Mentre cresce la polemica per il pasticcio del test filtro per Medicina e si
cercano soluzioni all’italiana, a riscaldare gli animi arriva anche la risposta
piccatissima della ministra dell’Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini,
a un gruppo di studenti che la contestavano, all’inizio del suo intervento ad
Atreju. +
“Non ce la facciamo più, con il semestre filtro rischiamo di perdere un anno”,
hanno urlato i giovani, mobilitati contro la riforma del corso di laurea in
Medicina voluta proprio da Bernini. La ministra ha replicato citando l’ex
presidente Silvio Berlusconi: “Sapete come diceva il presidente Berlusconi?
Siete sempre dei poveri comunisti. Prima di contestare fatemi parlare. Questo
dimostra la vostra inutilità”. Dopo lo scambio di battute, Bernini è scesa dal
palco per dialogare direttamente con gli studenti.
Rivolgendosi nuovamente ai giovani, la ministra ha aggiunto: “Stavate meglio
pagando 30mila euro? Ho investito 9,4 miliardi sull’università e oltre 800
milioni sulle borse di studio. Questa degli studenti è la strategia del caos:
parlano ma non ascoltano. Comincio a preoccuparmi quando qualche partito
politico fa loro eco”.
Bernini ha poi ammesso che nei test della prova di Fisica – descritta come
difficile – “c’erano due errori e nel caso della seconda domanda sbagliata,
verrà riconosciuto un punto” per tutti “quindi nel compito di fisica si partirà
da un punto”. La ministra ha poi annunciato che “saranno riempiti tutti i posti
della graduatoria di medicina: 24mila posti saranno coperti sulla base delle
valutazioni di merito perché le domande sono serie. Quella di oggi non è una
sanatoria, è la naturale evoluzione di una riforma che deve aspettare di
arrivare a tutte le fasi di attuazione – ha spiegato – nel momento in cui noi
avremo tutti i voti prima di Natale di tutti gli studenti che hanno partecipato
al primo e al secondo appello, faremo la graduatoria e sulla base della
graduatoria vedremo chi entra subito, chi entro il 28″ febbraio “sconterà i suoi
debiti d’esame e chi potrà scivolare sulle materie affini che sono già state
indicate perché hanno potuto gratuitamente già iscriversi a delle materie
affini”.
“Per quanto riguarda le preoccupazioni degli studenti, io vorrei dire che è
semplicemente l’evoluzione della riforma – ha poi continuato – Abbiamo fatto il
primo appello, il secondo appello, compileremo la graduatoria che scorrerà e chi
non ha la sufficienza nelle proprie sedi di destinazione, ciascuno ne ha
indicate 10, avrà i suoi crediti formativi”. Per Bernini “il cambio di paradigma
è che prima c’erano dei candidati ai test che venivano ghigliottinati fuori dai
cancelli dell’università. Qui dal primo settembre abbiamo 55mila studenti che
stanno studiando, formandosi e accumulando crediti formativi”.
L'articolo “Siete sempre dei poveri comunisti”, la ministra Bernini contro gli
studenti di Medicina che la contestavano proviene da Il Fatto Quotidiano.
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Come risolvere il pasticciaccio del test filtro per la facoltà di Medicina con
gli studenti cadute sulle pare difficilissime domande di Fisica? Il ministero
dell’Università e della Ricerca lavora a una soluzione per uscire dal buco nero
del semestre filtro di Medicina, in cui rischiano di essere inghiottito l’80%
degli aspiranti camici bianchi. Anche il secondo appello sembrerebbe essere
andato malissimo con proteste, denunce di presunti brogli e probabili ricorsi.
L’ipotesi più concreta, attualmente sul tavolo del Mur, prevede l’inserimento in
graduatoria di tutti i candidati, anche di coloro che non abbiano raggiunto la
sufficienza – il “18” – in tutte e tre le prove, a condizione però di recuperare
successivamente i crediti formativi mancanti.
Il nuovo schema di classificazione, secondo quanto emerge, dovrebbe prevedere
una graduazione per fasce: in cima gli studenti (i pochissimi) che hanno
ottenuto almeno tre sufficienze; a seguire chi ne ha raggiunte due; poi,
progressivamente, tutti gli altri. Anche chi non ha superato tutte le prove
riceverà comunque l’assegnazione di una sede, nella quale sarà tenuto a colmare
i debiti formativi.
