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Gratteri, solidarietà dell’Anm: “Attaccato per l’impegno per il No al referendum. Il suo contributo tecnico merita rispetto”
“Piena solidarietà” a Nicola Gratteri, “raggiunto da pesanti critiche e attacchi personali in questi giorni, legati al suo impegno per il No al referendum sulla riforma Nordio”. L’Associazione nazionale magistrati manifesta la propria vicinanza al procuratore di Napoli, oggetto di una campagna di delegittimazione da parte dei media vicini al centrodestra dopo che in tv – spiegando le ragioni della sua contrarietà alla separazione delle carriere tra giudici e pm – ha citato erroneamente un passaggio di un’intervista (poi rivelatasi inesistente) attribuita a Giovanni Falcone. La presa di posizione dell’Anm arriva dopo che Quarta Repubblica, la trasmissione di Nicola Porro su Rete 4, ha dedicato un intero blocco della puntata di lunedì ad accusare il magistrato di diffondere “fake news“. Il sindacato delle toghe difende “il contributo tecnico” di Gratteri, che, “come quello dell’intera categoria dei magistrati, merita rispetto perché ha come unico scopo quello di arricchire il dibattito sulla riforma e dare ai cittadini maggiori elementi di riflessione in vista del voto referendario”, si legge in una nota. Da giorni, però, il centrodestra sta approfittando dell’errore su Falcone per attaccare il procuratore, il volto più popolare del fronte del No. Nei giorni scorsi Gratteri è intervenuto per ricordare che le parole citate, anche se non pronunciate effettivamente da Falcone, “sintetizzano e rappresentano il suo reale pensiero“, come peraltro ha confermato in un’intervista al Fatto Alfredo Morvillo, cognato del giudice ucciso. L'articolo Gratteri, solidarietà dell’Anm: “Attaccato per l’impegno per il No al referendum. Il suo contributo tecnico merita rispetto” proviene da Il Fatto Quotidiano.
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Referendum, Nordio apre al duello tv col presidente del comitato per il No. E lui lo provoca: “Accetto volentieri l’invito”
“Accetto volentieri l’invito del ministro Carlo Nordio a un confronto sulla riforma costituzionale. Sarà un’occasione per discutere nel merito del disegno di legge e per informare i cittadini. Senza polarizzazioni né conflitti, con uno spirito costruttivo”. Il giurista Enrico Grosso, leader del comitato per il No creato dall’Associazione nazionale magistrati, prova a stanare il Guardasigilli nella partita a scacchi che è diventata l’organizzazione del primo duello tv tra “pesi massimi” sul referendum. Da Nordio, infatti, non è arrivato un vero e proprio invito: il ministro però ha aperto per la prima volta a un confronto con Grosso, dopo che nei giorni scorsi aveva indicato il presidente dell’Anm Cesare Parodi come unico sfidante. Da parte sua, Parodi avrebbe voluto accettare (e lo ha anche fatto capire in pubblico), ma la contrarietà della maggior parte dei colleghi lo ha costretto a declinare: “Dopo attenta riflessione non ritengo opportuna una mia partecipazione a confronti con il ministro, in quanto costituirebbe una rappresentazione plastica di una contrapposizione politica fra il governo e la magistratura che non trova riscontro nella realtà”, si è arreso mercoledì sera. Così la trattativa è ricominciata da zero. E Grosso – costituzionalista torinese già a suo agio nelle vesti di frontman – ha punzecchiato il ministro a mezzo stampa: “Sono pronto in qualunque momento a un faccia a faccia con Nordio, ma credo che il suo problema sia non legittimare il comitato per il No“, ha detto all’agenzia LaPresse. Spingendo il Guardasigilli ad abbandonare il suo veto: giovedì, alla domanda se fosse disponibile a un duello con Grosso, ha risposto di essere pronto a confrontarsi “con chiunque“, ma, ha aggiunto, “compatibilmente con una scaletta di persone qualificate, alla testa delle quali pongo ancora una volta l’Anm. Poi saranno loro a indicare l’interlocutore, io ho detto il presidente Parodi perché è il numero uno, se vogliono mandare il numero due o il numero tre va benissimo”, ha concluso con una punta di veleno. Il giorno dopo, poi, ha fatto parziale marcia indietro: “Spero che l’Anm ripensi alla decisione di non partecipare a un confronto diretto con me. Non credo che sarebbe interpretato favorevolmente dai cittadini se si sottraesse a un confronto diretto con un ministro della Giustizia”. Ma ormai il quadro è chiaro: per i magistrati, o il duello è tra Nordio e Grosso o non si fa. E ora è il Guardasigilli a dover scegliere se accettare la sfida. L'articolo Referendum, Nordio apre al duello tv col presidente del comitato per il No. E lui lo provoca: “Accetto volentieri l’invito” proviene da Il Fatto Quotidiano.
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