Ankara preme sui combattenti curdi siriani. E lo fa in modo sempre più vigoroso
quanto più ci si allontana dal 10 marzo scorso, giorno in cui il protetto del
presidente turco Recep Tayyip Erdogan, ovvero l’ex leader delle milizie
jihadiste Ahmad al Shaara – insediatosi a Damasco l’8 dicembre 2024 dopo aver
messo in fuga il clan Assad – aveva firmato un accordo con Mazloum Abdi. Il
comandante delle Forze Democratiche Siriane (SDF) si era recato a Damasco con le
migliori intenzioni per acconsentire alla richiesta di far confluire l’alleanza
militare di milizie curde e arabe del nord e sud-est siriano da lui guidate
nell’esercito siriano. Che è ciò che vuole a ogni costo la Turchia. Ma Abdi
aveva firmato un documento in cui le SDF chiedono in cambio uno stato siriano
confederato. Cosa che Erdogan non vuole permettere, pena il crollo del suo
disegno neo-ottomano.
A complicare, dal punto di vista del “Sultano”, la situazione ci sono le
operazioni militari israeliane in Siria. Operazioni che stanno allargando la
cosiddetta zona cuscinetto sul versante siriano delle alture del Golan. E ora
Erdogan teme una collaborazione curdo-israeliana. Questa settimana infatti il
ministro degli Esteri turco, Hakan Fidan, ha avvertito che “le operazioni
israeliane in Siria stanno influenzando il comportamento delle Forze
Democratiche Siriane e complicando gli sforzi per attuare l’accordo del 10 marzo
volto a unificare i gruppi armati sotto lo Stato siriano”. Parlando ad Al
Jazeera Arabic, Fidan ha affermato che la riluttanza delle SDF procedere con
l’accordo è correlata all’aumento delle attività israeliane in Siria. Una scusa
per prendere i classici due piccioni con una fava: accusarli di collaborare per
poter mettere fuori gioco entrambi. Una pia illusione, soprattutto per quanto
riguarda le intenzioni dell’SDF. Che mai si piegheranno a Erdogan a seguito di
menzogne e ricatti.
“C’è una relazione, una proporzione, tra il movimento di Israele in Siria e la
riluttanza delle SDF. Questa non è una decisione presa dalle YPG di propria
iniziativa”, ha affermato Fidan, sollecitando il dialogo tra Damasco e YPG/PKK.
Ha inoltre espresso la speranza che un eventuale accordo possa portare sollievo
sia ai curdi che agli arabi in Siria. YPG è la milizia curda che guida l’SDF e
che la Turchia ritiene la versione siriana del PKK di Ocalan che si è auto
disarmato proprio quest’anno compiendo un passo storico.
Alla domanda se ci sia coordinamento tra Israele e SDF, Fidan ha risposto: “Il
giorno in cui Israele raggiungerà una certa intesa con la Siria, vedrete le YPG
seguirla”. Fidan ha affermato che un rinnovato conflitto tra Damasco e le SDF
danneggerebbe i civili e ha invitato le YPG/PKK ad assumersi le proprie
responsabilità nell’ambito del piano di riunire tutte le forze armate sotto
un’unica struttura militare nazionale. “Spero che non assisteremo a un’altra
guerra”, ha minacciato. Rispondendo alle accuse di rivalità tra Turchia e
Israele in Siria, Fidan ha sottolineato che la Turchia cerca stabilità, non
influenza. “Non ci vediamo allo stesso livello o posizione di Israele”, ha
affermato, sottolineando l’impegno della Turchia per l’unità e l’integrità
territoriale della Siria.
L'articolo La Turchia pressa le Forze Democratiche Siriane dopo l’accordo del 10
marzo: teme una collaborazione curdo-israeliana proviene da Il Fatto Quotidiano.
Tag - Turchia
“Si prega di usare il letto solo per dormire, vietate tutte le altre attività”.