La proposta arriva dopo l’ondata di proteste scatenata dai risultati dell’ultimo
appello. Migliaia di studenti hanno denunciato quesiti “estremamente complessi”
e, soprattutto, una prova di fisica definita da molti “impossibile”. Commenti e
testimonianze hanno invaso gruppi e social, descrivendo un esame percepito come
non omogeneo né trasparente. Oggi quasi 50.000 candidati hanno affrontato
nuovamente le prove di biologia, chimica – ritenuta da alcuni più agevole – e
fisica, ancora una volta la più temuta.
Durissima la posizione dell’Unione degli Universitari, che parla apertamente di
“fallimento” del semestre filtro: “Non può essere questa la risposta alla
necessità di formare nuovi medici”, commentano i rappresentanti, presenti questa
mattina davanti alle sedi d’esame per ricordare agli studenti la possibilità di
ricorrere contro “un sistema profondamente ingiusto”.
Le preoccupazioni dell’Udu erano già emerse dopo il primo appello, quando il
numero insufficiente di idonei aveva fatto temere che alcuni posti non venissero
coperti. Da qui la richiesta, arrivata da molti candidati, di un terzo appello.
“L’unico modo è aprire tutto o fare un terzo appello”, afferma Elisa, una delle
studentesse che hanno sostenuto il test. Ma non tutti sono d’accordo: “Chi si
rimette a studiare?”, ribatte Tiziana. Altri, come Monica, propongono invece di
eliminare il vincolo del “18” almeno nella prova di fisica. Intanto sui social
alcuni avvocati segnalano nuove presunte irregolarità: circolazione di messaggi
con domande degli esami, richieste d’aiuto e un aumento anomalo di ricerche su
Google con parole chiave legate ai test. Elementi che alimentano ulteriori dubbi
sulla regolarità della procedura.
La mobilitazione degli studenti non si ferma. Per giovedì è stata convocata una
manifestazione a Roma, nei pressi del Senato, con l’obiettivo di rilanciare il
ricorso collettivo promosso dopo il primo appello e chiedere al governo un
intervento urgente sul semestre filtro, prima che la situazione degeneri
ulteriormente.
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L'articolo Per il pasticciaccio del test filtro di Medicina il ministero valuta
il recupero crediti per tutti proviene da Il Fatto Quotidiano.
La riforma dell’accesso ai Corsi di Laurea in Medicina e Chirurgia, Medicina
Veterinaria e Odontoiatria in vigore da quest’anno si sta dimostrando
disastrosa, come peraltro era stato previsto da tutti gli organi accademici,
inclusa la Conferenza dei Rettori e il Consiglio Universitario Nazionale. La
legge conteneva un tale numero di errori di prospettiva, incongruità e difetti,
che non è possibile analizzarli tutti in un solo post; in questo post mi limito
ad analizzare i difetti progettuali della prova di esame. Non considererò
minimamente le violazioni delle norme, la pubblicazione dei quesiti in rete,
etc., che non sono difetti strutturali della legge: la riforma sarebbe pessima
anche in assenza di qualunque anomalia nella gestione delle prove di esame.
Come è noto la riforma prevede l’accesso libero a tre corsi erogati tra
settembre e ottobre: Fisica Medica, Chimica e Propedeutica Biochimica e
Biologia; gli studenti hanno due possibilità di sostenere i relativi esami a
novembre e dicembre, e infine coloro che sono stati promossi in tutti e tre gli
esami entrano in una graduatoria che consente il proseguimento degli studi nel
corso scelto, entro il limite del numero programmato (che non viene abrogato).
La prima prova ha avuto un esito disastroso e i promossi nelle tre materie sono
risultati circa il 10% degli iscritti, un numero molto inferiore a quello dei
posti da coprire. Una catastrofe di questo genere dimostra che la modalità di
esame prevista dalla riforma è inadeguata al suo scopo.
Per poter assegnare ad un esame universitario la funzione aggiuntiva di prova
concorsuale, le legge prevede un esame scritto, uguale in tutta Italia, con 16
domande “a completamento” (frasi nelle quali manca una parola, che lo studente
deve aggiungere) e 15 quiz (“a crocette”). Questa modalità di valutazione,
largamente impiegata in molti contesti, anche all’estero, testa le conoscenze
dello studente su un programma ampio (31 domande sono tante) ma ad un livello di
comprensione molto superficiale; poteva essere adatta per un test di ammissione,
come si faceva negli anni passati, ma non corrisponde agli scopi formativi
dell’università, che richiedono invece approfondimento, comprensione e capacità
di ragionamento.
