Scontro totale sul palco di Atreju tra Matteo Renzi e il resto del palco, dove
l’ex presidente del Consiglio era stato invitato per parlare di riforme: dopo
un’ora di bagarre, su temi come presidenzialismo e riforma elettorale per sedare
la rissa verbale tra Renzi e la ministra per le Riforme Maria Elisabetta Alberti
Casellati, è dovuto intervenire scherzosamente il Guido Crosetto – dall’alto del
suo metro e novantuno – a prendere “di peso” il leader di Italia viva per
portarlo lontano dal palco.
L'articolo Renzi litiga con Casellati sul palco di Atreju: Crosetto lo porta via
di peso tra le risate – Video proviene da Il Fatto Quotidiano.
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“Non c’è qualcosa di stonato quando gli Stati Uniti, con la loro potenza,
applicano delle sanzioni individuali a una cittadina italiana chiamata dall’Onu
a fare indagini sui territori occupati da Israele? Sanzioni al punto che non può
nemmeno aprire un conto in banca. Come governo italiano non sarebbe un gesto
nobile dire ‘Francesca Albanese ha il diritto di parlare perché i reati di
opinione non devono esistere’. Ma soprattutto: ‘Caro governo americano non si
sanziona un cittadino italiano per le sue idee’. Mi piacerebbe che il governo o
il presidente della Repubblica si esponessero per dire ‘non vi dovete
permettere’. Che ne dice?”. Lo ha chiesto il direttore de il Fatto Quotidiano,
Marco Travaglio, al ministro della Difesa, Guido Crosetto, nel corso della festa
dei giovani di Fratelli d’Italia, Atreju. Nella risposta Crosetto si è limitato
a un generico “difendiamo tutti i cittadini italiani”, citando poi il caso della
Global Sumud Flotilla.
L'articolo Travaglio a Crosetto: “Perché non dite agli Usa che non si devono
permettere di sanzionare Albanese?”. “Difendiamo tutti i cittadini italiani”
proviene da Il Fatto Quotidiano.
“La Nato ha provocato la Russia per 20 anni, allargandosi a Est e violando tutti
i patti. È una storia che va a detrimento del popolo ucraino, che non c’entra
niente”. Lo ha detto Marco Travaglio, che alla festa dei giovani di Fratelli
d’Italia, Atreju, ha intervistato Guido Crosetto. Tra il direttore de il Fatto
Quotidiano e il ministro della Difesa è nato un botta e risposta sul ruolo della
Nato nel rapporto con la Russia. “Come funziona l’ingresso nella Nato?” ha
domandato Crosetto, che poi ha raccontato l’adesione della Svezia, il cui via
libera all’Alleanza atlantica è stato dato dopo due anni e mezzo dall’inizio
della guerra in Ucraina. “Capite, la Svezia ha impiegato due anni e mezzo a
entrare nella Nato, la Russia ha impiegato un giorno a invadere l’Ucraina.
L’alleanza è unicamente difensiva, i Paesi democratici che vi aderiscono non
stanno accerchiando nessuno”. A quel punto Travaglio ha replicato: “Potrei farle
notare che l’alleanza difensiva ha aggredito la Serbia, miglior alleato della
Russia in Europa, l’Iraq, miglior alleato della Russia nel Golfo, e la Libia,
miglior alleato della Russia in Nordafrica”.
L'articolo Battibecco Crosetto-Travaglio: “Nato alleanza solo difensiva”. “E
allora quello che ha fatto nei Balcani e in Iraq cos’è?” – Video proviene da Il
Fatto Quotidiano.
