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Famiglia nel bosco, la tutrice: “Stiamo ragionando coi genitori sull’obbligo scolastico per i figli” – Video
“Siamo tutti sereni”. Ha risposto così ai giornalisti Maria Luisa Palladino, la tutrice nominata dal tribunale per i Minorenni dell’Aquila, arrivando in auto davanti alla casa-famiglia di Vasto dove si trovano i figli di Catherine e Nathan. Qui oggi si tiene l’incontro con il rappresentante dell’Ambasciata d’Australia. Ai cronisti che le hanno chiesto i motivi del parere negativo da lei dato alla richiesta di revoca del provvedimento di allontanamento dai genitori, Palladino ha risposto: “Si sta valutando la scuola, primariamente è quella la ragione per cui si sta tentando di prorogare questo termine, ma di poco solo per ragionare con i genitori sull’obbligo scolastico che il nostro ordinamento prevede”, ha concluso prima di entrare nella struttura. La tutrice e la curatrice avevano ritenuto ancora troppo breve il periodo di “osservazione” trascorso dall’ingresso dei bambini nella struttura protetta per stabilire se le criticità siano superate. L'articolo Famiglia nel bosco, la tutrice: “Stiamo ragionando coi genitori sull’obbligo scolastico per i figli” – Video proviene da Il Fatto Quotidiano.
Cronaca
L’Aquila
Famiglia nel bosco, la madre vorrebbe tornare in Australia. Attesa per la visita del vice console dell’ambasciata australiana
Dopo l’udienza presso il Tribunale per i minorenni dell’Aquila, dove si è discusso della revoca del provvedimento di allontanamento da casa dei tre bimbi che vivevano nel bosco di Palmoli (Chieti), si attende la visita del vice console dell’ambasciata australiana nella casa famiglia di Vasto, dove si trovano i fratellini. L’inviato incontrerà anche la madre,che negli ultimi giorni ha iniziato a esprimere la volontà di tornare in Australia, il suo Paese d’origine. L’INCONTRO Il rappresentante diplomatico dovrà valutare come gestire la situazione e quali eventuali passaggi attivare. All’incontro parteciperanno la tutrice Maria Luisa Palladino, la curatrice speciale Marika Bolognese, gli avvocati Marco Femminella e Danila Solinas, oltre ai responsabili della struttura. Secondo il sindaco di Palmoli, Giuseppe Masciulli, l’ambasciata potrebbe intervenire direttamente se la donna scegliesse di rientrare in Australia: “Se la famiglia volesse tornare, i bambini potrebbero essere affidati alla zia Rachael, insegnante e psicologa. Si potrebbe fare una transazione di questo tipo”. Il caso della famiglia è seguito dall’ambasciata sin dall’inizio. L’inviato aveva già chiesto chiarimenti sulla cittadinanza dei bambini — registrati in Australia e quindi cittadini australiani — e la donna ha di recente chiesto il rinnovo del proprio passaporto e di quello della figlia maggiore. IN ATTESA DEL TRIBUNALE MINORILE Si attende la decisione del Tribunale per i minorenni dell’Aquila, che non ha sciolto la riserva dopo l’udienza del 6 dicembre, un’udienza descritta come tesa, con momenti di frizione tra avvocati e magistrati. Le curatrici avevano chiesto più tempo per valutare la situazione dei tre minori e la possibilità di un ricongiungimento familiare. Nel frattempo è trapelato un audio che la mamma dei piccoli avrebbe inviato dalla casa famiglia ad alcune persone di fiducia. La donna racconta un clima sereno ma regolato: “Sono concentrata, sono calma. Qui ci trattano tutti bene… Tutti vogliono che i bambini tornino da me”. Sostiene di aver adempiuto a tutte le richieste del giudice riguardo alla casa, alla scuola e alla socializzazione: “La verità verrà fuori alla fine”. Il prossimo appuntamento è il 16 dicembre, quando la Corte d’appello dell’Aquila si pronuncerà sul ricorso già depositato. L'articolo Famiglia nel bosco, la madre vorrebbe tornare in Australia. Attesa per la visita del vice console dell’ambasciata australiana proviene da Il Fatto Quotidiano.
