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Renzi litiga con Casellati sul palco di Atreju: Crosetto lo porta via di peso tra le risate – Video
Scontro totale sul palco di Atreju tra Matteo Renzi e il resto del palco, dove l’ex presidente del Consiglio era stato invitato per parlare di riforme: dopo un’ora di bagarre, su temi come presidenzialismo e riforma elettorale per sedare la rissa verbale tra Renzi e la ministra per le Riforme Maria Elisabetta Alberti Casellati, è dovuto intervenire scherzosamente il Guido Crosetto – dall’alto del suo metro e novantuno – a prendere “di peso” il leader di Italia viva per portarlo lontano dal palco. L'articolo Renzi litiga con Casellati sul palco di Atreju: Crosetto lo porta via di peso tra le risate – Video proviene da Il Fatto Quotidiano.
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Travaglio a Crosetto: “Perché non dite agli Usa che non si devono permettere di sanzionare Albanese?”. “Difendiamo tutti i cittadini italiani”
“Non c’è qualcosa di stonato quando gli Stati Uniti, con la loro potenza, applicano delle sanzioni individuali a una cittadina italiana chiamata dall’Onu a fare indagini sui territori occupati da Israele? Sanzioni al punto che non può nemmeno aprire un conto in banca. Come governo italiano non sarebbe un gesto nobile dire ‘Francesca Albanese ha il diritto di parlare perché i reati di opinione non devono esistere’. Ma soprattutto: ‘Caro governo americano non si sanziona un cittadino italiano per le sue idee’. Mi piacerebbe che il governo o il presidente della Repubblica si esponessero per dire ‘non vi dovete permettere’. Che ne dice?”. Lo ha chiesto il direttore de il Fatto Quotidiano, Marco Travaglio, al ministro della Difesa, Guido Crosetto, nel corso della festa dei giovani di Fratelli d’Italia, Atreju. Nella risposta Crosetto si è limitato a un generico “difendiamo tutti i cittadini italiani”, citando poi il caso della Global Sumud Flotilla. L'articolo Travaglio a Crosetto: “Perché non dite agli Usa che non si devono permettere di sanzionare Albanese?”. “Difendiamo tutti i cittadini italiani” proviene da Il Fatto Quotidiano.
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Battibecco Crosetto-Travaglio: “Nato alleanza solo difensiva”. “E allora quello che ha fatto nei Balcani e in Iraq cos’è?” – Video
“La Nato ha provocato la Russia per 20 anni, allargandosi a Est e violando tutti i patti. È una storia che va a detrimento del popolo ucraino, che non c’entra niente”. Lo ha detto Marco Travaglio, che alla festa dei giovani di Fratelli d’Italia, Atreju, ha intervistato Guido Crosetto. Tra il direttore de il Fatto Quotidiano e il ministro della Difesa è nato un botta e risposta sul ruolo della Nato nel rapporto con la Russia. “Come funziona l’ingresso nella Nato?” ha domandato Crosetto, che poi ha raccontato l’adesione della Svezia, il cui via libera all’Alleanza atlantica è stato dato dopo due anni e mezzo dall’inizio della guerra in Ucraina. “Capite, la Svezia ha impiegato due anni e mezzo a entrare nella Nato, la Russia ha impiegato un giorno a invadere l’Ucraina. L’alleanza è unicamente difensiva, i Paesi democratici che vi aderiscono non stanno accerchiando nessuno”. A quel punto Travaglio ha replicato: “Potrei farle notare che l’alleanza difensiva ha aggredito la Serbia, miglior alleato della Russia in Europa, l’Iraq, miglior alleato della Russia nel Golfo, e la Libia, miglior alleato della Russia in Nordafrica”. L'articolo Battibecco Crosetto-Travaglio: “Nato alleanza solo difensiva”. “E allora quello che ha fatto nei Balcani e in Iraq cos’è?” – Video proviene da Il Fatto Quotidiano.