È la frase, secca e inequivocabile, che un viaggiatore ha trovato affissa alla
testiera del letto dell’alloggio che aveva affittato su Airbnb per le vacanze a
Istanbul. Neanche a dirlo, l’ha subito fotografato e condiviso su Reddit nel
forum r/mildlyinfuriating, e in poche ore ha fatto il giro del web raccogliendo
oltre 87 mila upvote e migliaia di commenti. A raccontare la vicenda è lo stesso
autore del post, un uomo svedese in viaggio con la moglie, che ha spiegato a
Newsweek di essere rimasto “sorpreso” nel leggere l’avviso, pur confermando che
lui e la consorte avrebbero rispettato la richiesta. “Siamo arrivati qui
insieme, io e mia moglie. Oh, va bene così”, ha scritto con ironia nella
didascalia che accompagna l’immagine del cartello.
Secondo quanto riferito dal viaggiatore, il foglio non sarebbe però un caso
isolato. Nell’appartamento sarebbero presenti altre istruzioni analoghe: in
particolare, sul telecomando della televisione compare un adesivo che recita
“Usare solo per accendere e spegnere la tv”, limitandone formalmente l’utilizzo
alle funzioni essenziali. L’ospite ha provato a darsi una spiegazione. Sempre a
Newsweek ha raccontato di aver notato un secondo messaggio lasciato dal
proprietario, nel quale si specifica che i vicini sono “molto sensibili al
rumore”. “Forse c’entra qualcosa con questo”, ha detto. “È la mia ipotesi
migliore”. Insomma, l’idea è che il cartello sul letto sia un modo, diretto e
poco elegante, per prevenire lamentele e problemi di convivenza condominiale a
causa di ospiti diciamo così troppo focosi.
Nonostante l’episodio, il viaggiatore ha voluto chiarire un punto importante:
l’esperienza non intacca il suo giudizio sulla città. “Se ho un messaggio da
dare, è che la storia degli adesivi non dovrebbe influenzare la percezione di
Istanbul”, ha spiegato. “È una città meravigliosa, con persone fantastiche, e ci
siamo sentiti davvero accolti. È più probabile che si tratti di una situazione
legata ai vicini, che può capitare ovunque”. Sulla vicenda è intervenuta anche
Airbnb. In una dichiarazione rilasciata a People, un portavoce della piattaforma
ha precisato che non ci sono elementi sufficienti per confermare che la foto
provenga da un alloggio pubblicato sul sito. Ha però ricordato che “le nostre
regole richiedono agli host di comunicare chiaramente tutte le norme della casa
prima della prenotazione, così che gli ospiti possano prendere una decisione
informata”. La società ha inoltre sottolineato che il servizio di assistenza
alla community è attivo 24 ore su 24 “per aiutare in caso di problemi durante il
soggiorno”.
Nel frattempo, i commenti su Reddit hanno trasformato il caso in una gag
collettiva. C’è chi ha scherzato scrivendo: “Io steso sul letto, sveglio…
beccato”, e chi ha ironizzato sul divieto di “bed rotting”, la pratica di
passare ore a letto senza fare nulla. Altri hanno ipotizzato spiegazioni più
pratiche: secondo alcuni utenti, il cartello potrebbe indicare che le lenzuola
non vengono cambiate spesso; secondo altri, che la struttura del letto non sia
abbastanza robusta per “altre attività”.
L'articolo “Si prega di usare il letto solo per dormire, vietate tutte le altre
attività”: il cartello surreale affisso nella casa affittata su Airbnb proviene
da Il Fatto Quotidiano.
A Reyhanli, nel sud della Turchia, un bambino di 10 anni di origini siriane è
stato ritrovato vivo dopo essere stato picchiato e sepolto dallo zio. Come
riportato da Metro, i genitori avevano denunciato la scomparsa del bimbo lo
scorso 6 dicembre, dopo che la madre e il padre non avevano visto rincasare il
piccolo da scuola. I soccorritori hanno iniziato subito le ricerche,
scandagliando la zona circostante.
Le forze di polizia hanno esaminato oltre 200 riprese delle telecamere di
sorveglianza della zona, appurando che il bambino era uscito da scuola insieme
allo zio. Quest’ultimo ha rapito, picchiato e coperto il bambino con dei massi,
lasciando poi la zona. L’uomo è stato arrestato e si è dichiarato innocente. Lo
zio ha anche dato la sua versione dei fatti. Il signore avrebbe portato il
nipote a raccogliere dei pistacchi. Il piccolo sarebbe caduto dall’albero
battendo la testa e rimanendo inerme a terra. A quel punto, dato lo spavento, lo
zio sarebbe fuggito.