Cronaca
Minorenni
Chieti
L’Aquila
“Periodo di osservazione troppo breve”, parere negativo di tutrice e curatrice a revoca dell’allontanamento dei bimbi che vivevano nel bosco
Non c’è ancora una decisione sul caso della “famiglia nel bosco”, la coppia anglo-australiana i cui tre figli sono stati allontanati dalla casupola – senza luce e acqua – immersa nel verde di Palmoli (Chieti). Durante l’udienza di due giorni fa al Tribunale per i minorenni dell’Aquila, la tutrice Maria Luisa Palladino e la curatrice speciale Marika Bolognese hanno espresso un parere negativo alla richiesta dei genitori di revoca del provvedimento di allontanamento, risalente al 20 novembre. Il motivo principale, secondo quanto riferisce il quotidiano Il Centro, è il “periodo di osservazione troppo breve” trascorso dai bambini nella struttura protetta di Vasto. La valutazione mirava a stabilire se le criticità legate alla crescita, alla sicurezza e al benessere dei minori fossero state superate. Pur non essendo vincolante per il collegio giudicante, presieduto da Cecilia Angrisano con il giudice relatore Roberto Ferrari, il parere ha un peso rilevante nelle decisioni del tribunale. La difesa della coppia, rappresentata dagli avvocati Marco Femminella e Danila Solinas, ha evidenziato come il provvedimento di allontanamento sia legato in larga parte al presunto isolamento dei bambini dal mondo esterno. I legali sostengono che i figli abbiano vissuto in un contesto naturale e lontano dalla città, con un percorso educativo di tipo parentale, e che sia necessario un equilibrio tra tutela del minore e diritto dei genitori a esercitare la responsabilità familiare. Nel frattempo, il Comune di Palmoli ha messo a disposizione insegnanti per lezioni individuali e supporto educativo, integrando l’apprendimento parentale e garantendo ai bambini continuità didattica. Si tratta di un intervento finalizzato a non interrompere il percorso scolastico dei minori e a fornire strumenti per il loro sviluppo cognitivo e sociale, anche durante il periodo di allontanamento. L’attenzione sul caso ha valicato i confini nazionali: martedì prossimo è prevista la visita del console australiano in Italia presso la struttura di Vasto, a testimonianza della rilevanza internazionale della vicenda. La presenza del console mira anche a garantire un monitoraggio diretto delle condizioni dei bambini e a fornire rassicurazioni diplomatiche alla famiglia. Anche il mondo della cultura e dello spettacolo ha mostrato vicinanza alla famiglia. Il cantante Al Bano ha offerto ai genitori la possibilità di trasferirsi temporaneamente nella sua masseria di Cellino San Marco, ricordando la propria esperienza di vita isolata: “Subito dopo il mio primo successo, lasciai la grande città per vivere in un bosco a due chilometri e mezzo dal centro abitato: non c’era acqua, non c’era elettricità, niente telefono”. L’artista ha sottolineato come la proposta sia scaturita dal desiderio di fornire un ambiente sicuro e accogliente per i bambini. L'articolo “Periodo di osservazione troppo breve”, parere negativo di tutrice e curatrice a revoca dell’allontanamento dei bimbi che vivevano nel bosco proviene da Il Fatto Quotidiano.
Cronaca
L’Aquila
Tribunale dei Minori
Bimbi nel bosco, il Tribunale si riserva la decisione: i minori restano in casa famiglia
Almeno per il momento resteranno in casa famiglia i tre figli minorenni (una bimba di otto anni e due gemelli di sei) di Catherine Birmingham e Nathan Trevallion, la coppia anglo-australiana che vive in un rudere nel bosco di Palmoli, in provincia di Chieti. Dopo aver ascoltato gli avvocati dei genitori, convocati giovedì in udienza, il Tribunale dei minori dell’Aquila si è riservato la decisione su un’eventuale modifica dell’ordinanza cautelare con cui ha sospeso temporaneamente la loro potestà sui bambini, trasferendoli in una struttura protetta dove vivono dal 20 novembre insieme alla madre. I difensori hanno presentato istanza di ricongiungimento urgente, appellandosi a due nuove relazioni favorevoli depositate dagli assistenti sociali e sottolineando tra l’altro che la coppia ha accettato di vivere un immobile messo a disposizione da un privato (un ristoratore di Ortona) in attesa dei lavori necessari a rendere abitabile il casolare (soprattutto per quanto riguarda il bagno). La legge prevede che la riserva venga sciolta entro cinque giorni, ma il termine non è perentorio e nella prassi viene spesso superato. Resta in piedi, in ogni caso, il ricorso contro l’ordinanza presentato di fronte alla Corte d’Appello dell’Aquila, con l’udienza fissata per il 16 dicembre. “Non sappiamo la tempistica ma siamo fiduciosi, è stata un’udienza caratterizzata da un proficuo confronto“, dice una dei difensori, Danila Solinas, mentre il collega Marco Femminella parla di “dialogo costruttivo tra le parti”. A cavalcare la vicenda in chiave anti-magistrati, come al solito, il leader della Lega Matteo Salvini: “Anche stanotte, per la quindicesima volta, tre bambini non dormiranno nel loro letto, ma in una casa famiglia. Lontani dai genitori e dai luoghi a cui sono abituati. Cos’altro aspettano i giudici per restituire quei bimbi all’abbraccio di mamma e papà?”. L'articolo Bimbi nel bosco, il Tribunale si riserva la decisione: i minori restano in casa famiglia proviene da Il Fatto Quotidiano.