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Gaza, Travaglio parla di genocidio alla festa di FdI tra gli applausi del pubblico. E a Crosetto: “Avete fatto abbastanza?” – Video
“Quello che è successo il 7 ottobre è l’attentato più devastante, più ripugnante che si sia mai visto da parte di un’organizzazione terroristica. Quello che è successo dopo è 30 volte peggio, perché a farlo è stato un governo, nostro alleato, di un Paese che è una democrazia che ha sterminato 70mila persone, che per lo stesso esercito israeliano erano composte per l’83% da civili”. Lo ha detto il direttore de il Fatto Quotidiano, Marco Travaglio, che alla festa dei giovani di Fratelli d’Italia ha intervistato il ministro della Difesa, Guido Crosetto. Travaglio ha ricevuto più volte l’applauso del pubblico durante la sua analisi di ciò che è successo a Gaza negli ultimi due anni. Poi ha domandato a Crosetto: “Il governo italiano ha fatto abbastanza? Siete sicuri di aver detto e fatto il possibile? Perché la Russia, dopo l’atto criminale dell’invasione dell’Ucraina, ha beccato 22 pacchetti di sanzioni, e Israele zero, e allora mi metto nei panni di un cittadino palestinese o arabo che dice: ‘Ma quanti miei concittadini devono morire prima che qualcuno si indigni?'”. L'articolo Gaza, Travaglio parla di genocidio alla festa di FdI tra gli applausi del pubblico. E a Crosetto: “Avete fatto abbastanza?” – Video proviene da Il Fatto Quotidiano.
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“Le condizioni di pace si costruiscono anche con la Russia”: cos’ha detto Crosetto intervistato da Travaglio alla festa di Atreju
Si tira fuori dalla “sbornia” di prese di posizione belliciste (“penso che il mio compito sia quello di evitare la guerra, la morte, lo scontro”) ma sottolinea che il compito sia di “difenderci se qualcuno impazzisce”. Si dice “deluso” dal fatto che siano gli Usa a trattare una pace nel cuore dell’Europa. Sottolinea che mentre parla di pace Putin “ha tirato ieri sull’Ucraina 1200 missili”. A parlare è il ministro della Difesa Guido Crosetto intervistato alla festa di Atreju dal direttore del Fatto Quotidiano Marco Travaglio. Un confronto serrato che ha toccato, oltre alla guerra in Ucraina, anche i temi del riarmo e della tragedia di Gaza. Sullo sfondo le beghe tutte italiane, come la posizione di Salvini e della Lega che stanno fermando il decreto sulle armi da inviare a Kiev. “Tutti mi trattano come se fossi lo psicologo di Salvini – afferma Crosetto – Giuro che non ho mai avuto in questi tre anni una discussione o un problema con Salvini. Lui manifesta giustamente le sue idee”. Più nel merito della crisi ucraina Crosetto ha sottolineato che “se vogliamo la pace dobbiamo costruire le condizioni per l’Ucraina e per la Russia“. O meglio: “Non pensate che dall’economia di guerra che ha costruito la Russia si arrivi a una economia di pace senza l’aiuto del resto del mondo. Se creiamo in Russia condizioni di instabilità ci ritroveremo peggio di come stiamo adesso. Partiamo dai paletti che abbiamo piantato e cerchiamo di arrivare a costruire una tregua e una pace, perché altrimenti più tempo passa più la ferita diventerà impossibile da rimarginare”. In diversi passaggi la platea ha applaudito Travaglio, per esempio quando ha rilevato che l’Europa ha inventato l’arte della diplomazia ma se l’è dimenticata lasciando quindi questo compito al presidente degli Stati Uniti Donald Trump. “Sono il primo ad essere, non dico disperato, ma molto deluso dal fatto che sia necessario che gli Stati Uniti intervengano per trattare una pace nel cuore dell’Europa – risponde Crosetto -. Perché avrei voluto ci fosse un’Europa per trattare e io so che non c’è un’Europa, sono 27 ‘Europe’, 27 stati. Se domani gli Stati europei dicessero che c’è una persona