L’ennesimo feroce attacco contro la popolazione. Vittime, questa volta, ben 303
alunni e 12 insegnanti della scuola cristiana St. Mary nell’area di Agwara, in
Nigeria centrale, che sono stati rapiti da quello che, per il momento, è stato
semplicemente identificato come un “gruppo di banditi armati“. Dopo i numerosi
sequestri di giovani ragazze registrati anche negli ultimi giorni nel Paese,
questo episodio rappresenta uno dei più gravi per numero di persone coinvolte.
“Il governo dello stato del Niger ha ricevuto con grande tristezza la notizia
del rapimento della St. Mary’s School nella località di Agwara”, ha dichiarato
Abubakar Usman, segretario del governo dello stato. Sono state dispiegate unità
tattiche e dell’esercito per “battere palmo a palmo la foresta per mettere in
salvo gli studenti rapiti”, si legge in un comunicato della polizia dello stato.
L’allarme è scattato verso le 2 di notte, quando la polizia è stata avvisata che
“alcuni banditi armati hanno attaccato la scuola secondaria cattolica privata St
Mary’s e rapito un numero di studenti ancora da determinare dai loro dormitori”.
Un episodio simile era avvenuto meno di una settimana fa, lunedì scorso, quando
uomini armati hanno attaccato una scuola secondaria nello stato di Kebbi, nel
nord-ovest del Paese, sequestrando 25 studentesse, una delle quali è riuscita a
scappare mentre le altre risultano ancora scomparse. Martedì, uomini armati
hanno aperto il fuoco in una chiesa sempre nel nord ovest del Paese, uccidendo
due persone durante una messa che era trasmessa in streaming. Si ritiene che
decine di fedeli siano stati rapiti.
Il presidente della Nigeria, Bola Tinubu, ha cancellato tutti gli impegni
internazionali, compreso il vertice del G20 che si è aperto oggi a Johannesburg.
I rapimenti sono avvenuti dopo che, all’inizio del mese, Donald Trump ha
minacciato un’azione militare degli Usa contro “la persecuzione dei cristiani”
che in Nigeria fronteggiano, secondo il presidente americano, “una minaccia
esistenziale”. Il governo nigeriano ha rigettato le accuse di non proteggere i
cristiani e il portavoce del presidente aveva dichiarato alla Cnn che Tinubu era
“scioccato” dal fatto Trump stesse “valutando l’invasione del nostro Paese”. E
giovedì scorso è arrivata a Washington una delegazione nigeriana, guidata dal
consigliere per la Sicurezza Nazionale Mallam Nuhu Ribadu, per incontri con il
segretario alla Difesa, Pete Hegseth, il vice segretario di Stato, Christopher
Landau, ed esponenti del Congresso. In un comunicato del Pentagono si riferisce
che nell’incontro tra Hegseth e Ribadu si sono “discussi modi per fare progressi
tangibili per fermare la violenza contro i cristiani in Nigeria e combattere i
gruppi terroristici jihadisti nell’Africa occidentale. Il segretario Hegseth ha
sottolineato la necessità che la Nigeria dimostri l’impegno a prendere azioni
urgenti e durature per fermare la violenza contro i cristiani e ha espresso il
desiderio del Dipartimento di lavorare insieme e attraverso la Nigeria per
prevenire e diminuire azioni terroristiche che minacciano gli Stati Uniti”.
Sull’episodio di venerdì è intervenuta anche la presidente del Consiglio,
Giorgia Meloni, che in una dichiarazione ha condannato “con fermezza le
rinnovate violenze avvenute contro le comunità cristiane in Nigeria. La libertà
religiosa è un diritto inviolabile, chiediamo al governo nigeriano di rafforzare
la protezione delle comunità cristiane e di tutte le comunità religiose e di
perseguire i responsabili di questi efferati attacchi. L’Italia esprime tutta la
sua vicinanza alle vittime e alle comunità in Nigeria che oggi si sentono in
pericolo per il loro credo religioso”.
L'articolo Nuovo attacco in Nigeria: 315 tra studenti e insegnanti di una scuola
cristiana rapiti da un gruppo armato proviene da Il Fatto Quotidiano.
Tag - Nigeria
La rapper Nicki Minaj è intervenuta martedì 18 novembre a un evento delle
Nazioni Unite organizzato dagli Stati Uniti per mettere in luce la “minaccia
mortale” per i cristiani in Nigeria. Il presidente Donald Trump ha affermato che
il cristianesimo si trova ad affrontare una “minaccia esistenziale” nella
nazione dell’Africa occidentale e ha chiesto al Pentagono di iniziare a
prepararsi per una possibile azione militare.
Esperti e residenti affermano che alcuni attacchi prendono di mira i cristiani,
ma la maggior parte sottolinea che nella diffusa violenza che affligge da tempo
la Nigeria, tutti sono potenziali vittime, indipendentemente dal background o
dal credo. La Minaj ha ringraziato Trump per aver chiesto un’azione urgente per
“fermare la violenza contro coloro che vogliono semplicemente esercitare il loro
diritto naturale alla libertà di religione o di credo”. E ancora “per difendere
i cristiani in Nigeria, combattere l’estremismo e porre fine alla violenza
contro coloro che vogliono semplicemente esercitare il loro diritto naturale
alla libertà di religione o di credo”.