Cronaca
Minorenni
L’Aquila
Tribunale dei Minori
Famiglia nel bosco, attesa per l’udienza in Tribunale. Depositate due relazioni “favorevoli”
Dopo il provvedimento, le polemiche, la ricerca di soluzioni, è arrivata il momento dell’aula di giustizia. I genitori dei bimbi che hanno scelto di vivere nel bosco a Palmoli, in Abruzzo, non saranno presenti all’udienza del Tribunale per i minorenni dell’Aquila per l’udienza prevista oggi. Si discuterà se modificare il provvedimento con cui, il 20 novembre, i tre figli della coppia sono stati allontanati e trasferiti in una struttura protetta. Una decisione che ha sollevato un acceso dibattito pubblico e che continua a mobilitare associazioni, politica e magistratura. L’udienza, prevista come comparizione delle parti, permetterà agli avvocati dei genitori e ai rappresentanti dei minori di discutere eventuali correttivi, in attesa dell’esito del ricorso già presentato in Corte d’Appello, fissato per il 16 dicembre. La giornata, dunque, potrebbe rappresentare un primo punto di svolta nel percorso giudiziario della famiglia. Intanto, a L’Aquila, l’Associazione nazionale magistrati si è riunita per esprimere solidarietà ai giudici che hanno firmato il provvedimento di allontanamento e sono stati bersaglio di insulti e minacce sui social. “Ci sorprende – ha dichiarato il vicepresidente dell’Anm, Marcello De Chiara – che il ministro Nordio abbia annunciato nell’immediatezza una possibile ispezione, pur ammettendo di non conoscere il contenuto del provvedimento”. De Chiara ha invocato “maggiore cautela” di fronte a una vicenda definita complessa e ha denunciato l’avvio di una “campagna di delegittimazione” nei confronti della magistratura, chiedendo alla politica di evitare polemiche “strumentali”. Nel corso dell’assemblea è intervenuta anche la presidente del Tribunale per i minorenni, Cecilia Angrisano, che ha difeso il lavoro dei giudici, parlando di decisioni frutto di “un bilanciamento tra interessi e diritti” nell’ottica della tutela dei minori. Angrisano ha inoltre criticato la violazione della privacy dei bambini, “esposti in tutto ciò che la legge proibisce quando si tratta di un minorenne”. Nel fascicolo dell’inchiesta, intanto, sono state depositate due nuove relazioni che appaiono sostanzialmente favorevoli ai genitori: i documenti offrono una lettura positiva della situazione familiare, senza evidenziare criticità significative. Valutazioni che potrebbero pesare nell’esame del Tribunale. Il Tribunale per i minorenni dell’Aquila ha sospeso temporaneamente la potestà genitoriale e collocato i bambini, di 6 e 8 anni, in una comunità, a loro tutela. Si è trattato proprio di una misura estrema perché il provvedimento, come si è sottolineato in una lunga nota dell’Associazione Italiana dei Magistrati per i Minorenni e per la Famiglia, è stato disposto dopo un anno di osservazione e perché appunto non erano state rispettate le prescrizioni da parte dei genitori. Il caso dei bimbi era arrivato all’attenzione dei servizi sociali dopo una intossicazione da funghi. nei giorni scorsi la coppi ha accettato la casa offerta da un imprenditore. Potranno abitarci tutti tre mesi, in attesa dei necessari lavori di ristrutturazione della capanna, senza luce e senza acqua, dove vivevano i piccoli. “Tutti sperano che sia un’udienza risolutiva per far sì che i bambini vengano ricongiunti con i genitori ma io ho qualche dubbio” aveva spiegato ieri il sindaco di Palmoli Giuseppe Masciulli. “Tutti quelli che stanno lavorando per trovare una soluzione hanno fatto quello che potevano, cioè mettere a disposizione un’abitazione idonea, però le problematiche erano anche altre – chiarisce – Quindi dipenderà giovedì dal contenuto delle relazioni che produrranno i servizi sociali e i responsabili della casa famiglia con tutte le visite mediche e psichiatriche a cui i bambini sono stati sottoposti. Dipenderà anche da quello, non è scontato o automatico che la casa sia sufficiente. È una condizione necessaria ma non sufficiente”. L'articolo Famiglia nel bosco, attesa per l’udienza in Tribunale. Depositate due relazioni “favorevoli” proviene da Il Fatto Quotidiano.