a rappresentare tutta l’Europa al negoziato, né Trump né la Russia potrebbero dire di no”. Uno dei botta e risposta tra Travaglio e Crosetto si è consumato sul tema della “pressione” della Nato sul fronte Est dell’Europa. “La Nato ha provocato la Russia per 20 anni – ha detto tra l’altro il direttore del Fatto -, allargandosi a Est e violando tutti i patti. È una storia che va a detrimento del popolo ucraino, che non c’entra niente”. Replica Crosetto: “La Svezia, paese super partes, ha chiesto di entrare nella Nato dopo l’invasione dell’Ucraina. La Nato ci ha messo due anni e mezzo per farla entrare mentre la Russia un giorno per invadere una nazione – dice – Se nazioni libere e democratiche decidono di aderire a un’alleanza che è solo ed esclusivamente difensiva stanno cerchiando qualcuno o si stanno difendendo perché hanno paura?”. A quel punto Travaglio ha ricordato però gli interventi dell’Alleanza Atlantica nei Balcani e in Iraq. Tra le altre cose Crosetto ha rivelato che due settimane fa ha fatto sapere alla Nato che non avrebbe mandato alcuni tipi di aerei a una esercitazione: “Un conto è un’esercitazione e un conto è avere in un’esercitazione determinati assetti – dice -. Mi sono permesso di dire che un conto è un’esercitazione difensiva e un conto è una cosa che può essere vista come una provocazione, ma io so perfettamente che la Nato si esercita per lanciare un messaggio di deterrenza alla Russa ma mai, mai, un carro armato o un soldato della Nato entrerà in territorio russo, perché nella Nato nessuno può dichiarare guerra se non tutti i Paesi fossero d’accordo”. L'articolo “Le condizioni di pace si costruiscono anche con la Russia”: cos’ha detto Crosetto intervistato da Travaglio alla festa di Atreju proviene da Il Fatto Quotidiano.
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Nato “amica” dei Brics e Difesa Ue allargata ai Balcani: l’idea di Crosetto per risvegliare l’Occidente
L’Occidente, vecchio e stanco, “balla sull’orlo del precipizio. E pare non capire, non reagire, non elaborare”. Guido Crosetto, che ieri aveva commentato la Nuova strategia di sicurezza nazionale degli Stati Uniti (“Trump ha semplicemente esplicitato che l’Europa gli serve poco o nulla” nella competizione con la Cina), oggi ha affidato a un’intervista ad Avvenire la propria ricetta per risvegliare la nostra parte di mondo, basata sulla necessità di dialogare con le potenze che fino a oggi sono state schierate sul lato opposto della barricata. “Nel 2100 la popolazione italiana crollerà a 35 milioni di abitanti -, premette il ministro della Difesa – il 40 per cento in meno di quella attuale, l’Africa toccherà invece quota 3,7 miliardi. L’età media in Italia salirà a 53 anni, in Africa sarà di 17”. Numeri che fotografano un’emergenza natalità contro cui l’Europa e l’Italia sono chiamate a fare qualcosa: “Senza crescita della popolazione saltano i welfare dell’intero Occidente. Una catastrofe. I Pil andranno a picco, i sistemi sanitari non reggeranno l’invecchiamento, le pensioni non verranno più pagate”. Come si rimedia? “Dovremmo introdurre, già da subito, una misura choc per provare a invertire la rotta: tasse zero per quelle famiglie che fanno più di due figli“. Quello che accadrà se non faremo qualcosa per invertire la tendenza “ci deve far paura. Almeno quanto la fanno Russia e Cina“. A proposito, “io non penso che la Russia muoverà guerra all’Europa – dice Crosetto -. Ma quello che mi dicono i colleghi dei Paesi del Nord e dell’Est Europa è un timore che, ai loro occhi, risulta più che fondato. Per loro il tema è solo capire ‘quando’ lo farà. Non se lo farà”. Cosa può fare, allora, la nostra parte di mondo per evitare la catastrofe? “Dobbiamo, tutti insieme – e intendo tutti gli Stati e gli organismi multilaterali mondiali, compresi