E’ presto, molto presto, per dire che qualcosa è cambiato: la strada verso le
elezioni politiche è ancora molto lunga, il consenso personale per la presidente
del Consiglio Giorgia Meloni è sempre alto e ha un effetto trainante per la
coalizione. Eppure l’ultimo sondaggio di YouTrend per SkyTg24 lascia intravedere
una situazione quasi inedita dal 2022, anno del trionfo elettorale del
centrodestra: al momento, se ci limitiamo all’aritmetica, il “campo
progressista” sarebbe in vantaggio sull’alleanza di governo, anche con un
margine di sicurezza rispettabile (quasi il 4 per cento). La premessa che
funziona da clausola imprescindibile è che una cosa è la somma delle percentuali
dei diversi partiti e una cosa la corsa elettorale con le sue regole e i suoi
meccanismi che non sempre rispecchiano le proporzioni. Ma è una tendenza che,
per così dire, “parla” anche perché si incrocia con il gradimento per il governo
Meloni che ha un progressivo degradamento.
‹ ›
1 / 2
GIUDIZIO GOVERNO
‹ ›
2 / 2
PARTITI
Fratelli d’Italia resta saldamente il primo partito ma secondo YouTrend i punti
di distacco rispetto al secondo, il Pd, si riducono a poco meno di 6, parecchi
ma non incolmabili. Questo avvicinamento è il frutto dell’andamento dei due
partiti nel corso dell’ultimo mese: quello della premier ha perso lo 0,7 per
cento, quello guidato da Elly Schlein ne ha guadagnato uno intero. La terza
forza è il M5s, sostanzialmente stabile. Perdono terreno gli inseguitori che
fino a qui sono stati Lega e Forza Italia. Il Carroccio è ancora quarto, ma
registra mezzo punto di flessione che lo fa atterrare sotto la soglia dell’8 per
cento. La sorpresa è il sorpasso di Alleanza Verdi-Sinistra su Forza Italia: il
margine è dello 0,1 (che in sondaggi come questi vale niente) ma il trend resta
significativo se confermato nelle prossime rilevazioni. La sfida tra i piccoli è
vinta da Azione, poco sotto al 4. Seguono poi +Europa (che per YouTrend punta
addirittura al 3), Italia Viva (intorno al 2), Noi Moderati di Maurizio Lupi
(che arranca come sempre dalle parti dell’1 per cento).
La somma dei 4 partiti del centrodestra fa 44 per cento. Quella delle forze
politiche che sembrano orientate a coalizzarsi nel centrosinistra sfiora il 48.
Da questi calcoli è esclusa Azione per il motivo che il leader Carlo Calenda
esclude qualsiasi alleanza.
L'articolo Sondaggi, sorprese dai dati YouTrend: il campo progressista sorpassa
la destra. E Verdi-Sinistra supera (di poco) Fi proviene da Il Fatto Quotidiano.
Tag - Sondaggi Elettorali
Le elezioni regionali avranno forse pure trasmesso qualche scossa di insicurezza
alla maggioranza e in particolare a Fratelli d’Italia tanto da farli correre a
mettere mano alla legge elettorale “per avere governi stabili”, eterna
giustificazione quando c’è da cambiare le regole del gioco. La situazione del
consenso per i vari partiti, tuttavia, resta grossomodo invariata, almeno stando
al sondaggio mensile che Ipsos pubblica sul Corriere della Sera. Ci sono però
diversi spunti di riflessione.
Fratelli d’Italia non si smuove dal 28 per cento, secondo i dati dell’istituto
diretto da Nando Pagnoncelli. Da quelle parti sì che c’è stabilità: è lo stesso
valore registrato a ottobre, ancora prima a luglio e – decimale più decimale
meno – è la cifra che il partito della presidente del Consiglio ha ottenuto alle
Europee di oltre un anno fa. Qui si può aprire una parentesi: se il partito
regge il colpo dopo 3 anni di governo, maggiori oscillazioni ce l’ha il consenso
personale della premier Giorgia Meloni. A novembre, secondo Ipsos, è aumentata
la percentuale di voti negativi (dal 50 al 52 per cento in un mese) e diminuita
la quota di quelli positivi (dal 40 al 37 per cento nello stesso periodo).
