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Salvini attacca la stampa ad Atreju: “I giornalisti di sinistra cercano di dividere me e Meloni ma non ci riusciranno” – Video
“C’è innanzitutto l’orgoglio di esserci dopo tanti anni. Ci provano in tutti i modi a far litigare me e Giorgia. Ma amici giornalisti, mettetevi l’anima in pace: non ci riuscirete mai”. Lo ha detto il vicepremier e leader della Lega Matteo Salvini sul palco di Atreju. “Da tre anni e mezzo c’è qualcosa che va oltre la stima politica, tra me e Meloni c’è amicizia umana e personale”, ha aggiunto. L'articolo Salvini attacca la stampa ad Atreju: “I giornalisti di sinistra cercano di dividere me e Meloni ma non ci riusciranno” – Video proviene da Il Fatto Quotidiano.
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Salvini sfotte Sala: “Ha detto davvero che le strade sono piene di fascisti? Ma era sobrio?” – Video
“Veramente il sindaco Sala ha detto che le nostre strade sono ancora piene di fascismo? Ma era sobrio? Era sereno, tranquillo? Va bene che è Santa Lucia, però stia sereno”. Con una battuta il vicepremier e leader della Lega Matteo Salvini, a margine di una iniziativa della Lega alla Bocciofila Martesana di Milano, commenta le frasi pronunciate ieri dal sindaco Giuseppe Sala durante la commemorazione della strage di Piazza Fontana, a Milano. Per Salvini Sala dovrebbe “preoccuparsi di Milano, con i problemi che ci sono a Milano, che non sono le strade invase da fascisti”. Anche perché “c’è un tema di sicurezza che lo stesso sindaco ha negato per troppo tempo, e che noi stiamo lavorando per risolvere assumendo forze dell’ordine e accendendo telecamere”. Poi, “certo, se la polizia locale di Milano fosse usata maggiormente sul tema della sicurezza e non per fare multe dalla mattina alla sera, visto che Milano è la città più multata d’Italia, probabilmente faremmo un bel lavoro di squadra”. L'articolo Salvini sfotte Sala: “Ha detto davvero che le strade sono piene di fascisti? Ma era sobrio?” – Video proviene da Il Fatto Quotidiano.
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Armi all’Ucraina, la Lega verso il sì anche per il 2026. Ecco tutte le volte che Salvini&Co hanno detto “basta”
Come prevedibile, alla fine la Lega dirà sì all’invio di armi italiane in Ucraina anche nel 2026. Lo farà trattando con Giorgia Meloni sul testo e ottenendo di condizionare gli aiuti all’andamento delle trattative di pace, ma la sostanza non cambia e stride con gli annunci leghisti degli ultimi mesi. Da Matteo Salvini in giù, a parole infatti il Carroccio si dice da tempo contrarissimo al riarmo e all’invio di nuove armi. Alla vigilia del nuovo decreto, è utile un resumé delle promesse mancate leghiste. “Lasciamo che Trump, Zelensky e Putin lavorino per la pace e per fermare le armi e blocchino quelli che anche in Europa, invece, hanno tutto l’interesse a continuare a costruire e vendere armi e allungare la guerra. Sapere che centinaia di milioni di dollari non sarebbero finite per salvare bimbi o difendere gli ucraini, ma per ville di lusso, conti all’estero e chissà cos’altro d uomini vicino a Zelensky ci impone estrema cautela” (Matteo Salvini, 29.11). “Non è con le armi che finisce la guerra e non è così che intendiamo andare avanti. Per il futuro chiediamo chiarezza” (Matteo Salvini, 18.11). “La strategia di infiniti giri di sanzioni e di continuo invio di armi non risolve la situazione. Bisogna affrontare la questione con sano realismo. Crediamo che il governo italiano debba interrogarsi seriamente sui finanziamenti all’Ucraina per rispetto degli italiani. D’altra parte noi pensiamo che continuare a mandare armi in Ucraina, ipotizzando che possa recuperare i territori perduti, sia una speranza piuttosto inverosimile” (Silvia Sardone, 14.11). “Tutti noi auspichiamo la fine della guerra il prima possibile, ma l’invio di armi non sembra andare in questa direzione” (Stefania Pucciarelli, 14.11). “Più armi produciamo e inviamo più la guerra va avanti” (Matteo Salvini, 10.11). “Non servono nuovi missili ma nuovi tavoli come in Medio Oriente” (Matteo Salvini, 10.10). “Se dobbiamo fare altro debito, facciamolo per difendere famiglie e imprese dal caro bollette e tagliare le tasse, costruire ospedali e difendere i confini dai clandestini. Non certo per acquistare 800 miliardi di euro di armi, o spendere altri 40 miliardi di euro in Ucraina”. (Alberto Bagnai, 17. 03). “A sinistra parlano di armi e tasse patrimoniali, la Lega chiede Pace, serenità e lavoro” (Lega, 7. 03). L'articolo Armi all’Ucraina, la Lega verso il sì anche per il 2026. Ecco tutte le volte che Salvini&Co hanno detto “basta” proviene da Il Fatto Quotidiano.