gli Stati che, ieri, facevano parte del “Sud globale” -, ripensare le strutture multilaterali e i sistemi istituzionali” e “occorrono anche una nuova Europa e una nuova Nato, più inclusiva, globale, che guardi ben molto oltre l’Atlantico. Penso a una sempre più pressante, necessaria, vera difesa europea, convinto che l’Europa a 27 è troppo piccola. La necessità è una difesa continentale in cui coinvolgere Paesi che, oggi, sono fuori dai “confini” della Ue: il Regno Unito, la Norvegia, l’Albania, i balcanici”. Non solo. “Serve una trasformazione profonda e veloce della Nato, che la faccia diventare una struttura capace di garantire un’alleanza per la pace nel mondo, un ‘braccio’ armato ma democratico, di una Onu rinnovata, uscendo dal ruolo di organizzazione di difesa del solo Occidente ‘atlantico’”. E come si fa? La Nato, così com’è è stata percepita per decenni e cioè come un nemico per i Paesi del Sud, per i Brics (Brasile, Russia, India, Cina, Sud Africa, ndr), deve invece aprirsi e allargarsi. Deve pensare al mondo, non solo a una sua parte”. Una prospettiva, quella che India e Cina possano in una qualche forma entrare nell’orbita della Nato, difficile da immaginare: per quale motivo Pechino e Nuova Dehli dovrebbero avvicinarsi al Patto atlantico che è un’alleanza anti-Russia, quando la Cina compra petrolio e gas da Mosca tenendola economicamente in vita nel corso di una guerra che in assenza di questo intervento potrebbe ridurla sul lastrico? Riguardo l’India, poi, nel 2023 negli Stati Uniti la Commissione Speciale della Camera sulla Competizione Strategica tra gli Stati Uniti e il Partito Comunista Cinese aveva proposto che l’India entrasse in una versione allargata del meccanismo Nato Plus, ma solo a livello di collaborazione e in ogni caso in chiave anti-cinese. Pensare, quindi, che l’India e la Cina – in questo momento entrambe vicine alla Russia – possano entrare o collaborare con la Nato appare un controsenso. Le minacce, secondo il ministro, non mancano neanche sul fronte interno: “Sono spaventato da una violenza che cresce, da un odio ideologico e politico che si cerca di alimentare”. Da qui al richiamo allo spettro degli Anni di piombo il passo è breve: “Qualcuno – e non mi riferisco a una parte politica specifica – sta contribuendo a creare un humus che assomiglia a quello degli anni Settanta, anni della violenza e del terrorismo. Foto bruciate nelle piazze, confronti negati nelle Università, assalti alle redazioni dei giornali. Si respira un’aria brutta, pesante, irragionevole. Non vorrei che all’improvviso ci trovassimo a fare i conti con delle ‘Brigate Rosse 4.0’“. L'articolo Nato “amica” dei Brics e Difesa Ue allargata ai Balcani: l’idea di Crosetto per risvegliare l’Occidente proviene da Il Fatto Quotidiano.
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Crosetto: “Trump ha esplicitato che l’Europa non gli serve, gli Usa sono in competizione con la Cina”
Questa Europa, “piccola, lenta e vecchia” non serve agli Stati Uniti che affrontano Pechino per la supremazia nel mondo e nelle scorse ore Donald Trump non ha fatto altro che metterlo in chiaro. Lo sostiene il ministro della Difesa, Guido Crosetto, in un lungo post su X in cui commenta la Strategia di sicurezza nazionale Usa pubblicata ieri dalla Casa Bianca, aggiungendo che “ogni decisione, ogni atto futuro sarà affrontato con un solo obiettivo: il rafforzamento degli Usa nella competizione con la Cina“. “La traiettoria della politica americana era evidente già prima dell’avvento di Trump che ha soltanto accelerato un percorso irreversibile – ha scritto l’esponente di Fratelli d’Italia -. Gli Usa hanno in corso una competizione sempre più difficile, complessa e dura con la Cina e ogni loro atto, decisione, comportamento, deve essere letto in