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“Per favore non piangere”: Riccardo Zanotti dei Pinguini Tattici Nucleari annuncia di essere diventato papà. Il nome della mamma è top secret
Una notizia che ha lasciato senza parole i fan dei Pinguini Tattici Nucleari. Riccardo Zanotti è diventato papà e lo ha annunciato personalmente sui social della band. “Per favore non piangere” sono le parole scritte dal cantautore ad accompagnare un dolce abbraccio al nuovo arrivato, nato lo scorso 29 novembre. Il nome non è stato reso pubblico. Zanotti è sempre stato riservato riguardo alla sua vita privata ed è anche per questo che la paternità dell’artista ha suscitato scalpore. Si sa poco della mamma e non è, come erroneamente è stato riportato, Eugenia Borgonovo, A&R per l’etichetta discografica Sugar Music. I due non stanno più insieme da molto tempo. Dunque top secret, per ora, il nome della mamma. Tantissimi i messaggi di auguri arrivati sui social da colleghi e amici, per citarne alcuni: Orietta Berti, Max Angioni che scherzosamente lo ha chiamato Andrea come Andrea Pisani dei Panpers somigliante al cantautore, Noemi, Francesco Renga, Leo Gassmann e Alfa. “Per favore non piangere” è una citazione di una delle canzoni più celebri dei Pinguini Tattici Nucleari, “Pastello Bianco”, pubblicato nel 2020. “Per favore, non piangere e non ci rimanere malе…Che noi due ci conosciamo benе dalla prima elementare”, sono alcuni dei versi del brano. > Visualizza questo post su Instagram > > > > > Un post condiviso da Pinguini Tattici Nucleari (@pinguini_tattici_nucleari) L'articolo “Per favore non piangere”: Riccardo Zanotti dei Pinguini Tattici Nucleari annuncia di essere diventato papà. Il nome della mamma è top secret proviene da Il Fatto Quotidiano.
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“I genitori sono quelli che ti rompono i cogli**ni, ma sono anche due persone che si amano. Ho trovato 500 lettere di mio padre per mia madre”: Paolo Kessisoglu commosso
Paolo Kessisoglu è stato ospite di del podcast BSMT di Gianluca Gazzoli per raccontare anche aspetti inediti del suo privato. Tra alcuni aneddoti quello riguardate i suoi genitori. L’attore ha ritrovato, mentre riordinava casa dopo la morte della madre Graziella e del padre Pietro a soli sei mesi di distanza, un sacco con 500 lettere d’amore. “Mio padre le aveva scritte tutte mentre faceva il servizio militare. – ha detto – Si era fidanzato con mia madre abbastanza da poco. Ho scoperto che i miei genitori si amavano tantissimo. I genitori sono qualcosa oltre l’amarsi, sono il loro ruolo. Ti devono educare, sono quelli che ti dicono i no, sono quelli che ti rompono i cogl**ni. Ma sono due persone che si amano. Non ci pensi mai, ma sono persone che hanno sentimenti, che si sono amate, che hanno fatto le cose che quando ti innamori pensi di aver fatto solo tu. Quandi pensi a loro, pensi a due persone che sono nate per fare i genitori. E invece non è così. Quando non ci sono più, li rivaluti. Perché finalmente la bilancia mette il giusto peso. Non sono più i tuoi genitori, ma sono una cosa che finalmente ti fa mettere in fila tutto quello che erano anche prima”. Già nel 2023 l’attore aveva speso delle parole molto affettuose nei confronti di entrambi i genitori con un lungo post su Instagram: “A pochi mesi l’uno dall’altro mi hanno salutato. Ho passato più o meno 150 giorni a smaltire e catalogare (grazie di avermi donato una sorella con cui condividere l’esperienza) tutto quello che c’era, tutto ciò che rimaneva di una vita, anzi due”. E ancora: “Succedono cose strane quando dietro di te non hai più un muro dove appoggiarti. Mi sono accorto che la mia attenzione in corso d’opera andava maggiormente a foto e documenti che riguardavano la loro vita di persone, non di genitori. Ho trovato centinaia di lettere d’amore inviate dalla caserma dove papà faceva il servizio di leva (perdonami papà se non ho resistito dal leggerne qualche stralcio), fotografie da fidanzati, documentazioni di viaggi”. “Ho scoperto un lato sconosciuto, infinite dolcezze, sogni sconosciuti, – ha affermato – passioni che il tempo ed il ruolo di educatori avevano sfumato. Ho sentito rifiorire in me una stima rinnovata e un immenso senso di gratitudine a coloro che mi hanno dato una vita e fornito un esempio. A me figlio, ruolo che ahimè non posso più esercitare, dico che mi sarebbe piaciuto tanto conoscere molto di più di quelle due persone, dei loro sogni, aspettative, rinunce e passioni che forse non ho mai colto. A chiunque, che figlio può ancora essere, dico di non dimenticarsi che i genitori sono prima di tutto uomini”. L'articolo “I genitori sono quelli che ti rompono i cogli**ni, ma sono anche due persone che si amano. Ho trovato 500 lettere di mio padre per mia madre”: Paolo Kessisoglu commosso proviene da Il Fatto Quotidiano.
