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Nuovo attacco in Nigeria: 315 tra studenti e insegnanti di una scuola cristiana rapiti da un gruppo armato
L’ennesimo feroce attacco contro la popolazione. Vittime, questa volta, ben 303 alunni e 12 insegnanti della scuola cristiana St. Mary nell’area di Agwara, in Nigeria centrale, che sono stati rapiti da quello che, per il momento, è stato semplicemente identificato come un “gruppo di banditi armati“. Dopo i numerosi sequestri di giovani ragazze registrati anche negli ultimi giorni nel Paese, questo episodio rappresenta uno dei più gravi per numero di persone coinvolte. “Il governo dello stato del Niger ha ricevuto con grande tristezza la notizia del rapimento della St. Mary’s School nella località di Agwara”, ha dichiarato Abubakar Usman, segretario del governo dello stato. Sono state dispiegate unità tattiche e dell’esercito per “battere palmo a palmo la foresta per mettere in salvo gli studenti rapiti”, si legge in un comunicato della polizia dello stato. L’allarme è scattato verso le 2 di notte, quando la polizia è stata avvisata che “alcuni banditi armati hanno attaccato la scuola secondaria cattolica privata St Mary’s e rapito un numero di studenti ancora da determinare dai loro dormitori”. Un episodio simile era avvenuto meno di una settimana fa, lunedì scorso, quando uomini armati hanno attaccato una scuola secondaria nello stato di Kebbi, nel nord-ovest del Paese, sequestrando 25 studentesse, una delle quali è riuscita a scappare mentre le altre risultano ancora scomparse. Martedì, uomini armati hanno aperto il fuoco in una chiesa sempre nel nord ovest del Paese, uccidendo due persone durante una messa che era trasmessa in streaming. Si ritiene che decine di fedeli siano stati rapiti. Il presidente della Nigeria, Bola Tinubu, ha cancellato tutti gli impegni internazionali, compreso il vertice del G20 che si è aperto oggi a Johannesburg. I rapimenti sono avvenuti dopo che, all’inizio del mese, Donald Trump ha minacciato un’azione militare degli Usa contro “la persecuzione dei cristiani” che in Nigeria fronteggiano, secondo il presidente americano, “una minaccia esistenziale”. Il governo nigeriano ha rigettato le accuse di non proteggere i cristiani e il portavoce del presidente aveva dichiarato alla Cnn che Tinubu era “scioccato” dal fatto Trump stesse “valutando l’invasione del nostro Paese”. E giovedì scorso è arrivata a Washington una delegazione nigeriana, guidata dal consigliere per la Sicurezza Nazionale Mallam Nuhu Ribadu, per incontri con il segretario alla Difesa, Pete Hegseth, il vice segretario di Stato, Christopher Landau, ed esponenti del Congresso. In un comunicato del Pentagono si riferisce che nell’incontro tra Hegseth e Ribadu si sono “discussi modi per fare progressi tangibili per fermare la violenza contro i cristiani in Nigeria e combattere i gruppi terroristici jihadisti nell’Africa occidentale. Il segretario Hegseth ha sottolineato la necessità che la Nigeria dimostri l’impegno a prendere azioni urgenti e durature per fermare la violenza contro i cristiani e ha espresso il desiderio del Dipartimento di lavorare insieme e attraverso la Nigeria per prevenire e diminuire azioni terroristiche che minacciano gli Stati Uniti”. Sull’episodio di venerdì è intervenuta anche la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, che in una dichiarazione ha condannato “con fermezza le rinnovate violenze avvenute contro le comunità cristiane in Nigeria. La libertà religiosa è un diritto inviolabile, chiediamo al governo nigeriano di rafforzare la protezione delle comunità cristiane e di tutte le comunità religiose e di perseguire i responsabili di questi efferati attacchi. L’Italia esprime tutta la sua vicinanza alle vittime e alle comunità in Nigeria che oggi si sentono in pericolo per il loro credo religioso”. L'articolo Nuovo attacco in Nigeria: 315 tra studenti e insegnanti di una scuola cristiana rapiti da un gruppo armato proviene da Il Fatto Quotidiano.