“Quello che è successo il 7 ottobre è l’attentato più devastante, più ripugnante
che si sia mai visto da parte di un’organizzazione terroristica. Quello che è
successo dopo è 30 volte peggio, perché a farlo è stato un governo, nostro
alleato, di un Paese che è una democrazia che ha sterminato 70mila persone, che
per lo stesso esercito israeliano erano composte per l’83% da civili”. Lo ha
detto il direttore de il Fatto Quotidiano, Marco Travaglio, che alla festa dei
giovani di Fratelli d’Italia ha intervistato il ministro della Difesa, Guido
Crosetto. Travaglio ha ricevuto più volte l’applauso del pubblico durante la sua
analisi di ciò che è successo a Gaza negli ultimi due anni. Poi ha domandato a
Crosetto: “Il governo italiano ha fatto abbastanza? Siete sicuri di aver detto e
fatto il possibile? Perché la Russia, dopo l’atto criminale dell’invasione
dell’Ucraina, ha beccato 22 pacchetti di sanzioni, e Israele zero, e allora mi
metto nei panni di un cittadino palestinese o arabo che dice: ‘Ma quanti miei
concittadini devono morire prima che qualcuno si indigni?'”.
L'articolo Gaza, Travaglio parla di genocidio alla festa di FdI tra gli applausi
del pubblico. E a Crosetto: “Avete fatto abbastanza?” – Video proviene da Il
Fatto Quotidiano.
Si tira fuori dalla “sbornia” di prese di posizione belliciste (“penso che il
mio compito sia quello di evitare la guerra, la morte, lo scontro”) ma
sottolinea che il compito sia di “difenderci se qualcuno impazzisce”. Si dice
“deluso” dal fatto che siano gli Usa a trattare una pace nel cuore dell’Europa.
Sottolinea che mentre parla di pace Putin “ha tirato ieri sull’Ucraina 1200
missili”. A parlare è il ministro della Difesa Guido Crosetto intervistato alla
festa di Atreju dal direttore del Fatto Quotidiano Marco Travaglio. Un confronto
serrato che ha toccato, oltre alla guerra in Ucraina, anche i temi del riarmo e
della tragedia di Gaza. Sullo sfondo le beghe tutte italiane, come la posizione
di Salvini e della Lega che stanno fermando il decreto sulle armi da inviare a
Kiev. “Tutti mi trattano come se fossi lo psicologo di Salvini – afferma
Crosetto – Giuro che non ho mai avuto in questi tre anni una discussione o un
problema con Salvini. Lui manifesta giustamente le sue idee”. Più nel merito
della crisi ucraina Crosetto ha sottolineato che “se vogliamo la pace dobbiamo
costruire le condizioni per l’Ucraina e per la Russia“. O meglio: “Non pensate
che dall’economia di guerra che ha costruito la Russia si arrivi a una economia
di pace senza l’aiuto del resto del mondo. Se creiamo in Russia condizioni di
instabilità ci ritroveremo peggio di come stiamo adesso. Partiamo dai paletti
che abbiamo piantato e cerchiamo di arrivare a costruire una tregua e una pace,
perché altrimenti più tempo passa più la ferita diventerà impossibile da
rimarginare”.
In diversi passaggi la platea ha applaudito Travaglio, per esempio quando ha
rilevato che l’Europa ha inventato l’arte della diplomazia ma se l’è dimenticata
lasciando quindi questo compito al presidente degli Stati Uniti Donald Trump.
“Sono il primo ad essere, non dico disperato, ma molto deluso dal fatto che sia
necessario che gli Stati Uniti intervengano per trattare una pace nel cuore
dell’Europa – risponde Crosetto -. Perché avrei voluto ci fosse un’Europa per
trattare e io so che non c’è un’Europa, sono 27 ‘Europe’, 27 stati. Se domani
gli Stati europei dicessero che c’è una persona a rappresentare tutta l’Europa
al negoziato, né Trump né la Russia potrebbero dire di no”.
Uno dei botta e risposta tra Travaglio e Crosetto si è consumato sul tema della
“pressione” della Nato sul fronte Est dell’Europa. “La Nato ha provocato la
Russia per 20 anni – ha detto tra l’altro il direttore del Fatto -, allargandosi
a Est e violando tutti i patti. È una storia che va a detrimento del popolo
ucraino, che non c’entra niente”. Replica Crosetto: “La Svezia, paese super
partes, ha chiesto di entrare nella Nato dopo l’invasione dell’Ucraina. La Nato
ci ha messo due anni e mezzo per farla entrare mentre la Russia un giorno per
invadere una nazione – dice – Se nazioni libere e democratiche decidono di
aderire a un’alleanza che è solo ed esclusivamente difensiva stanno cerchiando
qualcuno o si stanno difendendo perché hanno paura?”. A quel punto Travaglio ha
ricordato però gli interventi dell’Alleanza Atlantica nei Balcani e in Iraq.