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Salvini contro l’invio di armi a Kiev: “Non tolgo soldi alla sanità italiana per fare andare avanti una guerra che è persa”
“Io non tolgo soldi alla sanità italiana per fare andare avanti una guerra che è persa“. Mentre Giorgia Meloni incontra a Palazzo Chigi il presidente ucraino Volodymyr Zelensky e gli assicura che “l’Italia continuerà a fare la sua parte” per Kiev, il vicepremier Matteo Salvini va in tv e insiste sulla contrarietà della Lega ad altri aiuti militari per l’Ucraina. Tutto questo nonostante Meloni e l’altro vicepremier Tajani hanno assicurato nei scorsi giorni che entro la fine del mese arriverà in Consiglio dei ministri il decreto per la proroga per tutto il 2026 dell’autorizzazione all’invio di armi a Kiev. “Al di là delle centinaia di migliaia di morti che sono il dramma numero uno, questa guerra è già costata 300 miliardi di euro e l’anno prossimo Trump ha già detto: ‘Io non ci metto più una lira, se volete andare avanti la pagate voi’ e solo all’Europa costerebbe 140 miliardi di euro. Ora chi li mette quei soldi? Io non tolgo soldi alla sanità italiana per fare andare avanti una guerra che è persa. Questa è la realtà”, ha detto Salvini intervenendo in collegamento con 4 di sera in onda su Rete4. Il segretario del Carroccio ricorda che “c’è un piano proposto dal presidente Trump, lasciamo che si confrontino loro”. Poi attacca: “L’impressione è che qualcuno in Europa, per salvare il suo posto e la sua poltrona, non abbia interesse a fare una pace concreta. Qualcuno continua a dire dalle parti di Bruxelles ‘Vinceremo, vinceremo’. Ma non ci sono riusciti Napoleone e Hitler a mettere in ginocchio la Russia. Quindi io ritengo – continua – che prima ci si siede al tavolo e si trova un accordo meglio è per tutti”. In merito a quanto dichiarato da Trump nella sua intervista a Politico, Matteo Salvini condivide la posizione del presidente Usa: “La critica di Trump immagino non sia ai cittadini, cioè agli italiani, ai tedeschi, agli spagnoli, ma ai vertici, alla burocrazia europea, che è quella che contesto anch’io da anni, senza aspettare Trump”. “Sono quelli che ci impongono regole folli sulle caldaie, sui caminetti, sui motorini, sui furgoni”, conclude il segretario della Lega. L'articolo Salvini contro l’invio di armi a Kiev: “Non tolgo soldi alla sanità italiana per fare andare avanti una guerra che è persa” proviene da Il Fatto Quotidiano.