Uno dei pochi pregi rimasti all’università italiana, che rende i nostri laureati
desiderati e competitivi anche all’estero, sta proprio nel fatto che noi
manteniamo una modalità di esame basata sull’interrogazione orale o scritta,
nella quale al candidato è richiesto il ragionamento. Le prove di esame non
erano di per sé difficili e la grande passione dello studente medio è l’esame a
quiz da studiarsi sul quizzario, un elenco di tutti i quiz utilizzabili per
l’esame con le rispettive risposte. A parte il fatto che nel caso presente, per
fortuna, il quizzario non c’era, il punto è che nei corsi di livello
universitario si spiegano ragionamenti e ipotesi scientifiche, non si dispensano
rispostine a domandine, peraltro imprevedibili.
E’ superfluo aggiungere che la medicina, come ogni scienza, non è fatta di
domandine e rispostine, che molte domande che un medico si deve porre non hanno
risposte certe e assolute, che certe risposte possono essere giuste in un
contesto e sbagliate in un altro, che in molti casi la transizione tra giusto e
sbagliato è graduale e non assoluta: in una parola che finalizzare un corso
universitario al superamento di un quiz è un tradimento culturale della missione
dell’università. Anche in quei contesti stranieri in cui l’esame a quiz è usato,
il corso non è costruito sulla misura dei quiz.
La prima ragione per la quale gli esami sono stati tragicamente deludenti è
quindi che la modalità di esame imposta dalla riforma è completamente inadeguata
alla modalità formativa universitaria e professionale: i corsi hanno cercato di
insegnare allo studente a ragionare, ma la legge ha poi imposto una valutazione
nozionistica, nella quale il ragionamento serviva a poco; questo ha tradito e
tratto in inganno gli studenti.
Spiego meglio questo concetto facendo al tempo stesso una solenne promessa alla
ministra Bernini, e a tutti gli italiani, a nome mio e di tutti i colleghi
docenti nei Corsi di Laurea in Medicina: a nessun paziente accadrà mai di andare
da un medico, chiedergli: “dottore, cosa ho?” e sentirsi rispondere: “scriva su
un pezzo di carta quattro diagnosi e io metterò una crocetta su quella che mi
pare giusta”. Non accadrà mai una cosa del genere, Signora ministra, perché
l’università educa il futuro medico in un modo che è completamente diverso da
quello che la sua riforma pretende di valutare con esami nozionistici non solo
inadeguati, ma metodologicamente estranei alla formazione che lo studente ha il
diritto di ricevere. Gli studenti avrebbero avuto risultati migliori se si
fossero potuti preparare per esami universitari “veri”, anche se più difficili.
L'articolo Il disastro degli esami filtro a Medicina dimostra che questo metodo
è sbagliato proviene da Il Fatto Quotidiano.
Accetta o rifiuta il voto?” è una delle frasi ricorrenti all’università. In
questo caso, però, le circostanze rendono ancora più difficile dare una
risposta. Le studentesse e gli studenti di medicina si trovano a dover fare i
conti con gli effetti della riforma al corso di medicina. Adesso che sono stati
pubblicati gli esiti della prima prova del semestre filtro, bisogna decidere se
accettare il voto oppure ritentare la prova all’appello del 10 dicembre. Il
problema, però, è che la graduatoria non è stata pubblicata e la decisione verrà
presa al buio.
Il semestre filtro era stato progettato per superare il famigerato test
d’ingresso a numero chiuso e rispondere alla carenza di personale sanitario nel
nostro Paese. Tuttavia, guardando ai risultati della prima prova, sembra che
questo nuovo collo di bottiglia non renda il semestre filtro un sistema a numero
aperto. Le percentuali del numero di idonei sono davvero basse: 20% per
biologia, meno del 20% per chimica e il 10% per fisica.
“La gestione del semestre filtro si conferma così incoerente, opaca e
strutturalmente discriminatoria”, dichiarano gli studenti di Udu, l’Unione degli
universitari, che sottolineano “il divario tra iscritti e posti disponibili
rimane enorme: con oltre 54mila aspiranti per meno di 17mila posti, non si può
parlare di numero aperto”. Udu ha organizzato un presidio che si terrà l’11
dicembre alle ore 15 in piazza Vidoni, a Roma, e in molte altre piazze italiane.
La Flc-Cgil sostiene la mobilitazione, e aggiunge che “il sistema universitario,
malgrado le parole di circostanza delle Rettrici e dei Rettori, è sempre stato
consapevole della illogicità e dell’inutilità di questa presunta riforma. Si
tratta dell’ennesima presa in giro, con una selezione dilazionata impostata su
prove di esame irrigidite e standardizzate (anche fuori e oltre le attuali
normative sulla libertà di docenza), proprio per fungere di fatto da test
nazionale”. E rimarca sulla valanga di bocciature, segno del fallimento del
semestre filtro.
