Scovato e smascherato da Striscia La Notizia con l’inviato Max Laudadio, il
“mago di Rimini” che sosteneva di poter guarire dal Covid e da altre malattie
con filtri e misteriose polverine, è stato condannato a 10 mesi e a una multa
per l’esercizio abusivo della professione di omeopata e per aver violato i
sigilli dell’autorità apposti su alcune confezioni di erbe che utilizzava come
medicamenti. Il Tribunale lo ha invece assolto perché il fatto non sussiste per
il reato di truffa.
Orfeo Bindi, 70 anni, era finito nel registro degli indagati perché prescriveva
“pozioni” miracolose per prevenire il Covid, curare malanni e ridurre il cancro.
La pubblica accusa, rappresentata dal vice pubblico ministero onorario, Simona
Bagnaresi, aveva citato come testimoni la maggior parte dei 30 clienti di Bindi,
ma nessuno di questi ha dichiarato di essersi sentito truffato. Insomma gli
credevano e forse gli credono ancora. Nessuno ha denunciato e nessuno di
conseguenza si era costituito parte civile. Sentiti tutti a sommarie
informazioni degli inquirenti, avevano quindi spiegato di non sentirsi
raggirati. Anche se la prestazione del guaritore, come testimoniato dal servizio
del programma di Canale 5, si aggirava intorno ai 100 euro.
L’uomo, su cui avevano eseguito gli accertamenti del caso i militari della
Guardia di Finanza, in un’inchiesta coordinata dal sostituto procuratore Davide
Ercolani, era accusato di aver prescritto erbe mediche che chiamava “polverine”
promettendo la guarigione da patologie compreso il coronavirus. Gli
investigatori delle Fiamme gialle aveva eseguito un’ordinanza del gip, Benedetta
Vitolo nei confronti di Bindi, sospeso dall’esercizio della professione di
medico omeopata. Quindi il rinvio a giudizio e il processo. Il legale di Bindi,
l’avvocato Antonio Giacomini del Foro di Forlì, ha annunciato il ricorso in
appello.
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le polverine proviene da Il Fatto Quotidiano.
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Grave incidente a Santarcangelo di Romagna, in provincia di Rimini. Sulla strada
Marecchiese è deceduta a seguito di un incidente stradale – avvenuto alle 7.30
di questa mattina – una ragazza, appena 18enne, proveniente proprio da
Santarcangelo.
La giovane era alla guida dello scooter Honda SH 125 e stava andando a scuola
insieme a un’amica, quando – secondo la prima ricostruzione – ha effettuato un
sorpasso ed è stata travolta da un’auto condotta da una 46enne, una Dacia
Sandero intenta a svoltare alla sinistra del mezzo a due ruote.
La coetanea, che viaggiava come passeggera, è rimasta ferita ed è ricoverata in
prognosi riservata al Bufalini di Cesena. Non sarebbe in pericolo di vita. Sul
posto i soccorritori del 118 dell’Ausl Romagna e la polizia stradale di Rimini
che ha ricostruito il sinistro. In stato di choc la donna alla guida dell’auto.
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l’amica proviene da Il Fatto Quotidiano.
Scivola sull’impepata di cozze, si taglia il mento e la Corte d’Appello condanna
il ristorante a risarcire la vittima con 15mila euro. La caduta della giovane
cliente è avvenuta in un locale di Rimini nel 2018. La ragazza era scivolata su
una pozza di sugo di cozze, caduto a terra pochi istanti prima da un vassoio e
non pulito dai camerieri. L’incidente aveva portato la vittima in ospedale, dove
i medici l’hanno medicata con alcuni punti di sutura al mento. Per il taglio
comunque permanente rimasto sul suo viso dopo l’intervento dei sanitari, la
ragazza è ricorsa ad un avvocato per denunciare l’accaduto e chiedere un
risarcimento che in primo grado non è stato per le sufficiente tanto che il caso
è finito in appello dove la cifra di risarcimento, tra danni e spese legali, è
stata triplicata.
Come scrive il Resto del Carlino: “Nella sentenza della Corte d’Appello di
Bologna si legge che ‘la circostanza che il liquido oleoso fosse caduto pochi
istanti prima dal piatto che la dipendente stava trasportando, come riferito da
alcuni testimoni, non integra il caso fortuito, difettando sia il carattere
dell’imprevedibilità che quello della inevitabilità, ben potendo agevolmente
porvi rimedio anche nel giro di un minuto”.