Tra le altre cose Crosetto ha rivelato che due settimane fa ha fatto sapere alla
Nato che non avrebbe mandato alcuni tipi di aerei a una esercitazione: “Un conto
è un’esercitazione e un conto è avere in un’esercitazione determinati assetti –
dice -. Mi sono permesso di dire che un conto è un’esercitazione difensiva e un
conto è una cosa che può essere vista come una provocazione, ma io so
perfettamente che la Nato si esercita per lanciare un messaggio di deterrenza
alla Russa ma mai, mai, un carro armato o un soldato della Nato entrerà in
territorio russo, perché nella Nato nessuno può dichiarare guerra se non tutti i
Paesi fossero d’accordo”.
L'articolo “Le condizioni di pace si costruiscono anche con la Russia”: cos’ha
detto Crosetto intervistato da Travaglio alla festa di Atreju proviene da Il
Fatto Quotidiano.
L’Occidente, vecchio e stanco, “balla sull’orlo del precipizio. E pare non
capire, non reagire, non elaborare”. Guido Crosetto, che ieri aveva commentato
la Nuova strategia di sicurezza nazionale degli Stati Uniti (“Trump ha
semplicemente esplicitato che l’Europa gli serve poco o nulla” nella
competizione con la Cina), oggi ha affidato a un’intervista ad Avvenire la
propria ricetta per risvegliare la nostra parte di mondo, basata sulla necessità
di dialogare con le potenze che fino a oggi sono state schierate sul lato
opposto della barricata.
“Nel 2100 la popolazione italiana crollerà a 35 milioni di abitanti -, premette
il ministro della Difesa – il 40 per cento in meno di quella attuale, l’Africa
toccherà invece quota 3,7 miliardi. L’età media in Italia salirà a 53 anni, in
Africa sarà di 17”. Numeri che fotografano un’emergenza natalità contro cui
l’Europa e l’Italia sono chiamate a fare qualcosa: “Senza crescita della
popolazione saltano i welfare dell’intero Occidente. Una catastrofe. I Pil
andranno a picco, i sistemi sanitari non reggeranno l’invecchiamento, le
pensioni non verranno più pagate”. Come si rimedia? “Dovremmo introdurre, già da
subito, una misura choc per provare a invertire la rotta: tasse zero per quelle
famiglie che fanno più di due figli“.
Quello che accadrà se non faremo qualcosa per invertire la tendenza “ci deve far
paura. Almeno quanto la fanno Russia e Cina“. A proposito, “io non penso che la
Russia muoverà guerra all’Europa – dice Crosetto -. Ma quello che mi dicono i
colleghi dei Paesi del Nord e dell’Est Europa è un timore che, ai loro occhi,
risulta più che fondato. Per loro il tema è solo capire ‘quando’ lo farà. Non se
lo farà”.
Cosa può fare, allora, la nostra parte di mondo per evitare la catastrofe?
“Dobbiamo, tutti insieme – e intendo tutti gli Stati e gli organismi
multilaterali mondiali, compresi gli Stati che, ieri, facevano parte del “Sud
globale” -, ripensare le strutture multilaterali e i sistemi istituzionali” e
“occorrono anche una nuova Europa e una nuova Nato, più inclusiva, globale, che
guardi ben molto oltre l’Atlantico. Penso a una sempre più pressante,
necessaria, vera difesa europea, convinto che l’Europa a 27 è troppo piccola. La
necessità è una difesa continentale in cui coinvolgere Paesi che, oggi, sono
fuori dai “confini” della Ue: il Regno Unito, la Norvegia, l’Albania, i
balcanici”.
