Da quando, sei anni fa, l’Italia ha vinto la candidatura olimpica con Milano
Cortina 2026, nevicate di parole hanno continuato ad imperversare, dispensate
dai politici, su cittadini ed elettori. Hanno contribuito a modellare il
castello delle opere infrastrutturali formalizzato nel settembre 2023, con la
assicurazione che i progetti si sarebbero trasformati in cantieri e questi
ultimi avrebbero portato a realizzare strade, viadotti, ferrovie, ponti e
perfino una pista ciclabile. Tutte da inserire tra le promesse olimpiche,
finanziate con circa 4 miliardi di euro dal governo. Più ci si avvicina al
momento dell’accensione del braciere nello stadio di San Siro (6 febbraio), più
appare chiaro che solo una minima parte delle opere saranno realizzate in tempo.
La maggioranza, per un valore di 3 miliardi di euro, rimarrà incompiuta. È per
questo che la Corte dei Conti ha lanciato un severo monito ad aggiornare i
cronoprogrammi, così da fissare una scadenza degli interventi. Ed è la stessa
ragione per cui i politici cominciano a dire che il punto d’arrivo era già
ampiamente previsto dopo le Olimpiadi, per smentire i ritardi.
PROMESSE NON MANTENUTE A LONGARONE
Alcuni giorni fa è stato annunciato che la variante di Longarone (costo 481
milioni di euro) è pronta ad entrare nella fase di gara per individuare un
costruttore. In realtà, prima del secondo semestre 2026 non saranno aperti i
cantieri per un tratto di strada che bypassa il paese bellunese e che è atteso
da 34 anni, visto che la prima convenzione tra Regione Veneto e Anas risale al
1995. Le Olimpiadi sono state indicate come la grande mèta da raggiungere, dopo
che i campionati mondiali di sci del 2021 a Cortina si erano trasformati in un
grande buco nell’acqua. Adesso i politici si consolano. Il sindaco Roberto
Padrin, presidente della Provincia: “Poco importa se la inaugureremo dopo il
2026, questa è l’onda lunga delle Olimpiadi”. Il ministro dello Sport Andrea
Abodi: “È una delle eredità più importanti, migliorerà la qualità di vita dei
residenti”. Invece il cronoprogramma di Simico si è spostato sempre più in
avanti: solo pochi mesi fa assicurava che il 14 novembre sarebbero stati aperti
i cantieri. Come dimenticare quello che nel dicembre 2022, quando Matteo Salvini
era da poco ministro delle Infrastrutture, aveva detto pomposamente il
governatore Luca Zaia? “La variante di Longarone è stata inserita in un elenco
di opere Anas per le quali a gennaio (2023, ndr) partiranno gli appalti. La
struttura viaria accoglierà, poco dopo l’uscita dalla A27, squadre, atleti,
sportivi e turisti diretti a Cortina e provenienti dalla pianura via gomma”. Ben
che vada sarà terminata nel 2029.
LA VARIANTE DI CORTINA RESTA UN SOGNO
Ancora più vistoso il bluff della variante di Cortina, suddivisa in tre lotti,
il cui costo è passato dai 270 milioni di euro del 2020, agli attuali 677
milioni, con un fabbisogno finanziario di 363 milioni di euro, non ancora
stanziati. Dovrebbe essere la soluzione dei problemi di traffico a Cortina, ma è
anche l’anticipo di quella che potrebbe diventare una specie di Venezia-Monaco,
il grande sogno dei politici veneti (a cominciare furono i democristiani con il
doroteo Carlo Bernini) di un’autostrada che porti dalla Laguna nel cuore della
Baviera. L’idea ha continuato a galleggiare nei piani olimpici, finché nel 2023
l’allora commissario straordinario di Simico, Luigivalerio Sant’Andrea, comunicò
informalmente che il cantiere non sarebbe stato aperto prima dei Giochi per
evitare ingorghi. In realtà il progetto non è ancora stato deciso e dovrà
affrontare il tema molto delicato della modalità in galleria con cui passare ai
piedi delle Tofane in un’area a forte rischio di dissesto geologico. Simico ci
ha provato fissando un iniziale cronoprogramma al 2030, poi ha rivisto le date
al rialzo, fino alla più recente stima del 18 dicembre 2032.
VARIANTE DI VERCURAGO, APPUNTAMENTO AL 2033
L’opera-lumaca che arriverà per ultima è la variante di Vercurago, lotto San
Gerolamo, inizialmente da 253,3 milioni di euro, poi cresciuti a 310 milioni.
Anche qui mancano un centinaio di milioni, visto che ne sono stati finanziati
solo 159. L’ultimo cronoprogramma di Simico, ad agosto, ha fissato l’inizio
lavori al 31 marzo 2027 e la fine dei cantieri nel marzo 2033. È esemplare
quello che ha detto qualche mese fa la presidente della provincia di Lecco
Alessandra Hofmann, dopo la firma di una convenzione con Simico. “È un ulteriore
concreto passo avanti nel percorso di realizzazione dell’opera, attesa da
diversi anni. Il lavoro di costante interlocuzione permette di raggiungere
risultati che ai più sembrano di difficile comprensione”. Sembra che i nodi
della burocrazia, delle decisioni rimandate e dei soldi mancanti, si siano
dissolti grazie a un colpo di bacchetta magica. Ma che bisogno c’era di
scomodare lo sport, gli atleti, la sostenibilità ambientale, la montagna e le
Olimpiadi?
LA DELUSIONE DI SONDRIO
I Giochi come paravento hanno creato illusioni e puntato sulla velocizzazione
dei collegamenti, decongestionando il traffico attorno al capoluogo. Per questo
in Provincia di Sondrio sono rimasti basiti quando la scorsa estate hanno avuto
la conferma: la rotonda della Sassella e quella del Trippi saranno concluse solo
nel 2027. Le Olimpiadi passeranno, ma i problemi resteranno insoluti. Il nodo
Castione Andevenno (svincolo Sassella) prevede un intervento per 21,5 milioni di
euro, ma l’inizio lavori è nel maggio 2026, la fine nell’agosto 2027. I lavori
per la tangenziale sud di Sondrio da 43,5 milioni di euro, contestatissima dagli
ambientalisti, non sono ancora iniziati. Il cronoprogramma di Simico è stato
progressivamente spostato in avanti nel tempo: l’ultimo aggiornamento indica la
fine dei lavori nell’agosto 2027.
BERGAMO, APPUNTAMENTO AL 2030
Provincia che vai, appalto che trovi. Le Olimpiadi sono così, una giostra su cui
salgono allegramente gli amministratori locali. Si tratta di interventi attesi
da decenni, che vengono sbandierati grazie ai finanziamenti per i Giochi. Nel
Bergamasco troviamo l’impegnativa variante Trescore Entratico suddivisa in due
lotti, a Trescore Balneario (53,3 milioni) ed Entratico (218 milioni, con un
fabbisogno extra di altri 35 milioni). L’inizio era previsto inizialmente per
entrambe nel giugno 2026, con conclusione tra maggio 2028 e dicembre 2029. In
realtà per entrambi i lotti l’inizio lavori è fissato al marzo 2027, un anno
dopo le Olimpiadi, la fine si è già spostata nel gennaio 2029 per il primo lotto
e nel settembre 2030 per il secondo.
L'articolo Ritardi, costi esplosi e promesse mancate: dalla variante di
Longarone alle strade di Sondrio, le 5 opere lumaca di Milano-Cortina proviene
da Il Fatto Quotidiano.