Quella dei motociclisti è una comunità. Storcerà il naso chi non ha mai compreso
la particolare “legge morale” (piccola, dai, Kant perdonaci…) che sta dietro il
saluto reciproco di chi guida una due ruote: aiutare chi è in panne, tutelare il
meno esperto, segnalare i rischi sulla strada. E’ tutto in questa relazione tra
il piacere della guida e lo stare insieme la connessione che da anni unisce Bmw
Motorrad Italia – attraverso il suo programma di responsabilità sociale
#SpecialMente – e “I Bambini delle Fate“, l’impresa sociale fondata da Franco
Antonello che dal 2005 assicura sostegno economico a progetti di inclusione
sociale gestiti da partner e associazioni locali a beneficio di famiglie con
autismo e altre disabilità.
La storia di Franco e di suo figlio Andrea – oggi 31enne – è famosa, grazie a un
libro diventato un caso letterario e grazie al successo maturato sui social: la
diagnosi di disturbo dello spettro autistico, la ricerca di soluzioni e aiuto,
l’idea del viaggio in moto da un lato come apertura verso il mondo per Andrea,
dall’altro come richiamo di attenzione verso l’attività dell’impresa che oggi,
dopo 20 anni, ha sostenuto più di 100 progetti, oltre 4000 famiglie in giro per
l’Italia con un modello che rifiuta di fatto le donazioni e al contrario chiede
continuità, trasparenza e sostegno garantiti alle aziende. I viaggi nel
frattempo sono diventati 13 e l’incontro di giovedì pomeriggio nella nuova House
of Bmw Italia è stato l’occasione per ricapitolare l’ultimo – Franco, Andrea,
una Bmw R1300Gs e l’Indonesia, percorsa tra le code chilometriche di Giacarta,
Bali e le isole minori – grazie al cortometraggio realizzato dalla Scuola
Holden.
L’incontro – oltre a Franco e Andrea, presenti i vertici di Motorrad Italia – è
stato anche l’occasione per parlare delle culture incrociati agli angoli più
diversi del mondo e anticipare qualcosa dei prossimi viaggi (inverno 2026,
destinazione ancora segreta). E soprattutto per ampliare il perimetro delle
iniziative e dei linguaggi. Dalle due ruote alla pittura, grazie al progetto
Forse un drago nascerà – ideato e realizzato e realizzato da L’abilità onlus
insieme ai Servizi educativi della Pinacoteca di Brera e sostenuto da i Bambini
delle Fate. E dalla pittura alla scrittura: è stato ufficializzata ieri proprio
da Franco Antonello la collaborazione con La Nave di Teseo che porterà i testi
scritti da 35 giovani ragazzi affetti da disturbo dello spettro autistico al
prossimo Salone del Libro di Torino.
L'articolo I Bambini delle Fate con BMW Motorrad Italia: in viaggio per
l’inclusione proviene da Il Fatto Quotidiano.
Tag - Autismo
È scomparso domenica mattina per un maloreimprovviso Enrico Celeghin, pilastro
di PizzAut, le pizzerie gestite da ragazzi autistici che si è guadagnata nel
corso degli anni le pagine della cronaca. Celeghin aveva 62 anni, originario di
Paderno Dugnano, nel Milanese. “Non era semplicemente un volontario di PizzAut,
lui era PizzAut, anzi è PizzAut”, ha dichiarato il fondatore Nico Acampora per
ricordare il suo impegno e la sua importanza nel gruppo. Celeghin era una
colonna, famoso non solo come il papà di Matteo, il primo ragazzo assunto a
tempo indeterminato come pizzaiolo, oggi alla guida della cucina del ristorante
di Monza. Celeghin svolgeva il ruolo di numero due dell’associazione, un gradino
sotto il fondatore Nico Acampora, in un progetto di inclusione lavorativa che
pochi avrebbero pronosticato di successo. Sovente alla guida del camion food
truck, quando c’era PizzaAut era chiamata a girare l’Italia.
“Quando hai un figlio autistico pensi che questo non lavorerà mai. Io invece ho
avuto la fortuna di incontrare Nico Acampora, questo folle visionario, che ha
assunto mio figlio Matteo a tempo pieno e indeterminato – scriveva Celeghin su
Facebook a maggio del 2024 – Ma oggi l’emozione è stata grande come quel giorno
in cui Matteo è stato assunto, perché oggi senza chiedere nulla quel folle di
Nico Acampora lo ha passato di livello con relativo aumento di busta paga. Mio
figlio è felice. È un lavoratore che paga le tasse e il dopo di noi lo stiamo
costruendo adesso”. Poi aveva aggiunto: “Voglio dire una cosa pubblicamente:
‘Nico Acampora sei un pazzo’ e io ti starò sempre accanto per aiutarti a
realizzare lo stesso miracolo di mio figlio con altri ragazzi autistici”.