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Codice della strada, l’inferno burocratico del paziente in cura con la cannabis: la prefettura gli ridà la patente, la commissione medica potrebbe togliergliela
Il nuovo Codice della strada genera mostra burocratici. Lo può ben dire il signor Mario (nome di fantasia): dopo un banale incidente d’auto, gli è stata sospesa la patente per via della positività al test degli stupefacenti. Ovvio: assume tutti i giorni cannabis terapeutica su ordine del medico – la sera prima di dormire – per via di una sindrome ansiosa riottosa alla cura. Matteo Salvini aveva promesso: “Nessuna sospensione della patente per i pazienti in cura con farmaci psicotropi”. Ma al signor Mario, munito di regolare prescrizione medica, la “deroga” evocata dal ministro non è valsa. Per forza: non è prevista dalla legge entrata in vigore il 14 dicembre 2024, nonostante le parole del segretario leghista. LA RICHIESTA AL MINISTERO: “ISPETTORI ALLA COMMISSIONE MEDICA, PAZIENTE TRATTATO DA DROGATO” Il Fatto ha raccontato l’inizio della storia, ma i nuovi capitoli si tingono d’assurdo. Partiamo dalla fine: Mario ha riottenuto la patente dalla motorizzazione, ma il documento è già in bilico. “L’automobile è il mio strumento di lavoro”, racconta lui, di mestiere rappresentante di commercio. “Copro 100mila chilometri l’anno e senza patente rischio il posto, non riesco più ad essere me stesso”, dice. La patente di Mario è appesa al giudizio della Commissione medica di Catanzaro e i 4 componenti appaiono poco inclini all’uso terapeutico della cannabis: Mario, secondo il legale che lo assiste e il dottore che lo ha accompagnato al colloquio – sarebbe stato considerato alla stregua di un drogato. Tanto che l’avvocato Lorenzo Simonetti, il 5 dicembre, ha chiesto ufficialmente un’ispezione ministeriale con una pec. La missiva è stata spedita al dicastero dei Trasporti guidato da Salvini e a quello della Salute presieduto da Orazio Schillaci: “Il mio Assistito è stato trattato come un pericolo pubblico per l’incolumità quando invece – leggiamo nel documento – egli è semplicemente un paziente che si cura con la cannabis (come previsto dal Decreto Lorenzin, 2015), è un onesto lavoratore e padre di famiglia”. LA GIRAVOLTA DEI MEDICI E LA BUROCRAZIA CIECA: LA PATENTE È TORNATA, MA È GIÀ IN BILICO Sul signor Mario, la Commissione medica di Catanzaro ha cambiato idea in due giorni. Prima ha rilasciato il certificato di idoneità alla guida, l’11 novembre. Ma 48 ore dopo ha ingranato la retromarcia comunicando via mail la “sospensione del certificato medico in autotutela”, destinata al signor Mario e alla Motorizzazione. “Al fine di emettere un nuovo giudizio”, Mario viene convocato dalla Commissione medica il 27 novembre: lo scopo è concludere la revoca dell’idoneità alla guida. Ma il ricorso contro la sospensione della patente è già sulla scrivania del giudice di Pace di Partanna. E il 17 novembre giunge il verdetto, favorevole al signor Mario, anche in virtù del “certificato rilasciato dalla Commissione medica di Catanzaro”: la prefettura dunque deve riconsegnare la patente. “E’ la prima volta che viene accolto di urgenza un ricorso per la patente da quando il nuovo Codice è stato approvato”, rivendica l’avvocato Simonetti. OGGI IL NUOVO VERDETTO IN COMMISSIONE MEDICA PER L’IDONEITÀ DI GUIDA Oltretutto, annota il giudice, “il provvedimento Prefettizio è stato notificato 5 mesi dopo la rilevazione del sinistro”. Un dettaglio, rispetto al grosso guaio dell’idoneità per mettersi al volante. Il giudice ha ricevuto il via libera alla guida firmato l’11 novembre, ma non l’avviso di revoca di due giorni dopo, perché la procedura è ancora aperta: formalmente, si chiuderà solo dopo il nuovo incontro del signor Mario con i medici della Commissione. L’appuntamento del 27 novembre è slittato, per problemi di salute, ad oggi: 9 dicembre. E intanto il verdetto del giudice ha smosso le caselle in prefettura: il 26 novembre, dai funzionari di Trapani giunge il semaforo verde alla Motorizzazione per la riconsegna della