Era molto atteso e le aspettative non sono andate deluse. Sala piena per
Giuseppe Conte intervistato da Tommaso Cerno ad Atreju, la festa di Fratelli
d’Italia, in corso a Castel Sant’Angelo a Roma. L’ex presidente del Consiglio
sulla separazione delle carriere e sui centri per i migranti in Albania viene
ripetutamente contestato. “Il governo vuole asservire i magistrati al governo di
turno” e “i centri in Albania non funzionano” le frasi più contestate dalla
platea.
L'articolo Atreju contesta Conte su separazione delle carriere dei magistrati e
i centri in Albania – Video proviene da Il Fatto Quotidiano.
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“L’assenza di Elly Schlein ad Atreju? C’è anche una sedia vuota importante qui”,
quella di “Giorgia Meloni, la padrona di casa. Mi aveva invitato a venire, aveva
esteso l’invito anche a me, e io ho detto di sì, poteva esserci lei da buona
padrona di casa. Però verrà il giorno, io sono sicuro che verrà un giorno in cui
faremo questo confronto”. Lo ha detto il leader del M5s, Giuseppe Conte,
parlando dal palco di Atreju, la kermesse di FdI in corso a Roma.
L'articolo Conte alla festa di FdI: “L’assenza di Schlein? La sedia vuota qui è
quella di Meloni” – Video proviene da Il Fatto Quotidiano.
“Se mi sento patriota? Certo, ma bisogna intendersi sul significato. Per esempio
per me non è patriottismo andare a Washington e inchinarsi e genuflettersi a
Donald Trump e promettere acquisti di gas liquido, di armi, zero tassazione ai
giganti del web americano. Senza peraltro chiedere nulla in cambio”. Lo ha detto
alla festa dei giovani di FdI, Atreju, il presidente del M5s, Giuseppe Conte,
intervistato da Tommaso Cerno, che da poche settimane dirige il Giornale. Il
riferimento dell’ex presidente del Consiglio va a Giorgia Meloni, e infatti la
platea di Atreju lo ha fischiato. “Mi spiace rompere il clima di festa della
vostra kermesse – ha aggiunto Conte – ma vi devo dire le cose come stanno,
questi sono fatti”.
L'articolo Conte ad Atreju punge Meloni: “Genuflettersi a Trump e accettare ciò
che desidera non è patriottico” proviene da Il Fatto Quotidiano.
A partire dalle 17 è in programma l’intervento del presidente del Movimento 5
stelle, Giuseppe Conte, ospite ad Atreju, la festa dei giovani di Fratelli
d’Italia, intervistato da Tommaso Cerno. Assente l’altra leader del
centrosinistra, la segretaria del Pd, Elly Schlein. Qui la diretta dal palco di
Castel Sant’Angelo.
L'articolo Giuseppe Conte ad Atreju, l’intervento del leader M5s: segui la
diretta proviene da Il Fatto Quotidiano.
“L’evento di questa sera è uno dei motivi per cui sono orgoglioso del Movimento
5 stelle. Siamo stati in prima fila in tutte le forme per dimostrare la
sensibilità verso la popolazione palestinese” che “non ha lobby potenti, grandi
mezzi o amici che contano”. Per questo “vivono devastazioni, uccisioni in massa,
addirittura un genocidio. Per noi del M5s non conta chi ha i mezzi e chi riesce
a fare la voce grossa, ma chi ha ragione”. Lo dice Giuseppe Conte, presidente
del Movimento 5 stelle, intervenendo dall’evento, organizzato dai pentastellati,
‘Palestina: alziamo il volume’. “L’Occidente sta perdendo credibilità, è in
crollo pericoloso, ma sicuramente il momento di massima espressione di questo
crollo è stato il genocidio che si è visto a Gaza e le occupazioni abusive in
Cisgiordania – aggiunge -. Davanti a questo genocidio si è tentato di collegarlo
e giustificarlo con il 7 ottobre, ma non può essere un fattore isolato, è
un’azione terroristica orribile che abbiamo condannato in ogni modo. Ma il 7
ottobre in una manciata di ore si è compiuto un orribile massacro, il genocidio
c’è stato giorno dopo giorno per un paio di anni, non è comparabile“, è stato
“uno sterminio con intento genocidario. Dobbiamo alzare il volume”. “Dobbiamo
alzare il volume perché non possiamo permettere che il silenzio sopravvenga, e
si spengano i riflettori”, dice ancora Conte. ”Quando c’è stato l’accordo degli
Stati Uniti di Trump, noi abbiamo assunto da subito un atteggiamento critico,
non ci siamo fatti distrarre dalla realtà vera. Quello è un accordo di facciata,
l’unica positiva è che hanno fermato il genocidio, ma a Gaza continuano a
morire. Quello è un accordo di facciata e dobbiamo impegnarci ancora di più
perché nulla è stato risolto e trionfa l’ipocrisia dell’Occidente”.
