Saranno pure più eleganti e utili a slanciare la figura, ma i tacchi alti
possono essere devastanti per i nostri piedi. Se infatti indossati spesso e per
periodi lunghi di tempo possono cambiare addirittura la forma dei nostri piedi.
O almeno è questo quanto appurato personalmente da Andrew Goldberg, consulente
ortopedico specializzato in piede e caviglia presso l’ospedale Wellington di
Londra. Dopo aver a lungo creduto che i problemi ai piedi fossero una questione
di genetica, minimizzando l’impatto delle scarpe, Goldberg si è dovuto
ricredere. La sua prospettiva è stata stravolta dall’analisi di scansioni 3D che
mostrano la differenza tra un piede scalzo e lo stesso piede all’interno di un
tacco alto. “Se me lo aveste chiesto 15 anni fa, avrei detto: ‘Assoluta
assurdità: è tutta genetica e le scarpe non sono responsabili di nessun
problema’”, afferma Goldberg sul Guardian. I risultati delle scansioni hanno
fatto cambiare idea allo specialista. I piedi contenuti nei tacchi alti
comportano che le dita restino strette l’una all’altra; il costante stress può
portare allo sviluppo di un alluce valgo e, nelle dita più piccole, alla
tendenza a rimanere “ad artiglio” (dita a martello). “Si può immaginare che dopo
poche ore i piedi facciano male, e una volta tolte le scarpe, le dita tornino
alla normalità”, dice Goldberg. “Ma se si indossano i tacchi otto ore al giorno,
tutti i giorni, per anni, le dita iniziano a rimanere in quella posizione”. Nel
tempo, la tensione eccessiva provoca l’allungamento dei tessuti e, in casi
estremi, l’artrite da usura.
Tuttavia, non sono solo i tacchi a causare problemi. Goldberg avverte che tutte
le calzature influenzano in una certa misura la forma del piede, soprattutto
quelle con punta stretta o una calzata troppo piccola. Studi dimostrano che le
donne che indossano regolarmente tacchi di almeno 5 cm tendono ad avere
strutture del piede più affusolate a causa della pressione esercitata sulle ossa
metatarsali. “Secondo una revisione che ha considerato oltre cinquecento studi –
spiega la Fnomceo nella sua rubrica “dottore, ma è vero che…? – è assodato che
diversi effetti negativi sul sistema muscoloscheletrico, dalla colonna
vertebrale alle dita dei piedi, sono associati ai tacchi alti. Indossandoli,
infatti, si verifica uno spostamento del peso corporeo in avanti, in una
posizione non naturale, e il tallone si trova al di sopra delle dita. Sono
allora proprio le estremità a dover mantenere con difficoltà l’equilibrio, sia
da fermi sia in movimento. Le prove più evidenti dei danni causati dai tacchi
alti ricadono sulle dita dei piedi, e uno dei rischi più fastidiosi è l’alluce
valgo”.
La buona notizia per gli amanti dei “trampoli” è che non è necessario rinunciare
del tutto ai tacchi. Il segreto, suggerisce Goldberg, è la moderazione. L’uso
occasionale (per una cena o una festa) non rappresenta infatti un problema
significativo. E’ l’uso quotidiano e prolungato il vero responsabile dei danni a
lungo termine. Per mantenere i piedi flessibili e forti, soprattutto se non si
vuole rinunciare ai tacchi, gli esperti raccomandano semplici esercizi
quotidiani, come raccogliere oggetti (come una matita o una salvietta) con le
dita dei piedi e camminare scalzi in punta di piedi per un minuto. Il dolore che
si prova alla fine di una serata sui tacchi non è un capriccio, ma il segnale
che il piede è stato sottoposto a un notevole stress. Ascoltare quel segnale e
alternare le calzature è l’unica vera strategia per bilanciare l’amore per la
moda con la salute a lungo termine.
L'articolo “Attenzione, i tacchi alti cambiano davvero la forma dei nostri
piedi. Se indossati spesso e a lungo si rischia fino all’artrite da usura”:
l’allarme dell’ortopedico Andrew Goldberg proviene da Il Fatto Quotidiano.
Tag - Londra
Halima Begum, amministratrice delegata di Oxfam Gran Bretagna e figura di primo
piano di una delle più importanti organizzazioni umanitarie al mondo, ha
lasciato l’incarico dopo che una revisione indipendente ha riscontrato “gravi
problemi” nel suo comportamento e nel processo decisionale. La notizia è stata
diffusa da The Times e ripresa dal Guardian e Bbc. La decisione, assunta dal
consiglio di amministrazione, arriva al termine di settimane di tensioni interne
e di accuse di bullismo avanzate da parte del personale.
Secondo quanto riportato dai media britannici, il cda ha ritenuto
“insostenibile” la posizione della cinquantenne dirigente a causa di una
“irrimediabile perdita di fiducia” nella sua capacità di guidare
l’organizzazione. Alla base della scelta vi sarebbe anche il “clima di paura”
che, secondo le testimonianze raccolte, si sarebbe creato all’interno della
charity. Circa 70 membri dello staff avevano firmato una lettera chiedendo
formalmente l’apertura di un’indagine sulla condotta della dirigente; stando a
quanto riferito dal Times, diversi dipendenti avrebbero inoltre rassegnato le
dimissioni dopo scontri con la dirigente.
