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Carceri, La Russa rilancia l'”indultino”: “Chi è a fine pena esca per Natale”. No di Mantovano: “Aumenteremo i posti”
Un “mini-mini-indultino” per Natale, che permetta “a chi ha scontato la maggior parte della pena di finire di scontarla dentro di sé o in un altro luogo, con l’unica esclusione dei reati contro le forze dell’ordine”. Con l’avvicinarsi delle festività, Ignazio La Russa torna a indossare i panni di alfiere dei diritti dei detenuti e rilancia la proposta di un provvedimento di clemenza per ridurre il sovraffollamento penitenziario: “Un decreto che, senza nulla togliere alle problematiche più ampie, dia un po’ di respiro alle carceri al collasso”. L’ispiratore ancora una volta è Gianni Alemanno, ex sindaco di Roma recluso a Rebibbia per traffico di influenze: “Gianni mi segnalato il problema. La pena non può in nessun caso ledere la dignità della persona, su questo mi sento di continuare la battaglia”, ha detto martedì La Russa alla presentazione del libro di Alemanno, “L’emergenza negata”. “Però”, ammette, “le speranze sono modeste“: il governo finora ha chiuso le porte a qualsiasi forma di indulto, affossando la proposta di legge del deputato renziano Roberto Giachetti – che voleva potenziare gli sconti di pena per “buona condotta” – e puntando su un piano a lungo termine per aumentare i posti nelle carceri. Ma “se anche l’edilizia carceraria fosse la soluzione”, avverte il presidente del Senato, gli effetti si vedranno “di qui a due anni. E in questi due anni qualcosa si può fare”. La Russa chiarisce di non pensare più a “una proposta specifica” come quella di Giachetti, ma solo a “una mozione degli affetti“: “Consentire a chi sta per uscire, per esempio a uno che è in carcere e esce il 15 di gennaio, facciamogli fare le vacanze di Natale a casa con i figli, con la moglie, con la mamma. Questa è la mia proposta, ma non mi arrabbio se non può essere accolta. Capisco benissimo le ragioni di chi dice”, come il ministro della Giustizia Carlo Nordio, “che questo può significare un incentivo a commettere reati“. L’appello di La Russa trova sponde in una parte del centrosinistra e anche in Forza Italia, il partito della maggioranza da sempre meno ostile a un indulto: “Il presidente La Russa affronta un tema, quello della vita in carcere dei detenuti, che abbiamo sempre sostenuto. Saremmo favorevoli a un provvedimento che vada nel senso da lui aspicato. Ma ovviamente va prima letto il testo dell’eventuale decreto”, afferma diplomaticamente il deputato azzurro Enrico Costa. Ma dal governo arriva ancora una volta uno stop, per bocca del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano, che insiste sull’edilizia carceraria: “Noi stiamo lavorando in modo intenso perché si affronti la questione del sovraffollamento carcerario con un congruo incremento dei posti all’interno degli istituti di pena, per cui il gap esistente adesso, tra circa 53mila disponibilità rispetto alle quasi 64mila presenze, contiamo di colmarlo in due anni con un lavoro intenso”. Dalle opposizioni, però, si evidenziano i disaccordi interni al centrodestra: “Con il suo appello il presidente del Senato di fatto boccia il governo Meloni che in tre anni non ha fatto niente per alleggerire l’emergenza carceraria. Giusto pensare a soluzioni per far scontare l’ultima parte di pena fuori dalle carceri, ma per far diventare realtà questo auspicio sarebbe stato sufficiente approvare nel decreto carceri la proposta del M5s per introdurre le Case di comunità di reinserimento sociale, cioè strutture di dimensioni limitate cui destinare i detenuti che devono espiare una pena detentiva residua non superiore a dodici mesi, salvo alcuni specifici casi di esclusione”, accusano i membri pentastellati delle Commissioni Giustizia di Camera e Senato. Dal Pd la responsabile Giustizia Debora Serracchiani si rivolge a Mantovano: “Sono tre anni che non fate niente per il sovraffollamento delle carceri italiane. Anzi lavorate per peggiorarne le condizioni come sta accadendo per esempio negli istituti minorili. Sono tre anni che promettete interventi, avete fatto decreti carceri urgenti e ancora non avete fatto niente. Del resto il ministro ritiene che il sovraffollamento serva come deterrente per i suicidi in carcere. Il solito gioco delle parti all’interno del governo sulla pelle delle persone”. L'articolo Carceri, La Russa rilancia l'”indultino”: “Chi è a fine pena esca per Natale”. No di Mantovano: “Aumenteremo i posti” proviene da Il Fatto Quotidiano.