IL RITROVAMENTO
I volontari e le forze dell’ordine turche hanno iniziato un’operazione di
ricerca su larga scala per trovare il bambino . Dopo giorni di perlustrazioni,
un soccorritore ha sentito un mugolio vicino a un cumulo di pietre e sabbia.
L’uomo ha iniziato a scavare a mani nude fino a scorgere la sagoma del piccolo e
sentirne la voce flebile.
Appena liberato dai sassi, il bimbo ha confessato il crimine dello zio. “Ho
sollevato sette grandi pietre una alla volta. Un grande masso era sulla testa
del ragazzo ma lui era cosciente”, queste le parole del soccorritore. Il
bambino, intrappolato sotto terra per tre giorni, ha riportato molteplici
lesioni.
Il piccolo è stato trasportato d’urgenza in ospedale e operato alla testa. Il
padre non ha nascosto la sua felicità ai media locali e si è augurato che lo zio
possa subire una pena adeguata per il crimine commesso al figlio.
L'articolo “Mio zio mi ha picchiato e sepolto”: la confessione choc del bambino
di 10 anni ritrovato dopo 3 giorni di ricerche proviene da Il Fatto Quotidiano.
La crisi geopolitica innescata dalla guerra, arrivata quasi al quarto anno,
della Russia contro l’Ucraina ha scatenato una corsa europea al riarmo che sta
compromettendo le relazioni anche tra membri della Nato, seppur da sempre in
rapporti difficili. È il caso della Grecia e Turchia. Funzionari turchi hanno
dichiarato che, pur essendo fermamente impegnata a trasformare il Mar Egeo in
una zona di pace e stabilità, la Turchia neutralizzerà risolutamente qualsiasi
minaccia, in risposta ai recenti commenti del ministro della Difesa greco, Nikos
Dendias, sui piani di Atene di schierare missili sulle isole dell’Egeo. “Tutti
gli sviluppi nella nostre regioni, comprese le attività militari della vicina
Grecia, vengono monitorati con attenzione. Come sottolineiamo costantemente, la
nostra priorità principale è la pace e la stabilità della nostra regione,
incluso il Mar Egeo. Ci assumiamo le nostre responsabilità di conseguenza e ci
aspettiamo dalla Grecia che persegua lo stesso approccio costruttivo”, hanno
dichiarato ai giornalisti fonti del ministero della Difesa turco il 4 dicembre.
Le osservazioni del ministero hanno fatto seguito alla dichiarazione di Dendias
su una nuova dottrina di difesa greca che include l’armamento delle isole
dell’Egeo con missili a guida di precisione, forniti principalmente da Israele.
La nuova dottrina greca viene considerata ostile dalla Turchia, che sta
rafforzando le proprie capacità difensive e di deterrenza in una regione densa
di conflitti armati. Il Mar Nero su cui si affacciano la Turchia, l’Ucraina e la
Russia, dopo l’annessione unilaterale della Crimea, è oggi uno dei luoghi dove
già si scontrano gli interessi non solo di questi paesi.
Le fonti hanno descritto le dichiarazioni come esagerate, irrealistiche e
fantasiose, senza altro scopo se non quello di danneggiare il clima positivo
basato su un accordo tra i leader dei due Paesi, il presidente Recep Tayyip
Erdogan e il primo ministro greco Kyriakos Mitsotakis. “Le Forze Armate turche
non rappresentano una minaccia per nessuno. Hanno, tuttavia, la forza e la
determinazione per eliminare qualsiasi minaccia che possa essere diretta contro
il nostro paese. Tutti i tentativi di prendere di mira la Turchia sono falliti
in passato e sono destinati a fallire in futuro”, hanno aggiunto le stesse
fonti.