patente. Risultato: al signor Mario è giunta sull’app “Io” il documento di guida, mentre ha ricevuto brevi manu il foglio sostitutivo. Peccato che al contempo l’idoneità di guida sia in via di sospensione. Lui e l’avvocato Lorenzo Simonetti ne sono convinti: “Oggi la Commissione medica di Catanzaro concluderà la procedura per la revoca, a meno di imprevisti”, dice il legale a Ilfattoquotidiano.it. Come fanno a esserne sicuri? Lo spiega il dottor Carlo Privitera, specializzato nelle terapie a base di cannabis. IL DOTTOR PRIVITERA: “LA COMMISSIONE NON RICONOSCE LA CANNABIS PER USO MEDICO” L’11 novembre, quando la Commissione medica incontra il signor Mario concedendogli l’idoneità di guida, al colloquio c’era anche lui. “Dall’altra parte del tavolo stavano 4 dottori e sono rimasto basito dalla loro ignoranza sulla normativa sulle cure con i cannabinoidi, che ha oramai dieci anni”, dice Privitera. “Quel giorno hanno rilasciato l’idoneità di guida valida 3 mesi, ma solo ad una condizione – ricorda il dottore: stop alla cura con la cannabis, Mario avrebbe dovuto cambiare farmaco: se dopo 90 giorni le analisi del capello fossero risultate positive ai cannabinoidi, la Commissione ha avvisato che non avrebbe rinnovato il documento di guida”. Privitera nel racconto dinanzi ai medici sottolinea la legittimità della terapia alla cannabis, “anche perché l’alternativa sono le benzodiazepine, con effetti collaterali ben più gravi”. Ma dall’altra parte vede un muro: “Secondo loro la presenza del Thc non è contemplata nella definizione di cannabis medica, ma solo quella ad alto Cbd e con Thc sotto 1%, una follia”, conclude Privitera. Il racconto del dottore è tutto da verificare. Di sicuro, due giorni dopo il rilascio dell’idoneità di guida, la Commissione medica è tornata sui suoi passi. Le motivazioni si sapranno solo dopo l’appuntamento del 9 dicembre. Per Mario una nuova ansia. L'articolo Codice della strada, l’inferno burocratico del paziente in cura con la cannabis: la prefettura gli ridà la patente, la commissione medica potrebbe togliergliela proviene da Il Fatto Quotidiano.
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Il bando per l’Autobrennero riaperto in fretta e furia sembra fatto apposta per scoraggiare i concorrenti
Che il decreto Infrastrutture del ministro dei Trasporti Matteo Salvini, approvato lo scorso anno, non avrebbe portato niente di nuovo e nessun riordino nel comparto autostradale, era facile da immaginarsi. La plastica dimostrazione sta nel dossier dell’A22. Il Mit era stato costretto a sospendere le procedure di gara per il rinnovo della concessione dell’Autobrennero fino il 30 novembre scorso. Poi, sorprendentemente, sono state riaperte le procedure per 5 (cinque) giorni in fretta e furia con un decreto del MIT. Il bando era stato sospeso dallo stesso Ministero in attesa del pronunciamento della Corte di giustizia europea sul diritto di prelazione. Questione che aveva spinto la concessionaria controllata dal Ministero dell’Economia (Aspi ex Benetton) a presentare un ricorso alla Corte ritenendo illegittimo e troppo favorevole all’attuale concessionario il diritto di prelazione contenuto nel bando di gara. Bando di gara presentato dall’attuale concessionario in project financing da 10 miliardi dalla società Autostrade del Brennero Spa. L’autostrada A22 Modena-Brennero (Autobrennero), estesa per un totale di 300 km, gestisce la concessione in regime di proroga dal 2014. L’Aspi, che partecipa alla gara, aveva ritirato il suo ricorso contro il bando che riserva il diritto di prelazione a favore del promotore cioè Autobrennero. Se a giugno, il Ministero di Salvini aveva deciso di sospendere la gara in attesa del pronunciamento della Corte Ue, perché poi ha deciso di riavviare la procedura di gara senza conoscere il responso? La risposta si può ritrovare nella lettera datata 7 novembre scorso di Autobrennero inviata al MIT. Qui emerge fortemente la caratteristica dell’incumbent, impresa monopolistica di grandi dimensioni, di uno specifico mercato, che tende a bloccare l’entrata di