Il volley femminile italiano è ancora sul tetto del mondo. Questa volta però a
esultare è la Savino Del Bene Scandicci, che conquista il Mondiale per Club FIVB
per la prima volta nella sua storia, battendo in quattro set le campionesse in
carica della Prosecco DOC A.Carraro Imoco Conegliano nella finale tutta azzurra
giocata domenica sera a San Paolo, in Brasile. Scandicci trionfa grazie a una
strepitosa Ekaterina Antroprova e a una prova difensiva incredibile della
squadra di coach Marco Gaspari. Conegliano è alla seconda sconfitta stagionale
in una finale dopo il ko in Supercoppa contro Milano: una flessione forse era
anche fisiologica per una squadra leggendaria, che comunque si conferma ancora
tra le più forti al mondo.
Sicuramente, quanto visto a San Paolo è ancora la conferma dello livello
stratosferico della pallavolo azzurra. I club della Lega Volley Femminile
continuano a dominare anche fuori dall’Italia, come evidenzia con orgoglio il
presidente Mauro Fabris: “La pallavolo femminile italiana di Serie A chiude il
2025 sul tetto del mondo, come nel 2024, dopo la prima Finale del Mondiale per
Club della storia tutta italiana, tra due grandi squadre come Conegliano e
Scandicci”. Fabris sottolinea i numeri di una vera e proprio egemonia: “Ennesima
conferma di un dominio assoluto, con le squadre italiane da due anni senza
sconfitte nelle competizioni internazionali. Due anni di vittorie, trofei ed
emozioni ineguagliabili, in Europa e nel Mondo”.
Fabris fa ovviamente i complimenti a Scandicci e al presidente Paolo Nocentini,
ricordando “gli investimenti e il lavoro” svolto da tutto il club. Ma anche a
Conegliano, che “chiude un 2025 da campionessa europea e vicecampionessa
mondiale”. D’altronde entrambe le squadre sono state protagoniste dello show
visto a San Paolo, a partire da un primo set pazzesco chiuso 30-28 dalle toscane
dopo aver annullato quattro set ball di fila. La squadra di coach Gaspari,
galvanizzata dalla rimonta con protagonista Antropova, ha poi vinto con autorità
il secondo parziale (25 a 19). Match chiuso? Tutt’altro, perché è arrivata la
reazione di Conegliano, che ha vinto il terzo set per 25 a 20 contando
soprattutto su Haak e Gabi, le due migliori tra le venete. Il quarto parziale è
stato giocato tutto punto a punto, tra tensione e momenti di grande volley. Fino
al 25 a 23 che incorona Scandicci campione del mondo.
Migliore in campo appunto Antropova, con 26 punti a referto, compresi tre ace e
tre muri: a 22 anni è lei la stella di questo mondiale. Dopo i successi in
Nazionale in “staffetta” con Paola Egonu, l’opposta sta disputando forse la sua
miglior stagione a Scandicci. Meritano una menzione tra le toscane anche Skinner
(18 punti) e Nwakalor (13), fondamentale in particolare con i suoi 5 muri. Dopo
la festa in Brasile, la testa tornerà al campionato, dove in vetta alla
classifica c’è invece sempre Conegliano.
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show del volley femminile italiano proviene da Il Fatto Quotidiano.
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Prima i malori, poi l’odore anomalo e l’interruzione della partita, che ha
salvato molte vite. Sabato sera, alcune atlete di volley femminile sono state
improvvisamente male durante il match tra Zafferana Volley e Volley ’96 Milazzo.
Il fatto è accaduto al palatenda di Zafferana Etnea, in provincia di Catania.
Durante il terzo set, sul punteggio di 1-1 e con il parziale di 3-5 a favore
della squadra ospite, sono arrivati i primi segnali di quello che stava
accadendo nel corso della partita.
La prima a sentirsi male è stata una giocatrice della squadra ospite, che ha
accusato un malore, è svenuta e dopo poco tempo ha ripreso conoscenza. Subito
dopo un’altra compagna di squadra ha accusato giramenti di testa e difficoltà
respiratorie. Sintomi che hanno iniziato a manifestarsi anche nelle altre
atlete.
A quel punto c’è stato l’intervento del 118, che ha visitato le due squadre. Una
dottoressa, insospettita da un odore anomalo, ha chiamato i vigili del fuoco. E
aveva ragione: una volta giunti sul posto ed aver effettuato dei rilievi, i
vigili hanno riscontrato la presenza di monossido di carbonio nella palestra.