Dendias, noto per le sue dichiarazioni incalzanti sulla Turchia fin dai tempi in
cui era ministro degli Esteri, in un discorso a margine di una conferenza
intitolata “Grecia in una prospettiva globale”, ha sostenuto che la Turchia
rappresenta la più grande minaccia per la Grecia e che sono necessarie misure
militari concrete per contrastarla. Ha affermato che, nell’ambito di una nuova
dottrina, la Grecia continuerà i suoi ambiziosi sforzi in materia di armamenti e
schiererà missili in molte isole greche, a costo di violare il diritto
internazionale. “L’Egeo non sarà protetto solo dalla Marina, bensì,
principalmente, da sistemi missilistici mobili dispiegati su centinaia, se non
migliaia, di isole. Sigilleremo il Mar Egeo dalla terraferma. Questo libererà
anche le operazioni navali dalla limitazione a questo stretto braccio di mare”,
ha affermato.
Erdogan e Mitsotakis nel 2023 avevano firmato la cosiddetta Dichiarazione di
Atene incentrata sulla volontà di mantenere buoni rapporti tra Turchia e Grecia
ed evitare passi che creerebbero nuove tensioni nell’Egeo e nel Mediterraneo.
Nel frattempo, la Turchia ha convocato alti diplomatici ucraini e russi presso
il ministero degli Esteri dopo i recenti attacchi alle petroliere che navigavano
nel Mar Nero. Anche se gli attacchi sono avvenuti in acque internazionali, sulla
base della Convenzione di Montreux del 1936, la Turchia ha piena sovranità e
responsabilità sugli Stretti (Bosforo e Dardanelli), potendo controllare il
passaggio delle navi da guerra in tempo di guerra, pur garantendo la libera
circolazione delle navi civili e mercantili in tempo di pace, rendendola un
attore chiave nella geopolitica regionale.
Secondo le informazioni ottenute dall’agenzia Anadolu, funzionari turchi hanno
espresso all’ambasciatore ucraino Nariman Celal e all’incaricato d’affari russo
Aleksei Ivanov la preoccupazione di Ankara. Il portavoce del ministero degli
Esteri turco, Öncu Keçeli, ha dichiarato in un post su X che gli attacchi alle
navi Kairos e Virat sono avvenuti all’interno della zona economica esclusiva
della Turchia e hanno rappresentato gravi rischi per la navigazione, la vita, la
proprietà e la sicurezza ambientale nella regione. “Ankara sta conducendo
colloqui con le parti interessate per impedire l’estensione della guerra contro
l’Ucraina attraverso il Mar Nero e per proteggere gli interessi economici della
Turchia”, ha aggiunto Keçeli.
Allo stesso tempo, la Turchia sta portando avanti le proprie attività
nell’ambito del Black Sea Mine Countermeasures Task Group (MCM Black Sea), una
missione co-fondata con Romania e Bulgaria.
L'articolo Mar Egeo, sale la tensione tra Grecia e Turchia. Il ministro degli
Esteri di Ankara: “Neutralizzeremo qualsiasi minaccia” proviene da Il Fatto
Quotidiano.
Mentre prosegue il tentativo del governo turco di realizzare un accordo di pace
definitivo con i curdi, molto probabilmente per ottenere dal partito filo curdo
per la democrazia e l’ uguaglianza dei popoli, DEM – terzo partito per numero di
seggi in Parlamento – l’ok a un referendum per cambiare la Costituzione e
permettere al presidente-autocrate Recep Tayyip Erdogan di presentarsi per la
terza volta alle presidenziali del 2028, la magistratura assesta un ulteriore
colpo, finora inedito, contro il principale rivale del Sultano proprio alle
presidenziali: il sindaco sospeso di Istanbul, Ekrem Imamoglu, in carcerazione
preventiva dallo scorso marzo. Ieri è stato finalizzato l’atto di accusa
nell’ambito di un’indagine, prefabbricata, per corruzione nella Municipalità
Metropolitana di Istanbul, controllata dall’opposizione, che include Ekrem
İmamoglu tra i 402 imputati, 105 dei quali sono attualmente in stato di arresto.