Il fondatore di PizzAut ha pubblicato un ricordo di Celeghin: “Rimani vicino ai
tuoi figli Matteo e Gaia, rimani vicino a tua moglie Luisa, ma rimani vicino a
tutta la famiglia di PizzAut. Enrico ti prego, ovunque tu sia, non lasciare solo
nemmeno me, senza di te non ce la faccio”. Non sono mancati altri messaggi di
cordoglio, come quello della ministra per le Disabilità, Alessandra Locatelli:
“Enrico era un uomo straordinario, energico, allegro e sempre disponibile. Il
mio pensiero e il mio abbraccio più grande sono per Matteo, per la famiglia di
Enrico, per Nico e per tutti gli amici di PizzAut – ha scritto – Dobbiamo
continuare a dare il massimo come faceva lui. Enrico ci mancherà tantissimo, ma
sarà nel nostro cuore per sempre”.
Il lutto ha coinvolto anche l’ospedale Niguarda, dove lavora come infermiera
Luisa Lanzani, la moglie di Celeghin. Mentre i ragazzi di PizzAut ricordano il
suo impegno: “Ieri sera ho avuto la fortuna di vederti ancora e l’ultima nostra
conversazione è stata indimenticabile – ha scritto su Facebook Beatrice Tassone,
a lungo una cameriera del ristorante PizzAut di Monza – Ti ho chiesto se fosse
possibile preparare un piatto di pasta per un bambino autistico, e tu, come
sempre, ti sei offerto con entusiasmo, pronto ad aiutare. Ora la tua assenza
pesa come un macigno su tutti noi”. I due ristoranti di PizzAut sono rimasti
chiusi per lutto, ma a Monza e a Cassina de’ Pecchi sono pronti per riaprire.
L'articolo È morto Enrico Celeghin, storico volontario di Pizza Aut:
“Continueremo a dare il massimo come lui” proviene da Il Fatto Quotidiano.
Non ci sono prove scientifiche che colleghino l’uso del paracetamolo in
gravidanza a un aumento del rischio di autismo o disturbo da deficit di
attenzione e iperattività (ADHD) nei bambini. È quanto conferma una nuova
revisione pubblicata sul British Medical Journal (BMJ), che arriva mentre negli
Stati Uniti il dibattito politico e mediatico, riacceso da dichiarazioni del
presidente Donald Trump e da successive precisazioni della Food and Drug
Administration (FDA), ha sollevato dubbi e preoccupazioni tra genitori e donne
incinte.
L’analisi del BMJ, guidata da Shakila Thangaratinam dell’Università di
Liverpool, ha passato in rassegna nove revisioni sistematiche e quaranta studi
osservazionali, valutandone la qualità e la coerenza dei risultati. I numeri
parlano chiaro: la qualità metodologica degli studi è risultata bassa o
criticamente bassa nel 100% dei casi, con una sovrapposizione del 23% degli
stessi dati primari. Laddove le ricerche hanno controllato i fattori genetici e
ambientali condivisi nelle famiglie, le associazioni rilevate tra l’uso materno
del farmaco e i disturbi del neurosviluppo sono scomparse.
Il paracetamolo (acetaminofene) resta dunque il trattamento raccomandato per
dolore e febbre in gravidanza, come già stabilito dalle principali agenzie
regolatorie internazionali. Anche l’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA), in un
comunicato del 23 settembre 2025, ha ribadito che non sono emerse nuove evidenze
che richiedano modifiche alle linee guida europee: il farmaco può essere
impiegato, se clinicamente necessario, alla dose minima efficace e per il
periodo più breve possibile.
Le conclusioni italiane ed europee si basano sulle valutazioni del Comitato di
Valutazione dei Rischi per la Farmacovigilanza (PRAC) dell’Agenzia Europea dei
Medicinali (EMA), che già nel 2019 aveva esaminato i dati disponibili,
giudicando non dimostrato alcun legame causale tra esposizione in utero e
disturbi del neurosviluppo. Anche il Network europeo di teratologia (ENTIS), in
una posizione ufficiale del 2021, ha confermato la sicurezza del paracetamolo in
gravidanza, sostenuta da decenni di esperienza d’uso su ampie coorti di donne
senza evidenza di effetti tossici o malformativi.
La nuova revisione pubblicata dal BMJ e le posizioni ufficiali europee
convergono dunque su un messaggio chiaro: le prove attuali non supportano un
legame tra uso del paracetamolo in gravidanza e autismo o ADHD. L’uso
consapevole e prudente del farmaco resta una pratica clinica sicura e
appropriata per gestire febbre e dolore in una fase delicata della vita.
Lo studio
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o Adhd”, lo studio che smentisce Trump proviene da Il Fatto Quotidiano.