altre imprese. Nessuna voce si era levata, in questi 10 anni di prorogatio, per accelerare i tempi della gara. L’A22 così ha potuto garantirsi ricchi extraprofitti, perché i ricavi sono stati superiori a quanto previsto nei Piani economici finanziari autorizzati dal MIT. Nella missiva spedita al Ministero, si legge che dietro la richiesta di ripresa della procedura ci sarebbe un “superiore interesse pubblico” legato al potenziamento, all’ammodernamento dell’asse strategico europeo che collega il Nord Italia al cuore dell’Europa. Invece di annullare la clausola con il diritto di prelazione, lo stop aveva assicurato ad Autobrennero una nuova proroga. Ora la procedura è stata riavviata, ma dovrà prima o poi fare i conti con il giudizio europeo, secondo cui devono essere garantiti i principi di concorrenza e trasparenza nell’assegnazione della concessione. Nel frattempo viene segnalata la richiesta dell’accesso alla gara di quattro grandi gruppi: Gavio, gli spagnoli di Abertis, Sacyr-Doglian e Aspi. Il mastodontico piano degli investimenti, da quasi 10 miliardi per 50 anni di concessione, sembra fatto apposta per scoraggiare eventuali concorrenti. Il project financing si basa sulle norme della “Merloni Ter”, che consente al concessionario di “sostituirsi” al concedente, il Mit, indicando gli investimenti da realizzare. Il piano prevede gli apporti finanziari necessari per il completamento della rete autostradale con la Campogalliano-Sassuolo, un tracciato di 25,4 km, 14 km per l’asse principale e 3,5 km per il collegamento con Modena. Dieci ambiti che riguardano le terze corsie: quella tra Verona e l’innesto con la A1 e quella dinamica fra Bolzano e Verona. Sono contenuti anche il rifacimento dei sovrappassi, le barriere fonoassorbenti, il completamento o l’adeguamento delle stazioni autostradali e i centri per la sicurezza. Inoltre il progetto include la realizzazione e l’ampliamento di parcheggi e autoparchi e il rifacimento e la riqualificazione delle aree di servizio. Sul fronte della mobilità sostenibile sono previsti impianti per la distribuzione di gas naturale liquefatto e di idrogeno, di pannelli fotovoltaici, di colonnine di ricarica elettrica veloce, di sistemi di monitoraggio della qualità dell’aria e la digitalizzazione. Altri destinatari delle risorse saranno le Province di Bolzano e Trento, la Regione Emilia Romagna, la Provincia di Verona, la Provincia di Mantova, la Provincia di Modena e la Provincia di Reggio Emilia, tutti azionisti. Mentre in Spagna, alla scadenza delle concessioni, queste rientrano nella gestione statale e si aboliscono i pedaggi, da noi le concessionarie diventano delle utility giganti con ampi poteri che non solo gestiscono le reti ma programmano gli investimenti, sostituendosi al regolatore pubblico. L'articolo Il bando per l’Autobrennero riaperto in fretta e furia sembra fatto apposta per scoraggiare i concorrenti proviene da Il Fatto Quotidiano.
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Ricciardi (M5s) contro Salvini: “Italiani senza casa mentre lui trova una villa a Roma 2mila euro al metro quadrato”
“Il piano casa di Salvini non esiste e al momento l’unica rigenerazione l’ha fatta lui grazie all’acquisto di una villa a 2 mila euro al mq. Parliamo di una villa che ha trovato su Immobiliare.it e di proprietà della famiglia Canfora, il cui padre era stato condannato per corruzione nell’affare con Previti. Ora io sfido qualsiasi persona a trovare, a Roma, una casa a 2 mila euro al mq. Abbiamo un ministro che annuncia un piano casa, ma poi non fa niente e si compra una villa a questi prezzi alla zona della Camilluccia”. Lo ha detto in Aula Riccardo Ricciardi, capogruppo M5S alla Camera. “Nel frattempo la fondazione per rigenerare Roma è partecipata da Caltagirone a cui abbiamo dato mano libera per prendersi una banca. Ma cosa c’è di più melma schifosa tra finanza e politica di questa cosa qua?”. L'articolo Ricciardi (M5s) contro Salvini: “Italiani senza casa mentre lui trova una villa a Roma 2mila euro al metro quadrato” proviene da Il Fatto Quotidiano.