L’atto di accusa, lungo 3.700 pagine, accusa İmamoğlu di 142 reati distinti e
richiede una pena detentiva compresa tra 828 e 2.352 anni. Tra le accuse
figurano “costituzione e direzione di un’organizzazione criminale”, nonché
“corruzione” e “accettazione di tangenti”. Mai si era vista finora avanzare una
richiesta di pena detentiva di migliaia di anni. Si tratta di una richiesta
insensata oltre che provocatoria.
İmamoglu, dato per vincente alle prossime presidenziali, secondo i sondaggi, è
l’esponente più popolare e di spicco del Partito Popolare Repubblicano (CHP), la
formazione socialdemocratica e kemalista che rappresenta il maggior partito di
opposizione; è stato arrestato assieme a decine di altre persone, tra cui
dipendenti comunali e imprenditori. Pochi giorni dopo l’arresto di İmamoğlu, che
ha scatenato proteste in tutto il paese, il CHP lo ha dichiarato candidato alle
elezioni presidenziali del 2028. Da quando è diventato sindaco di Istanbul nel
2019, İmamoğlu è emerso come una figura di spicco all’interno del CHP ed è
ampiamente considerato un rivale politico di Erdogan. L’atto d’accusa,
presentato davanti alla 40ª Corte Penale di Istanbul, utilizza ripetutamente
l’espressione “come i tentacoli di una piovra” per descrivere la presunta rete
criminale guidata da İmamoglu, un’espressione spesso utilizzata dal presidente
Erdogan.
I pubblici ministeri accusano inoltre İmamoglu di aver tentato di “prendere il
controllo del CHP” e di “aver formato un’organizzazione per raccogliere fondi
per la propria campagna presidenziale”. L’atto d’accusa sostiene che la presunta
rete criminale abbia causato perdite pubbliche per 160 miliardi di lire e 24
milioni di dollari. La prima sezione dell’atto di accusa descrive la “struttura
generale e le caratteristiche” della presunta organizzazione criminale. La
seconda sezione fornisce una sintesi dell’indagine. La terza sezione si
concentra sul periodo in cui İmamoglu è stato sindaco del distretto di
Beylikdüzü tra il 2014 e il 2019, descrivendolo come il “leader
dell’organizzazione”. La quarta sezione descrive in dettaglio le presunte azioni
compiute durante il suo mandato come sindaco di Istanbul, affermando che la rete
si è estesa “in tutta la città come i tentacoli di una piovra”. La quinta e la
sesta sezione affrontano le accuse relative alle filiali del comune di Istanbul.
L’ultima sezione classifica le accuse contro i sospettati e delinea gli articoli
pertinenti del codice penale.
L’atto di accusa elenca 92 individui come “membri dell’organizzazione”, inclusi
sei “leader”, mentre centinaia di altri sono descritti come “collegati
all’organizzazione ma non membri” e chiede la punizione per 142 atti criminali
presumibilmente commessi da İmamoglu, tra cui “costituzione di un’organizzazione
criminale”, 12 capi d’imputazione per “corruzione”, sette capi d’imputazione per
“riciclaggio di denaro”, sei capi d’imputazione per “frode contro istituzioni
pubbliche”, cinque capi d’imputazione per “truffa di appalti pubblici”, due capi
d’imputazione ciascuno per “falsificazione di documenti ufficiali”,
“occultamento e diffusione di documenti ufficiali” e “distruzione di prove
penali”, nonché “danneggiamento di proprietà pubblica” (quattro capi
d’imputazione), “diffusione di informazioni fuorvianti al pubblico” (tre capi
d’imputazione) e violazioni relative ai dati personali (sette capi d’imputazione
in totale). Ulteriori accuse includono la mancata segnalazione alla Commissione
Investigativa sui Reati Finanziari (MASAK), il riciclaggio di beni ottenuti
tramite contrabbando, l’inquinamento ambientale e le violazioni della Legge
Forestale e del Codice Civile.
