“Siamo tutti sereni”. Ha risposto così ai giornalisti Maria Luisa Palladino, la
tutrice nominata dal tribunale per i Minorenni dell’Aquila, arrivando in auto
davanti alla casa-famiglia di Vasto dove si trovano i figli di Catherine e
Nathan. Qui oggi si tiene l’incontro con il rappresentante dell’Ambasciata
d’Australia. Ai cronisti che le hanno chiesto i motivi del parere negativo da
lei dato alla richiesta di revoca del provvedimento di allontanamento dai
genitori, Palladino ha risposto: “Si sta valutando la scuola, primariamente è
quella la ragione per cui si sta tentando di prorogare questo termine, ma di
poco solo per ragionare con i genitori sull’obbligo scolastico che il nostro
ordinamento prevede”, ha concluso prima di entrare nella struttura. La tutrice e
la curatrice avevano ritenuto ancora troppo breve il periodo di “osservazione”
trascorso dall’ingresso dei bambini nella struttura protetta per stabilire se le
criticità siano superate.
L'articolo Famiglia nel bosco, la tutrice: “Stiamo ragionando coi genitori
sull’obbligo scolastico per i figli” – Video proviene da Il Fatto Quotidiano.
Tag - L’Aquila
Dopo l’udienza presso il Tribunale per i minorenni dell’Aquila, dove si è
discusso della revoca del provvedimento di allontanamento da casa dei tre bimbi
che vivevano nel bosco di Palmoli (Chieti), si attende la visita del vice
console dell’ambasciata australiana nella casa famiglia di Vasto, dove si
trovano i fratellini. L’inviato incontrerà anche la madre,che negli ultimi
giorni ha iniziato a esprimere la volontà di tornare in Australia, il suo Paese
d’origine.
L’INCONTRO
Il rappresentante diplomatico dovrà valutare come gestire la situazione e quali
eventuali passaggi attivare. All’incontro parteciperanno la tutrice Maria Luisa
Palladino, la curatrice speciale Marika Bolognese, gli avvocati Marco Femminella
e Danila Solinas, oltre ai responsabili della struttura. Secondo il sindaco di
Palmoli, Giuseppe Masciulli, l’ambasciata potrebbe intervenire direttamente se
la donna scegliesse di rientrare in Australia: “Se la famiglia volesse tornare,
i bambini potrebbero essere affidati alla zia Rachael, insegnante e psicologa.
Si potrebbe fare una transazione di questo tipo”. Il caso della famiglia è
seguito dall’ambasciata sin dall’inizio. L’inviato aveva già chiesto chiarimenti
sulla cittadinanza dei bambini — registrati in Australia e quindi cittadini
australiani — e la donna ha di recente chiesto il rinnovo del proprio passaporto
e di quello della figlia maggiore.
IN ATTESA DEL TRIBUNALE MINORILE
Si attende la decisione del Tribunale per i minorenni dell’Aquila, che non ha
sciolto la riserva dopo l’udienza del 6 dicembre, un’udienza descritta come
tesa, con momenti di frizione tra avvocati e magistrati. Le curatrici avevano
chiesto più tempo per valutare la situazione dei tre minori e la possibilità di
un ricongiungimento familiare. Nel frattempo è trapelato un audio che la mamma
dei piccoli avrebbe inviato dalla casa famiglia ad alcune persone di fiducia. La
donna racconta un clima sereno ma regolato: “Sono concentrata, sono calma. Qui
ci trattano tutti bene… Tutti vogliono che i bambini tornino da me”. Sostiene di
aver adempiuto a tutte le richieste del giudice riguardo alla casa, alla scuola
e alla socializzazione: “La verità verrà fuori alla fine”. Il prossimo
appuntamento è il 16 dicembre, quando la Corte d’appello dell’Aquila si
pronuncerà sul ricorso già depositato.
L'articolo Famiglia nel bosco, la madre vorrebbe tornare in Australia. Attesa
per la visita del vice console dell’ambasciata australiana proviene da Il Fatto
Quotidiano.