Oltre alla mobilitazione, Udu inoltrerà una diffida collettiva per garantire
agli studenti la possibilità di mantenere tutti i voti positivi ottenuti nella
prima sessione e decidere successivamente quale esito conservare, una volta resi
pubblici i dati necessari. Sempre sul fronte legale, stanno preparando anche un
ricorso collettivo al Comitato europeo dei diritti sociali per chiedere il
riconoscimento delle violazioni sistemiche, la tutela del diritto allo studio e
l’ingresso in sovrannumero per chi è stato penalizzato dal sistema del semestre
filtro.
L'articolo “Test semestre filtro di Medicina? Pochi promossi e gli altri
costretti a decidere se accettare il voto al buio” proviene da Il Fatto
Quotidiano.
Il paese che ha visto premiare solo qualche anno fa lo scienziato, Giorgio
Parisi, con il Nobel per la Fisica, ha pochi studenti in grado di rispondere
correttamente alle domande per il test di Medicina. È infatti tra il 10 e il 15%
la percentuale dei promossi nelle tre materie al primo appello degli esami di
Medicina. Un inquietante dato che emerge sulla base dei dati di alcuni atenei.
Il quadro appare omogeneo, non ci sono grandi differenze territoriali sui voti.
Gli esami per la seconda prova, fissata per il 10 dicembre, sono già pronti,
secondo notizie in possesso all’Ansa, e questo escluderebbe la possibilità di
una seconda prova più abbordabile. Quindi non c’è niente altro da fare che
studiare e studiare.
Se da un lato i numeri sgonfiano il grande effetto copiatura di cui si è parlato
nei giorni scorsi, c’è il rischio – sarebbe la prima volta – che il numero di
studenti ammessi a Medicina sia inferiore ai posti disponibili: per poter
proseguire negli studi infatti bisogna aver superato tutti e tre gli esami
richiesti Chimica, Biologia e Fisica, apparsa particolarmente difficile.
I risultati sono stati pubblicati sul portale Universitaly, dove tutti i
candidati possono consultarli inserendo le proprie credenziali. Dopo la
pubblicazione, gli studenti hanno 48 ore di tempo per scegliere se confermare il
punteggio ottenuto oppure rifiutarlo e ripresentarsi al secondo appello. I
risultati del secondo appello saranno pubblicati entro il 23 dicembre sempre
sulla piattaforma Universitaly. Gli aspiranti camici bianchi – circa 53mila –
hanno affrontato tre esami – Chimica e propedeutica e biochimica, Fisica e
Biologia – per poter aspirare a continuare i propri studi in Medicina
immatricolandosi ufficialmente. Ogni esame, della durata di 45 minuti, era
costituito da 31 domande a scelta multipla o a completamento. Per superare
ciascuna prova è necessario ottenere almeno 18 punti su 30.
L'articolo Tagliola Fisica per i test di Medicina, tra il 10 e il 15% la
percentuale dei promossi al primo appello degli esami proviene da Il Fatto
Quotidiano.
Telefoni che squillano nel bel mezzo della prova, senza alcuna conseguenza.
Studenti che copiano liberamente da smartwatch e da altri dispositivi
elettronici. Video e foto dei test circolati online e sui social prima della
fine dell’esame. Chiacchiere non sanzionate tra candidati e suggerimenti agli
studenti da parte delle commissioni. Persino un walkie-talkie infilato sotto una
sciarpa. Sono solo alcune delle testimonianze e delle segnalazioni che stanno
arrivando alle associazioni di categoria da parte di chi, il 20 novembre, ha
sostenuto il primo appello per l’esame di ingresso alle facoltà di Medicina,
Odontoiatria e Veterinaria, secondo quanto previsto dalla riforma voluta dalla
ministra dell’Università, Anna Maria Bernini. E per rispondere al malcontento
diffuso causato dall’operato dell’esponente di Forza Italia, è già stato
acquistato il dominio berninidimettiti.it: la piattaforma per chiedere il passo
indietro della ministra è pronta per andare online e iniziare la raccolta firme.