questo scenario. Trump ha semplicemente esplicitato che l’Eu (l’Europa, ndr) gli serve poco o nulla in questa competizione”. Secondo Crosetto, agli occhi di Washington l’Europa ha perso di interesse perché “non ha risorse naturali particolarmente rilevanti o utili. Perché sta perdendo la competizione sull’innovazione e la tecnologia. Perché non ha potere militare. Perché, rispetto ai nuovi attori del Mondo, è piccola, lenta e ‘vecchia’. I motivi per cui lo abbia fatto anche con un po’ di asprezza non sono nemmeno loro una sorpresa perché i suoi giudizi (e quelli di molti esponenti repubblicani o maga) su alcune posizioni e scelte politiche dell’Unione sono note da anni“. Per il ministro della Difesa però “il tema principale non è l’Ue. Come si nota dal poco spazio dedicato al vecchio continente, nella strategia resa nota ieri. Ogni decisione, ogni atto futuro sarà affrontato con un solo obiettivo: il rafforzamento degli Usa nella competizione con la Cina”. Un approccio che Crosetto definisce “pragmatico, senza sentimenti o legami, utilitaristico ed esclusivamente orientato alla supremazia economica e tecnologica nei prossimi anni perché significa supremazia in questo secolo”. “É questo scenario (come dicevo ampiamente previsto) quello nel quale devono essere definite le scelte, le decisioni, le strategie delle nazioni più piccole (come noi)”, “non per esercitare una supremazia su qualcuno ma per garantirci futuro”. “La pessima notizia è che dovremmo (per me dovremo) pensare a ciò che finora ci avevano fornito, gratuitamente, i nostri alleati statunitensi: la sicurezza, la difesa e la deterrenza. Non parlo solo di quelle militari”, ha proseguito il ministro, secondo cui per “scelta politica in questi anni abbiamo costruito e consolidato una grande quantità di rapporti bilaterali con nazioni che ci possono aiutare nel percorso futuro (in Africa, Golfo, Asia, Sud America, Australia) per garantire e rafforzare la sicurezza economica, energetica e di approvvigionamenti strategici – aggiunge -. Per scelta abbiamo contribuito a dare un piccolo impulso positivo ad un’Europa che aveva perso il contatto con le traiettorie del Mondo pensando di poterlo plasmare a sua immagine e somiglianza. Piccolo, perché le resistenze ideologiche e burocratiche che rifiutano un approccio veloce e pragmatico alle evoluzioni della realtà sono fortissime e sedimentate”. Secondo Crosetto “l’Europa è anche però un luogo naturale dove poter trovare partners per fare ciò che da soli siamo troppo piccoli per realizzare. Ad esempio è chiaro che la “soglia di ingresso” finanziaria per recuperare il tempo perso su tecnologie fondamentali richiede una quantità di investimenti pubblici e privati tali che anche per 27 nazioni sono pesanti. Ma vanno fatti, per sopravvivere. Stesso discorso per la Difesa: più siamo, più é forte, meno costa. Siamo nel pieno centro di cambiamenti epocali. Occorre vederli, capirli ed orientare la nave, come in mare durante una tempesta. Perché, come accade in mare, nessuno, nemmeno i più grandi sono in grado di controllare i flussi dei tempi nei quali viviamo, ma ognuno é costretto ad affrontarli navigando al meglio”. L'articolo Crosetto: “Trump ha esplicitato che l’Europa non gli serve, gli Usa sono in competizione con la Cina” proviene da Il Fatto Quotidiano.
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Montanari a La7: “La leva volontaria prepara l’opinione pubblica all’idea che la guerra sia normale”
