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Liberazione imam, Meloni contro i magistrati: “Come garantire sicurezza se giudici annullano ogni iniziativa?”
“Qualcuno mi può spiegare come facciamo a difendere la sicurezza degli italiani se ogni iniziativa che va in questo senso viene sistematicamente annullata da alcuni giudici?”. Dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni arriva l’ennesimo affondo contro i magistrati. Questa volta l’occasione è la pronuncia della Corte di Appello di Torino per la cessazione del trattenimento dell’imam Mohamed Shahin, espulso dall’Italia dopo aver giustificato il massacro di Hamas perpetrato il 7 ottobre. fdff La premier ricorda con un posto sui social che l’imam era “destinatario di un decreto di espulsione firmato dal Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi”: “Parliamo di una persona – scrive Meloni – che ha definito l’attacco del 7 ottobre un atto di ‘resistenza’, negandone la violenza. Che, dalle mie parti, significa giustificare, se non istigare, il terrorismo”. Dopo la decisione della Corte d’Appello il 47enne di origini egiziane è stato immediatamente liberato. I magistrati hanno escluso “la sussistenza di una concreta e attuale pericolosità”. Inoltre hanno sottolineato che Shahin è da vent’anni in Italia ed è “completamente incensurato”. Fra i “nuovi elementi” che erano stati presentati dagli avvocati dell’imam figuravano l’archiviazione immediata, da parte della procura di Torino, di una denuncia per le frasi che l’uomo aveva pronunciato lo scorso ottobre durante una manifestazione Pro Pal. Non solo Meloni. Contro l’ordinanza si sono scagliati tutti gli esponenti dei partiti di destra: da Fratelli d’Italia a Forza Italia e Lega. Per il vicepremier e leader del Carroccio, Matteo Salvini, “è l’ennesima invasione di campo di certa magistratura ideologizzata e politicizzata che si vorrebbe sostituire alla politica”. Per il capogruppo di Fdi alla Camera, Galeazzo Bignami, “questa vicenda suona come l’ennesima conferma del livello di politicizzazione di una parte della nostra magistratura, al punto da mettere a rischio la stessa sicurezza dei cittadini”. Di “decisione irresponsabile e fuori dalla realtà”, ha parlato il presidente dei senatori di Forza Italia Maurizio Gasparri. E adesso arriva anche la presa di posizione della premier. L'articolo Liberazione imam, Meloni contro i magistrati: “Come garantire sicurezza se giudici annullano ogni iniziativa?” proviene da Il Fatto Quotidiano.
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Il trafficante di droga grida in aula contro il pm De Tommasi e lo minaccia: “Deve finirla di rovinare le persone”
Il trafficante già condannato per associazione a delinquere oggi torna in aula per altri capi d’imputazione. Sul piatto sempre droga. Aula bunker del carcere milanese di Opera, Luigi Ruggiero, tarantino classe ’87, considerato a capo della batteria di trafficanti del comune di Rozzano assieme al defunto Chicco Pagani, prende la parola per alcune dichiarazioni spontanee. E che fa? Minaccia chiaramente il pubblico ministero. E chi è il pm? Francesco De Tommasi per il quale Ruggiero è uno dei tanti protagonisti della sua maxi inchieste Barrios su sette piazze di spaccio a Milano, tra cui, quella più grande, annidata nel quartiere della Barona. De Tommasi, assieme al collega Gianluca Prisco, proprio per aver chiuso il cerchio attorno alla famiglia Calajò, storici reggenti della malavita alla Barona, sono finiti sotto scorta. Era l’ottobre 2023 e dal carcere erano state registrate chiare minacce di morte. Questa mattina la storia sembra essersi ripetuta. Un fatto gravissimo che rubrica a poco meno che una bagatella l’affare tutto interno alla Procura che ha visto De Tommasi vedersi bocciato lo scatto di avanzamento di carriera dal consiglio giudiziario distrettuale per il presunto poco equilibrio mostrato nell’indagine bis sul caso di Alessia Pifferi e che riguardava i tentativi di manipolare la perizia psicologica a favore di una infermità mentale esclusa dalle sentenze di primo e secondo grado. In quel fascicolo, per farla breve, risulterà indagata anche la legale della donna, recentemente assolta. Detto questo, quel troncone finito sotto la lente della Procura Generale e del ministero della Giustizia non ha rilevato