“Stiamo accumulando tutte le segnalazioni, numerosissime, e le prove documentali
che ci stanno inviando gli studenti. Se tutto questo dovesse essere confermato
c’è una sola strada: annullare il test e chiedere le dimissioni della ministra
Bernini”, spiega a ilfattoquotidiano.it Alessandro Dimitrio, medico e
responsabile dell’associazione NumeroGiusto. Insieme ad Anaao Giovani,
l’Associazione Liberi Specializzandi, Giovani medici per l’Italia e al Comitato
Domani in Salute, da anni si battono per rivendicare una corretta programmazione
degli accessi a Medicina e per la difesa del Servizio sanitario nazionale.
“Chiediamo l’apertura immediata di un’indagine, su tutte le sedi d’esame. Siamo
già in contatto con i gruppi parlamentari per interrogare la ministra su quanto
accaduto e depositare le segnalazioni”, spiega Dimitrio.
Le associazioni di categoria, sostenuti dai partiti di opposizione, hanno
avviato un’azione istituzionale per chiedere che Bernini riferisca alle Camere
riguardo agli episodi avvenuti durante il test. “Siamo in contatto con Simona
Malpezzi e Irene Manzi del Partito Democratico, e con Riccardo Ricciardi del
Movimento 5 Stelle. Entro martedì verrà depositata l’interrogazione
parlamentare. Mentre la piattaforma berninidimettiti.it sarà operativa a breve”.
Il dominio è stato già acquistato e presto sarà online. Si tratta di un
collettore nato con l’obiettivo di tenere insieme tutte le istanze del mondo
universitario e della ricerca contro la ministra. Oltre a raccogliere le firme
per chiedere le dimissioni di Bernini, il sito permette di scaricare materiale
per fare volantinaggio nelle università, da attaccare nelle bacheche e da
condividere sui social. “Vogliamo mettere la ministra di fronte a tutte le
inadeguatezze della sua gestione, non solo questa assurda riforma del test
d’ingresso a medicina”, spiega Dimitrio.
Il ministero, dal canto suo, fa sapere ufficiosamente che sta lavorando con gli
atenei per individuare i responsabili delle irregolarità, per ripristinare “il
pieno rispetto delle procedure previste, incluso l’annullamento della loro
prova, come prevede il regolamento”. Ma a giudicare dalla quantità di materiale
raccolto dalle associazioni di categoria, sembra difficile che il ministero
raggiunga tutti i candidati che hanno commesso irregolarità. “Il problema è
troppo ampio – commenta ancora il responsabile di NumeroGiusto – La soluzione
migliore, per salvaguardare la correttezza della procedura di selezione, è
quella di annullare l’intera prova, per tutti”. Fatto che sancirebbe un
eclatante fallimento per Bernini. “Questa riforma non funziona, non solo per
come è pensato il test. È da mesi che evidenziamo le criticità. Con il primo
esame abbiamo solo raggiunto il culmine”, conclude Dimitrio.
L'articolo Le foto sui social, i telefoni che squillano e gli smartwatch per
copiare: “I casi sono numerosi, annullate il test di medicina” proviene da Il
Fatto Quotidiano.
Video e foto dei test d’ammissione ai corsi di laurea in Medicina, Odontoiatria
e Veterinaria sono circolati online e sui social prima della fine dell’esame,
provocando la reazione del ministero dell’Università e della Ricerca, che
minaccia di annullare le prove dei candidati responsabili. “Tutte le immagini
degli esami attualmente in circolazione saranno trasmesse agli atenei, per mezzo
della Conferenza dei rettori, affinché possano essere individuati i responsabili
e ripristinato il pieno rispetto delle procedure previste, incluso
l’annullamento della prova, come prevede il regolamento”, fa sapere
ufficiosamente il ministero, specificando che “continua il monitoraggio in corso
per segnalare anche nuovi contenuti eventualmente pubblicati”.
Sulla vicenda interviene anche la Crui, la Conferenza dei rettori, con una nota
firmata dalla presidente Laura Ramaciotti: “Totale intransigenza verso chi
diffonde e pubblica online o con qualsiasi mezzo le immagini degli esami per
l’accesso a Medicina, Odontoiatria e Veterinaria. Sono certa che tutti gli
atenei adotteranno la massima fermezza nell’individuazione dei responsabili di
questi atti per ripristinare il rispetto di tutte le procedure. In alcuni casi
gli atenei sono già tempestivamente intervenuti ritardando e annullando i
compiti. Le università vigileranno perché questi fatti non si ripetano”,
afferma.
L'articolo Test Medicina, foto online prima della fine dell’esame. Il ministero:
“Pronti ad annullare le prove dei responsabili” proviene da Il Fatto Quotidiano.