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“Periodo di osservazione troppo breve”, parere negativo di tutrice e curatrice a revoca dell’allontanamento dei bimbi che vivevano nel bosco
Non c’è ancora una decisione sul caso della “famiglia nel bosco”, la coppia anglo-australiana i cui tre figli sono stati allontanati dalla casupola – senza luce e acqua – immersa nel verde di Palmoli (Chieti). Durante l’udienza di due giorni fa al Tribunale per i minorenni dell’Aquila, la tutrice Maria Luisa Palladino e la curatrice speciale Marika Bolognese hanno espresso un parere negativo alla richiesta dei genitori di revoca del provvedimento di allontanamento, risalente al 20 novembre. Il motivo principale, secondo quanto riferisce il quotidiano Il Centro, è il “periodo di osservazione troppo breve” trascorso dai bambini nella struttura protetta di Vasto. La valutazione mirava a stabilire se le criticità legate alla crescita, alla sicurezza e al benessere dei minori fossero state superate. Pur non essendo vincolante per il collegio giudicante, presieduto da Cecilia Angrisano con il giudice relatore Roberto Ferrari, il parere ha un peso rilevante nelle decisioni del tribunale. La difesa della coppia, rappresentata dagli avvocati Marco Femminella e Danila Solinas, ha evidenziato come il provvedimento di allontanamento sia legato in larga parte al presunto isolamento dei bambini dal mondo esterno. I legali sostengono che i figli abbiano vissuto in un contesto naturale e lontano dalla città, con un percorso educativo di tipo parentale, e che sia necessario un equilibrio tra tutela del minore e diritto dei genitori a esercitare la responsabilità familiare. Nel frattempo, il Comune di Palmoli ha messo a disposizione insegnanti per lezioni individuali e supporto educativo, integrando l’apprendimento parentale e garantendo ai bambini continuità didattica. Si tratta di un intervento finalizzato a non interrompere il percorso scolastico dei minori e a fornire strumenti per il loro sviluppo cognitivo e sociale, anche durante il periodo di allontanamento. L’attenzione sul caso ha valicato i confini nazionali: martedì prossimo è prevista la visita del console australiano in Italia presso la struttura di Vasto, a testimonianza della rilevanza internazionale della vicenda. La presenza del console mira anche a garantire un monitoraggio diretto delle condizioni dei bambini e a fornire rassicurazioni diplomatiche alla famiglia. Anche il mondo della cultura e dello spettacolo ha mostrato vicinanza alla famiglia. Il cantante Al Bano ha offerto ai genitori la possibilità di trasferirsi temporaneamente nella sua masseria di Cellino San Marco, ricordando la propria esperienza di vita isolata: “Subito dopo il mio primo successo, lasciai la grande città per vivere in un bosco a due chilometri e mezzo dal centro abitato: non c’era acqua, non c’era elettricità, niente telefono”. L’artista ha sottolineato come la proposta sia scaturita dal desiderio di fornire un ambiente sicuro e accogliente per i bambini. L'articolo “Periodo di osservazione troppo breve”, parere negativo di tutrice e curatrice a revoca dell’allontanamento dei bimbi che vivevano nel bosco proviene da Il Fatto Quotidiano.
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Bimbi nel bosco, il Tribunale si riserva la decisione: i minori restano in casa famiglia
Almeno per il momento resteranno in casa famiglia i tre figli minorenni (una bimba di otto anni e due gemelli di sei) di Catherine Birmingham e Nathan Trevallion, la coppia anglo-australiana che vive in un rudere nel bosco di Palmoli, in provincia di Chieti. Dopo aver ascoltato gli avvocati dei genitori, convocati giovedì in udienza, il Tribunale dei minori dell’Aquila si è riservato la decisione su un’eventuale modifica dell’ordinanza cautelare con cui ha sospeso temporaneamente la loro potestà sui bambini, trasferendoli in una struttura protetta dove vivono dal 20 novembre insieme alla madre. I difensori hanno presentato istanza di ricongiungimento urgente, appellandosi a due nuove relazioni favorevoli depositate dagli assistenti sociali e sottolineando tra l’altro che la coppia ha accettato di vivere un immobile messo a disposizione da un privato (un ristoratore di Ortona) in attesa dei lavori necessari a rendere abitabile il casolare (soprattutto per quanto riguarda il bagno). La legge prevede che la riserva venga sciolta entro cinque giorni, ma il termine non è perentorio e nella prassi viene spesso superato. Resta in piedi, in ogni caso, il ricorso contro l’ordinanza presentato di fronte alla Corte d’Appello dell’Aquila, con l’udienza fissata per il 16 dicembre. “Non sappiamo la tempistica ma siamo fiduciosi, è stata un’udienza caratterizzata da un proficuo confronto“, dice una dei difensori, Danila Solinas, mentre il collega Marco Femminella parla di “dialogo costruttivo tra le parti”. A cavalcare la vicenda in chiave anti-magistrati, come al solito, il leader della Lega Matteo Salvini: “Anche stanotte, per la quindicesima volta, tre bambini non dormiranno nel loro letto, ma in una casa famiglia. Lontani dai genitori e dai luoghi a cui sono abituati. Cos’altro aspettano i giudici per restituire quei bimbi all’abbraccio di mamma e papà?”. L'articolo Bimbi nel bosco, il Tribunale si riserva la decisione: i minori restano in casa famiglia proviene da Il Fatto Quotidiano.
