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Iran, la Nobel per la Pace Narges Mohammadi due volte al pronto soccorso per le manganellate ricevute durante l’arresto
Arrestata e picchiata da poliziotti in borghese, con “violenti e ripetuti colpi di manganello alla testa e al collo”. Queste le pesanti accuse che la Fondazione Narges Mohammadi ha rivolto al regime iraniano dopo l’arresto della vincitrice del Premio Nobel per la Pace avvenuto la settimana scorsa. Nei giorni seguenti, la famiglia di Mohammadi non ha avuto sue notizie, fino a una breve e concisa telefonata in cui sono emerse le pessime condizioni fisiche dell’avvocata e attivista iraniana che è stata portata due volte al pronto soccorso per le violente percosse ricevute dagli agenti durante l’arresto a Mashhad. Parlando al telefono con i suoi familiari, Mohammadi ha raccontato di essere stata accusata di collaborare con il governo israeliano. Oltre a ciò, non sono ancora chiare le imputazioni rivolte a lei e alle altre persone arrestate, 39 in totale secondo Teheran. L’attivista ha poi chiesto alla sua famiglia di presentare una denuncia formale contro le modalità violente dell’arresto e la sua detenzione. Sul secondo punto, il New York Times ha riportato che a Mohammadi non è ancora stato comunicato quale autorità la stia trattenendo e in generale non le sono state fornite delle spiegazioni. Lo scorso sabato, il procuratore di Mashhad, Hasan Hematifar, ha dichiarato ai giornalisti che Mohammadi e Javad Alikordi avevano incoraggiato i manifestanti a inneggiare slogan che violano le norme del governo. Nei giorni scorsi, il Comitato per il Nobel ha dichiarato profonda preoccupazione per il brutale arresto subìto da Mohammadi. Nessun commento invece da parte delle autorità del regime iraniano. L'articolo Iran, la Nobel per la Pace Narges Mohammadi due volte al pronto soccorso per le manganellate ricevute durante l’arresto proviene da Il Fatto Quotidiano.
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Arrestata ancora la premio Nobel per la pace Narges Mohammadi: stava partecipando a una cerimonia
L’avvocata e attivista iraniana Narges Mohammadi, vincitrice del premio Nobel per la pace nel 2023, è stata arrestata – di nuovo – durante una cerimonia pubblica e portata in una località sconosciuta. Oltre a lei, sono stati arrestati molti altri attivisti, tra cui Sepideh Gholian, Hasti Amiri, Pouran Nazemi e Alieh Motalebzadeh. L’arresto è avvenuto a Mashhad, città situata nel Nord-Est dell’Iran. A renderlo noto sono stati alcuni gruppi per i diritti umani, inclusa la Fondazione Narges Mohammadi. L’arresto avviene dopo mesi di pressione a Mohammadi da parte delle autorità iraniane: nei mesi scorsi, l’attivista ha dichiarato di aver subìto anche pedinamenti e minacce di morte. Oggi Mohammadi sta scontando una pena detentiva di 13 anni e nove mesi al carcere di Evin a Teheran per le accuse di sicurezza nazionale, ma ultimamente era stata congedata per motivi di salute. Prima di essere arrestata dagli agenti di sicurezza e di polizia, Mohammadi stava partecipando a una cerimonia per il lutto dell’avvocato e dissidente politico Khosrow Alikordi, la cui morte in circostanze sospette nel suo ufficio a Mashad ha generato indignazione nell’opinione pubblica iraniana. I suoi sostenitori da mesi avvertivano che Mohammadi rischiava di essere rimessa in prigione. Sebbene dovesse durare solo tre settimane, il periodo di libertà di Mohammadi si era poi prolungato, forse per le pressioni sul governo dell’Iran degli attivisti e delle potenze occidentali. Era libera anche durante la guerra di 12 giorni tra Iran e Israele nel mese di giugno. Mohammadi ha continuato la sua attività di attivista con proteste pubbliche e apparizioni sui media internazionali, arrivando persino a manifestare davanti al famigerato carcere di Evin a Teheran, dove era stata detenuta. La vincitrice del premio Nobel ha più volte accusato il regime iraniano di reprimere il dissenso di attivisti, giornalisti e critici, specialmente dopo il cessate il fuoco con Israele. A confermare la notizia dell’arresto è stato anche Javad Alikordi, fratello di Khosrow Alikordi, riferendo inoltre che degli agenti in borghese hanno picchiato le persone arrestate prima di portarle via. . L'articolo Arrestata ancora la premio Nobel per la pace Narges Mohammadi: stava partecipando a una cerimonia proviene da Il Fatto Quotidiano.