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Sovraffollamento delle Carceri
Compravendita della villa di Alberoni, chiesta l’archiviazione dell’inchiesta dai pm di Milano
Nessuna evidenza e nessun reato. La Procura di Milano ha chiesto l’archiviazione dell’indagine con al centro la compravendita della villa in Versilia di Francesco Alberoni, acquistata da Dimitri Kunz D’Asburgo, compagno di Daniela Santanchè, e da Laura De Cicco, moglie del Presidente del Senato Ignazio La Russa per 2,45 milioni e rivenduta a gennaio 2023, in meno di un’ora dal rogito, all’imprenditore Antonio Rapisarda per 3,45 milioni. L’inchiesta, in cui è indagato solo Rapisarda, è coordinata dai pm Matina Gravina e Luigi Luzi, del pool guidato dall’aggiunto Roberto Pellicano, ed è stata aperta in seguito a una Sos, ossia una segnalazione di operazione sospetta dell’Antiriciclaggio di Bankitalia per via del maxi affare che ha fruttato un milione di euro. Una vicenda su cui il nucleo di Polizia economico finanziaria della Guardia di finanza ha effettuato accertamenti su una serie di ipotesi, tra cui il riciclaggio e il finanziamento illecito ai partiti, a cui non sono stati trovati i riscontri. Secondo la ricostruzione, la villa di Forte dei Marmi appartenuta al sociologo scomparso nell’estate 2023, è stata acquistata da Kunz e Laura De Cicco, con un preliminare di vendita del 22 luglio 2022, per 2 milioni e 450 mila euro, cifra ritenuta congrua per un immobile di 350 metri quadrati su tre livelli con giardino e piscina e che necessitava di lavori di manutenzione. Ma il gennaio successivo, il compagno della ministra del Turismo e la moglie della seconda carica più alta dello Stato hanno rivenduto l’immobile in meno di un’ora all’imprenditore Antonio Rapisarda per 3 milioni e 450 mila euro. Una plusvalenza di un milione in pochissimo tempo su cui si sono focalizzate le indagini che hanno portato ad appurare che il denaro è stato usato per scopi personali. Indagini che non hanno restituito alcuna evidenza tale da poter essere inquadrata in un reato. Per questo è stata proposta l’archiviazione dai due pm che si stanno occupando del ‘pacchetto’ di procedimenti che riguardano Daniela Santanchè. La senatrice, in merito a Visibilia, è tra gli imputati per falso in bilancio e per truffa aggravata per la vicenda della Cassa integrazione a zero ore chiesta e ottenuta durante il Covid. Mentre si sta attendendo il deposito della relazione del curatore che riguarda il fallimento di Bioera. L'articolo Compravendita della villa di Alberoni, chiesta l’archiviazione dell’inchiesta dai pm di Milano proviene da Il Fatto Quotidiano.