Non solo. “Serve una trasformazione profonda e veloce della Nato, che la faccia
diventare una struttura capace di garantire un’alleanza per la pace nel mondo,
un ‘braccio’ armato ma democratico, di una Onu rinnovata, uscendo dal ruolo di
organizzazione di difesa del solo Occidente ‘atlantico’”. E come si fa? La Nato,
così com’è è stata percepita per decenni e cioè come un nemico per i Paesi del
Sud, per i Brics (Brasile, Russia, India, Cina, Sud Africa, ndr), deve invece
aprirsi e allargarsi. Deve pensare al mondo, non solo a una sua parte”.
Una prospettiva, quella che India e Cina possano in una qualche forma entrare
nell’orbita della Nato, difficile da immaginare: per quale motivo Pechino e
Nuova Dehli dovrebbero avvicinarsi al Patto atlantico che è un’alleanza
anti-Russia, quando la Cina compra petrolio e gas da Mosca tenendola
economicamente in vita nel corso di una guerra che in assenza di questo
intervento potrebbe ridurla sul lastrico? Riguardo l’India, poi, nel 2023 negli
Stati Uniti la Commissione Speciale della Camera sulla Competizione Strategica
tra gli Stati Uniti e il Partito Comunista Cinese aveva proposto che l’India
entrasse in una versione allargata del meccanismo Nato Plus, ma solo a livello
di collaborazione e in ogni caso in chiave anti-cinese. Pensare, quindi, che
l’India e la Cina – in questo momento entrambe vicine alla Russia – possano
entrare o collaborare con la Nato appare un controsenso.
Le minacce, secondo il ministro, non mancano neanche sul fronte interno: “Sono
spaventato da una violenza che cresce, da un odio ideologico e politico che si
cerca di alimentare”. Da qui al richiamo allo spettro degli Anni di piombo il
passo è breve: “Qualcuno – e non mi riferisco a una parte politica specifica –
sta contribuendo a creare un humus che assomiglia a quello degli anni Settanta,
anni della violenza e del terrorismo. Foto bruciate nelle piazze, confronti
negati nelle Università, assalti alle redazioni dei giornali. Si respira un’aria
brutta, pesante, irragionevole. Non vorrei che all’improvviso ci trovassimo a
fare i conti con delle ‘Brigate Rosse 4.0’“.
L'articolo Nato “amica” dei Brics e Difesa Ue allargata ai Balcani: l’idea di
Crosetto per risvegliare l’Occidente proviene da Il Fatto Quotidiano.
Questa Europa, “piccola, lenta e vecchia” non serve agli Stati Uniti che
affrontano Pechino per la supremazia nel mondo e nelle scorse ore Donald Trump
non ha fatto altro che metterlo in chiaro. Lo sostiene il ministro della Difesa,
Guido Crosetto, in un lungo post su X in cui commenta la Strategia di sicurezza
nazionale Usa pubblicata ieri dalla Casa Bianca, aggiungendo che “ogni
decisione, ogni atto futuro sarà affrontato con un solo obiettivo: il
rafforzamento degli Usa nella competizione con la Cina“. “La traiettoria della
politica americana era evidente già prima dell’avvento di Trump che ha soltanto
accelerato un percorso irreversibile – ha scritto l’esponente di Fratelli
d’Italia -. Gli Usa hanno in corso una competizione sempre più difficile,
complessa e dura con la Cina e ogni loro atto, decisione, comportamento, deve
essere letto in questo scenario. Trump ha semplicemente esplicitato che l’Eu
(l’Europa, ndr) gli serve poco o nulla in questa competizione”.
Secondo Crosetto, agli occhi di Washington l’Europa ha perso di interesse perché
“non ha risorse naturali particolarmente rilevanti o utili. Perché sta perdendo
la competizione sull’innovazione e la tecnologia. Perché non ha potere militare.
Perché, rispetto ai nuovi attori del Mondo, è piccola, lenta e ‘vecchia’. I
motivi per cui lo abbia fatto anche con un po’ di asprezza non sono nemmeno loro
una sorpresa perché i suoi giudizi (e quelli di molti esponenti repubblicani o
maga) su alcune posizioni e scelte politiche dell’Unione sono note da anni“.
Per il ministro della Difesa però “il tema principale non è l’Ue. Come si nota
dal poco spazio dedicato al vecchio continente, nella strategia resa nota ieri.