Non c’è ancora una decisione sul caso della “famiglia nel bosco”, la coppia
anglo-australiana i cui tre figli sono stati allontanati dalla casupola – senza
luce e acqua – immersa nel verde di Palmoli (Chieti). Durante l’udienza di due
giorni fa al Tribunale per i minorenni dell’Aquila, la tutrice Maria Luisa
Palladino e la curatrice speciale Marika Bolognese hanno espresso un parere
negativo alla richiesta dei genitori di revoca del provvedimento di
allontanamento, risalente al 20 novembre.
Il motivo principale, secondo quanto riferisce il quotidiano Il Centro, è il
“periodo di osservazione troppo breve” trascorso dai bambini nella struttura
protetta di Vasto. La valutazione mirava a stabilire se le criticità legate alla
crescita, alla sicurezza e al benessere dei minori fossero state superate. Pur
non essendo vincolante per il collegio giudicante, presieduto da Cecilia
Angrisano con il giudice relatore Roberto Ferrari, il parere ha un peso
rilevante nelle decisioni del tribunale.
La difesa della coppia, rappresentata dagli avvocati Marco Femminella e Danila
Solinas, ha evidenziato come il provvedimento di allontanamento sia legato in
larga parte al presunto isolamento dei bambini dal mondo esterno. I legali
sostengono che i figli abbiano vissuto in un contesto naturale e lontano dalla
città, con un percorso educativo di tipo parentale, e che sia necessario un
equilibrio tra tutela del minore e diritto dei genitori a esercitare la
responsabilità familiare.
Nel frattempo, il Comune di Palmoli ha messo a disposizione insegnanti per
lezioni individuali e supporto educativo, integrando l’apprendimento parentale e
garantendo ai bambini continuità didattica. Si tratta di un intervento
finalizzato a non interrompere il percorso scolastico dei minori e a fornire
strumenti per il loro sviluppo cognitivo e sociale, anche durante il periodo di
allontanamento.
L’attenzione sul caso ha valicato i confini nazionali: martedì prossimo è
prevista la visita del console australiano in Italia presso la struttura di
Vasto, a testimonianza della rilevanza internazionale della vicenda. La presenza
del console mira anche a garantire un monitoraggio diretto delle condizioni dei
bambini e a fornire rassicurazioni diplomatiche alla famiglia. Anche il mondo
della cultura e dello spettacolo ha mostrato vicinanza alla famiglia. Il
cantante Al Bano ha offerto ai genitori la possibilità di trasferirsi
temporaneamente nella sua masseria di Cellino San Marco, ricordando la propria
esperienza di vita isolata: “Subito dopo il mio primo successo, lasciai la
grande città per vivere in un bosco a due chilometri e mezzo dal centro abitato:
non c’era acqua, non c’era elettricità, niente telefono”. L’artista ha
sottolineato come la proposta sia scaturita dal desiderio di fornire un ambiente
sicuro e accogliente per i bambini.
L'articolo “Periodo di osservazione troppo breve”, parere negativo di tutrice e
curatrice a revoca dell’allontanamento dei bimbi che vivevano nel bosco proviene
da Il Fatto Quotidiano.
Almeno per il momento resteranno in casa famiglia i tre figli minorenni (una
bimba di otto anni e due gemelli di sei) di Catherine Birmingham e Nathan
Trevallion, la coppia anglo-australiana che vive in un rudere nel bosco di
Palmoli, in provincia di Chieti. Dopo aver ascoltato gli avvocati dei genitori,
convocati giovedì in udienza, il Tribunale dei minori dell’Aquila si è riservato
la decisione su un’eventuale modifica dell’ordinanza cautelare con cui ha
sospeso temporaneamente la loro potestà sui bambini, trasferendoli in una
struttura protetta dove vivono dal 20 novembre insieme alla madre. I difensori
hanno presentato istanza di ricongiungimento urgente, appellandosi a due nuove
relazioni favorevoli depositate dagli assistenti sociali e sottolineando tra
l’altro che la coppia ha accettato di vivere un immobile messo a disposizione da
un privato (un ristoratore di Ortona) in attesa dei lavori necessari a rendere
abitabile il casolare (soprattutto per quanto riguarda il bagno).