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Ignazio La Russa
Daniela Santanchè
La Russa sul ddl stupro: “Cambia poco, è più una bandiera”. Ma garantisce: “Meloni non fa nessun passo indietro”
“Meloni, su questo ho informazione, non fa nessun passo indietro, non è lei che ha formulato il testo ma ha detto ‘bisogna rafforzare la tutela delle donne’. Credo che sia Schlein che Meloni siano perfettamente d’accordo“. Il presidente del Senato Ignazio La Russa, durante la presentazione del libro di Bruno Vespa ‘Finimondo’, torna a parlare del disegno di legge sul “consenso libero e attuale” in materia di violenza sessuale. Il disegno di legge in materia di stupri, infatti, è stato bloccato al Senato, con la Lega che ha fatto saltare l’accordo Meloni-Schlein, confermato fino a due ore prima. “Io ritenevo che dopo un voto all’unanimità” della Camera “non fosse una proposta sbagliata quella di votarla ieri, l’ho detto anche in capigruppo, partendo dal presupposto che è più una bandiera” perché “da avvocato dico che cambia assai poco ai fini giurisprudenziali, cambia che c’è una affermazione ancora più chiara di quello che già gran parte della giurisprudenza ha affermato”. “Non è vero che rispetto alla legge attuale c’è l’inversione dell’onere della prova – spiega La Russa – Bisogna sempre provare. Non è che se ora una donna, vittima di violenza, dice io gliel’ho negato (il consenso ndr.) dopo che gliel’avevo dato prima, si può dire ‘no ormai gliel’avevi dato’. Bisogna provare se è vero o non è vero che c’era un consenso”. “Poi se la maggioranza, dopo essersi consultata, decide che vuole avere qualche ora di tempo o qualche giorno o qualche mese”, visto peraltro che il ddl femminicidio approvato all’unanimità al Senato ha impiegato “4 mesi prima dell’approvazione alla Camera”, per La Russa non è un problema. L'articolo La Russa sul ddl stupro: “Cambia poco, è più una bandiera”. Ma garantisce: “Meloni non fa nessun passo indietro” proviene da Il Fatto Quotidiano.
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La destra vuole appropriarsi di Pasolini, La Russa: “Msi non cacciò mai un omosessuale, il Pci sì” – Video
“Nel ‘49 Pasolini fu cacciato dal Partito Comunista Italiano per indegnità morale. Il Movimento Sociale Italiano non cacciò mai un omosessuale per indegnità morale”. Lo ha detto il presidente del Senato Ignazio La Russa intervenendo al convegno “Pasolini conservatore”, organizzato dalla Fondazione Alleanza nazionale al Senato. “Ci sono tanti di quei riferimenti in Pasolini che la sinistra non può dire che appartengono alla sua storia come, men che meno noi, possiamo dire che la storia di Pasolini appartenga alla destra. Ma credo, con forza, che possiamo dire che Pasolini sia stato un uomo irregolare, ma così importante da meritare oggi uno studio approfondito e che la sua memoria non possa essere affidata a una parte e l’esame delle sue parole affidate ad alcuni, ma è bene che siano affidate a tutti senza preclusioni e con la consapevolezza che comunque lo si voglia guardare, Pasolini è stato un grande intellettuale italiano”. L'articolo La destra vuole appropriarsi di Pasolini, La Russa: “Msi non cacciò mai un omosessuale, il Pci sì” – Video proviene da Il Fatto Quotidiano.