Giustizia
Minorenni
L’Aquila
Bimbi nel bosco, geometra e idraulico “pronti” per ristrutturare. Attesa per l’udienza, il sindaco: “Dipenderà anche dalle relazioni dei servizi sociali”
In attesa dell’udienza, prevista giovedì, il Tribunale per i minorenni dell’Aquila procede il percorso della famiglia del bosco per permettere ai tre bambini allontanati dalla casa in cui vivevano senza acqua e senza luce. Dopo l’accettazione di un alloggio in comodato, si lavoro sul fronte della ristrutturazione. È tutto pronto, almeno sul fronte della disponibilità, per rimettere a nuovo il casolare nel bosco dove la coppia spera di accogliere la loro famiglia. “Nathan ci ha fatto entrare nella sua abitazione insieme all’idraulico e ci ha descritto i lavori che aveva intenzione di fare: una tettoia di legno da realizzare accanto al casolare dove organizzare due stanze, la cucina e il bagno senza l’utilizzo di materiali di plastica”, racconta all’Ansa il geometra Simone Agostino di Palmoli, commerciante e titolare di un food-truck. Il 24 novembre, Agostino era stato contattato dall’amico idraulico Nicola Santini, che si era offerto di eseguire gratuitamente gli interventi necessari nella masseria immersa nel bosco. Subito dopo, il geometra aveva informato il sindaco, Giuseppe Masciulli, per rendersi utile nel recupero dell’edificio. “L’idraulico ha parlato anche in rappresentanza di una ditta — precisa —. Io mi sono attivato subito e, per accorciare i tempi, ho telefonato all’avvocato Angelucci che stava preparando la Cia da consegnare al Comune”. Il giorno successivo, il 25 novembre, Agostino e Santini hanno raggiunto Nathan al casolare per un sopralluogo dettagliato. “Il bagno doveva restare a secco e, per le tubazioni, bisognava creare una serpentina attorno ai tubi della stufa a legna esistente per poter avere l’acqua calda. L’idraulico ha detto che era possibile”. Per quanto riguarda l’acqua, bisognava installare un serbatoio sul tetto per il recupero della pioggia. Questi erano i lavori da svolgere: fattibili, e l’idraulico si è messo subito a disposizione insieme alla ditta”. Agostino sottolinea che il suo impegno nasce solo da uno spirito di solidarietà, lo stesso che ha portato la famiglia Carusi a concedere il casolare in comodato gratuito. “Siamo disposti a fare questi lavori, e parlo anche a nome dell’idraulico. Ho già una bozza degli interventi, ma i nuovi avvocati non hanno mai chiamato né me né lui”. La partenza dei lavori, però, è ancora ferma. “Nathan mi ha scritto che manca qualche documento — aggiunge Agostino —. La pratica da presentare in Comune non è ancora completa, ma appena sarà tutto in ordine potremo iniziare. Ripeto, ci siamo offerti gratuitamente. Quello che stiamo facendo è solo per desiderio di aiuto e per solidarietà”. Giovedì invece è previsto momento potenzialmente decisivo. Gli avvocati Marco Femminella e Danila Solinas chiedono la sospensione immediata dell’esecutività del provvedimento e il rientro dei bambini in famiglia. Non si esclude che lo stesso Tribunale per i minorenni, pur avendo formalmente convocato solo legali e curatrice speciale — l’avvocata Marika Bolognese — possa valutare una modifica o una revoca dell’ordinanza. Nel ricorso alla Corte d’appello — che ha 60 giorni per esprimersi — la difesa chiede il ricongiungimento indicando sei punti critici che, secondo i legali, farebbero venir meno i presupposti giuridici della sospensione della responsabilità genitoriale: assistenza linguistica, idoneità dell’abitazione, gestione degli esami medici, istruzione parentale, relazioni sociali dei minori ed esposizione mediatica. Sugli esami medici, la coppia avrebbe applicato un modello assicurativo tipico dei Paesi anglosassoni, ritenendo alcuni accertamenti troppo invasivi. Quanto alla casa nel bosco, la documentazione prodotta dimostrerebbe che