La legge prevede che la riserva venga sciolta entro cinque giorni, ma il termine
non è perentorio e nella prassi viene spesso superato. Resta in piedi, in ogni
caso, il ricorso contro l’ordinanza presentato di fronte alla Corte d’Appello
dell’Aquila, con l’udienza fissata per il 16 dicembre. “Non sappiamo la
tempistica ma siamo fiduciosi, è stata un’udienza caratterizzata da un proficuo
confronto“, dice una dei difensori, Danila Solinas, mentre il collega Marco
Femminella parla di “dialogo costruttivo tra le parti”. A cavalcare la vicenda
in chiave anti-magistrati, come al solito, il leader della Lega Matteo Salvini:
“Anche stanotte, per la quindicesima volta, tre bambini non dormiranno nel loro
letto, ma in una casa famiglia. Lontani dai genitori e dai luoghi a cui sono
abituati. Cos’altro aspettano i giudici per restituire quei bimbi all’abbraccio
di mamma e papà?”.
L'articolo Bimbi nel bosco, il Tribunale si riserva la decisione: i minori
restano in casa famiglia proviene da Il Fatto Quotidiano.
Dopo il provvedimento, le polemiche, la ricerca di soluzioni, è arrivata il
momento dell’aula di giustizia. I genitori dei bimbi che hanno scelto di vivere
nel bosco a Palmoli, in Abruzzo, non saranno presenti all’udienza del Tribunale
per i minorenni dell’Aquila per l’udienza prevista oggi. Si discuterà se
modificare il provvedimento con cui, il 20 novembre, i tre figli della coppia
sono stati allontanati e trasferiti in una struttura protetta. Una decisione che
ha sollevato un acceso dibattito pubblico e che continua a mobilitare
associazioni, politica e magistratura.
L’udienza, prevista come comparizione delle parti, permetterà agli avvocati dei
genitori e ai rappresentanti dei minori di discutere eventuali correttivi, in
attesa dell’esito del ricorso già presentato in Corte d’Appello, fissato per il
16 dicembre. La giornata, dunque, potrebbe rappresentare un primo punto di
svolta nel percorso giudiziario della famiglia.
Intanto, a L’Aquila, l’Associazione nazionale magistrati si è riunita per
esprimere solidarietà ai giudici che hanno firmato il provvedimento di
allontanamento e sono stati bersaglio di insulti e minacce sui social. “Ci
sorprende – ha dichiarato il vicepresidente dell’Anm, Marcello De Chiara – che
il ministro Nordio abbia annunciato nell’immediatezza una possibile ispezione,
pur ammettendo di non conoscere il contenuto del provvedimento”. De Chiara ha
invocato “maggiore cautela” di fronte a una vicenda definita complessa e ha
denunciato l’avvio di una “campagna di delegittimazione” nei confronti della
magistratura, chiedendo alla politica di evitare polemiche “strumentali”.
Nel corso dell’assemblea è intervenuta anche la presidente del Tribunale per i
minorenni, Cecilia Angrisano, che ha difeso il lavoro dei giudici, parlando di
decisioni frutto di “un bilanciamento tra interessi e diritti” nell’ottica della
tutela dei minori. Angrisano ha inoltre criticato la violazione della privacy
dei bambini, “esposti in tutto ciò che la legge proibisce quando si tratta di un
minorenne”. Nel fascicolo dell’inchiesta, intanto, sono state depositate due
nuove relazioni che appaiono sostanzialmente favorevoli ai genitori: i documenti
offrono una lettura positiva della situazione familiare, senza evidenziare
criticità significative. Valutazioni che potrebbero pesare nell’esame del
Tribunale.
Il Tribunale per i minorenni dell’Aquila ha sospeso temporaneamente la potestà
genitoriale e collocato i bambini, di 6 e 8 anni, in una comunità, a loro
tutela. Si è trattato proprio di una misura estrema perché il provvedimento,
come si è sottolineato in una lunga nota dell’Associazione Italiana dei
Magistrati per i Minorenni e per la Famiglia, è stato disposto dopo un anno di
osservazione e perché appunto non erano state rispettate le prescrizioni da
parte dei genitori. Il caso dei bimbi era arrivato all’attenzione dei servizi
sociali dopo una intossicazione da funghi. nei giorni scorsi la coppi ha
accettato la casa offerta da un imprenditore. Potranno abitarci tutti tre mesi,
in attesa dei necessari lavori di ristrutturazione della capanna, senza luce e
senza acqua, dove vivevano i piccoli.