La rapper è intervenuta a un panel della missione statunitense alle Nazioni
Unite, insieme all’ambasciatore statunitense Mike Waltz e ad alcuni leader
religiosi. L’evento è avvenuto dopo che la Minaj aveva risposto al post sui
social media di Trump sulla Nigeria all’inizio di questo mese, affermando:
“Nessun gruppo dovrebbe mai essere perseguitato per aver praticato la propria
religione”.
In un post di domenica su X, Papa Leone XIV ha affermato che “i cristiani
subiscono discriminazioni e persecuzioni in varie parti del mondo, indicando la
Nigeria e altri paesi come Bangladesh, Mozambico e Sudan”. Presentando la Minaj,
Waltz ha detto: “Sale su questo palcoscenico mondiale non come una celebrità, ma
come testimone per mettere in luce la Chiesa perseguitata della Nigeria ai suoi
milioni di follower sui social media”.
Affermando di essere “molto nervosa” all’idea di parlare davanti al panel, la
Minaj ha promesso di continuare a battersi “di fronte all’ingiustizia per
chiunque, ovunque, venga perseguitato per le proprie convinzioni. Purtroppo,
questo problema non è solo un problema crescente in Nigeria, ma anche in molti
altri paesi del mondo”.
Infine la Minaj ha affermato di voler chiarire che proteggere i cristiani in
Nigeria non significa schierarsi o dividere le persone. “Si tratta di unire le
persone – ha detto -. La Nigeria è una nazione meravigliosa con profonde
tradizioni religiose che non vedo l’ora di scoprire”. La star del rap ha fatto
un riferimento alla musica nel suo discorso, dicendo che l’ha portata in giro
per il mondo e ha visto come le persone ovunque si rianimano quando ascoltano
una canzone. Per poi concludere: “Libertà religiosa significa che tutti cantiamo
la nostra fede, indipendentemente da chi siamo, dove viviamo e in cosa
crediamo”. Applausi convinti al congresso per l’artista.
L'articolo “In Nigeria i cristiani sono presi di mira. Le chiese sono state
bruciate, famiglie sono state distrutte”: Nicki Minaj all’Onu sostiene le accuse
del presidente Trump proviene da Il Fatto Quotidiano.
Ricerche “giorno e notte” da parte dell’esercito per cercare di ritrovare le
studentesse portate via da un dormitorio nel nord-ovest della Nigeria. In totale
sono 24 le liceali sequestrate perché una è riuscita a fuggire ed è ora al
sicuro come racconta l’Associated Press. Le giovanissime donne – ci sono anche
bambine di 10 anni – sono state rapite lunedì prima dell’alba, quando uomini
armati hanno attaccato il dormitorio della Government Girls Comprehensive
Secondary School nella città di Maga, nello Stato di Kebbi.
La polizia locale ha riferito che gli uomini armati hanno scavalcato la
recinzione per entrare nel cortile della scuola e hanno ingaggiato uno scontro a
fuoco con gli agenti di polizia prima di sequestrare le ragazze e uccidere un
membro del personale. Nessun gruppo ha rivendicato la responsabilità del
rapimento delle ragazze, ma secondo gli analisti e la popolazione locale le
bande di banditi prendono spesso di mira scuole, viaggiatori e abitanti di
villaggi remoti per ottenere un riscatto.
I rapimenti di massa nelle scuole sono particolarmente frequenti nel nord della
Nigeria, e la scuola di Kebbi si trova vicino a zone di conflitto come gli Stati
di Zamfara e Sokoto. Gli studenti delle scuole superiori in Nigeria hanno
solitamente un’età compresa tra i 12 e i 17 anni. Le squadre di sicurezza hanno
setacciato le foreste vicine dove spesso si nascondono le bande, mentre altre
sono state dispiegate lungo le strade principali che conducono alla scuola.
Il governatore di Kebbi, Nasir Idris, ha visitato la scuola lunedì e ha
assicurato che saranno compiuti tutti gli sforzi possibili per salvare le
ragazze, mentre il capo di Stato Maggiore dell’esercito nigeriano, il tenente
generale Waidi Shaibu, ha incontrato i soldati nelle ore successive all’attacco
e ha ordinato “operazioni basate sull’intelligence e un’incessante ricerca dei
rapitori, giorno e notte. “Dobbiamo trovare queste bambine. Agite con decisione
e professionalità sulla base di tutte le informazioni di intelligence. Il
successo non è facoltativo”, ha affermato il capo dell’esercito.
L'articolo “Dobbiamo trovare queste bambine”, l’ordine del generale per salvare
24 studentesse rapite in Nigeria proviene da Il Fatto Quotidiano.