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Fratellini che vivevano in un bosco dell’Aretino allontanati dalla famiglia, “nessuna procedura di istruzione”
Arriva dalla provincia di Arezzo un caso di allontanamento di minori avvenuto un mese e mezzo fa e che emerge dopo il clamore della vicenda dei bimbi nei bosco di Palmoli (Chieti) che potrebbe ormai essere in via di risoluzione. Nella piccola comunità toscana, tra le colline di Caprese Michelangelo, due bambini di 4 e 8 anni sono stati affidati a una comunità protetta. Secondo quanto riportato dal quotidiano La Verità, i genitori, Harald, perito elettronico di Bolzano, e Nadia, originaria della Bielorussia, avrebbero scelto uno stile di vita isolato, vivendo in un bosco e optando per la scuola parentale a domicilio. Tuttavia, non avrebbero seguito le procedure previste dalla normativa per l’istruzione parentale né eseguito tutti gli obblighi vaccinali dei figli. Il caso è stato documentato anche dalla trasmissione Fuori dal Corò di Rete 4, che ha mostrato immagini delle telecamere di sorveglianza della casa: i due bambini, il 16 ottobre scorso, vengono portati via dagli assistenti sociali e dalle forze dell’ordine, urlanti e spaventati. Secondo quanto stabilito dal Tribunale dei Minori di Firenze, presieduto dalla giudice Nadia Todeschini, i genitori non avrebbero rispettato le procedure previste per l’istruzione domiciliare e avrebbero ostacolato i controlli sanitari sui bambini. “Ci hanno ucciso”, racconta la madre Nadia, “sono 47 giorni che non abbiamo loro notizie. Neppure una telefonata, neppure per i compleanni del mese scorso. Siamo distrutti. Perché tutto questo? Che male abbiamo fatto?” La sindaca di Caprese Michelangelo, Marida Brogialdi, conferma che la situazione era nota agli uffici comunali: “L’operazione è stata disposta dal Tribunale dei minori di Firenze e coordinata con carabinieri e servizi sociali. Non conosco personalmente la famiglia; il padre venne una volta in Comune, ma ebbe un atteggiamento molto distaccato”. Brogialdi sottolinea che nel territorio la scuola parentale è praticata da diverse famiglie, soprattutto straniere, che vivono in casolari isolati, ma che “procedono regolarmente con gli esami annuali. In questo caso i due bambini non risultavano iscritti a nessuna procedura di istruzione parentale e non avevano mai sostenuto le verifiche previste”. . L'articolo Fratellini che vivevano in un bosco dell’Aretino allontanati dalla famiglia, “nessuna procedura di istruzione” proviene da Il Fatto Quotidiano.
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La famiglia nel bosco accetta l’immobile offerto da un privato: “Rispetta il nostro stile”. Ecco dove vivranno – Foto
I genitori della “famiglia nel bosco”, Nathan e Catherine, hanno accettato un immobile offerto gratuitamente da un privato cittadino che permetterà loro di riunirsi dopo l’allontanamento dei tre figli minori disposto dal Tribunale per i minori dell’Aquila verso una struttura protetta dove i bambini sono rimasti con la madre. La decisione arriva pochi giorni dopo che i coniugi avevano negato con forza di aver rifiutato aiuti e supporto da enti pubblici o privati per una sistemazione alternativa, ribadendo che era “assolutamente falso” quanto si diceva in merito a un loro presunto rifiuto di aiuto. I legali della coppia, gli avvocati Marco Femminella e Danila Solinas, hanno reso noto tramite comunicato che l’accettazione dell’immobile è stata presa “pur di ovviare alle criticità igienico