“Tutti sperano che sia un’udienza risolutiva per far sì che i bambini vengano
ricongiunti con i genitori ma io ho qualche dubbio” aveva spiegato ieri il
sindaco di Palmoli Giuseppe Masciulli. “Tutti quelli che stanno lavorando per
trovare una soluzione hanno fatto quello che potevano, cioè mettere a
disposizione un’abitazione idonea, però le problematiche erano anche altre –
chiarisce – Quindi dipenderà giovedì dal contenuto delle relazioni che
produrranno i servizi sociali e i responsabili della casa famiglia con tutte le
visite mediche e psichiatriche a cui i bambini sono stati sottoposti. Dipenderà
anche da quello, non è scontato o automatico che la casa sia sufficiente. È una
condizione necessaria ma non sufficiente”.
L'articolo Famiglia nel bosco, attesa per l’udienza in Tribunale. Depositate due
relazioni “favorevoli” proviene da Il Fatto Quotidiano.
In attesa dell’udienza, prevista giovedì, il Tribunale per i minorenni
dell’Aquila procede il percorso della famiglia del bosco per permettere ai tre
bambini allontanati dalla casa in cui vivevano senza acqua e senza luce. Dopo
l’accettazione di un alloggio in comodato, si lavoro sul fronte della
ristrutturazione. È tutto pronto, almeno sul fronte della disponibilità, per
rimettere a nuovo il casolare nel bosco dove la coppia spera di accogliere la
loro famiglia. “Nathan ci ha fatto entrare nella sua abitazione insieme
all’idraulico e ci ha descritto i lavori che aveva intenzione di fare: una
tettoia di legno da realizzare accanto al casolare dove organizzare due stanze,
la cucina e il bagno senza l’utilizzo di materiali di plastica”, racconta
all’Ansa il geometra Simone Agostino di Palmoli, commerciante e titolare di un
food-truck.
Il 24 novembre, Agostino era stato contattato dall’amico idraulico Nicola
Santini, che si era offerto di eseguire gratuitamente gli interventi necessari
nella masseria immersa nel bosco. Subito dopo, il geometra aveva informato il
sindaco, Giuseppe Masciulli, per rendersi utile nel recupero dell’edificio.
“L’idraulico ha parlato anche in rappresentanza di una ditta — precisa —. Io mi
sono attivato subito e, per accorciare i tempi, ho telefonato all’avvocato
Angelucci che stava preparando la Cia da consegnare al Comune”.
Il giorno successivo, il 25 novembre, Agostino e Santini hanno raggiunto Nathan
al casolare per un sopralluogo dettagliato. “Il bagno doveva restare a secco e,
per le tubazioni, bisognava creare una serpentina attorno ai tubi della stufa a
legna esistente per poter avere l’acqua calda. L’idraulico ha detto che era
possibile”. Per quanto riguarda l’acqua, bisognava installare un serbatoio sul
tetto per il recupero della pioggia. Questi erano i lavori da svolgere:
fattibili, e l’idraulico si è messo subito a disposizione insieme alla ditta”.
Agostino sottolinea che il suo impegno nasce solo da uno spirito di solidarietà,
lo stesso che ha portato la famiglia Carusi a concedere il casolare in comodato
gratuito. “Siamo disposti a fare questi lavori, e parlo anche a nome
dell’idraulico. Ho già una bozza degli interventi, ma i nuovi avvocati non hanno
mai chiamato né me né lui”.
La partenza dei lavori, però, è ancora ferma. “Nathan mi ha scritto che manca
qualche documento — aggiunge Agostino —. La pratica da presentare in Comune non
è ancora completa, ma appena sarà tutto in ordine potremo iniziare. Ripeto, ci
siamo offerti gratuitamente. Quello che stiamo facendo è solo per desiderio di
aiuto e per solidarietà”.
