Tag - Inghilterra

Accusa di stupro, un ex calciatore di Premier arrestato in aeroporto: mistero sul nome, svelati alcuni dettagli
Un ex calciatore di Premier League e della nazionale inglese è stato fermato e arrestato all’aeroporto di Stansted, a Londra, mentre si stava per imbarcare su un volo low cost e stava effettuando il controllo passaporto. L’accusa nei suoi confronti è di tentato stupro, mossa da una sua ex fidanzata nelle scorse settimane. Come riporta il Sun, il quotidiano inglese che per primo ha lanciato la notizia ripresa poi dal resto dei giornali inglesi, l’arresto sarebbe avvenuto nella serata di domenica. Il tutto è avvenuto quando l’hostess – durante i controlli per l’imbarco – ha passato il passaporto del soggetto in questione e subito è stato evidenziato che il calciatore fosse ricercato dalla polizia per l’accusa di tentato stupro, esistente già da alcune settimane e mossa da un’ex fidanzata, che aveva deciso di denunciarlo alla polizia dell’Essex spiegando che il tentato stupro era avvenuto mentre i due stavano ancora insieme. Il giocatore è stato prima bloccato dalla Border Force – la polizia di frontiera – poi trattenuto dalla polizia dell’Essex per alcune ore prima di essere rilasciato su cauzione. Intanto continuano le indagini da parte della polizia. Per ragioni di privacy il nome del calciatore in questione non è noto e non è stato svelato, ma su di lui ci sono alcuni dettagli. Era un calciatore in attività nel decennio scorso, ha giocato in Premier e con l’Inghilterra e ora è ancora presente nel mondo del calcio in modo attivo. L'articolo Accusa di stupro, un ex calciatore di Premier arrestato in aeroporto: mistero sul nome, svelati alcuni dettagli proviene da Il Fatto Quotidiano.
Calcio
Premier League
Inghilterra
Oxford nomina “rage bait” parola del 2025: cosa significa il termine
L’Oxford English Dictionary ha identificato il sostantivo “rage bait” (letteralmente ‘esca della rabbia’) come parola del 2025. Lo ha annunciato l’Oxford University Press, la casa editrice del noto dizionario britannico. “In una perfetta sintesi del caos del 2025 – e in seguito a un voto pubblico e all’analisi dei nostri esperti linguistici, rage bait è stata incoronata Parola dell’Anno”, ha affermato l’editore in un post su Instagram. Il dizionario definisce “rage bait” come un contenuto online creato appositamente per provocare rabbia o indignazione attraverso contenuti provocatori o offensivi, in genere pubblicati per aumentare il traffico su una pagina web oppure le interazioni su una piattaforma di social media. Il concetto di “rage bait” è simile a quello più generale di “click bait“, ovvero la creazione e pubblicazione di contenuti online che attirano l’attenzione degli utenti e li incoraggiano a cliccare su un link per visitare una determinata pagina web. Ma i contenuti “rage bait” hanno anche l’obiettivo specifico di far arrabbiare le persone. L’editore ha attribuito l’importanza del termine alla produzione sempre più consapevole di contenuti che innescano gli algoritmi di viralità sulle piattaforme social, alimentando la diffusione di contenuti provocatori e divisivi, progettati per suscitare reazioni emotive negli utenti. “Offline, questo fenomeno gioca ora un ruolo importante anche nel plasmare i dibattiti su politica, identità e disinformazione”, ha sottolineato l’Oxford University Press. Questa riflessione si inserisce anche nel dibattito sul concetto di ‘post-verità’, termine che nel 2016 era stato eletto come parola dell’anno dal dizionario britannico. L’editore ha selezionato la parola dell’anno in base a una votazione online sul suo sito web. Tre parole erano entrate nella rosa dei candidati: oltre a “rage bait”, c’erano il sostantivo “aura farming”, ovvero la creazione di un’immagine attraente online, e il verbo “biohack”, che indica gli sforzi per migliorare le prestazioni del corpo cambiando dieta o stile di vita o utilizzando dispositivi tecnologici. L'articolo Oxford nomina “rage bait” parola del 2025: cosa significa il termine proviene da Il Fatto Quotidiano.
