Per la seconda volta dall’anno scorso, il primo ministro ungherese Viktor Orbán
ha incontrato il presidente russo Vladimir Putin al Cremlino, un ulteriore
affronto agli sforzi per isolare Mosca messi in campo dal resto dell’Unione
europea, soprattutto perché il presidente russo ha accettato la proposta di
Orbán di incontrare gli Stati Uniti a Budapest per discutere della guerra in
Ucraina. La mossa dell’ungherese ha suscitato aspre critiche, con il cancelliere
tedesco Friedrich Merz che ha criticato duramente il viaggio a Mosca – “Non
gioca con la nazionale europea da un po’ di tempo e la visita rientra in questo
contesto” -, lamentando che sia avvenuto senza consultare gli alleati di
Bruxelles.
Il vertice ha avuto innanzitutto l’obiettivo di assicurare la continuità
dell’approvvigionamento energetico ungherese a prezzi contenuti. L’Ungheria è
uno dei pochi Paesi Ue che continua a importare consistenti quantità di
combustibili fossili russi e il premier magiaro ha sempre osteggiato i piani
dell’Unione per eliminare del tutto la dipendenza energetica entro il 2027.
Orbán continua a sostenere che le importazioni energetiche russe siano
indispensabili per l’economia nazionale e, nonostante le critiche, che un rapido
passaggio a fonti alternative provocherebbe un collasso economico immediato. Il
faccia a faccia con Putin, tra l’altro, è avvenuto subito dopo che l’Ungheria ha
ottenuto l’esenzione dalle sanzioni statunitensi imposte dall’amministrazione
Trump contro le compagnie energetiche russe Lukoil e Rosneft. “Ora abbiamo
bisogno solo di petrolio e gas, che possiamo acquistare dai russi”, aveva
dichiarato Orbán precisando che il viaggio a Mosca serviva proprio a garantire
forniture a prezzi accessibili per l’inverno in corso e il prossimo anno.
Palpabile la soddisfazione di Putin, che ha esaltato la cooperazione mantenuta
dall’Ungheria nonostante le “pressioni esterne” e ribadendo che la Russia
continuerà a garantire l’approvvigionamento energetico dell’Ungheria, ora e in
futuro. Consapevole che la sua posizione è un problema per i partner Nato e Ue,
Orbán ha poi rinnovato la proposta di ospitare a Budapest i futuri negoziati tra
Russia, Stati Uniti e Ucraina. Putin ha accolto l’opportunità ringraziando e
sottolineando la “posizione equilibrata dell’Ungheria sulla questione ucraina”.
Lo sviluppo diplomatico si colloca ovviamente nel contesto del piano di pace in
28 punti proposto dagli Stati Uniti e criticato perché avrebbe assecondato gli
interessi russi. L’offerta di Orbán mette ancora più in difficoltà l’Ue che
invoca unità mentre un premier europeo dimostra che il fronte unito contro Mosca
è tutt’altro che compatto. Risultato di “pragmatismo”, ha detto Putin, ribadendo
che la relazione tra Russia e Ungheria “è stabile e continua a svilupparsi
nonostante tutte le difficoltà”.
L'articolo Orban a Mosca, Putin apre al vertice Usa-Russia a Budapest. Merz: “Il
premier ungherese non gioca nella nazionale Ue” proviene da Il Fatto Quotidiano.