Giovedì invece è previsto momento potenzialmente decisivo. Gli avvocati Marco
Femminella e Danila Solinas chiedono la sospensione immediata dell’esecutività
del provvedimento e il rientro dei bambini in famiglia. Non si esclude che lo
stesso Tribunale per i minorenni, pur avendo formalmente convocato solo legali e
curatrice speciale — l’avvocata Marika Bolognese — possa valutare una modifica o
una revoca dell’ordinanza. Nel ricorso alla Corte d’appello — che ha 60 giorni
per esprimersi — la difesa chiede il ricongiungimento indicando sei punti
critici che, secondo i legali, farebbero venir meno i presupposti giuridici
della sospensione della responsabilità genitoriale: assistenza linguistica,
idoneità dell’abitazione, gestione degli esami medici, istruzione parentale,
relazioni sociali dei minori ed esposizione mediatica.
Sugli esami medici, la coppia avrebbe applicato un modello assicurativo tipico
dei Paesi anglosassoni, ritenendo alcuni accertamenti troppo invasivi. Quanto
alla casa nel bosco, la documentazione prodotta dimostrerebbe che era già in
corso un percorso per adeguare gli impianti e ampliare gli spazi. Inoltre,
l’offerta immediata di un’abitazione alternativa da parte della famiglia Carusi
di Ortona eliminerebbe qualsiasi dubbio sulla sicurezza abitativa. Respinta
anche l’ipotesi di abbandono scolastico: la difesa porta prove di un percorso di
istruzione parentale ritenuto legittimo. Sulle presunte carenze sociali e sulla
visibilità mediatica, i legali sostengono che i bambini abbiano contatti
regolari con coetanei e con adulti, vivendo sì una vita diversa da quella
urbana, ma non isolata. Le apparizioni pubbliche, inoltre, sarebbero state un
modo per mostrare la serenità familiare, non una dannosa esposizione dei minori.
“Tutti sperano che sia un’udienza risolutiva per far sì che i bambini vengano
ricongiunti con i genitori ma io ho qualche dubbio”, spiega all’Adnkronos il
sindaco di Palmoli Giuseppe Masciulli. “Tutti quelli che stanno lavorando per
trovare una soluzione hanno fatto quello che potevano, cioè mettere a
disposizione un’abitazione idonea, però le problematiche erano anche altre –
chiarisce – Quindi dipenderà giovedì dal contenuto delle relazioni che
produrranno i servizi sociali e i responsabili della casa famiglia con tutte le
visite mediche e psichiatriche a cui i bambini sono stati sottoposti. Dipenderà
anche da quello, non è scontato o automatico che la casa sia sufficiente. È una
condizione necessaria ma non insufficiente”.
L'articolo Bimbi nel bosco, geometra e idraulico “pronti” per ristrutturare.
Attesa per l’udienza, il sindaco: “Dipenderà anche dalle relazioni dei servizi
sociali” proviene da Il Fatto Quotidiano.
Forse qualcosa è cambiato. A due giorni dalla notizia che i genitori dei bimbi
allontanati hanno accettato la casa offerta da un imprenditore il Tribunale per
i minorenni dell’Aquila ha fissato per il 4 dicembre l’udienza di comparizione
nell’ambito del procedimento che riguarda la famiglia che viveva nel bosco di
Palmoli in una capanna senza luce e acqua. All’udienza, secondo quanto riferisce
l’Ansa, con gli avvocati Marco Femminella e Danila Solinas, ci saranno anche i
genitori dei tre bambini. Non si esclude che il Tribunale, che ufficialmente ha
solo chiesto la comparizione della parti, possa anche decidere di modificare o
revocare l’ordinanza di allontanamento del 20 novembre scorso.
L’alloggio accettato è un casolare appena ristrutturato nel bosco di Palmoli,
offerto in comodato gratuito da Armando Carusi, un ristoratore di Ortona. Il
padre, Nathan, ha visitato la residenza autonoma – dotata di almeno due ampie
stanze, cucina, un pozzo per l’acqua, bagno a secco e locali per gli animali –
ed è rimasto “affascinato” dalla struttura che rispecchia il loro stile di vita,
tanto da essere colpito anche da alcuni antichi attrezzi in legno presenti. I
coniugi hanno depositato nei giorni scorsi un reclamo avverso l’ordinanza di
allontanamento, il cui fine dichiarato era la salvaguardia e la tutela del
benessere psicofisico dei bambini.