sanitarie riscontrate”. I due genitori hanno definito la mossa non un “passo indietro, ma un passo avanti che consente di tornare a vivere secondo il proprio credo e la propria voglia di libertà”. L’alloggio accettato è un casolare appena ristrutturato nel bosco di Palmoli, offerto in comodato gratuito da Armando Carusi, un ristoratore di Ortona., che ha concesso all’Ansa le foto dell’immobile. Il padre, Nathan, ha visitato la residenza autonoma – dotata di almeno due ampie stanze, cucina, un pozzo per l’acqua, bagno a secco e locali per gli animali – ed è rimasto “affascinato” dalla struttura che rispecchia il loro stile di vita, tanto da essere colpito anche da alcuni antichi attrezzi in legno presenti. I coniugi hanno depositato nei giorni scorsi un reclamo avverso l’ordinanza di allontanamento, il cui fine dichiarato era la salvaguardia e la tutela del benessere psicofisico dei bambini. ‹ › 1 / 9 CASOLARE_PALMOLI_01 Il casolare offerto gratuitamente ‹ › 2 / 9 CASOLARE_PALMOLI_09 Il casolare offerto gratuitamente ‹ › 3 / 9 CASOLARE_PALMOLI_08 Il casolare offerto gratuitamente ‹ › 4 / 9 CASOLARE_PALMOLI_07 Il casolare offerto gratuitamente ‹ › 5 / 9 CASOLARE_PALMOLI_06 Il casolare offerto gratuitamente ‹ › 6 / 9 CASOLARE_PALMOLI_05 Il casolare offerto gratuitamente ‹ › 7 / 9 CASOLARE_PALMOLI_04 Il casolare offerto gratuitamente ‹ › 8 / 9 CASOLARE_PALMOLI_03 Il casolare offerto gratuitamente ‹ › 9 / 9 CASOLARE_PALMOLI_02 Il casolare offerto gratuitamente In relazione alle dinamiche difensive, gli attuali legali hanno invece precisato l’avvicendamento con il precedente difensore, l’avvocato Giovanni Angelucci. Attraverso un comunicato, Femminella e Solinas hanno chiarito che “non vi è stata alcuna rinuncia, ma revoca”. Hanno spiegato che i loro assistiti hanno deciso di revocare il precedente difensore a causa di “criticità legate ad una puntuale interpretazione di segmenti processuali”. Secondo i legali, se tali segmenti fossero stati correttamente individuati e chiariti, avrebbero potuto condurre “sin da subito, ad un approdo diverso”. L’auspicio finale dei nuovi difensori è che, chiuso il capitolo delle dichiarazioni definite illegittime, l’attenzione possa limitarsi alla convergenza di forze per ottenere il ricongiungimento familiare. A preoccupa ancora è invece l’atteggiamento contro la magistratura. Il presidente facente funzione della Corte di appello di Firenze, Isabella Mariani, ha espresso “seria preoccupazione” per quello che ha definito un “attacco così strumentale e così violento” alla magistratura. Mariani ha sottolineato come i minori vengano allontanati non solo dalla ‘famiglia del bosco’, ma da famiglie di diverse etnie e da famiglie italiane in generale, se sussistono i presupposti. La magistrata ha criticato duramente il fatto che il Guardasigilli Carlo Nordio abbia minacciato ispezioni e procedimenti disciplinari “sulla base di zero dati” e senza aver letto gli atti, pur essendo l’organo che per primo dovrebbe essere neutrale e a difesa dell’indipendenza dei giudici. Ha inoltre definito la rappresentazione del caso fatta dai media, con titoli come “bambini nel bosco,” come un “effetto mediatico” che non traspare dalle carte, ricordando e denunciando l'”attacco così violento, così disinformato” a cui è stata sottoposta una collega, componente di un collegio di cinque. L'articolo La famiglia nel bosco accetta l’immobile offerto da un privato: “Rispetta il nostro stile”. Ecco dove vivranno – Foto proviene da Il Fatto Quotidiano.
