Tutto parte da debiti di droga non pagati e da storie di gelosia intrecciate in
un sottobosco violento della periferia di Roma. È lì che, secondo gli
investigatori, un gruppo di ragazzi – sei maggiorenni e cinque minorenni –
avrebbe trasformato un garage della Massimina in una sorta di stanza delle
punizioni, dove le vittime venivano portate con la forza, legate e torturate per
ore. Undici le misure per torture, sequestro di persona, estorsioni e un atto
dinamitardo a Primavalle.
I carabinieri della compagnia di Roma Trastevere hanno eseguito due
provvedimenti emessi dai gip del tribunale di Roma Livio Sabatini e dal gip del
tribunale per i Minorenni Paola Manfredonia, su richiesta della Direzione
Distrettuale Antimafia e della procura per i Minorenni, nei confronti di 6
maggiorenni, destinatari di custodia cautelare in carcere e di cinque minorenni,
due destinatari di custodia cautelare in istituto penale minorile e tre
collocati in comunità.
A gennaio, almeno due persone sarebbero state prelevate direttamente dalle loro
case e trascinate in quel garage. Mani e piedi immobilizzati, gli occhi bendati,
colpi di spranghe, pugni, schiaffi. In un caso, persino acqua bollente versata
addosso. Un modo brutale per riscuotere crediti legati allo spaccio e regolare
conti personali. Le vittime sono sopravvissute, ma con gravi ferite. L’indagine,
avviata quasi per caso a marzo dopo un arresto per droga. Seguendo quella
traccia iniziale, i carabinieri sono arrivati a ricostruire non solo i
sequestri, ma anche un episodio che aveva scosso il quartiere di Primavalle:
l’esplosione del 30 giugno in via Calcagnini, al cosiddetto “Bronx”, che aveva
fatto crollare parte dell’androne di una palazzina Ater. Secondo gli inquirenti,
tra gli undici indagati ci sarebbero anche il mandante e l’esecutore materiale
della bomba carta.
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