Il Tribunale per i minorenni dell’Aquila ha sospeso temporaneamente la potestà
genitoriale e collocato i bambini, di 6 e 8 anni, in una comunità, a loro
tutela. Si è trattato proprio di una misura estrema perché il provvedimento,
come si è sottolineato in una lunga nota dell’Associazione Italiana dei
Magistrati per i Minorenni e per la Famiglia, è stato disposto dopo un anno di
osservazione e perché appunto non erano state rispettate le prescrizioni da
parte dei genitori. Il caso dei bimbi era arrivato all’attenzione dei servizi
sociali dopo una intossicazione da funghi.
L'articolo Famiglia nel bosco, i genitori dei bimbi allontanati convocati dal
Tribunale per i minorenni proviene da Il Fatto Quotidiano.
“Duecento dollari per una lettura energetica. Letture da 40 – 50 minuti: offerta
minima 100 dollari o 100 euro. Guarigioni, pulizie domestiche, animali smarriti:
minimo 50 euro”. Sono alcune delle offerte che appaiono nel sito di Catherine
Birmingham, la donna che insieme al marito Nathan Trevallion e ai suoi tre figli
di otto e sei anni, viveva in una piccola casa in un bosco, in provincia di
Chieti, in Abruzzo.
Il sito ora è stato reso privato, ma ilfattoquotidiano.it è riuscito ad
accedervi in tempo. Perché la tesi secondo cui la famiglia con la casa nel bosco
vive solo “di ciò che la piccola fattoria produce, senza bisogno d’altro”, è una
fiaba che incanta soltanto chi questa storia la usa per farne la propria
bandiera. I giudici del tribunale per i minorenni dell’Aquila, con un’ordinanza
del 20 novembre scorso, hanno disposto l’allontanamento dei tre bambini dai
genitori. I figli sono stati collocati temporaneamente in una casa – famiglia
dove resteranno per un periodo di osservazione, insieme alla madre.
E per capire che la realtà è ben diversa dalla favola bucolica basta leggere
l’ordinanza. “Il servizio sociale – scrivono i giudici – aveva segnalato la
condizione di sostanziale abbandono in cui si trovavano i minori, in situazione
abitativa disagevole e insalubre e privi di istruzione e assistenza sanitaria;
la famiglia viveva in un rudere fatiscente e privo di utenze e in una piccola
roulotte. I minori non avevano pediatra e non frequentavano la scuola”. E
ancora, una situazione di “preoccupante negligenza genitoriale, con particolare
riguardo all’istruzione dei figli e alla vita di relazione degli stessi,
conseguente alla mancata frequentazione di istituti scolastici e all’isolamento
in cui vivevano”. Il ministero è subito intervenuto per dire che “risulta
regolarmente espletato l’obbligo scolastico attraverso l’educazione
domiciliare”, ma restano tutte le altre contestazioni.
Il marito ha sempre sostenuto che la moglie lavorasse in smart working. Infatti.
Nel sito di lei ci sono tutte le attività che Catherine Birmingham, dietro
richiesta di pagamento, offriva. “La tua offerta – si legge – è destinata
all’intera tribù qui nel nostro Tempio di Guarigione dell’Amore e della Natura,
dove stiamo crescendo i nostri tre splendidi bambini”. E ancora “se desiderate
visitarci o soggiornare. Se desiderate partecipare a sessioni di guarigione
online o via email con Catherine potete leggere di più sulla pagina delle
letture energetiche”.
Ed è estremamente curioso come chi professi l’immersione totale nella natura,
sciogliendo le catene dalle sovrastrutture consumistiche e tecnologiche di cui
siamo schiavi, arrivi a proporre sessioni online a pagamento, attivi canali
YouTube, fotografi il tutto e si faccia pure remunerare tramite pagamenti
digitalizzati. “Per una lettura energetica – scrive Birmingham – tieni presente
che ho ricevuto 200 dollari per una sessione di 45 minuti. Queste richiedono una
enorme quantità della mia energia”. Inoltre si propone come sensitiva. Se hai
animali, oggetti, o persone smarriti che vuoi ritrovare, “con una foto e il
nome, mi sintonizzo con l’energia o la coscienza della cosa – animale smarriti e
cerco di localizzarlo”. Per le letture energetiche da 40, 50 minuti si parte da
un minimo di 100 dollari – euro. Ma puoi anche “fare un’offerta di importo
maggiore”. “Viviamo fuori dalla rete – scrive Birmingham – e stiamo tornando
alla preziosa vita semplice”.
