Kia ha presentato la nuova generazione di Seltos, SUV compatto che continua a
rappresentare un modello strategico per il marchio nei principali mercati
globali. L’anteprima, trasmessa online con il tema “The Protagonist”, introduce
un aggiornamento che punta soprattutto su praticità d’uso, connettività e
un’identità estetica più marcata.
Il modello nasce sulla piattaforma K3 e si propone con una serie di
miglioramenti strutturali tutti incentrati sulla qualità di guida: maggiore
rigidità della scocca, migliore isolamento acustico ed equilibrio rivisto del
telaio contribuiscono, secondo Kia, a un comportamento più stabile e
confortevole. Nei mercati che lo prevedono sarà disponibile un motore 1.6 T-GDI
da 180 CV, abbinabile a cambio DCT a sette rapporti o manuale a sei velocità,
con opzione per la trazione integrale e le modalità di gestione del terreno. Dal
2026 la gamma sarà ampliata con una versione full-hybrid dotata di funzione
Vehicle-to-Load e del nuovo sistema di frenata rigenerativa Smart Regenerative
Braking 3.0.
Il design evolve lungo direttrici più nette e robuste. Le dimensioni crescono
fino a 4.430 mm in lunghezza, 1.830 mm in larghezza e 1.600 mm in altezza, con
un passo di 2.690 mm. Il frontale adotta una griglia più ampia con firma
luminosa Star Map e maniglie a scomparsa, mentre il posteriore presenta gruppi
ottici che attraversano il portellone. Le varianti X-Line e GT-Line si
differenziano per finiture e caratterizzazioni specifiche. Durante la
presentazione sono stati introdotti tre nuovi colori, che però non saranno tutti
disponibili per il mercato europeo.
Gli interni sono stati ripensati con una plancia più bassa, maggiore spazio a
bordo e un “impianto” tecnologico aggiornato. Il doppio display panoramico da
12,3 pollici integra strumentazione e infotainment, supportato da aggiornamenti
software OTA, Digital Key 2.0 e un nuovo assistente basato su intelligenza
artificiale generativa. A seconda del mercato sono previsti tetto panoramico,
illuminazione interna personalizzabile e sistemi audio premium, mentre alcuni
contenuti – come i sedili posteriori reclinabili in 24 posizioni o l’impianto
Bose – non arriveranno in Europa. Il bagagliaio offre una capacità di 536 litri
(VDA), accompagnato dal sistema modulare AddGear per una migliore gestione dello
spazio.
Sul fronte della sicurezza, la nuova Seltos introduce una serie di dispositivi
di assistenza alla guida, tra cui il pacchetto Highway Driving Assist 2, il Lane
Following Assist 2, il Forward Collision-Avoidance Assist 2, il Safe Exit
Warning e sistemi dedicati al parcheggio, oltre a un Head-Up Display che
proietta le informazioni principali sul parabrezza.
La produzione parte questo mese in India e proseguirà nel corso del 2026 in
Corea, Nord America, Europa e Cina. Per il mercato europeo il modello sarà
proposto con una dotazione specifica, priva di alcune varianti estetiche,
meccaniche e di comfort previste invece per altri Paesi.
L'articolo Evoluzione Seltos, il suv di Kia cresce in dimensioni, tecnologia e
funzionalità proviene da Il Fatto Quotidiano.
Tag - Suv
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MERCEDES GLB
La nuova Mercedes GLB non stravolge, ma evolve. Non cerca l’effetto speciale a
tutti i costi, piuttosto lavora per sottrazione e per coerenza, come fanno le
auto nate per durare più di una stagione. Oggi però il passo in avanti è netto:
la GLB entra nel mondo dell’elettrico puro e lo fa con due versioni ben
distinte, 250+ EQ e 350 4MATIC EQ. La prima è capace di erogare 272 cavalli, la
seconda, ne mette a disposizione 354 con la trazione integrale.
In entrambi i casi la batteria è da 85 kWh, con un’autonomia che nel ciclo WLTP
spazia dai 521 a oltre 630 chilometri. La ricarica in corrente continua può
assorbire fino a 320 kW, con un il passaggio dal 10 all’80% in circa 22 minuti.
Numeri che spostano la GLB dal ruolo di semplice SUV urbano a quello di vera
“macinachilometri” elettrica.