era già in corso un percorso per adeguare gli impianti e ampliare gli spazi. Inoltre, l’offerta immediata di un’abitazione alternativa da parte della famiglia Carusi di Ortona eliminerebbe qualsiasi dubbio sulla sicurezza abitativa. Respinta anche l’ipotesi di abbandono scolastico: la difesa porta prove di un percorso di istruzione parentale ritenuto legittimo. Sulle presunte carenze sociali e sulla visibilità mediatica, i legali sostengono che i bambini abbiano contatti regolari con coetanei e con adulti, vivendo sì una vita diversa da quella urbana, ma non isolata. Le apparizioni pubbliche, inoltre, sarebbero state un modo per mostrare la serenità familiare, non una dannosa esposizione dei minori. “Tutti sperano che sia un’udienza risolutiva per far sì che i bambini vengano ricongiunti con i genitori ma io ho qualche dubbio”, spiega all’Adnkronos il sindaco di Palmoli Giuseppe Masciulli. “Tutti quelli che stanno lavorando per trovare una soluzione hanno fatto quello che potevano, cioè mettere a disposizione un’abitazione idonea, però le problematiche erano anche altre – chiarisce – Quindi dipenderà giovedì dal contenuto delle relazioni che produrranno i servizi sociali e i responsabili della casa famiglia con tutte le visite mediche e psichiatriche a cui i bambini sono stati sottoposti. Dipenderà anche da quello, non è scontato o automatico che la casa sia sufficiente. È una condizione necessaria ma non insufficiente”. L'articolo Bimbi nel bosco, geometra e idraulico “pronti” per ristrutturare. Attesa per l’udienza, il sindaco: “Dipenderà anche dalle relazioni dei servizi sociali” proviene da Il Fatto Quotidiano.
Cronaca
Minorenni
Chieti
L’Aquila
Famiglia nel bosco, i genitori dei bimbi allontanati convocati dal Tribunale per i minorenni
Forse qualcosa è cambiato. A due giorni dalla notizia che i genitori dei bimbi allontanati hanno accettato la casa offerta da un imprenditore il Tribunale per i minorenni dell’Aquila ha fissato per il 4 dicembre l’udienza di comparizione nell’ambito del procedimento che riguarda la famiglia che viveva nel bosco di Palmoli in una capanna senza luce e acqua. All’udienza, secondo quanto riferisce l’Ansa, con gli avvocati Marco Femminella e Danila Solinas, ci saranno anche i genitori dei tre bambini. Non si esclude che il Tribunale, che ufficialmente ha solo chiesto la comparizione della parti, possa anche decidere di modificare o revocare l’ordinanza di allontanamento del 20 novembre scorso. L’alloggio accettato è un casolare appena ristrutturato nel bosco di Palmoli, offerto in comodato gratuito da Armando Carusi, un ristoratore di Ortona. Il padre, Nathan, ha visitato la residenza autonoma – dotata di almeno due ampie stanze, cucina, un pozzo per l’acqua, bagno a secco e locali per gli animali – ed è rimasto “affascinato” dalla struttura che rispecchia il loro stile di vita, tanto da essere colpito anche da alcuni antichi attrezzi in legno presenti. I coniugi hanno depositato nei giorni scorsi un reclamo avverso l’ordinanza di allontanamento, il cui fine dichiarato era la salvaguardia e la tutela del benessere psicofisico dei bambini. Il Tribunale per i minorenni dell’Aquila ha sospeso temporaneamente la potestà genitoriale e collocato i bambini, di 6 e 8 anni, in una comunità, a loro tutela. Si è trattato proprio di una misura estrema perché il provvedimento, come si è sottolineato in una lunga nota dell’Associazione Italiana dei Magistrati per i Minorenni e per la Famiglia, è stato disposto dopo un anno di osservazione e perché appunto non erano state rispettate le prescrizioni da parte dei genitori. Il caso dei bimbi era arrivato all’attenzione dei servizi sociali dopo una intossicazione da funghi. L'articolo Famiglia nel bosco, i genitori dei bimbi allontanati convocati dal Tribunale per i minorenni proviene da Il Fatto Quotidiano.