“Se nominiamo un mercante d’armi, un uomo che ha lavorato nel mercato delle armi, a fare il ministro della Difesa, il rischio è che succeda quello che Trump dice con onestà, visto che chiama il Pentagono il ministero della Guerra e non più della Difesa”. Sono le parole pronunciate a Otto e mezzo (La7) da Tomaso Montanari, rettore dell’Università per stranieri di Siena, che esprime una critica acerrima sulla proposta di “leva volontaria” annunciata da Guido Crosetto. L’idea del ministro è nota: istituire un servizio militare su base opzionale, rivolto solo a chi sceglie di partecipare, con l’obiettivo di creare una riserva ausiliaria dello Stato da schierare in caso di crisi — guerre ibride, cyber-attacchi, calamità naturali, emergenze. Il modello guarda alla Francia e alla Germania; i numeri in discussione prevedono una partenza con almeno 10mila volontari, per salire a 30-35mila nel medio periodo e potenzialmente a 50mila entro il 2035. Anche la durata sarebbe flessibile, inferiore all’anno, e potrebbe includere figure civili con competenze tecniche avanzate. Ma per Montanari la questione va oltre gli aspetti organizzativi: “Credo che questo governo, e non solo il nostro, stiano facendo di tutto per preparare l’opinione pubblica l’idea che la guerra è normale e che è inevitabile. Questo è un enorme errore che rischia di portarci alla guerra davvero. La nostra Costituzione dice che l’Italia ripudia la guerra, e non è un discorso per anime belle, chi l’ha scritto sapeva perfettamente che la guerra fa parte della vita, l’avevano fatta la guerra. Io – continua – temo che uno dei problemi è che la classe politica di oggi la guerra non l’ha fatta, non sa che cos’è. Erasmo da Rotterdam diceva “Dulce bellum inexpertis”, cioè la guerra sembra dolce a chi non sa che cos’è. E la nostra Costituzione ci dice di investire denaro, comunicazione, diplomazia, per estirpare l’idea che la guerra possa essere la soluzione”. La critica si intreccia con le ultime mosse dell’industria della difesa. Leonardo, il grande gruppo italiano dell’aerospazio, ha presentato in questi giorni un nuovo sistema antimissile battezzato “Cupola di Michelangelo”, o Michelangelo Dome: un apparato integrato che richiama simbolicamente la cupola michelangiolesca di San Pietro e tecnicamente l’Iron Dome israeliano. Montanari commenta: “La Leonardo chiama il nostro sistema di difesa che bisognerà costruire la cupola di Michelangelo, la Leonardo che fa la cupola di Michelangelo. Da storico dell’arte ho un senso di nausea“. Lilli Gruber ricorda che, secondo Crosetto, il nuovo sistema richiederà investimenti per 4,4 miliardi di euro nei prossimi anni. Il rettore rilancia: “Intanto vorrei capire se il Papa, proprietario della cupola di Michelangelo, di San Pietro, che ha parlato di una pace disarmata e disarmante, sia proprio contento di quest’uso. Però tutto questo ci dice qualcosa: il generale di De Gregori dice che la guerra è bella anche se fa male. Il messaggio che ci mandano è questo: dobbiamo militarizzarci. Ha detto anche che l’università deve far parte di un sistema che prepara la guerra. No, l’università prepara la pace.” Montanari mette in dubbio anche l’efficacia della leva volontaria come strumento di difesa nelle guerre ibride: “Ora, il punto è questo: cosa veramente vogliamo? La deterrenza militare serve se siamo disposti a farla la guerra. E chi la farà la guerra? L’ammiraglio Cavo Dragone dice che possiamo scagliare degli attacchi preventivi, cioè il responsabile della struttura militare della Nato: degli attacchi preventivi che però si possono considerare difensivi. E conclude: “Anche questo vorrei capire: se è la guerra ibrida, ci servono 10.000 soldati di leva, che non avranno nessun ruolo nella difesa cibernetica evidentemente? Cioè, c’è in realtà da un punto di vista culturale il tentativo di far passare l’idea che la guerra non abbia alternative. Ma quando succede questo, alla fine la guerra si fa davvero, la storia dice questo.” L'articolo Montanari a La7: “La leva volontaria prepara l’opinione pubblica all’idea che la guerra sia normale” proviene da Il Fatto Quotidiano.
