Le clamorose sconfitte contro Trapani e Trieste in campionato. Nel mezzo, pure
il fragoroso ko al Forum contro l’Hapoel, in Eurolega. Al termine di una
settimana orribile è arrivata la rivoluzione in casa Olimpia Milano: coach
Ettore Messina lunedì sera ha rassegnato le dimissioni, affidando la panchina al
vice allenatore, Peppe Poeta. Poche ore dopo, Messina ha voluto spiegare in una
lunga lettera le ragioni della sua scelta inusuale: lasciare la guida della
squadra ma non il club, visto che resterà all’Olimpia come consulente del
presidente Leo Dell’Orco. Il passaggio fondamentale del testo pubblicato dal
coach è il seguito: “Ho capito di essere diventato – non da oggi – un fattore di
divisione e, di conseguenza, di distrazione”.
Messina era divisivo, lo scrive lui stesso. E sembrava non avere più in mano la
squadra, almeno stando ai risultati: Milano è attualmente ottava in Serie A con
5 vittorie e 4 sconfitte, mentre in Eurolega è undicesima con 6 successi e
altrettante partite perse. Già da questa estate in molti nell’ambiente
invocavano l’immediato passaggio di testimone con Poeta, che tanto bene ha fatto
a Brescia. La transizione si sarebbe dovuta concludere al termine della
stagione, invece Messina alla fine si è dovuto arrendere e ha accelerato i
tempi: “Anche impegnandomi a svolgere il mio lavoro nel miglior modo possibile,
ogni circostanza si trasformava in un’occasione per aprire un referendum pro o
contro la mia persona”, scrive nella lettera. Aggiungendo: “Per questo motivo (e
soltanto per questo) ho deciso di eliminare una situazione che era diventata per
me fonte di grande tensione e per la squadra e la società causa di danno“. In un
altro passaggio si legge: “Quest’anno, in particolare, ho fatto molta fatica ad
accettare il clima, tanto che a volte esitavo persino a salire gli ultimi
gradini verso il campo”
Messina quindi rivendica il suo senso di responsabilità: “Eliminando la causa
delle tensioni, ritengo di esercitare al meglio la responsabilità affidatami dal
Signor Giorgio Armani e dal club fin dal mio primo giorno in Olimpia”. E
rilancia le ambizioni di Milano: “La mia decisione ha dunque un unico scopo:
favorire un momento di unità, creando le condizioni perché tutti si raccolgano
attorno alla squadra. Con la profonda convinzione che il gruppo possa ottenere
ottimi risultati, come ha già dimostrato nonostante i numerosi infortuni”. Nella
lettera c’è anche una frase sul suo successore: “Guardando avanti, sono sicuro
che Peppe e lo staff tecnico continueranno a lavorare con l’impegno e la
competenza che non sono mai mancati. Se avranno l’aiuto di tutti, raggiungeranno
i risultati sportivi che ci auguriamo”.
Infine, un passaggio anche sulla decisione di rimanere all’interno del club:
“Resto il primo tifoso dell’Olimpia e, soprattutto, resto nel club per dare il
mio contributo ad affrontare le nuove sfide fuori dal campo, che sono alle
porte”. Un riferimento, forse, anche al nascente progetto della NBA Europe:
Milano ne dovrebbe far parte, forse proprio con l’Olimpia. E Messina, che ha
lavorato per anni in NBA, potrebbe rivelarsi un fattore decisivo.
IL TESTO INTEGRALE DELLA LETTERA DI ETTORE MESSINA
Mi perdonerete se esprimo con questa lettera, e non con una conferenza stampa o
delle interviste, i motivi della decisione che ho preso, con animo sereno e
costruttivo, nella giornata odierna. Fin dal primo giorno di allenamento ad
agosto, ho provato un grande piacere nell’andare in palestra con tutto il gruppo
squadra, inclusi sanitari, fisioterapisti, preparatori e il resto dello staff,
che accomuno in un sentito ringraziamento. E allora, vi chiederete, perché
lasciare la panchina (ma non il club)?
Il motivo è molto semplice: ho capito di essere diventato – non da oggi – un
fattore di divisione e, di conseguenza, di distrazione. Anche impegnandomi a
svolgere il mio lavoro nel miglior modo possibile, ogni circostanza si
trasformava in un’occasione per aprire un referendum pro o contro la mia
persona. Per questo motivo (e soltanto per questo) ho deciso di eliminare una
situazione che era diventata per me fonte di grande tensione e per la squadra e
la società causa di danno. Eliminando la causa delle tensioni, ritengo di
esercitare al meglio la responsabilità affidatami dal Signor Giorgio Armani e
dal club fin dal mio primo giorno in Olimpia.
Quest’anno, in particolare, ho fatto molta fatica ad accettare il clima, tanto
che a volte esitavo persino a salire gli ultimi gradini verso il campo. La mia
decisione ha dunque un unico scopo: favorire un momento di unità, creando le
condizioni perché tutti si raccolgano attorno alla squadra. Con la profonda
convinzione che il gruppo possa ottenere ottimi risultati, come ha già
dimostrato nonostante i numerosi infortuni.
Resto il primo tifoso dell’Olimpia e, soprattutto, resto nel club per dare il
mio contributo ad affrontare le nuove sfide fuori dal campo, che sono alle
porte. In questo senso, sono molto felice e motivato di proseguire il lavoro al
fianco del nostro Presidente Leo Dell’Orco.
Guardando avanti, sono sicuro che Peppe e lo staff tecnico continueranno a
lavorare con l’impegno e la competenza che non sono mai mancati. Se avranno
l’aiuto di tutti, raggiungeranno i risultati sportivi che ci auguriamo. I
componenti dello staff tecnico sanno che resto a loro disposizione per qualsiasi
cosa possa essergli utile, ma so che sapranno guidare nel modo migliore la
nostra Olimpia, che ora ha bisogno solo di serenità e di unione.
Grazie di cuore, Ettore Messina.
L'articolo “Ho capito di essere diventato un fattore di divisione e distrazione,
ho fatto molta fatica ad accettare il clima”: la lettera di Ettore Messina
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