Mentre i capi della diplomazia americana, europea, russa e ucraina continuano a
confrontarsi per riuscire a chiudere nel più breve tempo possibile le trattative
per la firma di un piano di pace tra Mosca e Kiev, Donald Trump si confronta con
un altro attore solo apparentemente defilato, ma determinante per le sorti della
guerra: il presidente cinese Xi Jinping. E proprio il leader asiatico, secondo
quanto si apprende dalla tv di Stato CCTV, “ha sottolineato che la Cina sostiene
tutti gli sforzi profusi per la pace e auspica che tutte le parti continuino a
ridurre le loro divergenze e a raggiungere un accordo di pace equo, duraturo e
vincolante il prima possibile per risolvere questa crisi alla radice”.
Al centro delle discussioni, però, c’è un altro tema altrettanto delicato che
rischia di provocare tensioni tra potenze mondiali: il dossier Taiwan. E anche
su questo Washington e Pechino, almeno a parole, sembrano voler trovare una
soluzione che eviti uno scontro militare su larga scala. Il ritorno di Taiwan
alla Cina è “un elemento chiave dell’ordine internazionale del secondo
dopoguerra”, ha ribadito Xi Jinping, chiarendo “la posizione di principio” di
Pechino. Cina e Stati Uniti, aggiunge il network statale, “hanno combattuto
fianco a fianco contro il fascismo e il militarismo. Ora dovrebbero collaborare
per salvaguardare i risultati ottenuti con la vittoria nella Seconda guerra
mondiale”. Anche il presidente americano ha detto di comprendere “l’importanza
della questione di Taiwan per la Cina”, come riporta Xinhua, mentre il tycoon ha
successivamente annunciato di aver accettato l’invito a incontrare il capo di
Stato comunista a Pechino, ad aprile. Mentre il leader della Repubblica Popolare
si dovrebbe recare negli Stati Uniti nell’arco del prossimo anno.
Nel corso della telefonata, Xi ha sottolineato che “il positivo incontro
tenutosi a Busan, in Corea del Sud, il mese scorso ha prodotto numerosi
importanti consensi che hanno calibrato la rotta e immesso slancio nel costante
progresso delle relazioni” bilaterali, “inviando un segnale positivo al mondo”.
Da quell’incontro, a margine del forum Apec, “le relazioni Cina-Usa sono
generalmente rimaste stabili e migliorate, accolte con ampio favore da entrambi
i Paesi e dalla comunità internazionale”. Tutto ciò, in particolare, dimostra
ancora una volta che il principio secondo cui “la cooperazione avvantaggia
entrambe le parti, il confronto danneggia entrambe è un buon senso ripetutamente
verificato dalla pratica e che “il successo reciproco e la prosperità comune”
tra Cina e Usa sono una realtà tangibile”. Le due parti “dovrebbero mantenere
questo slancio, aderire alla direzione corretta, mantenere un atteggiamento di
uguaglianza, rispetto e reciproco vantaggio, ampliare l’elenco delle aree di
cooperazione, ridurre l’elenco delle questioni, impegnarsi per progressi più
positivi, aprire nuovi spazi di cooperazione nelle relazioni Cina-Usa e
apportare maggiori benefici ai popoli di entrambi i Paesi e al mondo”. Il tycoon
ha risposto che “il presidente Xi Jinping è un grande leader” e che l’incontro
avuto a Busan “è stato molto piacevole”, concordando “pienamente con la visione
sulle relazioni bilaterali” e trattando “molti argomenti, tra cui
Ucraina-Russia, fentanyl, soia e altri prodotti agricoli. Abbiamo concluso un
accordo valido e molto importante per i nostri grandi agricoltori”.
L'articolo Xi sente Trump: “Sosteniamo gli sforzi sull’Ucraina. Taiwan? Serve
diplomazia”. Il tycoon: “Ad aprile ci vediamo in Usa” proviene da Il Fatto
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