alcun illecito disciplinare. La questione in valutazione al Csm, sembra solo un fastidioso rumore di sottofondo rispetto alle minacce lanciate da un pericoloso trafficante di droga. Torniamo allora a Luigi Ruggiero, già condannato in abbreviato nel maxi processo Barrios, e questa mattina imputato per altri capi di accusa (cinque episodi di spaccio) in una lista di 57 persone, Ruggiero ha chiesto così di fare dichiarazioni spontanee e qui proprio non si è tenuto e anche ha alzato non poco la voce. In attesa della trascrizione dell’udienza, queste sono state le sue parole: “Il dottor De Tommasi deve smettere di perseguitarmi”. Il pm, dice Ruggiero, deve smetterla “di rovinarlo” che gli “ha fatto prendere 30 anni” e deve “lasciarlo in pace” e “finirla di rovinare le persone”. Il tutto alzandosi in piedi, alzando la voce e ripetendo più volte “dottor De Tommasi”. Parole sinistre che ricordano quelle del 2023 quando in carcere a Opera fu intercettata questa frase di Nazza Calajò: “De Tommasi si fermi se vuole salva la vita sua e della sua famiglia”. De Tommasi come il suo collega Prisco non si sono fermati e sono finiti sotto scorta armata. E ancora, sempre per voce del capo Nazzareno Calajò: “De Tommasi non ti conviene, credimi. Lasciaci stare e siamo a posto così e ti salvi la vita! A me di questa galera non me ne fotte niente. E te lo faccio vedere, non è uno scherzo! Ti lascio in un lago di sangue. Tuo padre, tua madre, i tuoi fratelli, le tue sorelle, i tuoi figli li uccido tutti!”. Non contento aggiungerà: “Io lo ammazzo De Tommasi, ti mangio come un cannibale, lo sgozzo (…). Ti faccio esplodere con una bomba (…). Il Tribunale di Milano lo faccio arrivare su Marte (…). Ti faccio fare la fine di quei due porci di merda (…). Ti faccio diventare un martire come loro”, riferendosi ai giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Quindi spiega: “Non vi preoccupate, giù in cantina abbiamo quattro bombe e quattro mitra”. Quasi tre anni dopo, ancora minacce gravi. E però a tenere banco nei corridoi e tra le correnti della magistratura è solo quella legittima attività di indagine, finita con le assoluzioni degli imputati, come spesso capita nelle aule di giustizia. L'articolo Il trafficante di droga grida in aula contro il pm De Tommasi e lo minaccia: “Deve finirla di rovinare le persone” proviene da Il Fatto Quotidiano.
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Gratteri, solidarietà dell’Anm: “Attaccato per l’impegno per il No al referendum. Il suo contributo tecnico merita rispetto”
“Piena solidarietà” a Nicola Gratteri, “raggiunto da pesanti critiche e attacchi personali in questi giorni, legati al suo impegno per il No al referendum sulla riforma Nordio”. L’Associazione nazionale magistrati manifesta la propria vicinanza al procuratore di Napoli, oggetto di una campagna di delegittimazione da parte dei media vicini al centrodestra dopo che in tv – spiegando le ragioni della sua contrarietà alla separazione delle carriere tra giudici e pm – ha citato erroneamente un passaggio di un’intervista (poi rivelatasi inesistente) attribuita a Giovanni Falcone. La presa di posizione dell’Anm arriva dopo che Quarta Repubblica, la trasmissione di Nicola Porro su Rete 4, ha dedicato un intero blocco della puntata di lunedì ad accusare il magistrato di diffondere “fake news“. Il sindacato delle toghe difende “il contributo tecnico” di Gratteri, che, “come quello dell’intera categoria dei magistrati, merita rispetto perché ha come unico scopo quello di arricchire il dibattito sulla riforma e dare ai cittadini maggiori elementi di riflessione in vista del voto referendario”, si legge in una nota. Da giorni, però, il centrodestra sta approfittando dell’errore su Falcone per attaccare il procuratore, il volto più popolare del fronte del No. Nei giorni scorsi Gratteri è intervenuto per ricordare che le parole citate, anche se non pronunciate effettivamente da Falcone, “sintetizzano e rappresentano il suo reale pensiero“, come peraltro ha confermato in un’intervista al Fatto Alfredo Morvillo, cognato del giudice ucciso. L'articolo Gratteri, solidarietà dell’Anm: “Attaccato per l’impegno per il No al referendum. Il suo contributo tecnico merita rispetto” proviene da Il Fatto Quotidiano.
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