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Salvini: “L’Italia ha interesse a riaprire i ponti con la Russia prima di altri. Sogno nuovi commerci e dialogo con Mosca”
“A leggere il giornale sembra che qualcuno abbia voglia di fare nuove guerre. Io non ho voglia di nuove guerre, l’Italia non ha interesse a dichiarare guerra a nessuno, anzi abbiamo interesse a riaprire ponti, magari prima di altri, che per logiche locali invece hanno altri tipi di ragionamenti”. Matteo Salvini torna a lanciare messaggi amichevoli alla Russia, confermando il posizionamento della Lega come la forza di governo più ostile al sostegno militare a Kiev e al riarmo europeo in funzione anti-Mosca. Nel suo intervento all’inaugurazione del nuovo palazzo dell’Aviazione civile (Enac) a Roma, il vicepremier e ministro dei Trasporti ha detto di sognare un ritorno dei collegamenti aerei diretti tra l’Italia e la capitale russa, per “riaprire i commerci e il dialogo con un Paese con cui non siamo in guerra”: “Spero, non tra anni ma tra mesi, di poter tornare a volare su Kiev e su Mosca direttamente da Roma e da Milano. Oggi può sembrare un pio desiderio, ma se puoi sognarlo puoi farlo”, dice. Parlando con i cronisti a margine dell’evento, Salvini ha ribadito il suo pensiero: “Tra poche settimane tornerà il volo diretto tra l’Italia e Israele, così come ora c’è un collegamento diretto con la Libia. Spero che quello che oggi sembra un sogno lontano possa trasformarsi in realtà nel più breve tempo possibile: ricollegare direttamente Roma, Milano e Italia sia con Kiev che con Mosca. Ecco, quello su cui tutti coloro che hanno una piccola o grande responsabilità debbono lavorare e debbono impegnarsi è trarre la lezione delle parole del Santo Padre: riavviciniamo, costruiamo ponti e che i cieli uniscano”, dice, citando Leone XIV. D’altra parte, Salvini non ha mai nascosto la sua stima per il presidente russo Vladimir Putin: nel 2015, in occasione di una visita del capo dello Stato Sergio Mattarella al Parlamento europeo, si disse pronto a cedere “due Mattarella in cambio di mezzo Putin”, e la Lega non ha mai annullato l’accordo di collaborazione siglato nel 2017 con Russia Unita, il partito di Putin. A confermare le resistenze della Lega sulle forniture militari a Kiev, il decreto che proroga l’autorizzazione alla cessione di armi è sparito dall’ordine del giorno del Consiglio dei ministri di giovedì. E il capogruppo del Carroccio al Senato, Massimiliano Romeo, ha messo in chiaro il motivo: “Un conto è difendere l’Ucraina, altra cosa è alimentare una guerra. Sulle armi a lungo raggio siamo contrari”, ha detto a Ping pong su Radio 1. Suggerendo al governo di sospendere il dossier sperando nel successo del piano Trump: “Visto che il decreto aiuti Ucraina è stato posticipato in Consiglio dei ministri, suggerirei a questo punto di attendere l’evoluzione delle trattative in corso condotte dal segretario di Stato Marco Rubio e del piano di pace statunitense, così da poter definire un provvedimento pienamente coerente con il percorso diplomatico intrapreso e in grado di includere le garanzie di sicurezza per l’Ucraina che emergeranno dal negoziato internazionale”. L'articolo Salvini: “L’Italia ha interesse a riaprire i ponti con la Russia prima di altri. Sogno nuovi commerci e dialogo con Mosca” proviene da Il Fatto Quotidiano.