L’indice di gradimento, per Ipsos, si attesta al 42 per cento contro il 43 di
luglio e il 44 di ottobre.
Tornando ai partiti continua la sua altalena il Pd, seconda forza nel panorama
politico, con un incremento dello 0,7 per cento che lo porta al 21,6. Sembra
distante il 24 per cento delle Europee, ma è una linea di ripresa rispetto a
ottobre quando i dem erano scesi sotto il 21. C’entra forse il bagno elettorale
del partito alle Regionali, campo da gioco in cui tradizionalmente si trova a
suo agio. Questo dà una spinta anche al consenso personale di Elly Schlein: è
l’unica ad avere una variazione significativa (+2 per cento, dal 23 al 25). Al
terzo posto tra le forze politiche resta stabile il M5s (13,5), il quale non
pare essere penalizzato dai risultati così così ottenuti alle Regionali, sia
pure con l’elezione di un esponente di spicco come l’ex presidente della Camera
Roberto Fico.
L’unica vera novità in questo schema un po’ ingessato accade – secondo Ipsos – a
destra: la Lega mette giù l’aumento più significativo dell’ultimo mese (+0,9) e
sfiora il 9 per cento mettendo in atto un sorpasso nei confronti di Forza Italia
che secondo tutti gli altri istituti di sondaggio sembrava salda come seconda
forza della coalizione. Al contrario per Ipsos gli azzurri pagano una flessione
dell’ultimo mese dello 0,4 e si attestano all’b, a tre decimali dai leghisti.
Qui si può aprire la seconda parentesi, che riguarda il consenso dell’intero
governo. Anche in questo caso il gradimento è in discesa per questo mese: al 40
per cento contro il 42 di ottobre. Diminuiscono di due punti percentuali i voti
positivi, salgono di un punto quelli negativi. “Non si tratta di grandi
cambiamenti – sottolinea Pagnoncelli nel testo che accompagna il sondaggio sul
Corriere – tuttavia questi piccoli cali potrebbero essere messi in relazione da
un lato alla polemica, già richiamata, con il Quirinale (anche se per interposta
persona) e dall’altro anche alla manovra finanziaria che sembra sostanzialmente
orientata alla tenuta dei conti, senza benefici particolari per nessuna
componente sociale”.
Infine l’unica altra lista che supererebbe una ragionevole soglia di sbarramento
– con o senza nuova legge elettorale – è l’Alleanza Verdi-Sinistra che resta
come l’altro mese un po’ sopra il 6 per cento (6,3).
Quanto valgono gli altri mini-partiti i cui leader spesso riempiono i talk show
e le pagine dei giornali? Poco. Azione si ferma al 3, tra l’altro con una
flessione dello 0,3 nell’ultimo mese. Italia Viva è ancora più indietro, al 2,5
(-0,1), +Europa fa fatica a superare il 2 (è all’1,6, -0,2), Noi Moderati
arranca sotto l’uno per cento.
Dette tutte queste cose e con la consapevolezza che la somma di questi numeri
non è il reale valore degli schieramenti resta significativo vedere che il
centrodestra sarebbe in vantaggio sul campo progressista (senza Azione che non
ne vuole fare parte) di un solo punto percentuale: 46,4 contro 45,4. Da qui si
capiscono le fregole di Palazzo Chigi per arrivare a un nuovo sistema
elettorale.
Resta da capire se l’assottigliamento dell’area del non voto (che comprende sia
gli astenuti convinti sia gli indecisi) sia un trend solido o volatile: quello
che si vede è che è al terzo ribasso dalla scorsa estate, con una flessione dei
non votanti dell’1 per cento in tre mesi. Forse l’accensione di una battaglia
politica che sembrava un po’ sotto sonnifero – le partite regionali, il
referendum che può assumere contorni più politici – ha risvegliato qualche
istinto anche nel cittadino-elettore.
L'articolo Sondaggi, cosa cambia dopo le Regionali? Perché la sfida tra destra e
campo largo diventa sempre più aperta proviene da Il Fatto Quotidiano.