Begum, nata in una famiglia trasferitasi a Londra dal Bangladesh, ricopriva
l’incarico da quasi due anni. In precedenza aveva lavorato per ActionAid e per
il British Council. Contattata dalla Bbc per un commento, non ha rilasciato
dichiarazioni. A suo favore le dichiarazioni di chi ha definito le accuse di
bullismo “assurde”, sostenendo che la dirigente sia stata oggetto di valutazioni
ingiuste. L’indagine è stata condotta dallo studio legale Howlett Brown tra
novembre e dicembre 2025 e si è basata sulle testimonianze di 32 colleghi
attuali ed ex dipendenti, oltre che su documentazione interna.
I risultati, secondo quanto riferito dall’organizzazione, hanno evidenziato
“gravi problemi nel comportamento di leadership e nel processo decisionale
dell’amministratore delegato, tra cui violazioni dei processi e dei valori
organizzativi e interferenze inappropriate nelle indagini sulla salvaguardia e
l’integrità”. La decisione di sollevare Begum dall’incarico è stata presa la
scorsa settimana e la dirigente ha già lasciato l’organizzazione. La guida ad
interim di Oxfam Gran Bretagna è stata affidata a Jan Oldfield, responsabile del
sostegno all’interno dell’ente da oltre quattro anni. Il caso arriva inoltre al
termine di un anno difficile sul piano finanziario.
L'articolo “Clima di paura e bullismo”, costretta alle dimissioni
l’amministratrice delegata di Oxfam Gran Bretagna proviene da Il Fatto
Quotidiano.
Momenti di tensione domenica mattina all’aeroporto londinese di Heathrow, dove
diverse persone sono rimaste ferite a causa di un’aggressione con quello che la
polizia britannica descrive come “una sorta di spray al peperoncino”. L’episodio
è avvenuto nel parcheggio multipiano del Terminal 3 e ha richiesto l’intervento
immediato delle squadre di emergenza.
Secondo la polizia metropolitana, l’incidente è isolato e non ha alcun
collegamento con il terrorismo o con proteste. “Non stiamo trattando questo
incidente come un atto terroristico”, ha chiarito il comandante Peter Stevens,
sottolineando che al momento si ritiene che l’aggressione sia stata il risultato
di una discussione degenerata all’interno di un gruppo di persone che si
conoscevano.
Le vittime dell’aggressione sono state assistite sul posto dal personale
sanitario e trasportate in ospedale. “Si ritiene che le loro ferite non siano
mortali o pericolose per la vita”, ha confermato la polizia. Alcuni dei presenti
hanno subito disagi a causa del traffico, ma il Terminal 3 è rimasto operativo.
L’aggressione è avvenuta quando un gruppo di uomini ha spruzzato lo spray al
peperoncino contro diverse persone, per poi allontanarsi. La polizia è
intervenuta, arrestando un uomo con l’accusa di aggressione, mentre proseguono
le ricerche per individuare eventuali altri sospettati. “I nostri agenti sono
intervenuti rapidamente e la presenza della polizia all’aeroporto sarà
rafforzata per tutta la mattinata, per garantire la sicurezza delle persone
presenti nella zona”, ha aggiunto Stevens. Le autorità hanno ringraziato i
presenti per la collaborazione e hanno invitato chiunque abbia informazioni
sull’accaduto a contattare la polizia, sottolineando che l’indagine è ancora in
corso.
L'articolo Paura a Heathrow: aggressione con spray al peperoncino, diverse
persone ferite proviene da Il Fatto Quotidiano.
La tendenza del “naked dress” ha trovato il suo culmine concettuale. Non è più
il velo trasparente di una star a far discutere, ma un trompe l’oeil totale che
non lascia spazio a interpretazioni. L’influencer Lyas Medini, 401.000 follower
su Instagram, ha dominato il red carpet dei British Fashion Awards indossando un
audace tuta integrale di Jean Paul Gaultier che riproduce in modo
iper-realistico un corpo maschile nudo. Sul tappeto rosso, Medini ha trasformato
l’outfit in un manifesto, spiegando di averlo scelto apposta per ironizzare
sull’ossessione del red carpet di mostrare la carne.
L’audacia della scelta risiede nella sua ironia: Medini era, nei fatti,
completamente coperto pur sembrando ad una prima occhiata letteralmente “nudo”
sul red carpet degli Oscar della moda. A completare il look, capelli “ingellati”
all’indietro, sandali neri e un tocco di rossetto rosso volutamente sbavato.
L’abito, se così si può definire, è stato presentato lo scorso ottobre alla
Fashion Week di Parigi e si ispira all’archivio storico di Gaultier: è una
stampa iper-realistica che esibisce dettagli come i peli pubici e il pene. Un
look che già dalla sua prima apparizione in passerella aveva indotto gli addetti
ai lavori ad una riflessione: dove finisce la moda e dove inizia la provocazione
fine a se stessa?
Neanche a dirlo, le foto di Medini sono diventate subito virali sui social.
Accanto ai commenti che gridavano “genio” o “sembrava tutto nudo, con i peli e
il p*ne in bella vista”, si sono registrate voci critiche che lo definivano
“orribile” o, peggio, un “costume comprato online”. Altri, invece, hanno
condannato l’eccesso: “No, non è questo” e “Scusa, ma sembra orribile,
assomiglia a un costume comprato online“, hanno commentato. Un utente ha persino
paragonato l’abito di Medini a quelli di Bianca Censori, chiedendole
ironicamente di “rispondere entro 24 ore”, a testimonianza del successo
dell’influencer nel catalizzare l’attenzione su di sé.
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L'articolo “Sembrava tutto nudo, con i peli e il p*ne in bella vista”:
influencer si presenta così sul red cartpe dei British Fashion Awards (ma non è
come sembra) proviene da Il Fatto Quotidiano.