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La Russa chiede le dimissioni di Garofani, consigliere del Colle: “Lasci il posto al Consiglio supremo di Difesa”
Ignazio La Russa vuole le dimissioni di Francesco Saverio Garofani, il consigliere di Sergio Mattarella, al centro della polemica esplosa tra Palazzo Chigi e il Quirinale. “È il segretario del Consiglio supremo di Difesa, quello che si deve occupare della difesa nazionale. Credo che forse è meglio che quel ruolo lo lasci a qualcun altro”, ha detto il presidente del Senato, intervenendo all’evento Italia Direzione Nord in Triennale, a Milano. E dire che meno di 24 ore era stata Giorgia Meloni a chiudere la polemica aperta martedì scorso, con l’articolo pubblicato da quotidiano La Verità che ipotizzava l’esistenza di un complotto al Colle contro il governo, riportando una dichiarazione di Garofani: “Un anno e mezzo forse non basta per trovare qualcuno che batta il centrodestra: ci vorrebbe un provvidenziale scossone“. Frase che il consigliere di Mattarella ha confermato di aver pronunciato, durante una “chiecchierata in libertà” con gli amici. La frattura, amplificata dall’intervento del capogruppo di Fdi alla Camera Galeazzo Bignami, aveva portato a un incontro tra Meloni e Mattarella al Colle, con la premier che ha chiuso il caso domenica sera: “Ho parlato direttamente con il presidente della Repubblica, ho chiarito tutta la questione. Approfitto per ribadire l’ottimo rapporto che da sempre ho con il presidente Mattarella. Non penso sia il caso di tornare su questa vicenda”. E invece ora è La Russa che torna sulla questione Garofani. “Che Meloni non c’entrasse niente era del tutto evidente. Si parla di un Consigliere che in ambiente di tifosi, a ruota libera, si è lasciato andare improvvidamente a tutta una serie di valutazioni su governo, su Meloni”, dice la seconda carica dello Stato. “Se lo dice un consigliere del presidente della Repubblica non si può addossare questo pensiero al presidente, ma una critica a questo consigliere è assolutamente legittima, soprattutto se gli è stata chiesta una smentita e lui ha detto ‘si trattava di chiacchiere di amici‘. Fosse stato uno di destra oggi lo vedremo appeso ai lampioni di qualche città o cattolicamente crocifisso”, ha aggiunto La Russa. E poi ancora il presidente del Senato ha ribadito: “Si tratta dei suoi personali desideri, che non sono degni di uno che fa il Consigliere del Presidente”. Durante il suo intervento, La Russa si è esposto anche sul caso delle polemiche relative al convegno su Pier Paolo Pasolini organizzato dalla fondazione Alleanza nazionale al Senato. “È come dire che su Giulio Cesare possono parlare solo gli antichi romani. La prosopopea di persone come l’esimio giornalista Abbate (Fulvio Abbate ndr), che ha sollevato il problema, questa spocchia secondo cui appartengono alla sinistra non solo i personaggi, ma anche il diritto di parlare di una persona piuttosto che di un’altra la dice lunga su come si è sviluppato per anni il tentativo di occupare non la cultura, ma il dibattito sulla cultura”, ha detto. “Però non mi sono arrabbiato, anzi correrei a ringraziarlo questo giornalista, perché mi dà l’occasione di dire che non basta questa antica prerogativa della sinistra di pretendere di poter parlare solo loro di certi temi, ma ce ne è una nuova, quasi che parlare di Pasolini fosse figlio del fatto che siamo al governo, come se non l’avessimo mai fatto. Questo dimostra ignoranza: se vuoi parlare, prima documentati”. L’intervento a Milano è stato anche l’occasione per il presidente del Senato per esporsi in vista delle prossime elezioni amministrative: il centrodestra non ha ancora un candidato sindaco. “Prima lo scegliamo e meglio è, ha ragione Salvini, ma bisogna sceglierlo bene. L’ultima volta è stata scelta una bravissima persona, ma non era preparata in quel momento a svolgere quel ruolo. Ha ragione Salvini, bisogna sceglierlo bene ma bisogna sceglierlo presto”, è l’opinione del presidente di Palazzo Madama. “Scommetto che con una futura giunta di centrodestra, resterà in piedi con l’accordo delle società anche il vecchio, intramontabile, glorioso San Siro che tutti ci invidiano”, ha sostenuto. “Sono felice che si parli di costruire il nuovo stadio e speriamo che avvenga nei tempi previsti. Ma avremo il vecchio stadio fino a quando quello nuovo non sarà pronto. Secondo il piano bisognerà abbattere quello vecchio per favorire una legittima volontà di costruire delle cose che con lo stadio c’entrano fino a un certo punto, ma che costituiscono la contropartita data alle società affinché il costo dello stadio non si a a carico dei cittadini”, ha spiegato La Russa. “Ma a quel punto – ha osservato – siamo sicuri che le squadre non cambino idea e non tengano due stadi? Io sono convinto che nel frattempo, se ci sarà come auspico una giunta di centrodestra, saprà parlare con le società, offrire alternative alle cubature previste al posto dello stadio in altre parti del territorio milanese e magari nuovo e vecchio stadio coesisteranno”. L'articolo La Russa chiede le dimissioni di Garofani, consigliere del Colle: “Lasci il posto al Consiglio supremo di Difesa” proviene da Il Fatto Quotidiano.