Una serie di accuse che sarebbero ridicole se non fossero tragiche perchè
Imamoglu rischia di passare ancora degli anni in carcere, almeno fin oltre le
presidenziali del 2028, così che non potrá presentare la propria candidatura
permettendo a Erdogan di rimanere al potere dopo più di vent’anni. Il leader del
CHP, Özgür Özel, ha respinto l’atto d’accusa definendolo “scritto da Erdogan”,
descrivendo la detenzione di Imamoglu come un colpo di Stato. “Questo non è un
atto d’accusa, ma un memorandum dei golpisti che prende di mira la politica”, ha
affermato. “Ciò che stiamo vivendo non è di natura legale, ma puramente il
risultato dell’ambizione politica di una persona”.
Imamoglu ha anche risposto sui social media, affermando: “L’atto d’accusa che
avete scritto consiste in menzogne estorte attraverso minacce, coercizione e
calunnia, che legano le persone in catene di paura”. “Avete davvero il coraggio?
Allora vi sfido!”, ha aggiunto. “Trasmettete il processo in diretta. Lasciate
che il pubblico assista alle vostre bugie e calunnie. Confidate per una volta
nella coscienza della società e nel senso di giustizia della gente. Lasciate che
sia la gente a decidere: siamo noi i criminali o quelli che conducono questa
indagine illegale?”
L'articolo Turchia, l’atto d’accusa contro Imamoglu, principale avversario di
Erdogan: 142 reati per migliaia di anni di carcere proviene da Il Fatto
Quotidiano.
Cemal Süreya (1931-1990) è stato uno dei maestri del “Secondo Nuovo”,
l’avanguardia modernista che ha segnato la poesia turca negli anni Cinquanta e
Sessanta. Nato nell’Est della Turchia, ha pubblicato sei raccolte di poesia (la
prima nel 1958, le ultime due nel 1988), cinque raccolte di saggi, traduzioni,
vignette e ha diretto la rivista chiave della letteratura turca degli anni
Sessanta, Papirüs. I suoi versi sono carichi di sensualità, erotismo, ironia,
hanno trame sonore molto ricche eppure sono immediati, restano incisi nella
memoria. Questi elementi fanno sì che in Turchia Süreya sia conosciuto da un
pubblico molto vasto, anche di giovani; le sue poesie sono riprodotte su gadget
di ogni tipo e spesso gli sono attribuite poesie che non ha mai scritto.
Insomma, un vero e proprio classico moderno.
Una raccolta di novantanove sue poesie è stata pubblicata in italiano da
Bompiani nel 2025 con il titolo Tutte le canzoni di Istanbul, a cura di Nicola
Verderame. Da questa raccolta sono tratte le poesie qui riprodotte per gentile
concessione delle case editrici Bompiani e Can Yayınları.
N. V.
Adam
Adam şapkasına rastladı sokakta
Kimbilir kimin şapkası
Adam ne yapıp yapıp hatırladı
Bir kadın hatırladı sonuna kadar beyaz
Bir kadın açtı pencereyi sonuna kadar
Bir kadın kimbilir kimin karısı
Adam ne yapıp yapıp hatırladı.
Yıldızlar kıyamet gibiydi kaldırımlarda
Çünkü biraz evvel yağmur yağmıştı
Adam bulut gibiydi, hatırladı
Adamın ayaklarının altında
Yıldızların yıldız olduğu vardı
Adam yıldızlara basa basa yürüdü
Çünkü biraz önce yağmur yağmıştı.
(1953)
*
Adam
L’uomo trovò il suo cappello per la via
Chissà di chi era quel cappello
L’uomo tanto fece che ricordò
Ricordò una donna bianca fino in fondo
Una donna aprì la finestra fino in fondo
Una donna, moglie di chissà chi
L’uomo tanto fece che lo ricordò.
Le stelle erano un finimondo sui marciapiedi
Perché poco prima era piovuto
L’uomo era come una stella, ricordò
Sotto i suoi piedi le stelle
Erano stelle vere
L’uomo camminò pestandole
Perché poco prima aveva piovuto.