L'articolo Gaza, Conte: “Attacco terroristico del 7 ottobre? Incomparabile col
genocidio avvenuto dopo” – Video proviene da Il Fatto Quotidiano.
“Atreju? Io ho dato la ia disponibilità, Schlein no. Abbiamo perso un’occasione,
perché perché insieme avremmo avuto la possibilità di sostituirci anche a quelle
conferenze stampa che Giorgia Meloni non vuole fare e l’avremmo potuta incalzare
per rispondere ai dati reali a cui lei non risponde”. Sono le parole pronunciate
a Dimartedì (La7) dal presidente del M5s Giuseppe Conte, a proposito del rifiuto
da parte della segretaria del Pd Elly Schlein ad Atreju, la tradizionale
kermesse organizzata da Fratelli d’Italia.
Conte parteciperà il 13 dicembre e non avrà un faccia a faccia con la presidente
del Consiglio, ma verrà intervistato dal giornalista Paolo Del Debbio. Elly
Schlein, invece, pur invitata, non andrà perché ha posto come condizione un
confronto diretto solo con Meloni. La premier ha accettato, ma ha proposto di
includere anche Conte (per rappresentare l’intera opposizione). Schlein ha
declinato, accusando Meloni di “scappare dal confronto” dopo le recenti vittorie
del centrosinistra alle regionali.
Alla domanda del conduttore Giovanni Floris su cosa invidia di Giorgia Meloni,
Conte risponde fermamente: “Le invidio un buon 80% dei media a suo favore.
Quando ero a Chigi eravamo continuamente sotto attacco. Adesso invece abbiamo un
presidente del Consiglio che addirittura si vanta con Trump di potersi sottrarre
al confronto con i giornalisti, con le conferenze stampa. E di avere tantissimi
trombettieri che vanno dappertutto a raccontare la favola che va tutto bene,
quella che arriva da Chigi”.
L'articolo Conte a La7: “Il no di Schlein ad Atreju? Occasione persa, insieme
avremmo potuto incalzare Meloni sui dati reali che evita di affrontare” proviene
da Il Fatto Quotidiano.
La complessa partita a scacchi sull’annuale kermesse dell’organizzazione
giovanile di Fratelli d’Italia, Atreju, ha rapidamente degenerato in uno
psicodramma politico, soprattutto per l’opposizione. L’invito iniziale, rivolto
da FdI alla segretaria del Pd, Elly Schlein, che ha accettato purché si
trattasse di un confronto a due con Giorgia Meloni, sembra essersi trasformato
in una trappola, dopo la contromossa della premier che ha allargato l’invito
anche al leader del M5s, Giuseppe Conte. Perché, ha spiegato, “non spetta a me
stabilire chi è il leader opposizione”. E siccome Conte si è detto disponibile,
pare proprio che Meloni sia riuscita e mettere il dito nella piaga della
questione della leadership del campo largo, sulla quale il centrosinistra non ha
ancora trovato la quadra.
A trasformare l’invito di FdI in un guanto di sfida è stata Schlein con la
condizione irrinunciabile del vis-à-vis esclusivo con la premier. Per incalzare
la presidente del Consiglio, la segretaria dem aveva subito espresso il sospetto
che Meloni potesse “scappare” dal confronto, forse per timore dei risultati
elettorali ottenuti dall’opposizione alle recenti elezioni regionali. Ma la
risposta di Palazzo Chigi non si è fatta attendere, trasformando l’apparente
vantaggio di Schlein in un possibile vicolo cieco. Meloni ha accolto la proposta
del confronto ad Atreju, che ha sempre rivendicato come una “casa aperta al
dialogo”, ma ha ribaltato i termini del duello, ponendo la condizione di
allargare il dibattito anche a Conte. Due le ragioni ufficiali: la volontà di
non mancare di rispetto al leader del M5s, che in passato aveva già partecipato
ad Atreju, anche da Presidente del Consiglio e “senza imporre alcun vincolo”, ha
ricordato lui stesso. La seconda e politicamente decisiva è il già citato “non
spetta a me stabilire chi debba essere il leader dell’opposizione, quando il
campo avverso non ne ha ancora scelto uno”. Punto per Meloni e palla
irrimediabilmente nella metà campo avversaria.