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La Russa replica ancora a Gattuso: “Lo inviterò a pranzo in Senato. La partita l’ho vista e la vedrò pure stasera”
“Dopo la gara con la Norvegia, se Gattuso vorrà, lo inviterò a pranzo in Senato, magari insieme a Walter Zenga, tirato in ballo (non dal ct) senza motivo”. Così Ignazio La Russa – presidente del Senato – è tornato su Facebook sullo scambio di battute a distanza con Gennaro Gattuso. Uno scambio che va avanti da diversi giorni, dall’immediato post Moldavia-Italia. GATTUSO-LA RUSSA, LE TAPPE DEL BOTTA E RISPOSTA Tutto è cominciato dopo la vittoria dell’Italia per 0-2 in casa della Moldavia con le reti di Gianluca Mancini e Pio Esposito. Nel post gara Gattuso aveva dichiarato: “Ho visto un’Italia che ha giocato, siamo stati là e loro non hanno mai tirato in porta. Sono molto soddisfatto, abbiamo fatto quello che dovevamo e dato minutaggio a dei ragazzi. Mi dispiace per i cori che ho sentito, è una vergogna“, aveva sbottato il ct della nazionale, che già in precedenza aveva risposto infastidito a una giornalista Rai: “Ma che vuol dire che non è stata la miglior Italia?”. Il giorno dopo è arrivata la risposta di La Russa: “Pur invitando uno spettatore a stringersi attorno alla squadra, non si può dire ‘vergogna’ a uno spettatore che fischia. Gattuso ha ragione quando dice che in vista della speranza di andare ai Mondiali dobbiamo unirci e sostenere la nazionale. Ma anche i fischi degli spettatori possono essere uno stimolo finché non sono violenti”. Frasi a cui ieri – sabato 15 novembre – Gattuso ha voluto replicare dopo una domanda specifica durante la conferenza stampa prima della sfida tra Italia e Norvegia, in programma questa sera alle 20:45 a San Siro. “Rispetto quello che dice La Russa ma non so dove fosse quella sera, sicuramente non era allo stadio e non l’ha vista nemmeno in tv. C’era gente che augurava la morte, c’era gente che diceva che veniva a Coverciano, che dovevamo andare a lavorare”. Adesso ancora la replica di La Russa, questa volta su Facebook, che prova a distendere i toni: “Se vuole lo invito a pranzo in Senato. Stasera sarò allo stadio San Siro per tifare l’Italia confermando che ha ragione Gattuso ad invitare tutti a sostenere gli Azzurri. Ribadisco però che, quando ritengono, i tifosi hanno il diritto anche di fischiare, purché senza violenza. E intendo né fisica né verbale”, ha scritto La Russa. Poi il presidente del Senato ha risposto alla frase di Gattuso “non ha manco visto la partita”: “Io l’incontro l’ho visto all’aeroporto di Napoli su un tablet e non è emerso (nemmeno dalle dichiarazioni post partita) quello che solo ora il ct denuncia e cioè i gravissimi e inaccettabili attacchi personali che vanno non solo condannati ma, a querela, perseguiti penalmente“. Infine ha concluso: “Sono comunque contento se questa piccola polemica ha aiutato a parlare meno della modestissima partita”. L’ITALIA SFIDA LA NORVEGIA: POI I PLAYOFF Intanto la nazionale italiana si prepara a giocare l’ultima partita delle qualificazioni ai Mondiali 2026: quella contro la Norvegia in programma stasera, alle 20:45 a San Siro. Una sfida inutile ai fini della classifica, visto che l’Italia per andare ai Mondiali senza passare dai playoff dovrebbe vincere 9-0. Impresa quasi impossibile e “impensabile”, come ha ribadito Gattuso nella conferenza stampa. L’Italia ha infatti vinto sei partite consecutive in un girone di qualificazione, ma non è bastato: la Norvegia è a punteggio pieno e con una differenza reti impressionante (+29 contro il +12 dell’Italia). Motivo per cui gli azzurri giocheranno i playoff per la terza volta consecutiva per andare ai Mondiali. L'articolo La Russa replica ancora a Gattuso: “Lo inviterò a pranzo in Senato. La partita l’ho vista e la vedrò pure stasera” proviene da Il Fatto Quotidiano.