Ogni decisione, ogni atto futuro sarà affrontato con un solo obiettivo: il
rafforzamento degli Usa nella competizione con la Cina”. Un approccio che
Crosetto definisce “pragmatico, senza sentimenti o legami, utilitaristico ed
esclusivamente orientato alla supremazia economica e tecnologica nei prossimi
anni perché significa supremazia in questo secolo”. “É questo scenario (come
dicevo ampiamente previsto) quello nel quale devono essere definite le scelte,
le decisioni, le strategie delle nazioni più piccole (come noi)”, “non per
esercitare una supremazia su qualcuno ma per garantirci futuro”.
“La pessima notizia è che dovremmo (per me dovremo) pensare a ciò che finora ci
avevano fornito, gratuitamente, i nostri alleati statunitensi: la sicurezza, la
difesa e la deterrenza. Non parlo solo di quelle militari”, ha proseguito il
ministro, secondo cui per “scelta politica in questi anni abbiamo costruito e
consolidato una grande quantità di rapporti bilaterali con nazioni che ci
possono aiutare nel percorso futuro (in Africa, Golfo, Asia, Sud America,
Australia) per garantire e rafforzare la sicurezza economica, energetica e di
approvvigionamenti strategici – aggiunge -. Per scelta abbiamo contribuito a
dare un piccolo impulso positivo ad un’Europa che aveva perso il contatto con le
traiettorie del Mondo pensando di poterlo plasmare a sua immagine e somiglianza.
Piccolo, perché le resistenze ideologiche e burocratiche che rifiutano un
approccio veloce e pragmatico alle evoluzioni della realtà sono fortissime e
sedimentate”.
Secondo Crosetto “l’Europa è anche però un luogo naturale dove poter trovare
partners per fare ciò che da soli siamo troppo piccoli per realizzare. Ad
esempio è chiaro che la “soglia di ingresso” finanziaria per recuperare il tempo
perso su tecnologie fondamentali richiede una quantità di investimenti pubblici
e privati tali che anche per 27 nazioni sono pesanti. Ma vanno fatti, per
sopravvivere. Stesso discorso per la Difesa: più siamo, più é forte, meno costa.
Siamo nel pieno centro di cambiamenti epocali. Occorre vederli, capirli ed
orientare la nave, come in mare durante una tempesta. Perché, come accade in
mare, nessuno, nemmeno i più grandi sono in grado di controllare i flussi dei
tempi nei quali viviamo, ma ognuno é costretto ad affrontarli navigando al
meglio”.
L'articolo Crosetto: “Trump ha esplicitato che l’Europa non gli serve, gli Usa
sono in competizione con la Cina” proviene da Il Fatto Quotidiano.
“Se nominiamo un mercante d’armi, un uomo che ha lavorato nel mercato delle
armi, a fare il ministro della Difesa, il rischio è che succeda quello che Trump
dice con onestà, visto che chiama il Pentagono il ministero della Guerra e non
più della Difesa”. Sono le parole pronunciate a Otto e mezzo (La7) da Tomaso
Montanari, rettore dell’Università per stranieri di Siena, che esprime una
critica acerrima sulla proposta di “leva volontaria” annunciata da Guido
Crosetto.
L’idea del ministro è nota: istituire un servizio militare su base opzionale,
rivolto solo a chi sceglie di partecipare, con l’obiettivo di creare una riserva
ausiliaria dello Stato da schierare in caso di crisi — guerre ibride,
cyber-attacchi, calamità naturali, emergenze. Il modello guarda alla Francia e
alla Germania; i numeri in discussione prevedono una partenza con almeno 10mila
volontari, per salire a 30-35mila nel medio periodo e potenzialmente a 50mila
entro il 2035. Anche la durata sarebbe flessibile, inferiore all’anno, e
potrebbe includere figure civili con competenze tecniche avanzate.