Cronaca
Minorenni
Chieti
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“Duecento dollari per una lettura energetica”. Catherine Birmingham, la “mamma del bosco” si offriva anche come sensitiva
“Duecento dollari per una lettura energetica. Letture da 40 – 50 minuti: offerta minima 100 dollari o 100 euro. Guarigioni, pulizie domestiche, animali smarriti: minimo 50 euro”. Sono alcune delle offerte che appaiono nel sito di Catherine Birmingham, la donna che insieme al marito Nathan Trevallion e ai suoi tre figli di otto e sei anni, viveva in una piccola casa in un bosco, in provincia di Chieti, in Abruzzo. Il sito ora è stato reso privato, ma ilfattoquotidiano.it è riuscito ad accedervi in tempo. Perché la tesi secondo cui la famiglia con la casa nel bosco vive solo “di ciò che la piccola fattoria produce, senza bisogno d’altro”, è una fiaba che incanta soltanto chi questa storia la usa per farne la propria bandiera. I giudici del tribunale per i minorenni dell’Aquila, con un’ordinanza del 20 novembre scorso, hanno disposto l’allontanamento dei tre bambini dai genitori. I figli sono stati collocati temporaneamente in una casa – famiglia dove resteranno per un periodo di osservazione, insieme alla madre. E per capire che la realtà è ben diversa dalla favola bucolica basta leggere l’ordinanza. “Il servizio sociale – scrivono i giudici – aveva segnalato la condizione di sostanziale abbandono in cui si trovavano i minori, in situazione abitativa disagevole e insalubre e privi di istruzione e assistenza sanitaria; la famiglia viveva in un rudere fatiscente e privo di utenze e in una piccola roulotte. I minori non avevano pediatra e non frequentavano la scuola”. E ancora, una situazione di “preoccupante negligenza genitoriale, con particolare riguardo all’istruzione dei figli e alla vita di relazione degli stessi, conseguente alla mancata frequentazione di istituti scolastici e all’isolamento in cui vivevano”. Il ministero è subito intervenuto per dire che “risulta regolarmente espletato l’obbligo scolastico attraverso l’educazione domiciliare”, ma restano tutte le altre contestazioni. Il marito ha sempre sostenuto che la moglie lavorasse in smart working. Infatti. Nel sito di lei ci sono tutte le attività che Catherine Birmingham, dietro richiesta di pagamento, offriva. “La tua offerta – si legge – è destinata all’intera tribù qui nel nostro Tempio di Guarigione dell’Amore e della Natura, dove stiamo crescendo i nostri tre splendidi bambini”. E ancora “se desiderate visitarci o soggiornare. Se desiderate partecipare a sessioni di guarigione online o via email con Catherine potete leggere di più sulla pagina delle letture energetiche”. Ed è estremamente curioso come chi professi l’immersione totale nella natura, sciogliendo le catene dalle sovrastrutture consumistiche e tecnologiche di cui siamo schiavi, arrivi a proporre sessioni online a pagamento, attivi canali YouTube, fotografi il tutto e si faccia pure remunerare tramite pagamenti digitalizzati. “Per una lettura energetica – scrive Birmingham – tieni presente che ho ricevuto 200 dollari per una sessione di 45 minuti. Queste richiedono una enorme quantità della mia energia”. Inoltre si propone come sensitiva. Se hai animali, oggetti, o persone smarriti che vuoi ritrovare, “con una foto e il nome, mi sintonizzo con l’energia o la coscienza della cosa – animale smarriti e cerco di localizzarlo”. Per le letture energetiche da 40, 50 minuti si parte da un minimo di 100 dollari – euro. Ma puoi anche “fare un’offerta di importo maggiore”. “Viviamo fuori dalla rete – scrive Birmingham – e stiamo tornando alla preziosa vita semplice”. L'articolo “Duecento dollari per una lettura energetica”. Catherine Birmingham, la “mamma del bosco” si offriva anche come sensitiva proviene da Il Fatto Quotidiano.