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Nazionale Italiana
Gennaro Gattuso
“Non so dove fosse, di sicuro non ha visto la partita. Ci auguravano la morte”: Gattuso replica a La Russa
“Rispetto quello che dice La Russa ma non so dove fosse quella sera, sicuramente non era allo stadio e non l’ha vista nemmeno in tv“. Continua il botta e risposta tra Gennaro Gattuso e Ignazio La Russa dopo i fischi e le critiche indirizzati agli azzurri da parte di diversi sostenitori italiani in Moldavia. Il commissario tecnico si era lamentato degli attacchi a suo dire gratuiti dopo la vittoria per 0-2 : circa 500 tifosi italiani hanno dedicato cori di contestazione ai calciatori della Nazionale. Sul tema era intervenuto anche Ignazio La Russa, che aveva dichiarato: “Pur invitando uno spettatore a stringersi attorno alla squadra, non si può dire ‘vergogna’ a uno spettatore che fischia. Gattuso ha ragione quando dice che in vista della speranza di andare ai Mondiali dobbiamo unirci e sostenere la nazionale. Ma anche i fischi degli spettatori possono essere uno stimolo finché non sono violenti”. Frasi a cui ha risposto il ct della nazionale nella conferenza stampa prima di Italia-Norvegia, match in programma a San Siro alle 20:45 di domenica sera. “C’era gente che augurava la morte, c’era gente che diceva che veniva a Coverciano, che dovevamo andare a lavorare. Sono d’accordo che i fischi vanno accettati ma non erano fischi, erano molto più gravi e non si potevamo accettare”, ha spiegato Gattuso. Intanto la nazionale italiana si prepara a giocare l’ultima partita delle qualificazioni ai Mondiali 2026: quella contro la Norvegia in programma domenica sera, alle 20:45 a San Siro. Una sfida inutile ai fini della classifica, visto che l’Italia per andare ai Mondiali senza passare dai playoff dovrebbe vincere 9-0. Impresa quasi impossibile e “impensabile”, come ha ribadito Gattuso nella conferenza stampa. L’Italia ha infatti vinto sei partite consecutive in un girone di qualificazione, ma non è bastato: la Norvegia è a punteggio pieno e con una differenza reti impressionante (+29 contro il +12 dell’Italia). Motivo per cui gli azzurri giocheranno i playoff per la terza volta consecutiva per andare ai Mondiali. L'articolo “Non so dove fosse, di sicuro non ha visto la partita. Ci auguravano la morte”: Gattuso replica a La Russa proviene da Il Fatto Quotidiano.