Ma per Montanari la questione va oltre gli aspetti organizzativi: “Credo che
questo governo, e non solo il nostro, stiano facendo di tutto per preparare
l’opinione pubblica l’idea che la guerra è normale e che è inevitabile. Questo è
un enorme errore che rischia di portarci alla guerra davvero. La nostra
Costituzione dice che l’Italia ripudia la guerra, e non è un discorso per anime
belle, chi l’ha scritto sapeva perfettamente che la guerra fa parte della vita,
l’avevano fatta la guerra. Io – continua – temo che uno dei problemi è che la
classe politica di oggi la guerra non l’ha fatta, non sa che cos’è. Erasmo da
Rotterdam diceva “Dulce bellum inexpertis”, cioè la guerra sembra dolce a chi
non sa che cos’è. E la nostra Costituzione ci dice di investire denaro,
comunicazione, diplomazia, per estirpare l’idea che la guerra possa essere la
soluzione”.
La critica si intreccia con le ultime mosse dell’industria della difesa.
Leonardo, il grande gruppo italiano dell’aerospazio, ha presentato in questi
giorni un nuovo sistema antimissile battezzato “Cupola di Michelangelo”, o
Michelangelo Dome: un apparato integrato che richiama simbolicamente la cupola
michelangiolesca di San Pietro e tecnicamente l’Iron Dome israeliano.
Montanari commenta: “La Leonardo chiama il nostro sistema di difesa che
bisognerà costruire la cupola di Michelangelo, la Leonardo che fa la cupola di
Michelangelo. Da storico dell’arte ho un senso di nausea“.
Lilli Gruber ricorda che, secondo Crosetto, il nuovo sistema richiederà
investimenti per 4,4 miliardi di euro nei prossimi anni. Il rettore rilancia:
“Intanto vorrei capire se il Papa, proprietario della cupola di Michelangelo, di
San Pietro, che ha parlato di una pace disarmata e disarmante, sia proprio
contento di quest’uso. Però tutto questo ci dice qualcosa: il generale di De
Gregori dice che la guerra è bella anche se fa male. Il messaggio che ci mandano
è questo: dobbiamo militarizzarci. Ha detto anche che l’università deve far
parte di un sistema che prepara la guerra. No, l’università prepara la pace.”
Montanari mette in dubbio anche l’efficacia della leva volontaria come strumento
di difesa nelle guerre ibride: “Ora, il punto è questo: cosa veramente vogliamo?
La deterrenza militare serve se siamo disposti a farla la guerra. E chi la farà
la guerra? L’ammiraglio Cavo Dragone dice che possiamo scagliare degli attacchi
preventivi, cioè il responsabile della struttura militare della Nato: degli
attacchi preventivi che però si possono considerare difensivi.
E conclude: “Anche questo vorrei capire: se è la guerra ibrida, ci servono
10.000 soldati di leva, che non avranno nessun ruolo nella difesa cibernetica
evidentemente? Cioè, c’è in realtà da un punto di vista culturale il tentativo
di far passare l’idea che la guerra non abbia alternative. Ma quando succede
questo, alla fine la guerra si fa davvero, la storia dice questo.”
L'articolo Montanari a La7: “La leva volontaria prepara l’opinione pubblica
all’idea che la guerra sia normale” proviene da Il Fatto Quotidiano.
Sulla leva volontaria il ministro della Difesa, Guido Crosetto, torna a parlare
in Commissione Difesa al Senato e prova a chiarire. “Ero a Parigi e un
giornalista francese mi fa una domanda parlando della riforma che ha fatto
Macron e io uso il termine che lui – il giornalista – aveva usato nella domanda.