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Ora anche esperti in assistenza sociale! Basta leoni da tastiera sui bimbi nel bosco
Finalmente molti italiani sono divenuti esperti in assistenza sociale e possono decidere rispetto a come aiutare i genitori dei “tre bambini nel bosco” a Chieti. Sono validamente coadiuvati da stuoli di politici che per avere un voto in più venderebbero anche la loro mamma. Questa competenza mancava ai nostri concittadini. Erano già esperti, come i medici, nel definire quali vaccini o medicine sia giusto somministrare poi, come i giudici, nell’affibbiare la colpevolezza o l’innocenza a dei ragazzi; ora finalmente tutti hanno, in quattro e quattr’otto, acquisito un dottorato in assistenza sociale. Io che lavoro da quarant’anni nel campo affine della psicologia e psichiatria non riesco a proporre un giudizio. Confesso di essere meno capace di tanti nostri concittadini che sdottorano sui social. Le notizie che sui giornali si possono trovare mostrano lati positivi rispetto a questa famiglia che pare serena con un legame affettivo valido fra genitori e figli. Accanto emergono lati oscuri come la mancata frequentazione scolastica con trascuratezza rispetto alla eventuale educazione parentale, assente socializzazione dei ragazzi e condizioni igieniche molto precarie. Ognuno di noi dentro di sé ha delle suggestioni che derivano dalle proprie esperienze. Per quanto mi riguarda ricordo un caso occorso quando ero giovane psichiatra. Il sindaco del paese mi chiamò per segnalarmi la situazione di un anziano che viveva in condizioni estremamente precarie. Andai a visitarlo con un infermiere e vidi che viveva in un bosco in un rudere senza riscaldamento, senza acqua e servizi igienici. Gli parlai e dopo alcune riluttanze lui accettò di andare a vivere in una casa di riposo per anziani del Comune ove lo avrebbero accudito meglio. Dopo due mesi chiesi al sindaco come andava la sistemazione di quel vecchietto. Mi rispose che purtroppo era scivolato sul pavimento bagnato dalla signora delle pulizie, si era rotto il femore ed era deceduto. Negli anni successivi ho sempre pensato che “chissà se sarebbe stato ancora vivo?” se lo avessi lasciato nel suo rudere senza convincerlo ad andare in una casa di riposo “troppo pulita”. Coi miei nipotini recentemente ho rivisto il film Il libro della jungla. Si tratta di un’opera molto bella tratta da un romanzo di grandissimo successo. E’ bello vedere il bambino allevato dai lupi, che gioca con un orso e viene protetto da una pantera. Nella realtà però io non lascerei certo i miei nipotini in balia di un branco di lupi. Dubito molto dell’accudimento che potrebbero offrire un orso. Sfido i leoni da tastiera, che imperversano sul web, ad andare a fare le moine a una pantera. Insomma la vita agreste, bucolica, va bene per una foto durante la bella stagione ma risulta difficile senza medicine e presidi sanitari. Una volta espresse le mie “suggestioni” per venire alla situazione dei bambini nel bosco mi pare sia giusto sottolineare che il provvedimento emesso dal giudice minorile, su indicazione dei carabinieri e degli assistenti sociali, non prevede l’allontanamento dei genitori dai figli e men che meno la decadenza della loro potestà genitoriale (al momento sospesa). Si prefigge, da quel poco che ho capito dai giornali, di mettere i bambini e la mamma in condizioni igieniche migliori per valutare se vi sia o meno in atto un isolamento sociale patologico e una mancata educazione scolastica. Tutelare i bimbi che possono avere genitori stravaganti è un mestiere difficile. Dirimere fra una ideologia legittima e un delirio in cui il malato ha delle fissazioni incrollabili che cozzano con la realtà e mettono a rischio lui e i minori è complesso. Occorre affidarsi a degli esperti che potrebbero sbagliare ma che, in linea di massima, hanno minori probabilità di compiere errori grossolani rispetto a utenti del web che si alzano la mattine per urlare al mondo le loro idee maturate senza avere tutte le notizie e gli strumenti di conoscenza per interpretarle. Se entriamo come comunità in un mondo paranoico per cui c’è sempre un complotto dietro o degli interessi oscuri e aboliamo ogni principio di autorità e autorevolezza sarà dura mantenere la convivenza fra le persone. Quando viene l’ingegnere a decidere quanto devono essere grandi le travi della mia casa, quando chiamo l’elettricista e mi propone un filo elettrico di un certo spessore, quando mando il figlio in pullman e il guidatore segue un itinerario e in innumerevoli altri momenti della mia vita devo affidarmi e fidarmi. Non posso pretendere tutte le volte di decidere io quale cosa sia giusta altrimenti la nostra possibilità di vivere in una civiltà deflagra. Già si notano le avvisaglie di questo “mondo paranoico” in cui molti individui si sentono soli, vessati dalla società cattiva che li vuole controllare e soggiogare negando le loro libertà. Speriamo che la deriva in atto negli Usa ove tanti cittadini riempiono la loro casa di armi contro nemici, spesso immaginari, che vogliono invaderli non si propaghi anche nel nostro paese. L'articolo Ora anche esperti in assistenza sociale! Basta leoni da tastiera sui bimbi nel bosco proviene da Il Fatto Quotidiano.
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