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La Russa attacca Gattuso: “Non si può dire ‘vergogna’ a chi fischia. Anche quelli possono essere uno stimolo”
“Pur invitando uno spettatore a stringersi attorno alla squadra, non si può dire ‘vergogna’ a uno spettatore che fischia”. Così il presidente del Senato Ignazio La Russa in un evento a Palazzo Lombardia a Milano, “Il fischio che unisce”, riferendosi alle parole di Gennaro Gattuso dopo la vittoria dell’Italia contro la Moldavia per 0-2 con i gol di Gianluca Mancini e Pio Esposito. Il commissario tecnico della nazionale si era infatti lamentato dei cori uditi durante la sfida, con alcuni tifosi azzurri giunti in trasferta che hanno intonato per alcuni minuti “andate a lavorare”. “Gattuso ha ragione quando dice che in vista della speranza di andare ai Mondiali dobbiamo unirci e sostenere la nazionale. Ma anche i fischi degli spettatori possono essere uno stimolo finché non sono violenti”, sottolinea il presidente del Senato. “Ho visto un’Italia che ha giocato, siamo stati là e loro non hanno mai tirato in porta. Sono molto soddisfatto, abbiamo fatto quello che dovevamo e dato minutaggio a dei ragazzi. Mi dispiace per i cori che ho sentito, è una vergogna“, aveva sbottato Gattuso, che già in precedenza aveva risposto infastidito a una giornalista Rai: “Ma che vuol dire che non è stata la miglior Italia?”. Il tecnico aveva poi argomentato, sottolineando che l’Italia ha vinto sei partite consecutive in un girone di qualificazione, ma non è bastato: la Norvegia è infatti a punteggio pieno e con una differenza reti impressionante (+29 contro il +12 dell’Italia). Motivo per cui l’Italia giocherà i playoff per la terza volta consecutiva per andare ai Mondiali. “Non dovete chiederlo a me, ma a chi fa i gironi e le regole. Nel ’94 c’erano due squadre africane, adesso otto – ha dichiarato il commissario tecnico -. Ai nostri tempi, la miglior seconda andava direttamente ai Mondiali. Le difficoltà ci sono e lo sappiamo bene”, ha concluso Gattuso. L'articolo La Russa attacca Gattuso: “Non si può dire ‘vergogna’ a chi fischia. Anche quelli possono essere uno stimolo” proviene da Il Fatto Quotidiano.
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La Russa jr chiede la giustizia riparativa per uscire dal processo per revenge porn. Ma la vittima rifiuta il risarcimento
Leo0nardo Apache La Russa, figlio 21enne del presidente del Senato Ignazio, ha chiesto di accedere a un percorso di giustizia riparativa nel processoa Milano – in fase di udienza preliminare – in cui è imputato per revenge porn nei confronti di una giovane donna, dopo l’archiviazione dell’accusa di violenza sessuale. La Russa junior è accusato di aver inviato all’amico dj Tommaso Gilardoni “un video a contenuto sessualmente esplicito” che ritraeva la vittima, destinato a rimanere privato, girato la notte tra il 18 e il 19 maggio 2023 dopo una serata alla discoteca Apophis nel capoluogo lombardo. Per lo stesso reato è finito imputato anche Gilardoni, che ha scelto di essere giudicato in rito abbreviato: per lui le pm Letizia Mannella e Maria Rosaria Stagnaro hanno chiesto la condanna a due anni. Attraverso i suoi legali, La Russa junior ha offerto un risarcimento di 25mila euro: “Ci sono ovviamente gli estremi per un’assoluzione, ma cerchiamo di farci carico di una vicenda che riguarda persone giovani”, ha spiegato l’avvocato Vinicio Nardo. La difesa della vittima, però, ha rifiutato l’offerta in quanto “non congrua“: “Non abbiamo neanche voluto ritirare l’assegno”, dichiara il difensore della giovane, Stafeno Venvenuto. “Un caso del genere impone un risarcimento totale per il danno esistenziale, relazionale, privato, per la lesione di diritti costituzionali”. A decidere sull’accesso al percorso sarà la giudice dell’udienza preliminare nella prossima udienza, fissata per il 17 dicembre: la Procura si è espressa in senso favorevole, pur concordando con la parte civile sulla non adeguatezza dell’offerta di risarcimento. L'articolo La Russa jr chiede la giustizia riparativa per uscire dal processo per revenge porn. Ma la vittima rifiuta il risarcimento proviene da Il Fatto Quotidiano.
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