La colpa, quindi, di camerieri e gestori del locale è stata quella di non aver
segnalato la caduta della sostanza oleosa, non aver delimitato l’area sporca del
pavimento e ovviamente di non aver pulito la macchia in maniera immediata. Alla
donna sono stati riconosciuti anche “danni morali” per il taglio sul mento che
le rimarrà permanentemente sul viso a vita.
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il mento: ristorante condannato a risarcirla con 15 mila euro proviene da Il
Fatto Quotidiano.
“Non è un epilogo inaspettato, ma è certamente doloroso”. Con una frase breve,
ma chiara, il sindaco di Rimini Jamil Sadegholvaad ha descritto la situazione:
il Rimini calcio sta per fallire. E la squadra sta per essere esclusa dal Girone
B del campionato di Serie C. “Ce l’aspettavamo” ha continuato Sadegholvaad,
“viste le incredibili e vergognose vicende societarie che ormai si susseguono da
molti mesi. Siamo già in contatto con le Istituzioni calcistiche preposte per la
gestione di questa fase transitoria”.
COSA È SUCCESSO
In queste ultime ore, infatti, la società ha formalmente avviato la procedura di
liquidazione. Si tratta del primo passaggio propedeutico all’istanza di
fallimento che dovrebbe a breve prendere forma. Un dramma sportivo per la città
e per i calciatori, in costante contatto con l’AIC per provare a capire cosa
sarà del loro futuro che, al momento, sembra proprio segnato. Difficilmente,
infatti, il Rimini si potrà salvare, nonostante le istituzioni comunali stiano
provando a tenere in piedi ogni discorso. Con la procedura di liquidazione,
però, si è messa automaticamente in moto la macchina della Figc, che potrebbe a
breve portare all’esclusione del club dal campionato.
I PASSAGGI
Prima di tutto, il bilancio: a giugno 2025, la società ha dichiarato un passivo
di 4 milioni di euro. Pesantissimo, soprattutto vista la categoria di militanza
del club. Da queste perdite, di fatto, il Rimini non si è davvero mai più
ripreso. E ora che l’assemblea dei soci ha confermato la richiesta di
liquidazione, dovrebbe scattare automaticamente la decadenza dalla affiliazione
alla Lega di competenza, come espresso dall’articolo 16 delle N.O.I.F., le
regole interne della Federazione.
La Figc, di fatto, non può che prendere atto della situazione e arrivare a
deliberare, anche se le tempistiche non sono certe. La sensazione è che,
comunque, una decisione non tarderà ad arrivare: se non sarà per questi giorni,
dovrebbe essere per la prossima settimana e potrebbe portare all’esclusione del
Rimini dal campionato di Serie C. La stessa Lega Pro è in attesa di capire cosa
succederà, così come tutte le altre squadre del Girone: si tratta di una
situazione che si protrae da mesi e che ha trovato (o meglio, sta trovando) il
suo triste epilogo solo in questi giorni. Con un paradosso: l’8 aprile 2025, la
società vinceva la Coppa Italia di Serie C. Anche di quella, ora, non resterà
traccia.
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Serie C. L’ira del sindaco: “Vergognose vicende societarie” proviene da Il Fatto
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Il caso è emerso con la denuncia di una delle donne molestate, che si erano
rivolte a lui, funzionario all’ufficio per pratiche burocratiche. Un funzionario
della Prefettura di Rimini di 61 anni è indagato per violenza sessuale su donne
di origine straniera. L’indagine, coordinata dal sostituto procuratore Davide
Ercolani, è condotta dalla squadra mobile della Questura di Rimini. La Procura
ha chiesto per l’uomo, 61enne, gli arresti domiciliari. L’indagato, difeso dalle
avvocate Claudia Puzone e Arianna Zanetti del foro di Rimini, sarà interrogato
in settimana dalla gip Raffaella Ceccarelli, come prevede l’istituto
dell’interrogatorio preventivo. L’indagine è terminata oggi 25 novembre,
giornata contro la violenza sulle donne. Dopo la denuncia, per il 61enne,
accusato di violenza sessuale commessa nell’espletamento delle proprie mansioni
di pubblico dipendente, è scattato il “codice rosso”.
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Prefettura di Rimini proviene da Il Fatto Quotidiano.