Aveva annunciato di voler fare una “follia” a un suo conoscente fuori regione,
che ha dato l’allarme ai Carabinieri. Entrati nella sua abitazione nella
frazione di Po’ Bandino a Città della Pieve (Perugia), i militari hanno trovato
Antonio Iacobellis, sottufficiale dell’Aeronautica in pensione, morto sparandosi
in bocca dopo aver ucciso la sua convivente, Stefania Terrosi, con un colpo
della stessa pistola al petto. I corpi sono stati trovati nel soggiorno
dell’appartamento, aperto dal figlio della donna, 59enne impiegata in un’impresa
di pulizie. Il movente del femminicidio-suicidio è oggetto di indagini: le
persone più vicine alla vittima hanno fatto capire che temevano per la sua
incolumità a causa dei continui scontri col compagno. La pistola usata per il
delitto non era l’arma d’ordinanza di Iacobellis: sono in corso verifiche per
accertare se fosse regolarmente detenuta.
Nell’abitazione e nell’area circostante è stato condotto un accurato sopralluogo
dei carabinieri della Scientifica, che hanno eseguito i rilievi. Tra i vicini
c’è poca voglia di parlare: “Quello che succedeva in casa lo sapevano solo
loro“, dice un residente all’Ansa. Dopo la scoperta dei corpi sul posto è
arrivato il sindaco di Città della Pieve Fausto Risini, particolarmente colpito
dall’accaduto. La governatrice dell’Umbria Stefania Proietti esprime “profondo
dolore e cordoglio per la tragedia, un evento che genera sgomento e riapre una
ferita profonda in tutto il territorio”: “Siamo vicini alla famiglia colpita da
questo dolore improvviso e difficile da comprendere. In questi momenti il nostro
primo dovere è il rispetto, la presenza partecipe delle istituzioni accanto a
chi sta vivendo un lutto così terribile e profondo”, scrive in una nota.
Se hai bisogno di aiuto o conosci qualcuno che potrebbe averne bisogno,
ricordati che esiste Telefono amico Italia (0223272327), un servizio di ascolto
attivo ogni giorno dalle 10 alle 24 da contattare in caso di solitudine,
angoscia, tristezza, sconforto e rabbia. Per ricevere aiuto si può chiamare
anche il 112, numero unico di emergenza. O contattare i volontari della onlus
Samaritans allo 0677208977 (operativi tutti i giorni dalle ore 13 alle 22).
L'articolo Femminicidio-suicidio in Umbria: militare in pensione uccide la
convivente e si spara. Aveva annunciato una “follia” proviene da Il Fatto
Quotidiano.
Tag - Suicidi
Si è impiccato nel bagno del suo ufficio dentro il carcere di Cremona. Si è
suicidato così un educatore giuridico-pedagogico, lunedì pomeriggio. Si tratta
del quarto caso di operatori penitenziari che si sono tolti la vita da inizio
anno: due erano appartenenti alla Polizia penitenziaria e due impiegati delle
funzioni centrali. A loro si aggiungono ben 71 detenuti in case circondariali e
uno in una Rems: “Numeri spaventosi, che restituiscono lo spaccato di carceri in
profondissima e perdurante emergenza e che, anche a dispetto del motto della
Polizia penitenziaria ‘Despondere spem munus nostrum’, alla stregua dell’inferno
dantesco, tolgono ogni speranza a chi vi è ristretto e a chi vi lavora”,
denuncia il segretario generale della Uilpa Polizia Penitenziaria, Gennarino De
Fazio.
“Oltre 63.500 detenuti stipati in circa 46.500 posti, voragini negli organici
del personale, carenze strutturali, infrastrutturali, logistiche e strumentali,
mancanze sanitarie e disorganizzazione imperante fanno delle prigioni non luoghi
di recupero e rieducazione, come vorrebbe la Carta costituzionale, ma centri di
mera espiazione con l’annientamento della dignità umana non di rado anche per
chi vi presta la propria opera al servizio dello Stato che, per mano del
ministero della Giustizia, si mostra sempre più patrigno e ‘caporale”, aggiunge
il segretario.
Di “gravi condizioni di lavoro” che “da anni affliggono il personale
penitenziario, sia del comparto funzioni centrali sia del corpo di polizia
penitenziaria” parla Luca Dall’Asta, segretario generale Funzione pubblica della
Cgil di Cremona sottolineando i problemi di “sovraffollamento strutturale,
popolazione detenuta sempre più complessa, carichi lavorativi estenuanti e
croniche carenze di organico”. De Fazio rivendica: “Servono immediati e concreti
provvedimenti per deflazionare la densità detentiva, potenziare gli organici
della Polizia penitenziaria e delle altre figure professionali, ammodernare le
strutture, garantire l’assistenza sanitaria e avviare riforme complessive”. Si
tratterebbe, aggiunge, di “umanizzare la pena detentiva” e “le condizioni di
lavoro degli operatori”.
Se hai bisogno di aiuto o conosci qualcuno che potrebbe averne bisogno,
ricordati che esiste Telefono amico Italia (0223272327), un servizio di ascolto
attivo ogni giorno dalle 10 alle 24 da contattare in caso di solitudine,
angoscia, tristezza, sconforto e rabbia. Per ricevere aiuto si può chiamare
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del suo ufficio. È il quarto caso nel 2025 nei penitenziari proviene da Il Fatto
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