Mondo
Inghilterra
Disinformazione
Oxford
Jack Shepherd è morto: addio allo storico attore del poliziesco cult anni ’90 Wycliffe
Jack Shepherd, l’attore inglese ricordato soprattutto per il ruolo da protagonista nella serie poliziesca degli anni ’90 Wycliffe della ITV, è morto all’età di 85 anni. Shepherd è deceduto in ospedale dopo una “breve malattia”, come riferisce l’agenzia inglese PA. La moglie e i figli erano presenti durante gli ultimi momenti di vita della star nata a Leeds nel 1940. “La sua scomparsa è una grande perdita per tutti noi”, hanno dichiarato i suoi agenti Markham, Froggatt and Irwin. Tra i riconoscimenti ottenuti c’è un premio Olivier per la produzione originale della pièce teatrale Glengarry Glen Ross nel 1983. In televisione era già conosciuto negli anni ’70 per il ruolo di Bill Brand nell’omonima serie tv, incentrata su un immaginario parlamentare laburista radicale. Shepherd ha ricoperto anche numerosi ruoli cinematografici ed è stato drammaturgo e regista teatrale. Dopo la scuola a Leeds, vinse una borsa di studio per studiare belle arti alla Newcastle University, poi si trasferì a Londra per iscriversi alla Central School of Speech and Drama. Ha lavorato nel National Theatre e al Royal Court Theatre. Per il suo ruolo di svolta in TV come Bill Brand, nel 1977 ottenne una candidatura ai Bafta come miglior attore. In un tributo pubblicato lo scorso anno sullo Spectator, la serie è stata descritta come una “capsula del tempo degli anni ’70, il marrone ovunque, il fumo di sigaretta e la birra del pranzo, la carta da parati fantasia, le Ford Cortina arrugginite e un senso di decadenza nazionale”. Il personaggio interpretato da Shepherd è stato come “parte di una lunga tradizione, che ricorda alla sinistra i principi da cui si è allontanata nella ricerca del potere”. Nei panni del riflessivo sovrintendente Charles Wycliffe, Shepherd ha risolto omicidi in Cornovaglia in 36 episodi tra il 1993 e il 1998. La sua attività come attore nelle produzioni BBC spazia da un insegnante in Play for Today: Pidgeon – Hawk Or Dove? (1974) a un avvocato in Blind Justice (1988), fino al compositore austriaco Franz Joseph Haydn nel docudramma Beethoven (2005) e a un prigioniero ad Auschwitz nel dramma God on Trial (2008). Shepherd diresse The Two Gentlemen of Verona nel 1996 allo Shakespeare’s Globe e la produzione arrivò anche a Broadway. Jack Shepherd lascia la moglie Ann Scott e cinque figli: Jan, Jake, Victoria, Catherine e Ben. L'articolo Jack Shepherd è morto: addio allo storico attore del poliziesco cult anni ’90 Wycliffe proviene da Il Fatto Quotidiano.
World News
Serie TV
Inghilterra
“Il mio compagno non vuole fare sesso orale, gli ho dato 5/10 a letto e ora non mi parla più”: lettrice si rivolge alla posta del cuore
Che il sesso sia un aspetto fondamentale nella vita di coppia non lo scopriamo certo dalla posta del cuore del Daily Star. L’agony aunt del tabloid inglese ha voluto prendere ad esempio una storia di un matrimonio in crisi proprio per l’annosa questione. La lettrice ha infatti deciso di affrontare il tema della loro intimità, elencando in modo diretto tutti gli aspetti che, secondo lei, dovrebbero migliorare: “Nel corso di un dialogo a letto ho criticato il mio uomo per la riluttanza a fare del sesso orale e della mancanza di immaginazione nelle posizioni sessuali”. Come se non bastasse, la donna ha infierito: “Manca di fantasia anche quando mi va di fare sesso in posti insoliti – come il giardino e il parco”. Ha ricordato che nel 2016, all’inizio della relazione, lui era “più avventuroso”, citando anche l’episodio dell’ascensore: “Il suo ex-capo ci ha colti sul fatto e non ha battuto ciglio. Ha semplicemente fatto il tragitto fino al decimo piano come se non ci fossimo”. La lettrice ha poi raccontato di aver attribuito al marito “un ‘cinque su dieci’ per impegno e un ‘tre su dieci’ per immaginazione”. Secondo lei la loro vita sessuale “ha bisogno di una rinfrescata”. Ha ammesso di essersi valutata a sua volta con un “due su dieci”, riconoscendo che spesso evita l’intimità dicendo di essere troppo stanca. A suo avviso, entrambi sarebbero diventati “compliacenti” e inclini a darsi per scontati. Ora, però, il partner è irritato, “dorme dandomi le spalle” e parla poco. La domanda rivolta alla rubrica è se sia lecito esprimersi con sincerità su un argomento così rilevante. La risposta di Jane O’Gorman sottolinea l’importanza del modo in cui si comunica. “Non sottovalutare mai il potere del linguaggio negativo. Le brutte parole possono ferire. Come ti sentiresti se lui arrivasse da te parlando con la rabbia di un rottweiler?”. L’esperta ha chiarito che i modi contano molto nelle questioni di coppia e che ne esistono modi più e meno efficaci per affrontare questi temi. Secondo lei, “Non ho l’impressione che il vostro confronto sincero sia stato particolarmente gentile o equo”. Ha aggiunto inoltre che l’uomo deve essersi sentito sotto pressione mentre veniva criticato sulla sua tecnica, fantasia ed energia, e che non l’ha sorpresa la sua reazione. “Dargli dei voti su dieci è stato crudele, dovresti solo scusarti con lui per averlo fatto”. O’Gorman ha suggerito di scegliere un momento adatto per ammettere di aver sbagliato e ripartire da forme di comunicazione più rispettose: “Il rispetto e la cortesia devono essere le linee guida”. Infine ha proposto di fare un appuntamento romantico e ricostruire gradualmente la connessione, chiedendo al partner di comprendere che l’intento nasce da un desiderio di miglioramento: “Tu vuoi solo che le cose vadano di nuovo bene”. L'articolo “Il mio compagno non vuole fare sesso orale, gli ho dato 5/10 a letto e ora non mi parla più”: lettrice si rivolge alla posta del cuore proviene da Il Fatto Quotidiano.
Storie dal Mondo
Inghilterra