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Sulla famiglia nel bosco il solito dibattito ideologico: ma qui la domanda vera è un’altra
di Roberto Del Balzo Quando c’è un argomento un po’ maleodorante come un buco nella terra dove finiscono gli escrementi, in tanti tra politici, giornalisti, geronto-psichiatri o sociologi e il mondo esilarante dei social seguono la scia mefitica per lasciare il proprio commento, sempre strumentale, ossessivamente retorico e pieno di ideologie che deragliano nell’insensatezza. L’argomento sono i figli della famiglia che abitava il bosco di Palmoli trasferiti in una struttura. Il dibattito si è ridotto a questo: da una parte la retorica della “famiglia autentica e perseguitata”, dall’altra l’immagine caricaturale dello Stato che interviene per punire una scelta di vita alternativa. Non solo politici ma anche filosofi di “destra” ci sono cascati con post sui social (sì, quel luogo un po’ esilarante dove tutti diventano sciamani o giudici supremi). Insomma è subito diventato il solito teatro dei pupi: la sinistra green che odia la natura, la destra che difende famiglie che non ha mai incontrato, la magistratura rappresentata come un covo di stregoni progressisti e la folla dei commentatori che applaude senza aver letto neppure una riga degli atti, senza analizzare le relazioni dei servizi sociali, capire lo stato di salute dei minori, ascoltare più di una campana. Lasciamo tutto questo – l’epica a buon mercato, la parabola morale prefabbricata, i titoloni indignati – nello stesso buco senza fondo e adesso pieno di politici gesticolanti. La domanda vera è un’altra: la libertà usata come amuleto può diventare una superstizione con cui mascherare, nascondere e confondere una prigione? Esiste al mondo qualcosa che non sia una gabbia? La vita nel bosco, l’educazione super alternativa, il rifiuto della società, delle convezioni, delle contaminazioni e via dicendo può trasformarsi in un recinto ideologico, perfino più rigido di quello che si vorrebbe evitare. Mettiamo da parte le relazioni degli assistenti sociali, non parliamo dell’avvelenamento da funghi che ha portato i bambini al pronto soccorso, proviamo a lasciarci andare come un paracadutista che invece di atterrare risale e può guardare tutto dall’alto, distaccandosi dalle meschinità della vicenda. E dall’alto, forse, la libertà per essere tale ha bisogno di un limite altrimenti per quei bambini è solo il sinonimo di dipendenza dall’adulto che controlla ogni orizzonte. La libertà non è sottrarsi ma affrontare, imparare ad affrontare la complessità, le contraddizioni e un mondo che bisogna comprendere per essere liberi o almeno tentare di esserlo un po’. C’è un bel film che andrebbe rivisto in questi giorni, è Captain fantastic dove questa superstizione della libertà è smascherata: il bosco non salva, il bosco nasconde. Perché questi bambini di Palmoli, prima o poi entreranno in città e, come nel film, non sapranno parlare con coetaneo, non sapranno orientarsi, non sapranno vivere se non dentro la loro gabbia, quel culto imperfetto di purezza creato dai genitori. Forse servirebbero più punti domanda. Ma la questione è che la discussione è stata solo ideologica: nessuno o in pochi hanno avuto il coraggio di chiedersi che libertà fosse quella offerta ai bambini, se li preparasse o li intrappolasse, se allevasse persone o adepti. Dall’alto, sempre dall’alto, guardando il bosco di Palmoli allontanarsi, appare altro, un mondo e i suoi limiti e con esso l’ultima domanda: tra le cose che dobbiamo imparare non c’è forse l’accettazione che non saremo mai liberi? IL BLOG SOSTENITORE OSPITA I POST SCRITTI DAI LETTORI CHE HANNO DECISO DI CONTRIBUIRE ALLA CRESCITA DE ILFATTOQUOTIDIANO.IT, SOTTOSCRIVENDO L’OFFERTA SOSTENITORE E DIVENTANDO COSÌ PARTE ATTIVA DELLA NOSTRA COMMUNITY. TRA I POST INVIATI, PETER GOMEZ E LA REDAZIONE SELEZIONERANNO E PUBBLICHERANNO QUELLI PIÙ INTERESSANTI. QUESTO BLOG NASCE DA UN’IDEA DEI LETTORI, CONTINUATE A RENDERLO IL VOSTRO SPAZIO. DIVENTARE SOSTENITORE SIGNIFICA ANCHE METTERCI LA FACCIA, LA FIRMA O L’IMPEGNO: ADERISCI ALLE NOSTRE CAMPAGNE, PENSATE PERCHÉ TU ABBIA UN RUOLO ATTIVO! SE VUOI PARTECIPARE, AL PREZZO DI “UN CAPPUCCINO ALLA SETTIMANA” POTRAI ANCHE SEGUIRE IN DIRETTA STREAMING LA RIUNIONE DI REDAZIONE DEL GIOVEDÌ – MANDANDOCI IN TEMPO REALE SUGGERIMENTI, NOTIZIE E IDEE – E ACCEDERE AL FORUM RISERVATO DOVE DISCUTERE E INTERAGIRE CON LA REDAZIONE. SCOPRI TUTTI I VANTAGGI! L'articolo Sulla famiglia nel bosco il solito dibattito ideologico: ma qui la domanda vera è un’altra proviene da Il Fatto Quotidiano.