L'articolo “Duecento dollari per una lettura energetica”. Catherine Birmingham,
la “mamma del bosco” si offriva anche come sensitiva proviene da Il Fatto
Quotidiano.
“Accettate l’alloggio gratuito. È l’unica strada per riunire i bambini ai
genitori. Il bene dei minori viene prima di tutto”. È con queste parole che il
sindaco di Palmoli (Chieti), Giuseppe Masciulli, lancia un appello alla famiglia
che viveva nel bosco dopo l’allontanamento dei tre figli, disposto dal Tribunale
dei Minori dell’Aquila.
I giudici hanno sospeso la potestà genitoriale con un’ordinanza motivata.
Masciulli ricorda che il Comune aveva già messo a disposizione una casa nel
centro del paese, dotata di tutte le utenze (la capanna nel bosco è senza luce e
acqua), “tre camere da letto, doppio servizio, riscaldamento”, ma la famiglia
aveva declinato l’offerta, tornando a vivere nella loro ex casa contadina nei
boschi. I bambini sono stati allontanati dopo un anno di osservazione e perché i
genitori non hanno rispettato le prescrizioni. Il padre dei piccoli ha comunque
preannunciato alcune migliorie della capanna che sono state progettate.
Secondo il sindaco, come scrive Il Centro, la proposta di alloggio non era e non
è un mero favore: si trattava di una soluzione duratura da mantenere fino a
quando l’abitazione originaria non fosse ristrutturata. Masciulli afferma che
l’amministrazione ha sempre sostenuto la famiglia, pur sottolineando che il
pericolo concreto è stato il rifiuto di un progetto condiviso: i genitori
avevano concordato interventi di ristrutturazione, visite sanitarie per i
bambini e incontri psico‑educativi, ma poi non hanno mantenuto gli impegni.
Secondo il sindaco, la famiglia avrebbe addirittura chiesto 150 mila euro per
fare le visite mediche ai figli; 50mila per ogni bambino.
L’ex casa nel bosco è stata definita dal tribunale un rudere “fatiscente e privo
di utenze”, con gravi carenze igienico‑sanitarie, elementi che hanno motivato la
decisione di trasferire i bambini in una struttura educativa. L’operazione di
allontanamento è avvenuta con mediazione: “Non c’è stato un atto improvviso” e
alla madre è stato consentito di restare con i figli nella struttura protetta.
In contemporanea, il Comune aveva anche preparato un piano per l’inserimento
scolastico dei minori: un percorso graduale, con la presenza dei genitori in
aula, ma la famiglia ha scelto di proseguire con la scuola parentale, scelta
pienamente legittima secondo Masciulli.
L'articolo “Per voi casa gratis in centro, accettatela e riabbraccerete i vostri
figli”, l’offerta del sindaco di Palmoli alla famiglia nel bosco proviene da Il
Fatto Quotidiano.
Il caso dei bambini – che vivevano in un bosco – e allontanati dalla famiglia,
da fatto di cronaca si tra trasformando in un caso politico e diplomatico.
Durante un incontro, il ministro della Giustizia Carlo Nordio e la premier
Giorgia Meloni, secondo quanto riferisce l’Ansa, hanno discusso della vicenda
che ha riguardato la sospensione della potestà genitoriale alla coppia. La
presidente del Consiglio è allarmata per il caso ed è in attesa di ulteriori
indicazioni sulla vicenda per valutare se procedere, in accordo con il
Guardasigilli, all’invio di ispettori del ministero della Giustizia affinché
valutino il caso. I giudici dell’Aquila hanno disposto l’allontanamento dei tre
bambini, fra i 6 e gli 8 anni, che vivono in un rudere fatiscente e privo di
utenze e in una roulotte nel bosco a Palmoli, in provincia di Chieti e li hanno
collocati in una casa famiglia perché secondo i magistrati sono “a rischio
relazioni e l’incolumità fisica”.
