato la Winslet -. Se l’autostima di una persona è così legata al suo aspetto, è spaventoso. Ed è sconcertante perché ci sono momenti in cui penso che sia meglio, quando guardo le attrici agli eventi vestite come vogliono, a prescindere dalla loro forma”. E ancora: “Ma poi tante persone assumono farmaci per perdere peso. Alcune scelgono di essere se stesse, altre fanno di tutto per non esserlo. E sanno cosa stanno ingerendo nel loro corpo? La mancanza di rispetto per la propria salute è terrificante. Mi infastidisce ora più che mai. È un fottuto caos là fuori”. La Winslet ha affermato che l’uso dilagante della chirurgia plastica si estende ben oltre “tutte le fottute attrici” là fuori, dato che le donne di tutto il mondo “risparmiano per il Botox o per la roba che si mettono nelle labbra”. “La mia cosa preferita è quando le mani invecchiano – ha continuato la Winslet- È la vita, nelle tue mani. Alcune delle donne più belle che conosco hanno più di 70 anni, e ciò che mi sconvolge è che le giovani donne non abbiano idea di cosa significhi essere belle“. Kate Winslet in passato ha parlato apertamente del bodyshaming che ha subito dopo che il blockbuster di James Cameron del 1997 “Titanic” l’ha trasformata in una star del cinema mondiale. Durante un’intervista a “60 Minutes” l’anno scorso, si è commossa ricordando una volta in cui ha affrontato la stampa che la bullizzava per il suo peso. L'articolo “La chirurgia plastica a Hollywood è devastante. Tante persone assumono farmaci per perdere peso ed è un caos fot**to là fuori”: Kate Winslet si sfoga proviene da Il Fatto Quotidiano.
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