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Famiglia nel bosco, ora Nordio allarga il fronte: vuole i dati sugli allontanamenti di minori da tutte le procure in 4 giorni
Sei righe, compresi i saluti. È la richiesta urgente inviata dal ministero della Giustizia ai Tribunali per i minorenni: compilare in pochissimi giorni una rilevazione nazionale sugli allontanamenti dei minori negli ultimi tre anni. Protocollata proprio oggi, nel giorno in cui il ministro Carlo Nordio si è presentato al question time alla Camera. Tra i temi anche la delicatissima vicenda dei bimbi che vivevano in un rudere senza acqua ed elettricità e ora ospitati in una comunità per ordine del Tribunale per i minorenni dell’Aquila che ha sospeso temporaneamente la potestà genitoriale. Sulla carta, l’iniziativa dovrebbe servire a “fare chiarezza”. Nella sostanza, però, il tempismo appare tutt’altro che neutrale: la circolare è arrivata sui tavoli dei procuratori mentre infuria la strumentale polemica politica sul caso dei fratellini di 6 e 8 anni, che erano finiti sotto osservazione da parte dei servizi sociali per un caso di intossicazione alimentare. I genitori, lui inglese e lei australiana, però non hanno seguito nessuna delle prescrizioni dei magistrati e per questo è stato deciso l’allontanamento temporaneo. Che potrebbe durare più del previsto anche in considerazione del fatto che l’avvocato che li tutelava ha rimesso il mandato perché la coppia ha rifiutato sia due alloggi, sia di procedere con la ristrutturazione della casupola. Questo il testo della richiesta di via Arenula: “Al fine di corrispondere all’urgente richiesta del Gabinetto del Ministro, prego le SS.LL. di voler trasmettere, entro l’1 dicembre p.v. all’indirizzo di posta elettronica statistica@giustizia.it i dati, raccolti nell’ultimo triennio… in ordine al numero di minori accolti presso gli istituti di assistenza pubblici o privati e nelle comunità di tipo familiare, specificando il numero di casi in cui si tratti dei minori stranieri non accompagnati”. L’improvvisa fretta di raccogliere numeri si accompagna alle parole del Guardasigilli al Parlamento sul “tema delicatissimo” dei bambini. Riferisce l’ex magistrato ora al governo: “Ho provveduto immediatamente ad approfondire con urgenza la vicenda tramite l’Ispettorato, chiedendo la trasmissione di copia integrale di tutti gli atti processuali ancora non pervenuti. Il prelievo forzoso del minore e i presupposti che lo legittimano – prosegue Nordio – non possono mai prescindere dal dovuto e difficile bilanciamento tra l’interesse del minore in prospettiva futura e quello attuale al mantenimento dello status quo. Si tratta – sottolinea – di una misura estrema alla quale ricorrere non senza aver prima attentamente valutato le ripercussioni che un simile provvedimento può produrre sul benessere psico-fisico del minore stesso e sempre avendo di mira il suo superiore interesse, principio cardine sancito dalla Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza. Vi assicuro che laddove dovessero emergere profili di rilievo disciplinare eserciterò le prerogative costituzionali riconosciutemi per legge”. E si è trattato proprio di una misura estrema perché il provvedimento, come si è sottolineato in una lunga nota dell’Associazione Italiana dei Magistrati per i Minorenni e per la Famiglia, è stato disposto dopo un anno di osservazione e perché appunto non erano state rispettate le prescrizioni da parte dei genitori. Che non riguardano solo l’educazione scolastica impartita, ma la socialità e la salute stessa se si considera che una dieta strettamente vegana è sconsigliata ai bambini così piccoli. Del resto il caso dei “bimbi nel bosco” è stato presentato con una narrativa fortemente emotiva, ma priva di tutti gli elementi essenziali del quadro giuridico. I provvedimenti di allontanamento, come quello del Tribunale per i minorenni dell’Aquila, sono spesso motivati da relazioni tecniche complesse, valutazioni dei servizi territoriali, situazioni familiari difficili e, soprattutto, da rischi immediati per il minore. Di fronte a un’opinione pubblica in alcuni casi scossa perché ignara della complessità della vicenda o perché imbeccata da trasmissioni di intrattenimento, la risposta del ministero sembra costruita per spostare il bersaglio sulla magistratura, alimentando un clima già teso e facendo passare l’idea, mai esplicitata ma sempre suggerita che i giudici agiscano con leggerezza o senza controllo. In un paese in cui i magistrati minorili lavorano spesso con risorse insufficienti e sotto pressione, trasformare un caso singolo in un atto d’accusa generale rischia di compromettere l’equilibrio tra poteri e, paradossalmente, di pesare proprio sui soggetti più fragili che si pretende di difendere. Ma questo accade nel paese di un governo che con una controversa riforma della giustizia – dall’abuso d’ufficio alla separazione delle carriere – sta sfasciando il concetto stesso di diritto. L'articolo Famiglia nel bosco, ora Nordio allarga il fronte: vuole i dati sugli allontanamenti di minori da tutte le procure in 4 giorni proviene da Il Fatto Quotidiano.