Le prestazioni non sono più un tabù, neanche per un’auto con ambizioni
familiari. La 350 4MATIC spinge forte, con quella risposta piena e immediata
tipica dell’elettrico, mentre la 250+ gioca la sua partita sull’efficienza e
sulla fruibilità quotidiana. In entrambi i casi la sensazione è quella di un
progetto pensato per semplificare la vita, non per complicarla: zero ansia da
autonomia, tanta facilità d’uso e una naturale predisposizione ai viaggi veri,
quelli lunghi, senza troppe soste rituali.
Dentro cambia tutto, o quasi: la plancia è dominata dal doppio display
completamente digitale, con un MBUX evoluto, navigazione con realtà aumentata e
servizi online connessi in 5G. Spuntano soluzioni finora inedite per il
segmento: riconoscimento del volto, telecamera per selfie, illuminazione
ambientale avanzata, display dedicato al passeggero e, sugli allestimenti
superiori, head-up display e impianto audio Burmester 3D. L’abitacolo diventa
così più un ambiente digitale che un semplice posto guida, ma senza
quell’effetto astronave forzato che spesso accompagna le elettriche di nuova
generazione. Il bagagliaio resta ampio e pratico, con in più il vano anteriore
dedicato a cavi e ricarica, soluzione semplice ma fondamentale nell’uso
quotidiano.
Anche per questa nuova GLB rimane la possibilità della terza fila di sedili, una
rarità assoluta tra i SUV compatti elettrici. È una scelta che ne racconta bene
l’anima, rivolta alle famiglie che non vogliono salire di taglia ma pretendono
spazio vero.
Sul fronte sicurezza il pacchetto è completo: assistenza alla frenata,
mantenimento di corsia, assistente agli incroci, cruise adattivo DISTRONIC,
telecamere a 360 gradi, funzione di sterzata automatica e perfino il cofano
“trasparente” per le manovre off-road leggere. Tecnologie che fino a pochi anni
fa erano terreno esclusivo delle ammiraglie e che oggi scendono finalmente nel
segmento medio-alto degli elettrici.
Capitolo prezzi, infine. La GLB 250+ EQ da circa 59.400 euro, 64.800 per la GLB
350 4MATIC EQ.
L'articolo Mercedes GLB, il rinnovamento. Elettrica pura con tanta autonomia e
versatilità – FOTO proviene da Il Fatto Quotidiano.
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TOYOTA BZ4X
Toyota aggiorna in profondità il suo SUV elettrico bZ4X, introducendo interventi
che puntano a colmare le lacune della prima generazione in termini di autonomia,
prestazioni e comfort. Il modello ora offre due tagli di batteria agli ioni di
litio, da 57,7 o 73,1 kWh, per configurazioni a trazione anteriore o integrale.
La variante con capacità maggiore consente di superare i 560 km dichiarati nel
ciclo WLTP, mentre la ricarica in corrente continua resta fissata a 150 kW, con
tempi attorno ai 28 minuti per passare dal 10 all’80%. Toyota introduce inoltre
il pre-condizionamento della batteria, pensato per migliorare la ricarica in
condizioni ambientali avverse e ridurre le variazioni di performance in inverno,
uno dei punti critici del modello precedente.
Il sistema di propulsione è stato riprogettato: l’e-Axle integra motore,
trasmissione e inverter in un modulo più compatto ed efficiente, con un
incremento netto delle prestazioni. Nella versione a trazione integrale la
potenza raggiunge i 252 kW, rendendo il bZ4X uno dei modelli più performanti del
marchio al di fuori della gamma sportiva GR. L’efficienza beneficia dell’uso di
semiconduttori in carburo di silicio, che riducono le dispersioni energetiche.
Questi miglioramenti dovrebbero tradursi in un vantaggio reale e costante
nell’utilizzo quotidiano, soprattutto su lunghi tragitti autostradali, dove
molti EV mostrano consumi ben più elevati rispetto ai valori omologati.
L’abitacolo è stato rivisto con maggiore attenzione al comfort: nuovo sistema
multimediale da 14 pollici, materiali aggiornati (in parte riciclati),
isolamento acustico migliorato e una console centrale completamente
riprogettata. Anche il design esterno cambia senza stravolgere: frontale più
definito, gruppi ottici aggiornati e affinamenti aerodinamici che cercano di
ridurre consumi e rumorosità. La versione AWD conserva un’identità da SUV
tradizionale, con capacità di traino fino a 1.500 kg e un’impostazione che vuole
mantenere un certo livello di versatilità, elemento non scontato in un mercato
elettrico dove molti modelli privilegiano efficienza e linee filanti a scapito
della praticità.