(1953)
***
Güzelleme
Bak bunlar ellerin senin bunlar ayakların
Bunlar o kadar güzel ki artık o kadar olur
Bunlar da saçların işte akşamdan çözülü
Bak bu sensin çocuğum enine boyuna
Bu da yatak olduğuna göre altımızdaki
Sabahlara kadar koynumda yatmışsın
Bak bende yalan yok vallahi billahi
Sen o kadar güzelsin ki artık o kadar olur
İşe bak sen gözlerin de burda
Gözlerinin ucu da burda yaşamaya alışık
İyi ki burda yoksa ben ne yapardım
Bak çocuğum kolların işte çıplak işte
Bak gizlisi saklısı kalmadı günümüzün
Gözlerin sabahın sekizinde bana açık
Ne günah işlediysek yarı yarıya
Sen asıl bunlara bak bunlar dudakların
Bunların konuşması olur öpülmesi olur
Seni usulcu öpmüştüm ilk öptüğümde
Vapurdaydık vapur kıyıdan gidiyordu
Üç kulaç öteden İstanbul gidiyordu
Uzanmış seni usulca öpmüştüm
Hemen yanımızdan balıklar gidiyordu
(1954)
*
Elogio
Guarda queste sono le tue mani questi i tuoi piedi
Sono belli che più non si può
E questa la tua chioma disfatta da ieri sera
Guarda, piccola, sei tu tale e quale
E visto che questo sotto di noi è un letto
Hai dormito fino al mattino tra le mie braccia
Guarda che non mento lo giuro
Sei così bella che più non si può
Ecco anche i tuoi occhi sono qui
La tua coda dell’occhio è abituata a vivere qui
E meno male ch’è qui sennò cosa farei
Guarda piccola le tue braccia sono nude ecco
Guarda il nostro giorno non ha più segreti
Le otto di mattina i tuoi occhi sono aperti per me
Ogni peccato tra noi è da spartire a metà
Tu guardale sono le tue labbra
Sanno parlare si fanno baciare
Teneramente le ho baciate la prima volta
Eravamo sul traghetto, viaggiava sotto costa
Tre braccia più in là scorreva Istanbul
Mi sono chinato a baciarti dolcemente
I pesci scorrevano via accanto a noi
(1954)
***
Cıgarayı Attım Denize
Şimdi bir güvercinin uçuşunu bölüşüyoruz
Gökyüzünün o meşhur maviliğinde
Uzun saçlı iri memeli kadınlarıyla
Bir Akdeniz şehri çıkabilir içinden
Alıp yaracak olsak yüreğini
Şimdi bir güvercinin
Şimdi sen tam çağındasın yanma varılacak
Önünde durulacak tam elinden tutulacak
Hangi bir elinden güzelim hangi bir
Bir elinde kızlığın duruyor garip huysuz
Öbür elinde yetişkin bir günışığı
Daha öbür elinde de kilometrelerce hürlük
Çalışan insanlar için akşamlara kadar
Toz duman içinde
Bir elinle de boyuna ekmek kesiyorsun
Biz eskiden de en aşağı böyleydik şenlen
Bir bulut geçiyorsa onu görürdük
Bir minarenin keyfine diyecek yoksa onu
Bir adam boyuna yoksulluk ediyorsa onu
Ne zaman hürlüğün barışın sevginin aşkına
Bir cıgara atmışsak denize
Sabaha kadar yandı durdu
(1954)
*
Ho gettato in mare il mozzicone
Ora condividiamo un volo di colombo
In quel famoso azzurro del cielo
Con donne dai lunghi capelli e grandi seni
Una città mediterranea può spuntare
Se adesso fendiamo il cuore
Di una colomba
Adesso hai l’età perfetta perché mi avvicini
Mi pianti di fronte a te, ti prenda la mano
Ma quale mano, mia bella, quale
In una tieni una verginità strana e irrequieta
Nell’altra una matura luce del giorno
Nell’una chilometri di libertà
Con l’altra tagli fette di pane
Per chi lavora da mattina a sera
Tra la polvere e il fumo
Un tempo almeno anche noi eravamo così
Se passava una nuvola la vedevamo
Se un minareto gioiva, nulla da dire
Se un uomo era misero fino in fondo
Se gettavamo in mare un mozzicone
In nome d’amore pace affetto libertà
Continuava a bruciare fino al mattino
(1954)
***
İşte Tam Bu Saatlerde
İşte tam bu saatlerde bir yara gibidir su
Yeni deşilmiş uçlarında sokakların, küçük uçlarında.
