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Silenzio assenso e sanatoria sugli abusi ‘storici’: ecco la riforma dell’edilizia. Opposizioni: “Salvini porta il condono in cdm”
Silenzio-assenso o silenzio-devolutivo in caso di inerzia dell’amministrazione competente. Sanatoria facilitata per gli abusi storici. Semplificazione delle procedure. Digitalizzazione. Sono queste alcune delle novità contenute all’interno della riforma dell’edilizia, che approderà il 4 dicembre sul tavolo del consiglio dei ministri. Nella fattispecie si tratta di una legge delega per la revisione del Tue, il Testo unico del settore. Gli obiettivi, come detto, vanno dalla semplificazione degli iter burocratici alla modernizzazione digitale del settore, dal superamento della frammentazione regionale al riordino dei titoli edilizi, passando per una sanatoria facilitata per gli abusi precedenti alla cosiddetta ‘legge ponte’ sull’urbanistica del 1967. Una narrazione, quella del governo, fortemente contestata dalle opposizioni, con Angelo Bonelli ad attaccare: “Domani Matteo Salvini porta il condono in consiglio dei ministri“. L’ITER BUROCRATICO DELLA LEGGE Il governo avrà 12 mesi per adottare i decreti legislativi per una riforma che il Mit vuole ampia e organica, in grado di superare le disparità nate a livello locale da legislazioni regionali differenti tra loro, di dare certezza alle norme e di prevenire anche l’eventuale contenzioso costituzionale. Un intervento “non più differibile”, come viene definito, per ottenere “un quadro normativo certo, semplice, moderno e capace di sostenere lo sviluppo economico, la sicurezza dei cittadini e la riqualificazione del patrimonio immobiliare nazionale”. La delega stabilisce quindi alcuni principi base, come ad esempio la tutela dei beni culturali e paesaggistici o il rispetto delle norme igienico-sanitarie delle abitazioni. Dà poi delle linee guida da seguire nei decreti successivi, in continuità con il decreto Salva Casa del 2024. Una di queste è il rafforzamento del meccanismo del silenzio-assenso. COSA C’È NELLA RIFORMA Per ridurre i termini previsti per il rilascio o la formazione dei titoli edilizi e contrastare “l’immobilismo burocratico“, si porrà “rinnovata enfasi sul meccanismo del silenzio-assenso o del silenzio–devolutivo in caso di inerzia dell’amministrazione competente”, si spiega nella relazione illustrativa al provvedimento. Allo stesso tempo, per assicurare la certezza dei tempi dei procedimenti, si dovranno definire meccanismi procedurali che assicurino il rispetto di “termini perentori, eventualmente prevedendo poteri sostitutivi o soluzioni per superare i blocchi derivanti da ritardi o disaccordi tra amministrazioni coinvolte”. Tra gli obiettivi c’è poi quello di razionalizzare i procedimenti amministrativi finalizzati al rilascio o alla formazione dei titoli in sanatoria, senza modificarne i requisiti sostanziali, ma intervenendo sui processi per renderli più efficienti. Come già emerso nella prima bozza del ddl circolata il 24 settembre scorso, si punta anche ad introdurre procedure semplificate per la regolarizzazione degli abusi realizzati prima dell’entrata in vigore della legge del ’67. Parallelamente, si procederà alla razionalizzazione dei regimi sanzionatori propedeutici al rilascio dei relativi titoli in sanatoria. Le sanzioni saranno commisurate all’entità della trasformazione edilizia o urbanistica, alla gravità della difformità, ovvero al valore delle opere realizzate. “DOMANI SALVINI PORTA IL CONDONO IN CDM” “Domani Salvini porterà in Consiglio dei ministri un condono edilizio, modificando il Testo unico 380/2001. Continua così l’opera di devastazione del territorio da parte di Salvini, che sta trasformando il Paese in un laboratorio di condoni permanenti. Alcuni giorni fa, con l’articolo 40 del dl Semplificazioni, hanno già autorizzato la costruzione di immobili in aree con vincolo idrogeologico tramite silenzio-assenso. Una scelta gravissima, che apre alla realizzazione di edifici in zone dove ogni errore può trasformarsi in tragedia”. Così Angelo Bonelli, deputato di Avs e co-portavoce di Europa verde. “Il silenzio-assenso sugli abusi – aggiunge – significa una cosa sola: verranno sanati immobili in aree vincolate, perfino in zone a rischio sismico e idrogeologico. È un atto di irresponsabilità politica e istituzionale. Questa norma è criminogena e vergognosa: legittima l’irregolarità, premia chi ha violato le regole e mette in pericolo la sicurezza dei cittadini“. “Il governo smetta di usare la burocrazia come pretesto per aprire l’ennesima stagione di condoni e intervenga invece per rafforzare i controlli, la prevenzione e la messa in sicurezza del territorio“, conclude Bonelli. L'articolo Silenzio assenso e sanatoria sugli abusi ‘storici’: ecco la riforma dell’edilizia. Opposizioni: “Salvini porta il condono in cdm” proviene da Il Fatto Quotidiano.
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Salvini: “Il Ponte ce lo chiede l’Europa”. Bonelli (Avs): “Sciocchezza”. Costa (M5s): “Lei è un ministro preso su Temu”
“Il Ponte sullo Stretto ce lo chiede l’Europa”. È questa l’ultima versione fornita dal Ministro delle infrastrutture e trasporti del governo Meloni, Matteo Salvini. Durante il Question Time a Montecitorio siaAvs, sia il Movimento 5 Stelle hanno interrogato il ministro sull’opera che non ha avuto il via libera dalla Corte dei Conti. “Il Ponte si farà milioni di italiani lo vogliono, lo aspettano, lo meritano” afferma Salvini. “Io farò di tutto affinché l’Italia ce l’abbia”. Bonelli ha contestato i costi. “Silvio Berlusconi aveva più a cuore i conti pubblici dello Stato che lei perché Berlusconi prevedeva costi per il 60% di privati e 40% per lo Stato. Poi è arrivato lei che ha previsto 100% per lo Stato, tanto paga pantalone, che ci frega, pagano gli italiani? – e l’esponente di Avs ha concluso – lei dice che andrà avanti e lo faremo anche noi, avendo segnalato il tutto, compreso il suo operato alla Corte dei Conti Europea”. Salvini, in risposta ai questi pentastellati afferma che “il Ponte va avanti ma” parallelamente “vanno avanti tutte le altre opere che Sicilia, Calabria ed Italia attendono da anni”. A Salvini, per il Movimento 5 Stelle, replica Sergio Costa. Che elenca dieci irregolarità che riguardano il progetto del Ponte sulle Stretto. “Ma come diamine avete fatto a fare tanti errori in un unico provvedimento? Forse, lei e lo staff da lei nominato, quando siete stati presi al Ministro siete stati presi con la ‘teoria Nordio’ sul sorteggio o siete stati presi su Temu – e il vicepresidente della camera dei Deputati conclude – lei ha firmato un contratto d’insolvenza che può portare al pagamento da parte dello Stato” di una penale “fino a circa 1,5 miliardi di euro a favore del consorzio che ha avuto l’appalto. Ma chi li pagherà questi soldi? I cittadini come già accaduto per i 49 milioni che ancora devono essere restituiti?” L'articolo Salvini: “Il Ponte ce lo chiede l’Europa”. Bonelli (Avs): “Sciocchezza”. Costa (M5s): “Lei è un ministro preso su Temu” proviene da Il Fatto Quotidiano.
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