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Crosetto: “Leva volontaria? Abbiamo bisogno di avere una parte kombat sempre più ampia. E stiamo pensando di aumentare le missioni all’estero”
Sulla leva volontaria il ministro della Difesa, Guido Crosetto, torna a parlare in Commissione Difesa al Senato e prova a chiarire. “Ero a Parigi e un giornalista francese mi fa una domanda parlando della riforma che ha fatto Macron e io uso il termine che lui – il giornalista – aveva usato nella domanda. Mi ritrovo tutti i giornali italiani a parlare di ‘leva volontaria’ senza che nessuno fosse interessato o ne conoscessi la genesi. Avendo visto il movimento che nasce sul commento di questa parola, mi sono detto: toh, non tutto il male viene per nuocere, perché almeno abbiamo innescato un dibattito”. Per Crosetto “vanno aumentate le forze armate, la loro qualità che non si trovano nelle forze armate, ma sul mercato”. Serviranno – spiega Crosetto – maggiori risorse “per implementare alcune specificità anche utilizzando dei civili”. “Riserva selezionata e meccanismi per attirare le persone, incentivi economici” le strategie da mettere in campo. Un altro tema, secondo Crosetto, è che c’è “bisogno di forze armate professionali che facciano le forze armate sempre di più anche perché stiamo pensando di aumentare le missioni all’estero”. E fa un esempio. “A cosa servono i nostri in Niger? Servono a creare le condizioni per cui magari da quella zona mi arrivino 500mila persone in meno in Italia da gestire, quindi la nostra presenza in Africa sarà sempre maggiore se noi vogliamo andare alla fonte per prevenire cose da gestire solo quando arrivano alla fine”. E questo è un esempio che “implica l’aumento del numero delle forze armate”. Anche per questo, per quanto riguarda il progetto Strade Sicure, “l’ho detto più volte che andava lentamente riaffiorato alle forze di polizia”. Quindi “la cosiddetta leva obbligatoria, con adempio l’introduzione di carabinieri ausiliari, quindi di un’esperienza che non sia a vita, o per tre anni, ma anche meno vincolante di un anno, finita la quale uno può provare meccanismi per cui dopo un anno uno può rientrare nelle forze armate. Ma tutte queste cose sono diverse e sono i temi che io vorrei porre a gennaio-febbraio alla discussione del Parlamento”. L'articolo Crosetto: “Leva volontaria? Abbiamo bisogno di avere una parte kombat sempre più ampia. E stiamo pensando di aumentare le missioni all’estero” proviene da Il Fatto Quotidiano.
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Le armi all’Ucraina e il no della Lega, il decreto per il 2026 ora è in bilico: rischia di non andare in cdm
Il decreto era stato inserito martedì mattina all’ordine del giorno del pre consiglio dei ministri: proroga per tutto il 2026 degli aiuti militare all’Ucraina. Ma dopo ore di discussioni e liti interne alla maggioranza di governo, la norma ora è in forte bilico: secondo quanto risulta al Fatto, potrebbe non entrare nell’ordine del giorno e quindi non andare nel Consiglio dei ministri di giovedì. Il motivo sarebbero le rimostranze della Lega di Matteo Salvini che ancora martedì ha ribadito di voler chiedere all’Unione Europea di non mettere i bastoni tra le ruote nelle trattative di pace tra Ucraina, Stati Uniti e Russia. Nei giorni scorsi Salvini aveva anche ribadito di essere contrario a nuovi invii di armi per evitare di “alimentare la corruzione” a Kiev. Un’escalation comunicativa che ha messo in imbarazzo il governo. Un mistero che in queste ore sta provocando uno scontro nell’esecutivo di Giorgia Meloni. Martedì mattina il decreto che proroga gli aiuti all’Ucraina per tutto il 2026 è stato messo nell’ordine del giorno del pre-Consiglio dei ministri, cioè la riunione tecnica dei capi di gabinetto e capi legislativi dei ministeri che precede le riunioni del governo. Diversi dirigenti leghisti però hanno fatto sapere di non essere stati avvertiti del decreto e si sarebbe attivato lo stesso Salvini per evitare uno scontro in Consiglio dei ministri: se non c’è accordo meglio rinviare, sarebbe stato il senso dei suoi ragionamento. Il senatore leghista Claudio Borghi al Fatto spiega chiaramente che non voterà il decreto quando arriverà in Parlamento: “Ho detto l’anno scorso che quello sarebbe stato l’ultimo decreto di invio armi che avrei votato, vista la situazione le motivazioni che avevo espresso l’anno scorso non solo sono ancora valide ma sono rafforzate. Da allora l’Ucraina ha perso solo vite e territori e qualcuno ci ha guadagnato. Avevamo ragione su tutto”. Dall’altra parte il ministro della Difesa Guido Crosetto – che la scorsa settimana al Copasir per presentare il dodicesimo pacchetto aveva frenato sul nuovo decreto – ha deciso di accelerare pensando addirittura di fare le comunicazioni in aula sul provvedimento entro Natale e di convertirlo a inizio anno in Parlamento. Con ogni probabilità però alla fine il decreto non sarà approvato giovedì in Consiglio dei ministri. L'articolo Le armi all’Ucraina e il no della Lega, il decreto per il 2026 ora è in bilico: rischia di non andare in cdm proviene da Il Fatto Quotidiano.
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