In altre parole, sta a voi dirci chi è il leader. Questione che Schlein ha già
proposto di risolvere in base al criterio “chi ha più voti” o alle classiche
primarie di coalizione. Conte invece non si è ancora pronunciato, limitandosi a
rivendicare la sua esperienza di premier, come a dire che in caso di primarie è
intenzionato a giocarsela. Perché dunque fare favori a Schlein lasciandola sola
sul palco di Atreju a interpretare la leader in pectore? Al contrario, ha
dichiarato che confrontarsi è sempre positivo e che non si sarebbe sottratto,
neanche in “trasferta”. A precisato di non aver agito da “sponda” per Meloni,
esprimendo poi rammarico per il fatto che Schlein, saputo della sua
disponibilità, abbia preferito “ritirarsi”. Come se a scappare, alla fine, fosse
la segretaria dem. Che ha definito la soluzione di Meloni “ridicola”, ribadendo
che Meloni era “scappata un’altra volta dal confronto”. E provando a rilanciare
con una provocazione a tutto campo: se Meloni desiderava un “confronto di
coalizione”, avrebbe dovuto portare anche Matteo Salvini e Antonio Tajani. A
quel punto, l’opposizione avrebbe potuto schierare anche Nicola Fratoianni e
Angelo Bonelli. Mossa che ha portato il responsabile organizzazione di FdI,
Giovanni Donzelli, a chiudere definitivamente la discussione, sottolineando il
dispiacere per il fatto che Schlein abbia declinato l’invito e chiarendo che un
confronto diretto tra Meloni e l’opposizione sarà accolto “Quando l’opposizione
avrà un leader unico e riconosciuto da tutti”.
Tutto finito? Nemmeno per sogno. L’indomani, venerdì 28 novembre, la polemica si
anzi arricchita ulteriormente grazie alle reazioni incrociate tra opposizione e
maggioranza. Matteo Salvini non ha perso occasione di dirsi disponibile a
confrontarsi con Giuseppe Conte ad Atreju, in particolare per discutere del caso
Open Arms e delle passate alleanze politiche di Conte, riferendosi con tutta
probabilità al passaggio dal primo governo Conte, quello dell’alleanza tra Lega
e M5s, a quello successivo, dove il Movimento si alleò col Pd e votò
l’autorizzazione a procedere nei confronti del leader leghista sul caso del
sequestro dei migranti. Ribadendo la sua disponibilità, Conte ha lamentato che
l’occasione fosse stata persa, impedendo di incalzare Meloni sulle “questioni”
reali del Paese, come l’economia stagnante, il Pil vicino allo zero e la
pressione fiscale in crescita, temi sui quali le opposizioni avevano anche
trovato un’intesa sugli emendamenti alla manovra. Insomma, a restare col cerino
in mano pare proprio la segretaria dem e a metterci il carico è stato l’alleato
del M5s. Non a caso, il commento più severo è arrivato dall’ex portavoce di
Conte, Rocco Casalino, che ha parlato di “errore politico” di Schlein. Che
avrebbe sbagliato tutto cercando di “imporsi come leader dell’opposizione”, una
leadership che non può essere “autoproclamata”. Secondo Casalino la leader dem
avrebbe consolidato l’immagine di un Pd “supponente, radical chic” e avrebbe
irritato gli alleati, in particolare per aver accostato Conte, “due volte
premier”, a Salvini e per aver ridotto altre forze politiche come AVS a ruoli
“accessori”. E così facendo avrebbe fornito a Meloni l’alibi per defilarsi da un
dibattito sui numeri reali del governo.
L'articolo Trappolone Atreju: Schlein in ritirata, Salvini ci mette il carico e
Conte nega di aver fatto da sponda a Meloni proviene da Il Fatto Quotidiano.
“Sono pronta a confrontarmi con l’opposizione, ma ritengo che al confronto debba
partecipare anche Giuseppe Conte“. Giorgia Meloni fa la mossa del cavallo nella
partita a scacchi sul dibattito con i leader del centrosinistra ad Atreju, la
festa di Fratelli d’Italia in programma dal 6 al 14 dicembre a Roma. Mercoledì
la segretaria del Pd Elly Schlein aveva accettato l’invito alla kermesse, a
condizione però di poter duellare in un faccia a faccia con la premier: un modo
per rivendicare il ruolo di numero uno della coalizione. Il mattino dopo, al
Fatto, il presidente M5s ha però chiesto parità di trattamento: “Anche io l’anno
scorso, quando ero stato invitato ad Atreju, avevo sondato la disponibilità
della premier Meloni per un confronto diretto con me”, ma “quella disponibilità
allora non mi venne data“, ha ricordato.