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Nobel per la Pace, Machado appare in pubblico dopo 11 mesi: il saluto dall’hotel a Oslo e l’abbraccio coi sostenitori – Video
La leader dell’opposizione del Venezuela e vincitrice del premio Nobel per la pace María Corina Machado è apparsa in pubblico a Oslo dopo mesi di clandestinità. L’attivista pro-democrazia è uscita sul balcone dell’iconico Grand Hotel di Oslo poco prima delle 2,30 del mattino, ora locale, dopo aver trascorso gli ultimi 11 mesi nascosta nella capitale venezuelana, Caracas. Decine di sostenitori hanno scandito slogan come “Coraggiosa!” e “Libertà!” davanti all’hotel e hanno intonato l’inno nazionale venezuelano al suo arrivo. “Gloria alla nazione coraggiosa, che si è scrollata di dosso il giogo!” hanno gridato. Si è trattato della prima apparizione pubblica di Machado in quasi un anno, dopo essere stata costretta a nascondersi in Venezuela dal dittatore del paese, Nicolás Maduro, accusato di aver truccato le elezioni presidenziali del luglio 2024. Pochi minuti dopo essere apparsa sul balcone fuori dalla storica suite Nobel dell’hotel, l’attivista 58enne è scesa in strada e ha scavalcato le barricate di metallo per abbracciare i sostenitori che si erano radunati fuori dall’edificio. L'articolo Nobel per la Pace, Machado appare in pubblico dopo 11 mesi: il saluto dall’hotel a Oslo e l’abbraccio coi sostenitori – Video proviene da Il Fatto Quotidiano.
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Nobel per la Pace, Maria Corina Machado non ritira il premio a Oslo: “Non si sa dove sia”. Al suo posto la figlia
Che qualcosa non andava lo si era capito ieri, quando il Comitato aveva annullato la prevista conferenza stampa della vigilia. Oggi è arrivata l’ufficialità: Maria Corina Machado, Premio Nobel per la Pace, non parteciperà alla cerimonia per la consegna del riconoscimento a Oslo. “Purtroppo, al momento non si trova in Norvegia. E non salirà sul palco del Municipio di Oslo all’una di oggi, quando inizierà la cerimonia – ha annunciato il direttore dell’Istituto Nobel, Kristian Berg Harpviken -. Non sappiamo dove si trovi”. A ritirare il premio sarà la figlia di Machado, Ana Corina Sosa. “Sua figlia pronuncerà il discorso scritto da Maria Corina stessa”, ha aggiunto Harpviken. Machado è a capo dell’opposizione al regime di Nicolas Maduro in Venezuela e vive in una località segreta dalle elezioni dell’anno scorso. “Vive semplicemente con una minaccia di morte da parte del regime. Questa minaccia si applica anche quando si trova all’estero, sia da parte del regime che dei suoi amici in tutto il mondo”, ha spiegato Harpviken, sottolineando che per questioni logistiche sarebbe stato ancora più impegnativo del previsto far arrivare Machado in Norvegia in sicurezza. Se uscisse dal Venezuela, la donna correrebbe il rischio di essere dichiarata latitante e di non poter rimpatriare. In Norvegia è arrivata invece la madre di Machado, Corina Parisca. È tra gli invitati d’onore, assieme all’argentino Javier Milei, all’ecuadoriano Daniel Noboa e al paraguayano Santiago Orena, oltre al presidente di Panama José Raúl Mulino, che aveva rinnovato l’appoggio “alla lotta per la libertà del popolo venezuelano”. Intanto Donald Trump ha ribadito in un’intervista a Politico che “Maduro ha i giorni contati”, preannunciando attacchi di terra e senza escludere un’invasione americana. Ma questa volta minaccia di mettere nel mirino anche Messico e Colombia nella sua lotta contro il narcotraffico. L’intervistatore gli fa notare che, secondo la Dea, quasi tutto il fentanyl illecito negli Stati Uniti è prodotto in Messico usando precursori chimici dalla Cina e che il Venezuela non è una fonte significativa né un Paese di transito. Il tycoon obietta che le barche “piene di sacchi di droga” colpite dalle forze Usa “arrivano in gran parte dal Venezuela”. Ma quando gli viene chiesto “se considererebbe qualcosa di simile contro Messico e Colombia, che sono ancora più responsabili del traffico di fentanyl negli Stati Uniti”, lui non ha esitazioni: “Sì, lo farei. Certo. Lo farei”. L'articolo Nobel per la Pace, Maria Corina Machado non ritira il premio a Oslo: “Non si sa dove sia”. Al suo posto la figlia proviene da Il Fatto Quotidiano.