Nel complesso, il nuovo bZ4X rappresenta un aggiornamento mirato a rendere il
progetto più competitivo in un segmento sempre più affollato e popolato da
modelli che puntano su autonomia elevata ed efficienza. Le modifiche introdotte
sono sostanziali e riguardano sia la parte tecnica sia il comfort a bordo, con
l’obiettivo di offrire un’esperienza più completa e in linea con gli standard
attuali del mercato.
L'articolo Toyota aggiorna il suv elettrico bZ4X. Design incisivo, più potenza e
autonomia – FOTO proviene da Il Fatto Quotidiano.
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VOLKSWAGEN T-ROC
Non solo più grande, ma anche più “ricca”. Nel senso che, spiega Volkswagen, “il
livello di equipaggiamento è stato aumentato in linea generale”. Vale a dire che
grazie alle dotazioni di serie già la versione d’accesso è “tutt’altro che un
modello base”. Di sicuro in Italia, dove l’entry level, la Trend, non viene
nemmeno importata, il che contribuisce a spiegare il listino che parte da 33.900
euro. Con la seconda generazione della T-Roc, Volkswagen è ambiziosa quanto e
forse più che con la prima, già venduta in due milioni di esemplari. “I nostri
clienti amano la T-Roc e sono convinto che la nuova generazione abbia tutto ciò
che serve per continuare a scrivere questa fantastica storia di successo: un
design moderno, tecnologie innovative, massima qualità e pregio, comandi
intuitivi e un comportamento su strada piacevole ed equilibrato”, sintetizza
Thomas Schäfer, amministratore delegato di Volkswagen.
Il nuovo modello è stato sviluppato per andare incontro alle richieste dei
clienti europei, che chiedono Suv compatti eppure spaziosi e allo stesso tempo
in grado di poter essere guidati in città (11,1 metri di diametro di sterzata),
ma anche di poter venire impiegati per spostamenti più lunghi.
La T-Roc è la prima Volkswagen i cui motori sono esclusivamente elettrificati:
mild hybrid a 48 Volt al lancio e in futuro anche full hybrid. I primi due
sistemi sono basati sul sovralimentato quattro cilindri benzina da 1.5 litri
(eTSI) offerto sia con 116 sia con 150 Cv (l’unità guidata in Portogallo, tra
Lisbona, Palmela, dove la T-Roc viene fabbricata e il cui stabilimento vale il
4,5% dell’intero export lusitano) e Cascais. L’anno prossimo arriveranno anche
il duemila eTSI da 204 Cv e le due declinazioni full hybrid del millecinque, da
136 e 170 Cv. Per la versione più sportiva, la “R” da 333 Cv, ci sarà da
pazientare ancora più di un anno: al momento il debutto è previsto per i primi
mesi del 2027.
Stabile, anche se molto morbida, la T-Roc è comoda e si conferma fluida con la
sua discreta (nel senso che non si fa sentire) trasmissione automatica.
All’occorrenza è anche dinamica: impiega 8,9” per andare da 0 a 100 all’ora e
raggiunge i 212 km/h di velocità massima. Rispetto alla prima generazione è
cresciuta di 9 millimetri in altezza (1,57 metri), di 30 nel passo (2,63) e di
120 in lunghezza (4,37). Ciò nonostante l’aerodinamica è migliorata del 10% con
un Cx di 0,29. Il bagagliaio ha 30 litri di capacità in più e parte da 475
(arriva a 1.350).
I consumi omologati nel ciclo Wltp oscillano tra i 5.5 e 6 l/100 km: al termine
dei 150 chilometri al volante il computer ne ha rilevati 7, uno scostamento
sicuramente dovuto anche al tipo di guida. I cerchi arrivano fino a 20”, mentre
lo schermo “italiano” riservato all’infotainment ha una sola diagonale, quella
da 12.9. Tra le novità dell’armamentario tecnologico si sono il Park Assist Pro
con funzione Memory per posizionare il Suv in modo completamente automatico su
distanze fino a 50 metri e il più evoluto Travel Assist.
L'articolo Volkswagen T-Roc, la prova de Il Fatto.it – Più spazio e tecnologia
alla guida – FOTO proviene da Il Fatto Quotidiano.
Hyundai rinnova la propria offerta nel segmento D con l’arrivo della SANTA FE
Plug-in Hybrid Model Year 2026, un aggiornamento che rafforza ulteriormente i
capisaldi del modello senza snaturarne l’essenza. Dopo l’evoluzione del
powertrain full-hybrid, anche la versione ricaricabile compie un deciso passo
avanti in termini di prestazioni, tecnologia e personalizzazione, incarnando lo
spirito “Open for More” che guida la nuova generazione del brand.