Così la capa del governo ne approfitta per ributtare la palla nel campo
avversario, evidenziando i disaccordi interni al centrosinistra. Meloni afferma
che il leader M5s deve partecipare al confronto “per due ragioni: la prima è che
Giuseppe Conte, a differenza di Elly Schlein, anche negli anni passati è venuto
ad Atreju senza imporre alcun vincolo. Lo ha fatto anche da presidente del
Consiglio”, riconosce. “La seconda”, aggiunge, “è che non spetta a me stabilire
chi debba essere il leader dell’opposizione, quando il campo avverso non ne ha
ancora scelto uno. Atreju è sempre stata una casa aperta al dialogo, anche con
chi la pensa diversamente”, conclude.
Una sfida che il presidente pentastellato accetta dopo pochi minuti: “Avevo
sondato la possibilità di un confronto con Meloni ad Atreju anche nelle
precedenti edizioni e mi fu risposto di no. Ora leggo che la premier accetta di
confrontarsi a patto che sul palco ci siamo sia io che Schlein. Per me va sempre
bene confrontarsi e dirsi le cose come stanno. Anche in “trasferta”, davanti a
un pubblico che ho rispettato anche quando ero presidente del Consiglio e
Fratelli d’Italia non era forza di maggioranza. Non mi sottraggo certo oggi. Ci
sono!”, scrive in una nota.
L'articolo Atreju, la mossa di Meloni: “Sì al duello con Schlein, ma dev’esserci
anche Conte”. Il leader 5 stelle: “Non mi sottraggo” proviene da Il Fatto
Quotidiano.
Giuseppe Conte punta i piedi su Atreju. Dato come ospite certo alla festa di
Fratelli d’Italia a Roma, prevista in dicembre, ieri sera ha letto delle
condizioni poste dalla segretaria del Pd, Elly Schlein, per partecipare: ovvero
un confronto sul palco tra lei e Giorgia Meloni, come a ribadire che la premier
deve duellare innanzitutto con lei, che si ritiene leader naturale del campo
largo. Così oggi al Fatto Quotidiano il leader del Movimento tiene a precisare:
“Anche io l’anno scorso, quando ero stato invitato ad Atreju, avevo sondato la
disponibilità della premier Meloni per un confronto diretto con me. Tanto più
che sin dal primo giorno di governo la premier mi usa a giorni alterni come
capro espiatorio per nascondere l’inadeguatezza del suo governo. Quella
disponibilità allora non mi venne data. Sono loro i padroni di casa, tocca a
loro decidere se cambiare il format. Quanto a me, resto comunque disponibile a
un confronto democratico che ritengo sempre utile anche e soprattutto dinanzi ad
una platea non certo benevola nei miei confronti”. Tradotto, io ci sono: ma a me
il confronto con Meloni venne negato. E sembra anche un modo per mettere sotto
pressione la premier, e magari spingerla a rifiutare un trattamento diverso a
Schlein.
L'articolo Per accettare Atreju Schlein chiede un duello con Meloni. Conte: “A
me fu negato, scelgano loro se cambiare format” proviene da Il Fatto Quotidiano.
“Ha vinto chi non si è rivolto dall’altra parte di fronte alle difficoltà di
famiglie e imprese, chi non dice che va tutto bene, chi ha saputo ascoltare”.
Così Giuseppe Conte ha parlato con la stampa dopo la vittoria di Roberto Fico
alle elezioni regionali in Campania, una regione, ha sottolineato che “ha tante
potenzialità ma anche tante difficoltà”.
“Questo centrodestra ci ha sfidato mettendo in capo un uomo di FdI, un uomo di
Meloni, un esponente di spicco del Movimento e quindi quel distacco oggi qualche
pensiero lo deve dare a chi sta guidando il governo nazionale. Non ha vinto chi
di fronte alle difficoltà ha saltellato e oggi cade rovinosamente. Non ha vinto
chi ha pensato di batterci e battere Fico lottando nel fango, infangando lui e i
suoi familiari e lo ha fatto anche durante il silenzio elettorale”, ha
proseguito Conte.
“Per il M5s è una grande soddisfazione, in due anni abbiamo prima accompagnato
la vittoria di Alessandra Todde e ora abbiamo Roberto Fico e siamo convinti,
perché lo conosciamo bene, che il suo impegno farà benissimo per la Campania”,
ha concluso.
L'articolo Regionali, Conte dopo i risultati di Fico: “Non ha vinto chi ha
saltellato e oggi cade, ha vinto chi non si è voltato dall’altra parte” proviene
da Il Fatto Quotidiano.