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Nigeria
“In Nigeria i cristiani sono presi di mira. Le chiese sono state bruciate, famiglie sono state distrutte”: Nicki Minaj all’Onu sostiene le accuse del presidente Trump
La rapper Nicki Minaj è intervenuta martedì 18 novembre a un evento delle Nazioni Unite organizzato dagli Stati Uniti per mettere in luce la “minaccia mortale” per i cristiani in Nigeria. Il presidente Donald Trump ha affermato che il cristianesimo si trova ad affrontare una “minaccia esistenziale” nella nazione dell’Africa occidentale e ha chiesto al Pentagono di iniziare a prepararsi per una possibile azione militare. Esperti e residenti affermano che alcuni attacchi prendono di mira i cristiani, ma la maggior parte sottolinea che nella diffusa violenza che affligge da tempo la Nigeria, tutti sono potenziali vittime, indipendentemente dal background o dal credo. La Minaj ha ringraziato Trump per aver chiesto un’azione urgente per “fermare la violenza contro coloro che vogliono semplicemente esercitare il loro diritto naturale alla libertà di religione o di credo”. E ancora “per difendere i cristiani in Nigeria, combattere l’estremismo e porre fine alla violenza contro coloro che vogliono semplicemente esercitare il loro diritto naturale alla libertà di religione o di credo”. La rapper è intervenuta a un panel della missione statunitense alle Nazioni Unite, insieme all’ambasciatore statunitense Mike Waltz e ad alcuni leader religiosi. L’evento è avvenuto dopo che la Minaj aveva risposto al post sui social media di Trump sulla Nigeria all’inizio di questo mese, affermando: “Nessun gruppo dovrebbe mai essere perseguitato per aver praticato la propria religione”. In un post di domenica su X, Papa Leone XIV ha affermato che “i cristiani subiscono discriminazioni e persecuzioni in varie parti del mondo, indicando la Nigeria e altri paesi come Bangladesh, Mozambico e Sudan”. Presentando la Minaj, Waltz ha detto: “Sale su questo palcoscenico mondiale non come una celebrità, ma come testimone per mettere in luce la Chiesa perseguitata della Nigeria ai suoi milioni di follower sui social media”. Affermando di essere “molto nervosa” all’idea di parlare davanti al panel, la Minaj ha promesso di continuare a battersi “di fronte all’ingiustizia per chiunque, ovunque, venga perseguitato per le proprie convinzioni. Purtroppo, questo problema non è solo un problema crescente in Nigeria, ma anche in molti altri paesi del mondo”. Infine la Minaj ha affermato di voler chiarire che proteggere i cristiani in Nigeria non significa schierarsi o dividere le persone. “Si tratta di unire le persone – ha detto -. La Nigeria è una nazione meravigliosa con profonde tradizioni religiose che non vedo l’ora di scoprire”. La star del rap ha fatto un riferimento alla musica nel suo discorso, dicendo che l’ha portata in giro per il mondo e ha visto come le persone ovunque si rianimano quando ascoltano una canzone. Per poi concludere: “Libertà religiosa significa che tutti cantiamo la nostra fede, indipendentemente da chi siamo, dove viviamo e in cosa crediamo”. Applausi convinti al congresso per l’artista. L'articolo “In Nigeria i cristiani sono presi di mira. Le chiese sono state bruciate, famiglie sono state distrutte”: Nicki Minaj all’Onu sostiene le accuse del presidente Trump proviene da Il Fatto Quotidiano.
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“Dobbiamo trovare queste bambine”, l’ordine del generale per salvare 24 studentesse rapite in Nigeria
Ricerche “giorno e notte” da parte dell’esercito per cercare di ritrovare le studentesse portate via da un dormitorio nel nord-ovest della Nigeria. In totale sono 24 le liceali sequestrate perché una è riuscita a fuggire ed è ora al sicuro come racconta l’Associated Press. Le giovanissime donne – ci sono anche bambine di 10 anni – sono state rapite lunedì prima dell’alba, quando uomini armati hanno attaccato il dormitorio della Government Girls Comprehensive Secondary School nella città di Maga, nello Stato di Kebbi. La polizia locale ha riferito che gli uomini armati hanno scavalcato la recinzione per entrare nel cortile della scuola e hanno ingaggiato uno scontro a fuoco con gli agenti di polizia prima di sequestrare le ragazze e uccidere un membro del personale. Nessun gruppo ha rivendicato la responsabilità del rapimento delle ragazze, ma secondo gli analisti e la popolazione locale le bande di banditi prendono spesso di mira scuole, viaggiatori e abitanti di villaggi remoti per ottenere un riscatto. I rapimenti di massa nelle scuole sono particolarmente frequenti nel nord della Nigeria, e la scuola di Kebbi si trova vicino a zone di conflitto come gli Stati di Zamfara e Sokoto. Gli studenti delle scuole superiori in Nigeria hanno solitamente un’età compresa tra i 12 e i 17 anni. Le squadre di sicurezza hanno setacciato le foreste vicine dove spesso si nascondono le bande, mentre altre sono state dispiegate lungo le strade principali che conducono alla scuola. Il governatore di Kebbi, Nasir Idris, ha visitato la scuola lunedì e ha assicurato che saranno compiuti tutti gli sforzi possibili per salvare le ragazze, mentre il capo di Stato Maggiore dell’esercito nigeriano, il tenente generale Waidi Shaibu, ha incontrato i soldati nelle ore successive all’attacco e ha ordinato “operazioni basate sull’intelligence e un’incessante ricerca dei rapitori, giorno e notte. “Dobbiamo trovare queste bambine. Agite con decisione e professionalità sulla base di tutte le informazioni di intelligence. Il successo non è facoltativo”, ha affermato il capo dell’esercito. L'articolo “Dobbiamo trovare queste bambine”, l’ordine del generale per salvare 24 studentesse rapite in Nigeria proviene da Il Fatto Quotidiano.
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