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“Per voi casa gratis in centro, accettatela e riabbraccerete i vostri figli”, l’offerta del sindaco di Palmoli alla famiglia nel bosco
“Accettate l’alloggio gratuito. È l’unica strada per riunire i bambini ai genitori. Il bene dei minori viene prima di tutto”. È con queste parole che il sindaco di Palmoli (Chieti), Giuseppe Masciulli, lancia un appello alla famiglia che viveva nel bosco dopo l’allontanamento dei tre figli, disposto dal Tribunale dei Minori dell’Aquila. I giudici hanno sospeso la potestà genitoriale con un’ordinanza motivata. Masciulli ricorda che il Comune aveva già messo a disposizione una casa nel centro del paese, dotata di tutte le utenze (la capanna nel bosco è senza luce e acqua), “tre camere da letto, doppio servizio, riscaldamento”, ma la famiglia aveva declinato l’offerta, tornando a vivere nella loro ex casa contadina nei boschi. I bambini sono stati allontanati dopo un anno di osservazione e perché i genitori non hanno rispettato le prescrizioni. Il padre dei piccoli ha comunque preannunciato alcune migliorie della capanna che sono state progettate. Secondo il sindaco, come scrive Il Centro, la proposta di alloggio non era e non è un mero favore: si trattava di una soluzione duratura da mantenere fino a quando l’abitazione originaria non fosse ristrutturata. Masciulli afferma che l’amministrazione ha sempre sostenuto la famiglia, pur sottolineando che il pericolo concreto è stato il rifiuto di un progetto condiviso: i genitori avevano concordato interventi di ristrutturazione, visite sanitarie per i bambini e incontri psico‑educativi, ma poi non hanno mantenuto gli impegni. Secondo il sindaco, la famiglia avrebbe addirittura chiesto 150 mila euro per fare le visite mediche ai figli; 50mila per ogni bambino. L’ex casa nel bosco è stata definita dal tribunale un rudere “fatiscente e privo di utenze”, con gravi carenze igienico‑sanitarie, elementi che hanno motivato la decisione di trasferire i bambini in una struttura educativa. L’operazione di allontanamento è avvenuta con mediazione: “Non c’è stato un atto improvviso” e alla madre è stato consentito di restare con i figli nella struttura protetta. In contemporanea, il Comune aveva anche preparato un piano per l’inserimento scolastico dei minori: un percorso graduale, con la presenza dei genitori in aula, ma la famiglia ha scelto di proseguire con la scuola parentale, scelta pienamente legittima secondo Masciulli. L'articolo “Per voi casa gratis in centro, accettatela e riabbraccerete i vostri figli”, l’offerta del sindaco di Palmoli alla famiglia nel bosco proviene da Il Fatto Quotidiano.