Mi ritrovo tutti i giornali italiani a parlare di ‘leva volontaria’ senza che
nessuno fosse interessato o ne conoscessi la genesi. Avendo visto il movimento
che nasce sul commento di questa parola, mi sono detto: toh, non tutto il male
viene per nuocere, perché almeno abbiamo innescato un dibattito”. Per Crosetto
“vanno aumentate le forze armate, la loro qualità che non si trovano nelle forze
armate, ma sul mercato”. Serviranno – spiega Crosetto – maggiori risorse “per
implementare alcune specificità anche utilizzando dei civili”. “Riserva
selezionata e meccanismi per attirare le persone, incentivi economici” le
strategie da mettere in campo. Un altro tema, secondo Crosetto, è che c’è
“bisogno di forze armate professionali che facciano le forze armate sempre di
più anche perché stiamo pensando di aumentare le missioni all’estero”. E fa un
esempio. “A cosa servono i nostri in Niger? Servono a creare le condizioni per
cui magari da quella zona mi arrivino 500mila persone in meno in Italia da
gestire, quindi la nostra presenza in Africa sarà sempre maggiore se noi
vogliamo andare alla fonte per prevenire cose da gestire solo quando arrivano
alla fine”. E questo è un esempio che “implica l’aumento del numero delle forze
armate”. Anche per questo, per quanto riguarda il progetto Strade Sicure, “l’ho
detto più volte che andava lentamente riaffiorato alle forze di polizia”. Quindi
“la cosiddetta leva obbligatoria, con adempio l’introduzione di carabinieri
ausiliari, quindi di un’esperienza che non sia a vita, o per tre anni, ma anche
meno vincolante di un anno, finita la quale uno può provare meccanismi per cui
dopo un anno uno può rientrare nelle forze armate. Ma tutte queste cose sono
diverse e sono i temi che io vorrei porre a gennaio-febbraio alla discussione
del Parlamento”.
L'articolo Crosetto: “Leva volontaria? Abbiamo bisogno di avere una parte kombat
sempre più ampia. E stiamo pensando di aumentare le missioni all’estero”
proviene da Il Fatto Quotidiano.
Il decreto era stato inserito martedì mattina all’ordine del giorno del pre
consiglio dei ministri: proroga per tutto il 2026 degli aiuti militare
all’Ucraina. Ma dopo ore di discussioni e liti interne alla maggioranza di
governo, la norma ora è in forte bilico: secondo quanto risulta al Fatto,
potrebbe non entrare nell’ordine del giorno e quindi non andare nel Consiglio
dei ministri di giovedì.
Il motivo sarebbero le rimostranze della Lega di Matteo Salvini che ancora
martedì ha ribadito di voler chiedere all’Unione Europea di non mettere i
bastoni tra le ruote nelle trattative di pace tra Ucraina, Stati Uniti e Russia.
Nei giorni scorsi Salvini aveva anche ribadito di essere contrario a nuovi invii
di armi per evitare di “alimentare la corruzione” a Kiev. Un’escalation
comunicativa che ha messo in imbarazzo il governo.
Un mistero che in queste ore sta provocando uno scontro nell’esecutivo di
Giorgia Meloni. Martedì mattina il decreto che proroga gli aiuti all’Ucraina per
tutto il 2026 è stato messo nell’ordine del giorno del pre-Consiglio dei
ministri, cioè la riunione tecnica dei capi di gabinetto e capi legislativi dei
ministeri che precede le riunioni del governo. Diversi dirigenti leghisti però
hanno fatto sapere di non essere stati avvertiti del decreto e si sarebbe
attivato lo stesso Salvini per evitare uno scontro in Consiglio dei ministri: se
non c’è accordo meglio rinviare, sarebbe stato il senso dei suoi ragionamento.
Il senatore leghista Claudio Borghi al Fatto spiega chiaramente che non voterà
il decreto quando arriverà in Parlamento: “Ho detto l’anno scorso che quello
sarebbe stato l’ultimo decreto di invio armi che avrei votato, vista la
situazione le motivazioni che avevo espresso l’anno scorso non solo sono ancora
valide ma sono rafforzate. Da allora l’Ucraina ha perso solo vite e territori e
qualcuno ci ha guadagnato. Avevamo ragione su tutto”.
Dall’altra parte il ministro della Difesa Guido Crosetto – che la scorsa
settimana al Copasir per presentare il dodicesimo pacchetto aveva frenato sul
nuovo decreto – ha deciso di accelerare pensando addirittura di fare le
comunicazioni in aula sul provvedimento entro Natale e di convertirlo a inizio
anno in Parlamento. Con ogni probabilità però alla fine il decreto non sarà
approvato giovedì in Consiglio dei ministri.
L'articolo Le armi all’Ucraina e il no della Lega, il decreto per il 2026 ora è
in bilico: rischia di non andare in cdm proviene da Il Fatto Quotidiano.