Prima ancora dell’interessamento della premier e di Nordio era intervenuto il
vicepremier Matteo Salvini parlando di vergogna. Una dichiarazione che aveva
innescato la reazione dell’Anm: “Riteniamo inopportuno ogni tentativo di
strumentalizzazione di casi che, per la loro particolarità, suscitano
l’attenzione dei cittadini e dei media, ricordando che la delicatissima materia
nell’ambito della quale operano i colleghi in servizio presso le Procure e i
Tribunali per i Minori merita rispetto e attenzione – scrive la Giunta Anm
dell’Aquila – In particolare, sorprendono le parole del ministro Salvini, che ha
ritenuto ‘vergognoso’ l’intervento dello Stato ‘nel merito dell’educazione
privata. La Giunta esecutiva sezionale Abruzzo (Ges) – si sottolinea – esprime
piena solidarietà ai colleghi della Procura e del Tribunale per i Minorenni di
L’Aquila, bersaglio di pesanti critiche avanzate da molti commentatori e da
alcuni organi di stampa in relazione al provvedimento emesso a tutela dei minori
nell’ambito della ormai nota vicenda della famiglia che vive nei boschi in
provincia di Chieti”. La Ges “respinge con forza – tutti i tentativi di
interferire nell’attività dei magistrati che svolgono i propri compiti
rispondendo esclusivamente alla legge e di delegittimare chi, ogni giorno, opera
per la tutela dei cittadini (e dei più deboli tra questi)”.
I due genitori sono stranieri ed entrambe le ambasciate si stanno muovendo:
“L’ambasciata australiana si è interessata a questo caso dal primo momento in
cui è stato reso pubblico attraverso la stampa e i social. Anche l’ambasciata
inglese sta seguendo la vicenda” ha spiegato il sindaco di Palmoli, Giuseppe
Rosario Masciulli. “Ci siamo sentiti e mi hanno confermato che stanno seguendo
in maniera diligente l’evolvere della situazione – aggiunge Masciulli -, anche
se per una questione di privacy non mi hanno dato informazioni di nessun tipo e
si raccordano, come prevede la legge australiana e i regolamenti
dell’ambasciata, solo ed esclusivamente con la cittadina australiana che, in
questo caso, è la signora Catherine”.
Il primo cittadino del borgo – poco più di 800 abitanti arroccato a 700 metri di
altezza tra i boschi del Basso Abruzzo – ricorda che il ha sostenuto la
famiglia: “Tant’è che in passato, a fronte della prima ordinanza del giudice che
invitava a effettuare interventi di consolidamento statico, adeguamento
igienico-sanitario del fabbricato, nonché assistenza ai bambini a livello
scolastico e socio-educativo, abbiamo messo a disposizione le nostre strutture
con il coinvolgimento, chiaramente, dei servizi sociali. Pensavamo che questa
disponibilità sarebbe stata ben accolta anche dalla famiglia e, che,
gradualmente il problema avrebbe trovato una soluzione. Invece, ieri mattina, ci
è stato notificato tramite Pec il provvedimento del Tribunale dei Minorenni con
cui si è disposto l’allontanamento in una casa famiglia dei tre minorenni della
famiglia di Nathan”.
Il primo cittadino spiega come il problema legato all’abitazione sia di facile
soluzione. “Già l’anno scorso avevamo messo a disposizione una casa nel centro
abitato con tutte le utenze, i comfort, tre camere da letto, doppio servizio,
riscaldamento, insomma non mancava nulla – aggiunge Masciulli -. Tant’è che la
famiglia vi ha abitato per un certo numero di giorni, poi l’hanno lasciata
perché lo stile di vita non corrispondeva ai loro principi: il bagno a secco,
l’utilizzo dell’acqua trattata con cloro, come fanno tutte le società di
gestione dei servizi idrici, l’utilizzo dell’energia elettrica che, comunque,
consuma risorse ambientali e via dicendo. Per cui, tornando alla questione, il
problema è facilmente risolvibile a condizione che i genitori accettino questo
stile di vita”.
L'articolo Il caso dei bimbi nel bosco diventa politico e diplomatico: Meloni
interessata e Nordio valuta invio degli ispettori a L’Aquila proviene da Il
Fatto Quotidiano.