Il cuore del rinnovamento è il powertrain PHEV, che compie un vero salto di
qualità: la potenza complessiva passa infatti da 253 a 288 CV. La configurazione
abbina il motore 1.6 T-GDi a un propulsore elettrico e al cambio automatico a 6
rapporti, con trazione integrale 4WD di serie, pensata per offrire comfort e
sicurezza in ogni condizione.
Sul fronte tecnologico, la SANTA FE Plug-in Hybrid MY26 introduce la Digital Key
2.0, disponibile nei pacchetti Bose & Tech e Calligraphy. Grazie alla tecnologia
NFC, è possibile aprire, chiudere e avviare l’auto tramite smartphone o
smartwatch compatibili, condividendo inoltre l’accesso con fino a 15 utenti. Una
soluzione pensata per un’esperienza sempre più connessa e intuitiva.
Gli interni si arricchiscono di nuove tonalità per la pelle Nappa incluse nel
Calligraphy Pack, ora proposto anche nelle eleganti combinazioni Pecan Brown e
Forest Green, oltre alla classica Black Ink. Un ampliamento dell’offerta che
rafforza il carattere del modello.
La gamma MY26 mantiene invariata la struttura di listino, articolata negli
allestimenti Business ed XClass, entrambi disponibili a 5 o 7 posti e con 4WD di
serie. La versione Business, da 55.800 euro, offre già una dotazione completa
che include doppio display da 12,3”, aggiornamenti OTA, sedili anteriori
riscaldabili, portellone elettrico e un ampio pacchetto di sistemi di sicurezza
Hyundai SmartSense. Al top della gamma, la XClass (da 60.550 euro) aggiunge
cerchi da 20”, sedili ventilati, interni premium e i più avanzati sistemi di
assistenza alla guida, con ulteriori possibilità di personalizzazione tramite i
pacchetti Bose & Tech e Calligraphy.
L'articolo Hyundai Santa Fe, debutta il model year 2026. Aggiornamenti su
motore, dotazioni e gamma proviene da Il Fatto Quotidiano.
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Jeep presenta la nuova Recon 2026, il primo SUV completamente elettrico del
marchio ad essere Trail Rated. Ovvero a possedere una certificazione che attesta
il superamento di una serie di test severi in off-road: si tratta di un marchio
registrato con criteri tecnici precisi e stringenti. Il modello, costruito sulla
piattaforma STLA Large, promette dunque prestazioni e numeri da vero
fuoristrada: 650 cavalli, 840 Nm di coppia istantanea e un’accelerazione 0-100
km/h in 3,7 secondi. L’autonomia varia a seconda degli allestimenti, fino a 450
km (circa 400 km sulle versioni di lancio USA).
Il cuore tecnico è formato da due motori elettrici da 250 kW ciascuno, con
trazione integrale elettrica di serie, differenziale posteriore bloccabile e
rapporti finali specifici per affrontare terreni impegnativi. L’allestimento
Moab, esclusivo per Stati Uniti e Canada, adotta un rapporto posteriore 15:1,
pneumatici da 33 pollici, 24 cm di altezza da terra e modalità Rock dedicata.
Gli angoli off-road sono da vera Jeep: 34° di attacco, 34,5° di uscita e 23,5°
di dosso. La Recon può inoltre guadare fino a 60 cm d’acqua.
Il design celebra l’heritage Jeep con linee robuste, griglia a sette feritoie
illuminata, tetto panoramico o Sky One-Touch e, soprattutto, la libertà
open-air: porte, vetri posteriori e lunotto sono removibili senza attrezzi.
Dentro domina la funzionalità: materiali riciclati, vani intelligenti, frunk da
85 litri, bagagliaio fino a 1.867 litri e un impianto audio Alpine premium di
serie, unico nel segmento.
La tecnologia è protagonista con oltre 66 cm di “superfici” digitali: quadro
strumenti da 12,3”, touchscreen da 14,5”, Uconnect 5, integrazione Alexa e
strumenti dedicati all’off-road come Trails Offroad e la Dynamic Range Mapping
di TomTom. Sono più di 170 i sistemi di sicurezza disponibili.
Prodotta a Toluca, in Messico, la Jeep Recon debutterà a inizio anno in USA e
Canada, con arrivo nei mercati globali previsto nel quarto trimestre del 2026.
Dunque da noi arriverà l’anno prossimo di questi tempi.
L'articolo Jeep Recon 2026, debutta il primo sport utility elettrico Trail Rated
– FOTO proviene da Il Fatto Quotidiano.