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Il caso dei bimbi nel bosco diventa politico e diplomatico: Meloni interessata e Nordio valuta invio degli ispettori a L’Aquila
Il caso dei bambini – che vivevano in un bosco – e allontanati dalla famiglia, da fatto di cronaca si tra trasformando in un caso politico e diplomatico. Durante un incontro, il ministro della Giustizia Carlo Nordio e la premier Giorgia Meloni, secondo quanto riferisce l’Ansa, hanno discusso della vicenda che ha riguardato la sospensione della potestà genitoriale alla coppia. La presidente del Consiglio è allarmata per il caso ed è in attesa di ulteriori indicazioni sulla vicenda per valutare se procedere, in accordo con il Guardasigilli, all’invio di ispettori del ministero della Giustizia affinché valutino il caso. I giudici dell’Aquila hanno disposto l’allontanamento dei tre bambini, fra i 6 e gli 8 anni, che vivono in un rudere fatiscente e privo di utenze e in una roulotte nel bosco a Palmoli, in provincia di Chieti e li hanno collocati in una casa famiglia perché secondo i magistrati sono “a rischio relazioni e l’incolumità fisica”. Prima ancora dell’interessamento della premier e di Nordio era intervenuto il vicepremier Matteo Salvini parlando di vergogna. Una dichiarazione che aveva innescato la reazione dell’Anm: “Riteniamo inopportuno ogni tentativo di strumentalizzazione di casi che, per la loro particolarità, suscitano l’attenzione dei cittadini e dei media, ricordando che la delicatissima materia nell’ambito della quale operano i colleghi in servizio presso le Procure e i Tribunali per i Minori merita rispetto e attenzione – scrive la Giunta Anm dell’Aquila – In particolare, sorprendono le parole del ministro Salvini, che ha ritenuto ‘vergognoso’ l’intervento dello Stato ‘nel merito dell’educazione privata. La Giunta esecutiva sezionale Abruzzo (Ges) – si sottolinea – esprime piena solidarietà ai colleghi della Procura e del Tribunale per i Minorenni di L’Aquila, bersaglio di pesanti critiche avanzate da molti commentatori e da alcuni organi di stampa in relazione al provvedimento emesso a tutela dei minori nell’ambito della ormai nota vicenda della famiglia che vive nei boschi in provincia di Chieti”. La Ges “respinge con forza – tutti i tentativi di interferire nell’attività dei magistrati che svolgono i propri compiti rispondendo esclusivamente alla legge e di delegittimare chi, ogni giorno, opera per la tutela dei cittadini (e dei più deboli tra questi)”. I due genitori sono stranieri ed entrambe le ambasciate si stanno muovendo: “L’ambasciata australiana si è interessata a questo caso dal primo momento in cui è stato reso pubblico attraverso la stampa e i social. Anche l’ambasciata inglese sta seguendo la vicenda” ha spiegato il sindaco di Palmoli, Giuseppe Rosario Masciulli. “Ci siamo sentiti e mi hanno confermato che stanno seguendo in maniera diligente l’evolvere della situazione – aggiunge Masciulli -, anche se per una questione di privacy non mi hanno dato informazioni di nessun tipo e si raccordano, come prevede la legge australiana e i regolamenti dell’ambasciata, solo ed esclusivamente con la cittadina australiana che, in questo caso, è la signora Catherine”. Il primo cittadino del borgo – poco più di 800 abitanti arroccato a 700 metri di altezza tra i boschi del Basso Abruzzo – ricorda che il ha sostenuto la famiglia: “Tant’è che in passato, a fronte della prima ordinanza del giudice che invitava a effettuare interventi di consolidamento statico, adeguamento igienico-sanitario del fabbricato, nonché assistenza ai bambini a livello scolastico e socio-educativo, abbiamo messo a disposizione le nostre strutture con il coinvolgimento, chiaramente, dei servizi sociali. Pensavamo che questa disponibilità sarebbe stata ben accolta anche dalla famiglia e, che, gradualmente il problema avrebbe trovato una soluzione. Invece, ieri mattina, ci è stato notificato tramite Pec il provvedimento del Tribunale dei Minorenni con cui si è disposto l’allontanamento in una casa famiglia dei tre minorenni della famiglia di Nathan”. Il primo cittadino spiega come il problema legato all’abitazione sia di facile soluzione. “Già l’anno scorso avevamo messo a disposizione una casa nel centro abitato con tutte le utenze, i comfort, tre camere da letto, doppio servizio, riscaldamento, insomma non mancava nulla – aggiunge Masciulli -. Tant’è che la famiglia vi ha abitato per un certo numero di giorni, poi l’hanno lasciata perché lo stile di vita non corrispondeva ai loro principi: il bagno a secco, l’utilizzo dell’acqua trattata con cloro, come fanno tutte le società di gestione dei servizi idrici, l’utilizzo dell’energia elettrica che, comunque, consuma risorse ambientali e via dicendo. Per cui, tornando alla questione, il problema è facilmente risolvibile a condizione che i genitori accettino questo stile di vita”. L'articolo Il caso dei bimbi nel bosco diventa politico e diplomatico: Meloni interessata e Nordio valuta invio degli ispettori a L’Aquila proviene da Il Fatto Quotidiano.
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