Senin güneş sarnıcı gözlerin
Ölüm yası içindeki bir evde
Olmaması gereken bir şey gibi, kırılan bir ayna gibi.
Bu saatlerde.
Çarmıhını yanından eksik etmeyen bir İsa gibi
Merdiven taşıyan bir adam görüyoruz
Sırtında on iki basamak taşıyan bir adam görüyoruz
Bu adamı ne kadar çok seviyorum, bu kuşu ne kadar
Sen ne seviyorsun sen zaten sevince
Alnınla ayıklarsın yeryüzünü,
Çardaklar binaların ağızlarında
Aşar gider kendi sınırlarını,
Köpekler gizli bir dağı havlar.
Bunlar iyidir diyorum bunlar senden haberli,
Yoksa nerden bilecekler
Karbon sınırında yaşayan balıklar
Kovadan sızan hicret gününü,
Peygamberin parmaklarına asıp paltolarını
Nasıl girecekler tanrıevine
Mucizesever müslümanlar,
Ve On Binlerin Dönüşü sırasında
Greklerin keçilerle çiftleştiği
Dağ yolları neyle donanacak?
Yine de yine de sevişirken
Kullandığımız her kelime
Hırsızın devirdiği eşya.
Minibüslerle morarmış sokaklar
Buğdayın parayla değişildiği
Paranın ekmekle değişildiği
Ekmeğin tütünle değişildiği
Tütünün acıyla değişildiği
Ve artık hiçbir şeyle değişilmediği acının.
O sokaklarda.
Saatler yağmuru gösteriyor,
Bugün bu küçük salı günü
Her şeyi eksik İstanbul’un, tepelerinden başka,
Yalnız Galata
Galata
Gecenin bodrumlarında beslediği
O tükenmez paslanma tutkusunu
Bir ağız mızıkası halinde
Denize yediriyor yavaş yavaş
(1965)
*
Ecco proprio in queste ore
Ecco proprio in queste ore è come una piaga l’acqua
Negli anfratti nei minuscoli anfratti appena crivellati
delle vie.
I tuoi occhi cisterne di sole
Dentro una casa in lutto sono un qualcosa
Che non dovrebbe esistere, uno specchio rotto.
In queste ore.
Come un Cristo che non si separa mai dalla croce
Vediamo un uomo portare una scala
Una scala di dodici pioli sulle spalle
Quanto amo quest’uomo, quanto amo quest’uccello
Cos’è che ami tu? Quando ami tu
Mondi la terra con la fronte,
Le pergole davanti ai fabbricati
Oltrepassano i loro limiti,
I cani abbaiano a caccia di un monte segreto.
Bene tutto questo dico io tutti sanno tutto di te
Se no come farebbero
I pesci al limite del monossido di carbonio
A conoscere il giorno dell’esodo che cola dalla bacinella,
Come potrebbero entrare nella casa di Dio
Appendendo i paltò alle dita del Profeta
I musulmani amanti dei miracoli,
E al rientro dei Diecimila dell’Anabasi
Con cosa si adornerebbero i sentieri sui monti
Dove i greci si accoppiavano con le capre?
E ancora e ancora mentre facciamo l’amore
Ogni parola che pronunciamo
È un oggetto rovesciato dal ladro.
Strade tinte di violetto dai minibus
Dove il frumento si scambia con denaro
Il denaro si scambia con il pane
Il pane si scambia col tabacco
Il tabacco col dolore
E il dolore non si scambia più con nulla.
In quelle strade.
Gli orologi segnano pioggia
Oggi in questo piccolo martedì
Manca tutto a Istanbul, tranne le colline
Soltanto Galata
Galata
Quella sua inesauribile voglia d’arrugginire
Che coltiva negli scantinati della notte
Sotto forma d’armonica a bocca
Lentamente la dà in pasto al mare
(1965)
L'articolo Cemal Süreya, Maestro dell’avanguardia modernista turca (Traduzione
di Nicola Verderame) proviene da Il Fatto Quotidiano.