Dopodiché, quindici persone sono state trasferite al pronto soccorso
dell’ospedale Cannizzaro di Catania. Sei atlete della squadra ospite, una
giocatrice della squadra di casa e un adulto hanno fatto ricorso alla camera
iperbarica. Le altre sette persone sono state sottoposte all’ossigeno-terapia
nel pronto soccorso dell’ospedale Garibaldi di Catania. Nella notte tutte le
persone sono state dimesse.
Su Facebook, l’account social della Volley ’96 Milazzo denuncia l’accaduto:
“Questa volta non possiamo stare zitti e non possiamo non agire”. “Il monossido
di carbonio è un gas letale e silenzioso. Oggi le nostre atlete hanno rischiato
la vita. E questo, per noi, è inaccettabile. Non possiamo fare silenzio. Non
possiamo non agire. Lo dobbiamo alle nostre ragazze, alle loro famiglie e a chi
ogni giorno entra in quella palestra”.
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in 15 finiscono in ospedale proviene da Il Fatto Quotidiano.
“La vita dell’atleta è solitudine. Se non hai la fortuna di vivere a casa e –
credo che l’80% degli atleti non viva con i propri genitori – quando ti svegli,
sei da sola: fai colazione, vai in palestra, torni, pranzi, torni in palestra,
ceni e vai a dormire. E sei sempre sola. Sempre. E quindi succede che ti abitui,
che comincia a piacerti quella solitudine”. Mai banale Paola Egonu nelle sue
dichiarazioni. La pallavolista italiana ha parlato ai microfoni di GQ Italia,
che l’ha nominata atleta dell’anno. Miglior opposto in Champions League, miglior
opposto all’ultima Nations League ed Mvp nell’ultima Supercoppa Italiana vinta
con la Pro Victoria, Paola Egonu con la nazionale italiana femminile di volley
ha vinto gli ultimi Mondiali e la medaglia d’oro alle Olimpiadi.
Nel corso dell’intervista ha affrontato diversi aspetti, tra cui appunto quello
della solitudine dell’atleta: “Poi vedi i tuoi coetanei e magari succede
qualcosa: chiami i genitori, oh Dio, è successo questo, quello, si chiacchiera,
si sta al telefono. Nella vita dell’atleta non hai il tempo di fermarti, di
piangere, di parlare. Appena c’è un problema devi reagire, andare oltre. Perché
siamo abituate ad andare a una velocità molto più alta”, ha spiegato Egonu. “È
difficile però essere comprese sempre, perché non viviamo le stesse cose, cioè
non vivono in prima persona le emozioni che vivo io. Però è importantissimo
avere qualcuno che ti supporta e che ti ascolta”.
La pallavolista italiana – oggi fidanzata con il pallavolista Leonardo Puliti –
è entrata poi maggiormente nel dettaglio del concetto, spiegando tutte le
difficoltà che un’atleta può avere nel corso della quotidianità e della
pianificazione della propria vita. “Io sono una donna e ho desideri di
maternità. Ci sono nove mesi in cui devi stare ferma, il tuo fisico cambia, non
sai se riuscirai a tornare a quel livello, quindi se vuoi un figlio, o lo fai
prima, interrompi la carriera, torni, ma se non sei in grado, smetti e ti manca.
È il momento giusto? Come si fa a dire, ‘adesso riprendo’?“.
E qui – secondo Paola Egonu – la differenza tra un atleta uomo e una donna: “Nel
senso che quando un uomo fa un figlio, può scegliere di tornare immediatamente
in campo. È una questione legata al corpo e al recupero. Per me è un grandissimo
conflitto, come si fa a tornare a giocare? E riuscirei a mantenere un certo
livello? Per adesso ho messo un limite di tempo, poi si vedrà”.
26 anni. Troppo presto ancora per iniziare a pensare al ritiro, ma Egonu ha già
le idee chiare a riguardo: “Non ci ho ancora pensato, però sicuramente vorrei
avere il coraggio di smettere nel momento giusto della mia carriera, per potermi
costruire la vita dopo e non avere paura dell’incognito che c’è dopo, appunto, e
continuare ad andare avanti, ma in maniera diversa”.
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Succede che ti abitui, che comincia a piacerti la solitudine. Poi vedi i tuoi
coetanei e magari succede qualcosa”: parla Egonu proviene da Il Fatto
Quotidiano.