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Giallo sulla presenza di Maria Corina Machado alla cerimonia del Nobel: annullata la conferenza stampa
Non appare in pubblico da mesi e adesso anche la sua presenza a Oslo è avvolta nel mistero. Alla vigilia della cerimonia di consegna del premio Nobel per la Pace nella capitale norvegese, la conferenza stampa di Maria Corina Machado è stata annullata. La leader dell’opposizione venezuelana era attesa a Oslo per la tradizionale conferenza stampa prima della cerimonia di assegnazione. La conferenza era già stata rinviata in giornata. Ma Erik Aasheim, portavoce dell’Istituto Nobel, aveva rassicurato sul suo svolgimento. Nel frattempo, però, si sono moltiplicate le voci secondo sui Maria Corina Machado potrebbe non riuscire a ritirare il premio di persona. La leader dell’opposizione venezuelana, infatti, vive in clandestinità: presentandosi alla cerimonia di premiazione, rischia di essere dichiarata “latitante” dalle autorità venezuelane. La sua ultima apparizione in pubblico risale al 9 gennaio, quando la politica 58enne ha partecipato a una manifestazione a Caracas contro il terzo mandato di Nicolas Maduro come presidente. Il premio Nobel per la Pace le è stato assegnato proprio per la sua “lotta per raggiungere una transizione giusta e pacifica dalla dittatura alla democrazia” in Venezuela, sfidando il governo di Maduro, si leggeva nella motivazione. Alcune oro dopo, è arrivata la notizia dell’annullamento della conferenza stampa. “La stessa Maria Corina Machado ha parlato di quanto sia difficile venire in Norvegia. Speriamo venga per la cerimonia”, ha fatto sapere il portavoce Erik Aasheim. L’Istituto Nobel ha poi dichiarato di non poter fornire ulteriori informazioni su quando e come Machado arriverà alla cerimonia di premiazione, e non è stato nemmeno chiarito se la conferenza stampa verrà recuperata in un secondo momento. Intanto, mentre ancora non è chiaro se Machado sia riuscita a partire, arriva una dichiarazione da parte di Magalli Meda, la responsabile della sua ultima campagna elettorale: “Non esiste alcuna possibilità che Maria Corina resti in esilio” dopo la consegna del Premio Nobel: “È come dire a una madre che dovrà smettere di amare i propri figli”, ha dichiarato in un video diffuso su uno dei profili social dell’opposizione venezuelana. Intanto, a Oslo sono arrivati diversi leader politici sudamericani. Il presidente dell’Argentina, Javier Milei, ha dichiarato che la sua presenza è a sostegno di Maria Corina Machado e dell’opposizione venezuelana. Saranno presenti anche i leader di Panama, Ecuador e Paraguay. Nella capitale norvegese è presente anche la famiglia di Machado. L'articolo Giallo sulla presenza di Maria Corina Machado alla cerimonia del Nobel: annullata la conferenza stampa proviene da Il Fatto Quotidiano.
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