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Bimbi nel bosco “allontanati dopo un anno di osservazione, i genitori non hanno rispettato le prescrizioni”
Per oltre dodici mesi, la famiglia anglo-australiana che vive nel bosco di Palmoli, in provincia di Chieti, è stata attentamente osservata e accompagnata dal Tribunale per i minorenni dell’Aquila. Ogni tentativo di sostegno e ogni prescrizione rivolta ai genitori sono stati registrati e verificati, in un percorso finalizzato a proteggere i minori senza ricorrere subito a misure drastiche. È in sintesi quello che in una lunga nota spiega l’Associazione Italiana dei Magistrati per i Minorenni e per la Famiglia, che dopo l’Anm interviene sul caso dell’allontanamento dei tre fratellini dalla capanna – senza luce e senza acqua – per essere collocati in una struttura. La decisione del 20 novembre è stata adottata come misura estrema ma ritenuta necessaria dagli stessi giudici per salvaguardare la salute e non solo dei bambina di 8 e 6 anni. LA RESPONSABILITÀ DEI GIUDICI E LA TUTELA DEI DIRITTI DEI MINORI “Con riferimento alle notizie di stampa diffuse in questi ultimi giorni sulla vicenda riguardante il provvedimento emesso il 20 novembre dal Tribunale per i minorenni de L’Aquila: ricordiamo che i giudici presso il Tribunale per i minorenni hanno il dovere di intervenire tutte le volte in cui esistono concreti e attuali motivi per ritenere compromessi, o anche solo messi a rischio, i diritti fondamentali dei minori, in conseguenza di condotte dei genitori che si dimostrino obiettivamente in contrasto con la tutela di questi diritti”, spiega l’Associazione Italiana dei Magistrati per i Minorenni e per la Famiglia. La nota mette in evidenza che il maltrattamento dell’infanzia non si manifesta solo attraverso episodi di violenza fisica o verbale. “Rammentiamo che il maltrattamento dell’infanzia spesso si esprime non solo attraverso condotte violente ma anche in forme di trascuratezza gravi e protratte nel tempo che, secondo quanto gli specialisti della tutela dell’infanzia hanno ampiamente provato, costituiscono causa di danni gravi e irreversibili allo sviluppo psicofisico di un bambino, meno espliciti ma spesso anche più pervasivi”. L’ALLONTANAMENTO COME EXTREMA RATIO Nel caso specifico, i giudici hanno ritenuto a rischio “diritti fondamentali dell’infanzia come quello alla salute e alla stessa integrità psicofisica, all’educazione e alla vita di relazione coi i coetanei”. La protezione di questi diritti ha guidato ogni decisione, anche quando questa ha comportato l’adozione di misure straordinarie. Che vengono contestate dal vicepremier Matteo Salvini che ha definito il provvedimento “vergognoso”, mentre il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, sta valutando l’invio di ispettori. Riguardo alla misura dell’allontanamento, l’Associazione sottolinea: “Osserviamo che l’allontanamento è stato disposto secondo criteri di gradualità ed ha costituito extrema ratio dovuta all’inefficacia dei rimedi precedenti, dal momento che la decisione del 20 novembre scorso è stata adottata dopo un periodo di osservazione e sostegno, protrattosi oltre un anno, durante il quale le prescrizioni del Tribunale sono state sistematicamente disattese dai genitori“. Il Tribunale, spiegano i magistrati, ha dunque agito solo dopo aver tentato tutte le misure possibili per correggere le condotte a rischio dei genitori, senza risultati concreti. L’allontanamento rappresenta quindi la misura finale, adottata nell’interesse superiore dei minori. RESPINGERE LE STRUMENTALIZZAZIONI La vicenda ha suscitato dibattiti politici e mediatici. “Respingiamo ogni forma di strumentalizzazione espressa in questi giorni da una parte della politica e dei media, che non tiene in alcun conto la complessità e la delicatezza dei diritti in questione; ribadiamo che tutte le decisioni giudiziali sono assunte dalla magistratura nell’esercizio autonomo delle proprie funzioni e trovano nel processo i necessari mezzi di impugnazione”, conclude la nota. Il legale della famiglia ha infatti annunciato ricorso e si vedrà cosa valuteranno e decideranno altri giudici. L'articolo Bimbi nel bosco “allontanati dopo un anno di osservazione, i genitori non hanno rispettato le prescrizioni” proviene da Il Fatto Quotidiano.