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Uccise due rapinatori in fuga, gioielliere condannato a 14 anni in appello. L’imputato: “Giudici non hanno avuto coraggio”
È stato condannato a 14 anni e 9 mesi dalla Corte d’assise d’appello di Torino Mario Roggero, il gioielliere che il 28 aprile del 2021 uccise due rapinatori e ne ferì un terzo in seguito a una rapina nella sua gioielleria a Grinzane Cavour, in provincia di Como. A dicembre del 2023, il tribunale di Asti aveva inflitto una condanna di 17 anni in primo grado. Nell’udienza del 12 novembre scorso, la procura generale di Torino aveva chiesto la conferma della pena. Secondo l’accusa, più che di legittima difesa si era trattato di una e propria esecuzione. Mario Roggero, infatti, sparò ai rapinatori in fuga dal negozio, rincorrendoli con la pistola in mano e facendo fuoco prima in strada e poi nell’auto su cui stavano fuggendo. I due rapinatori erano armati con un coltello e con una pistola giocattolo. Solo l’autista della banda, Alessandro Modica, era riuscito a salvarsi. Giuseppe Mazzarino, 58 anni, e Andrea Spinelli, 44 anni, invece erano morti. Stando alla versione del gioielliere, il suo timore era che i criminali potessero tornare per fare del male a lui o alla sua famiglia, dato che durante la rapina erano cadute le mascherine dai loro volti. Davanti ai giudici, l’avvocato difensore di Roggero, Stefano Marcolini, ha provato a giustificare la ferocia del gioielliere con il disturbo post traumatico dovuto alla rapina subìta nel 2015. “È un omicidio seminato dalla legittima difesa putativa ma non siamo in presenza di una brutale esecuzione” – e ancora – “non c’è stato tempo per i ragionamenti, ma solo il tempo per una reazione istintiva”. Mario Roggero, dopo la sentenza: “[i giudici, n.d.r.] non hanno avuto coraggio. È stata legittima difesa, se il rapinatore non avesse alzato l’arma non avrei sparato”. L’avvocato, invece, è più prudente: “È prematuro un commento, aspettiamo di leggere le motivazioni della sentenza, poi faremo ricorso in Cassazione”. Dalla Lega fanno sapere che il segretario di partito e ministro Matteo Salvini ha scritto a Mario Roggero per esprimergli solidarietà. L'articolo Uccise due rapinatori in fuga, gioielliere condannato a 14 anni in appello. L’imputato: “Giudici non hanno avuto coraggio” proviene da Il Fatto Quotidiano.
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“Mi complimento con la presidente Boschi per la scelta cromatica del suo vestito”: la battuta di Salvini alla deputata di Iv – Video
“Mi complimento con la presidente Boschi per la scelta cromatica del vestito con cui si presenta oggi in Aula”. Così, durante il Question Time alla Camera dei deputati, il ministro dei Trasporti Matteo Salvini esordisce nella sua risposta all’interrrogazione parlamentare di Italia Viva sui rincari natalizi di voli, treni e carburanti, tema riguardante soprattutto studenti e lavoratori fuorisede in viaggio dal Nord al Sud. La deputata di Italia Viva Maria Elena Boschi aveva chiesto al governo quali iniziative urgenti intendesse assumere per contrastare possibili pratiche speculative, ricordando che i biglietti aerei “aumentano addirittura del 900%”, che i treni costano di più, che il carburante cresce e che molti cittadini rischiano di dover fare scalo all’estero per rientrare al Sud durante le festività. Salvini, dopo il commento iniziale, rivendica che per Intercity, Intercity notte e regionali “non sono stati registrati aumenti sulle tariffe base”, ricorda che l’alta velocità di Trenitalia opera “in regime di libero mercato” e afferma che il trasporto aereo è un settore liberalizzato in cui “non possiamo imporre noi i prezzi”. Sui carburanti sostiene che i valori medi nazionali risultano inferiori rispetto agli anni precedenti. La replica di Boschi è sferzante. Definisce “quasi commovente” sentire il ministro appellarsi al libero mercato, principio che — osserva — sembra invocato solo quando il conto ricade “sugli studenti fuorisede e i lavoratori che dal Nord devono tornare al Sud”. Contesta i dati sui treni (“tutto sta a trovare un treno che parte in orario da quando lei è ministro”) e ricorda l’aumento delle accise, “quelle che lei aveva promesso di cancellare”. Non manca il riferimento al ponte sullo Stretto, evocato con ironia come la soluzione che il ministro potrebbe rivendicare a breve, citando però i rilievi della Corte dei conti e le oscillazioni politiche dello stesso Salvini sul progetto. La chiusura della risposta della parlamentare Chiusura è affidata a un affondo personale: il video del 2014 in cui l’attuale ministro non paga un pedaggio autostradale. “Mi chiedo se poi abbia mai pagato la sanzione”, conclude Boschi. L'articolo “Mi complimento con la presidente Boschi per la scelta cromatica del suo vestito”: la battuta di Salvini alla deputata di Iv – Video proviene da Il Fatto Quotidiano.
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