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Bimbi allontanati dalla famiglia nel bosco, Nordio: “Grave togliere i figli, faremo accertamenti”. Salvini: “Sequestrati”
La famiglia è cara alla destra, specie in campagna elettorale. Dunque il governo Meloni ha tutta l’intenzione di approfondire il caso dei 3 bambini allontanati dai genitori e dalla loro dimora nel bosco di Palmarosi, provincia di Chieti, in Abruzzo. La storia della madre e del padre – gli angloamericani Nathan e Catherine – in cerca di una vita all’insegna della natura distante dalla città, ha diviso l’Italia e scosso la politica. Il ministro della Giustizia Carlo Nordio ha annunciato “approfondimenti”, dopo un colloquio con Meloni senza escludere ispezioni in Tribunale. Anche Matteo Salvini si è schierato contro la decisione dei giudici, esprimendo l’intenzione di incontrare la madre e il padre. Per il ministro, si tratta di “un sequestro” di bambini. Dure critiche alla decisione del Tribunale arrivano anche dall’Associazione nazionale per la Tutela dei diritti dell’Infanzia e dall’Osservatorio sui diritti dei minori. Mentre si diffondono petizioni online a sostegno dei genitori. NORDIO: “STRAPPARE UN BAMBINO ALLA FAMIGLIA ATTO ESTREMAMENTE DOLOROSO” “È prematura qualsiasi considerazione procedurale, certo faremo accertamenti profondi”, ha dichiarato il ministro della Giustizia Carlo Nordio, in un’intervista al direttore del Tg1 Gian Marco Chiocci. “Bisogna vedere se” vivere allo stato di natura “compromette o meno l’educazione dei bambini, però penso che i genitori siano i primi a essere consapevoli dei loro doveri”, ha proseguioto il Guardasigilli. “Strappare un bambino a una famiglia è un atto estremamente doloroso, quindi bisognerà approfondire”, ha concluso il ministro. Ieri la premier Giorgia Meloni aveva valutato la possibilità di ispezioni ministeriali al Tribunale dei minori dell’Aquila, in un colloquio con il ministro della Giustizia. I magistrati, giovedì scorsi, hanno ordinato l’allontanamento dei tre bambini dai genitori anglo-australiani, Nathan e Catherine, per essere trasferiti in una casa protetta. Per Matteo Salvini, la decisione è “un sequestro di tre bambini portati via da una mamma e da un papà in maniera indegna, preoccupante, pericolosa e vergognosa. Sono impegnato ad andare fino in fondo e se serve anche a parlare con il giudice del tribunale dei minori”. Il ministro vuole incontrare i genitori, ma anche alimentare la propaganda a favore della riforma della giustizia: “Andrò in Abruzzo la settimana prossima. Giudice e assistenti sociali d’Abruzzo non rompano le scatole – ha aggiunto -. Anche questa storia dimostra che una profonda, sana e giusta riforma della giustizia che non funziona sarà fondamentale”. L’Associazione nazionale magistrati (Anm) invita alla cautela e a rispettare i magistrati. La decisione “si fonda su valutazioni tecniche e su elementi oggettivi: sicurezza, condizioni sanitarie, accesso alla socialità, obbligo scolastico. Ed è stato assunto nel rispetto delle norme vigenti e con finalità esclusivamente protettive”, ammoniscono la toghe. Che respingono al mittente la propaganda dei partiti: “Le strumentalizzazioni di certa politica appaiono a nostro avviso in netto contrasto col rispetto dei diritti dei minori”. IL PADRE: “NESSUNA CI IMPEDIRÀ DI VIVERE NELLA NATURA” Il padre dei bambini si difende, rivendica la scelta di vita e attacca la decisione dei magistrati, in un’intervista a Repubblica. “Non sono matto, parlo cinque lingue e ho vissuto in sei Paesi. In Europa e in Asia. Ho studiato e compreso qual è il modo migliore per essere felici. Ho deciso, insieme a mia moglie, di vivere dentro la natura, nessuno ce lo potrà impedire”., dice Nathan Trevallion. Racconta di aver conosciuto la moglie Catherine a Bali, in Indonesia: “Cercavamo una nuova vita. Lei è di famiglia benestante, una cattolica fervente. È una maestra di equitazione e ha scritto un libro di coaching con la prefazione della regina di Danimarca. Catherine, di lingue, ne parla sei. Crediamo, io e Catherine, in una vita senza contaminazioni, concrete e spirituali. Un’amica di mia moglie le aveva parlato dell’Abruzzo come di una terra speciale, e ancora pura”. Intanto, il sindaco di Palmoli in provincia di Chieti ha annuncia i prossimi passi che i bimbi dovranno compiere. “Svolgeranno una serie di attività e visite mediche con pediatra, verifica delle vaccinazioni, colloquio psicologico che non è stato possibile effettuare fino ad ora”, ha dichiarato il primo cittadino Giuseppe Masciulli. “I genitori per alcune attività non si erano resi disponibili – aggiunge Masciulli – come confermato anche da Nathan (il padre, ndr) che di recente, in maniera provocatoria, aveva dichiarato pubblicamente di voler chiedere 50 mila euro per ogni bambino da sottoporre a visita medica”. Il padre si è recato già da ieri mattina nella struttura per portare frutta e vestiti alla famiglia rimanendo con loro fino al pomeriggio. La comunità del piccolo borgo di Palmoli, di poco più di 800 abitanti, segue con il fiato sospeso la vicenda della famiglia nel bosco ed è loro molto vicina”, ha concluso il sindaco. LE PETIZIONI ONLINE CONTRO LA DECISIONE DEL TRIBUNALE Nuove petizioni online sono state lanciate nelle ultime ore a sostegno della famiglia. Il primo appello dell’11 novembre, “Salviamo la famiglia nel bosco”, ha superato le 78 mila firme, con un’impennata di circa 23 mila adesioni nelle ultime 12 ore. Almeno altre sette petizioni sono state avviate dopo il provvedimento giudiziario: tra queste, “Liberate i bambini della famiglia nel bosco”, “Per i bambini del bosco appello al tribunale dell’Aquila per riunire la famiglia”, e “Vicini a Nathan e Catherine, la famiglia che vive nel bosco”. Altri appelli raccolgono centinaia di firme per richiedere il ricongiungimento o per denunciare l’allontanamento come ingiusto: “Proteggiamo una famiglia felice” ha ottenuto 5.055 firme dallo scorso 2 novembre. L’OSSERVATORIO SUI DIRITTI DEI MINORI: “CAMBIARE LA LEGGE, ALTRO CHE SEPARAZIONE DELLE CARRIERE” Anche l’Osservatorio si diritti dei minori ha criticato duramente la decisione del Tribunale. “Ad uscire malissimo da questa vicenda sono le istituzioni, dalle quali l’opinione pubblica è orientata a tenersi sempre più alla larga”, ha dichiarato il sociologo Antonio Marziale, presidente dell’Osservatorio. “Se i magistrati hanno applicato rigidamente la legge, allora è da cambiare immediatamente la legge, e non è il primo segnale che si ha circa la necessità di rivedere l’ufficio degli allontanamenti dei figli dalle famiglie”, dice Marziale. È componente dell’Osservatorio nazionale sulla Famiglia della Presidenza del Consiglio dei Ministri, resuscitato con Meloni a palazzo Chigi grazie al decreto ministeriale del 11 maggio 2023. Dal 2016 è Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza della Regione Calabria. Nel capoluogo è docente a contratto di sociologia presso l’Università degli Studi Mediterranea. Marziale sollecita “Governo e Parlamento” a dare “priorità ad una riforma della giustizia non circoscritta alla separazione delle carriere, ma orientata alla tutela dei diritti dei cittadini, soprattutto se minorenni”. Marziale non è sicuro che l’allontanamento dei bambini fosse un atto dovuto da parte dei magistrati, in applicazione della legge: “Se, invece, fosse rientrata nelle loro prerogative un minimo di elasticità, bisognerebbe capire le ragioni per cui non l’abbiano tenuta in considerazione”. L’esperto sottolinea il decisivo aspetto dell’istruzione dei bimbi: “Se a determinare la decisione (…) fosse la mancata frequentazione delle aule scolastiche, occorrerebbe ricordare a chi detiene il potere decisionale che esiste l’istituto dell’istruzione parentale, la cui applicazione sarebbe stata molto meno traumatica dell’allontanamento. Da qualunque altra prospettiva la si voglia osservare, questa bruttissima vicenda segna la debacle del sistema istituzionale”. Per il presidente dell’Osservatorio, “l’allontanamento dai genitori ha ragion d’essere in ben altre situazioni, come quando i bimbi sono a rischio di incolumità personale, per via di genitori psichicamente disturbati, che come purtroppo è spesso accaduto arrivano ad ucciderli, seppur le istituzioni preposte abbiano decretato che non ci sarebbe stato alcun rischio”. “L’allontanamento – conclude il sociologo – dovrebbe costituire l’estrema ratio, ma in questa vicenda di estremo si può solo ed esclusivamente ravvisare un sistema legislativo e giudiziario alla frutta”. L’ASSOCIAZIONE NAZIONALE PER LA TUTELA DEI DIRITTI DELL’INFANZIA: “ALLONTANAMENTI DEI MINORI? UN BUSINESS DA 2 MILIARDI” In una lettera aperta all’indirizzo di Matteo Salvini, il presidente Antonio Borromeo denuncia le storture del sistema. Prima di tutto gli interessi economici legati all’allontanamento dei minori: “un volume d’affari stimato in circa due miliardi di euro per le comunità, più un ulteriore miliardo per le consulenze psicologiche e psichiatriche”, dice Borromeo. Secondo l’Associazione nazionale per la Tutela dei diritti dell’Infanzia, sarebbero oltre 32 mila i minori allontanati annualmente per presunta inidoneità genitoriale, spesso sulla base di “valutazioni soggettive o formulate da operatori ancora in formazione”. Al leader leghista, il presidente Borromeo ha chiesto di “non limitarsi a iniziative mediatiche”, come al richiesta dell’incontro con i genitori, ma di utilizzare il ruolo di governo per avviare una riforma organica del sistema. “Serve un intervento legislativo urgente”, ha ammonito Borromeo. L'articolo Bimbi allontanati dalla famiglia nel bosco, Nordio: “Grave togliere i figli, faremo accertamenti”. Salvini: “Sequestrati” proviene da Il Fatto Quotidiano.
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